giuliano

venerdì 6 marzo 2020

LA PESTE GIALLA (4)














































Precedenti capitoli circa la peste:

Gialla... (3/1)

Prosegue nella successive...:

Evoluzioni della stessa (peste) (5/7)














 I. Le città popolate più che i villaggi e le campagne.

II Che nelle città popolale, come la Nuova-York, Filadelfia, Baltimore infettava costantemente e quasi esclusivamente i quartieri bassi pieni di immondezze, e d’acque stagnanti, le strade non ventilate, non selciate, fangose, e soprattutto i quartieri e le loro vicinanze coperte di sporchizie ad un segno incredibile, e dove in ciascun giorno, quando la marea è bassa, le strade fangose sono esposte ad un sole cocente. Per esempio alla Nuova-York, M. Richard Bagley ha calcolato che per riempire la chiavica e lo stagno di White-hall, i proprietari vi avevano fatte versare in un anno ventiquatt.ro mille carrette di tutte le immondezze della Città, e persino di carogne di cavalli e di cani talché egli deduce che in Luglio l’infezione divenne sì grande e sì forte, che nella sera essa eccitò per tutto il vicinato delle nausee e dei vomiti che furono il principio dell’epidemia.

III. Che nel corso delle stagioni essa non appariva che in Luglio, Agosto, e Settembre, cioè nel tempo in cui i calori ostinati ed intensi di 24 e 25° eccitano una evidente fermentazione in siffatti ammassi di materie vegetabili ed animali, e ne sviluppano de’ miasmi che giusta ogni indizio sono i corruttori della sanità. Questi medici hanno rimarcato che l’epidemia raddoppiava a motivo dei tempi soltanto umidi e dei venti di Sud-Est ed anche di Nord-Est; ch’essa diminuiva pel freddo e per la siccità del Nord-Ovest, ed ancora per le piogge abbondanti del vento di Sud-Ovest; che nelle diversità degli anni la febbre si sviluppava in quegli i in cui i calori dell’estate erano accompagnati da maggiore siccità e da calma nell’aria; senza dubbio perché allora i miasmi accumulati operano con maggior forza sul polmone, e pel suo mezzo su tutto il sistema della circolazione.

Finalmente hanno avverato che nella scelta degli individui essa attacca a preferenza gli abitanti mal nutriti e sporchi dei sobborghi e dei quartieri pieni d’immondezze e di pantani; gli operai esposti al fuoco come i fabbri, i gioiellieri, e quegli che abusano dei liquori forti, osservando che spessissime volte la febbre gialla tenne dietro immediatamente all’ubriachezza; ch’essa attacca ancora a preferenza le persone grasse, sanguigne, robuste, le adulte ardenti, gli stranieri delle regioni del nord e i neri, le persone spossate per la dissolutezza delle donne; ch’essa risparmia gli stranieri de’ paesi caldi, le persone sobrie nel bere, e soprattutto nel mangiare, le persone agiate, proprie che si nutriscono più di vegetabili che di carne, ed abitano nelle strade selciate e ventilate, e ne’ quartieri elevati.

Inseguendo alla fine il male per sino ne’ luoghi disegnati per essere la culla ed il laboratorio de’ suoi principi, essi hanno dimostrato che nelle Antille medesime, nelle Isole della Grenada, della Martinica, di S. Domingo, della Giamaica, la febbre gialla non nasceva che là dove si riunivano le medesime circostanze: ch’essa non vi si manifesta che in certi luoghi, in certi anni precisamente simili ai casi citati negli Stati-Uniti; che là dove non vi sono né paludi né lordure, come a Saint-Kits, e Saint Vincent a Tabago, a la Barbade, la salute ne è costantemente ottima; che se la febbre si è manifestata a Saint-Georges nella Grenada, e a Fort-Royal nella Martinica e nei luoghi propri per dar carena, vicino alle maree infette ed in un momento in cui la sovrabbondanza de’ vascelli, la siccità eccessiva della stagione avevano contribuito a sviluppare i fermenti.

Che se essa nelle città di Nuova-York, Baltimore e Filadelfia non avesse dovuto la sua comparsa che all’importazione, essa avrebbe dovuta esservi portata abitualmente dalle città di Norfolk e di Charleston colle quali vi erano moltiplica rapporti, e dove la riunione di tutte le cause sopraccitate formarono un’epidemia quasi in ogni estate.

I fatti comprovatiti questi risultati si trovano sparsi in molti scritti pubblicati dal 1794 fino all’anno 1798 nel quale abbondano gli Stati Uniti. Questi non si possono leggere con attenzione senza persuadersi della correlazione e della costante armonia che passa fra le cause primarie e secondarie, mediate od immediate, le circostanze accessorie e gli effetti od isolati o riuniti in serie. In tutti si vede la febbre nascere ed accrescere in ragione composta della temperatura calda dell’aria della sua ostinata secchezza o della sua umidità temperata, della calma dell’atmosfera, della vicinanza delle maree, delia loro estensione, e soprattutto in ragione delle masse ammucchiate di materie animali componenti un laboratorio di putrefazione e di emanazioni deleterie.


Finalmente il governo, dirigendo su questi oggetti di polizia domestica l’attenzione degli abitanti degli Stati-Uniti, dovrebbe esercitare la loro istruzione sopra una delle cagioni le più essenziali, e le più radicali di tutte le loro malattie; voglio dire sopra il regime alimentario, che in ragione della loro origine hanno conservato dagli Inglesi, e dagli Alemanni. Ardisco dire, che se si proponesse al concorso il piano del regime il più capace di guastare lo stomaco, i denti, e la salute non si potrebbe immaginarne uno più atto di quello degli Anglo-Americani.

Alla mattina anche a colazione riempiono il loro stomaco di birra, ed inghiottiscono insieme a quella quasi senza masticare pane caldo appena cotto, degli arrosti inzuppati di buttiro, di formaggio il più grasso, dei pezzi di manzo o di prosciutto salato, affumicato ecc; tutte cose quasi indissolubili.

A pranzo delle paste bollite col nome di pouding, le più pinguedinose sono le prescelte: tutte le salse, anche sul bue arrostito, sono il butirro liquefatto: i turnepes ed i pomi di terra sono messi nel sangue di porco, nel lardo, nel butirro, o nella grassa sotto il nome di (pye) di pumkine i loro pasticci non sono, che vere patate grasse mal cotte. Per digerire queste masse viscose si riprende il the quasi alla fine del pranzo, e si carica tanto, ch’egli è amaro al palato. In questo stato egli attacca sì fortemente i nervi, che cagiona più che il caffè, delle veglie ostinate, anche agli stessi Inglesi.

Alla cena ancora si mangiano salumi ed ostriche, e come dice Chateìuz, si passa la giornata intera ad ammassare delle indigestioni una sopra l’altra; per dar forza al povero stomaco affaticato, ed indebolito si beve il Madera, il rhum, l’acquavite di Francia o quella di ginepro e di grano, che finiscono d’attaccare il genere nervoso.

Un tal regime poté convenire ai Tartari che traggono la loro prima origine dai Germani, e dagli Anglo-Sassoni, che non usavano alcuno di questi stimolanti pericolosi; la loro vita equestre ed errante li rendeva e li rende ancora capaci di digerire il tutto; ma quando le nazioni cangiano di clima, o che incivilendosi divengono oziose e ricche; esse provano in massa le alterazioni dei particolari…
















Nessun commento:

Posta un commento