giuliano

domenica 24 maggio 2020

ARMATO CON IL RICORDO D'UN AMICO SINCERO (22)



















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Viaggio in Alaska (21)

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Tempesta (23/4)













Il signor Young mi ha detto che quando era cucciolo aveva le dimensioni di un piccolo rametto di legno, gli è stato regalato a sua moglie da un cercatore irlandese a Sitka, e che al suo arrivo a Fort Wrangel fu adottato con entusiasmo dagli indiani Stickeen come una sorta di nuovo totem di buona fortuna, fu chiamato ‘Stickeen’ per la tribù e divenne il favorito, accarezzato protetto e ammirato ovunque andasse e considerato una misteriosa fonte di saggezza.

Durante il nostro Viaggio si dimostrò presto un personaggio strano, nascosto, indipendente, silenzioso. Faceva molte cose sconcertanti che attiravano la mia curiosità. Mentre navigavamo settimana dopo settimana attraverso i lunghi e intricati canali e le insenature tra le innumerevoli isole e montagne della costa, trascorreva la maggior parte dei giorni in pigra solenne ammirazione della Natura, immobile come un asceta, se pur apparentemente sembra non osservarla come se fosse assorto nel karma di un antico sogno.




Ho scoperto poi che sa sempre cosa sta succedendo, quando gli indiani stanno per sparare alle anatre o alle foche, o quando qualcosa lungo la riva attira la nostra attenzione, si riposa con il muso adagiato sul bordo della canoa, e guarda con calma come un turista con gli occhi sognanti.

E quando ci sente parlare di un approdo si sveglia immediatamente per vedere in che tipo di posto stiamo andando, prontamente salta in mare per nuotare fino alla riva non appena la canoa si avvicina alla spiaggia. Quindi, con una scossa energica per sbarazzarsi della polvere corre nel bosco per distrarsi con piccoli giochi. Ma sebbene sia il primo a uscire dalla canoa, rimane sempre l’ultimo a entrarci. Quando siamo pronti per partire non si trova mai e si rifiuta di rispondere ubbidiente alla nostra chiamata.




Scopriamo presto, tuttavia, che sebbene in quei momenti non possiamo vederlo, lui ci osserva attraverso i folti cespugli di mirtilli all’interno del bosco con occhio vigile. Non appena usciamo dal bosco arriva trotterellando lungo la spiaggia, si tuffa e nuota dietro di noi, sapendo bene che avremmo smesso di remare per portarlo dentro l’imbarcazione. Quando il piccolo vagabondo contrariato ci arriva accanto lo prendiamo e lo teniamo in braccio per farlo asciugare, ma lui scende immediatamente dalla barca.

Più lunga la nuotata meglio scorre e naviga la barca come fosse lui a condurla, ogni insegnamento che cerchiamo di imporgli non sorte alcun effetto, perché, ci accorgiamo poi, è lui il ‘maestro’: l’acqua del Fiume e il suo Spirito scopriamo ancora, una sol cosa, una sola Natura, non scorgo grande differenza fra lui ed il fiume percorso a nuoto…




Eppure nessuno di noi è stato in grado di capire per cosa Stickeen fosse davvero buono, forse perché siamo da sempre abituati a consideralo qual strumento di lavoro, come animale a noi sottomesso?

Questo limite lo avrei ben presto superato.

Sembra affrontare il pericolo e le difficoltà senza nessuna coscienza, o ciò che più comunemente nominiamo paura della Ragione, poi ho intuito un sol corpo entro e fuori dal bosco, dal Fiume, da ogni Elemento in cui assorbito come un Sogno antico; e questo sognare gli impone, quasi come precetto o comandamento impartito dai tanti Dèi pregati ogni giorno scritto nell’istinto della Natura, di mai obbedire ad un ordine del cacciatore, o tanto meno costringerlo a prendere la selvaggina a cui sparavamo.




La pietà di cui si nutre e composto pari all’equanimità costante che sembra dovuta alla mancanza di sentimento; in realtà l’èstasi troppo antica per essere appena capita o tradotta.

Le normali Tempeste sono un piacere per lui, e per quanto riguarda la semplice pioggia, vi fiorisce e sboccia come un fiore.

È una sola Natura!

Indipendentemente dai progressi che potresti fare nel comprenderlo, ti prego ‘uomo civilizzato’ non sforzarti sei troppo meschino per capirlo…

E sebbene apparentemente freddo come un ghiacciaio e impervio al pari di questo, colmo di divertimento. Ho comunque cercato di fare la sua conoscenza indovinando chi è ed èra, perché dimora un grande Albero germogliato da un ramo di Terra o Fiume che ora sporge, mentre lo percorriamo, nutrire tanta bellezza mista a coraggio che ci osserva, composto da resistenza e amore per l’avventura selvaggia.




A volte mi ricorda un piccolo cactus del deserto, fermo ed irremovibile, Stickeen al pari di Diogene, chiede solo di essere lasciato solo: un vero figlio del deserto prega la vita con solenne maestoso silenzio qual sereno ritratto della Natura intera.

La forza di carattere risiede nei suoi occhi, sembrano vecchi come le colline, giovani e selvaggi, non mi sono mai stancato di guardarli, è come guardare un paesaggio,  apparentemente piccolo racchiuso nella limitata umana prospettiva da cui sgorga un’Anima profonda.

Sono abituato a classificare piante e animali e osservo sempre più intensamente la ‘sfinge’ come uno studio interessante, ma non si può né stimare né valutare l’arguzia e la saggezza nascoste nei nostri compagni mortali ritenuti inferiori fino a quando non si manifestano con esperienze profonde, poiché attraverso la sofferenza cani e santi adempiendo al loro superiore compito divengono Perfetti.




Sulla via del ritorno dopo queste prime osservazioni ho programmato un’escursione in lungo e in largo per scoprire ancora cose più sorprendenti. Mi sveglio presto, chiamato non solo dal ghiacciaio, presente nei pensieri così come nei sogni per l’intera notte, ma da una grande tempesta e inondazione. Il vento soffia, un vento fortissimo da nord, e la pioggia cade a tamburo battente con le nuvole che promettono imminente alluvione. I principali corsi d’acqua, perenni, stanno esplodendo in alto ben al di sopra delle sponde, e centinaia di onde, ruggendo come il mare, coprono le alte pareti grigie con cascate bianche.

Avevo intenzione di preparare una tazza di caffè e una buona colazione prima di iniziare la giornata, ma quando ho sentito la tempesta e ho guardato fuori con tutta fretta sono rientrato al mio riparo; poiché le più belle lezioni della natura si trovano nelle sue tempeste, e se siamo attenti a mantenere i giusti rapporti con queste potremmo procedere sani e salvi e camminare con loro nel segreto regno dell’eterna invisibile Giustizia, là ove l’uomo non può o vuole, la Natura e Dio provvedono, rallegrandoci e nutrendoci alla ‘corte’ della loro grandezza e della segreta bellezza, non meno delle giuste opere della Natura anche quando ulula, e cantando con i vecchi norvegesi:

L’esplosione della tempesta aiuta i nostri remi, l’uragano è il nostro servitore e ci guida dove desideriamo andare.




Che un uomo accolga le tempeste per la sua musica e il suo movimento esilaranti, e che vada a vedere Dio che crea paesaggi non meno della Giustizia detta, è abbastanza ragionevole; ma quale fascino potrebbe esserci in un tempo così tremendo per un cane?

Sicuramente nulla di simile all’entusiasmo umano per lo scenario o la geologia. Comunque, arriva, all’ora di colazione attraverso una esplosione soffocante. Mi sono fermato e ho fatto del mio meglio per riportarlo indietro.

‘Adesso no’,

dissi, gridando per farmi sentire nella tempesta,

ora no, Stickeen, cosa ti succede, devi essere sciocco, questa giornata selvaggia non promette nulla di buono per entrambe. Torna al campo e tieniti al caldo, fai una buona colazione con il tuo padrone e sii ragionevole per una volta, non posso cercarti per tutto il giorno e poi questa tempesta ti ucciderà.



Ma la Natura, a quanto pare, non fa buoni affari con gli uomini, solo con pochi di loro, i quali a loro volta perdono per tutta la vita con il resto dell’intera ciurma di reietti, e dopo essermi fermato ancora, gridando un buon consiglio di avvertimento, mi accorgo che non si è mosso…

Ora qual pietoso viandante mi fermo lì muto come il vento, inzuppato e sbattendo le palpebre, e ripetendo con ossesso:

Dove andrai io verrò con te.

Poi abbiamo lottato insieme…









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