giuliano

venerdì 8 maggio 2020

NELL'ORA TERZA (8)






















































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Dalle Piramidi a Ceilan i nostri viaggiatori non impiegarono che due giorni, e poche ore prima dell’arrivo l’isola deliziosa annunziava già la sua vicinanza con un intenso profumo di rose, che imbalsamava l’aria e innamorava le anime. Sbarcarono al porto dell’Eguaglianza, una delle città di Ceilan e la più moderna. L’avevano fondata gli Egualitarii, gente che credeva di aver risolto il problema dell’umana felicità, eguagliando tutti gli uomini nei diritti e nei doveri; nella ricchezza, nel vestito, in ogni cosa.

Sperando che quelli egualitarii intendessero la lingua cosmica, Paolo diresse ad un viandante una domanda:

‘Dove potremmo noi trovare alloggio per un giorno, e chi è il capo di questa città?’.

‘Potete bussare a qualunque casa e tutti vi daranno l’ospitalità e nello stesso modo. Quanto al capo, lo troverete nella via 6. Al numero 1000, dacché le nostre case non si distinguono che per cifre: così come noi tutti non abbiamo nome, ma al nascere riceviamo un numero, che ci distingue da tutti gli altri e che portiamo fino alla tomba. Quando uno di noi viene a morire, il primo che nasce prende il suo numero, onde la serie non sia interrotta, il numero più alto è quello dell’ultimo nato e rappresenta anche la cifra esatta della popolazione, che oggi è di 10.000. 




Quanto al capo della città, si chiama il Diverso di quest’oggi, perché ogni giorno per turno ognuno di noi, che abbia più di vent’anni, uomo o donna non importa, diventa capo per un giorno solo, e al numero 1000 scioglie i problemi d’ordine che possono offrirsi; amministra la giustizia e fa insomma tutto ciò che nell’Andropoli fanno centinaia d’impiegati. Del resto il governo dell’Eguaglianza è facilissimo, perché nella casa del Diverso di quest’oggi sta esposto a tutti il codice, che stabilisce e regola la vita di ciascuno. Noi abbiamo in orrore la diversità, per che offende la giustizia, che è la nostra Dea; e ognuno di noi denunzia, subito al Diverso d’un giorno chi nel vestire, nel mangiare o in qualsiasi cosa si comporti diversamente dagli altri.

‘Maria non poté frenar le risa a questo discorso dell’egualitario, ma questi non ebbe tempo di accorgersene, perché, salutati i viaggiatori, aveva già ripreso il suo passo cadenzato e monotono.

‘Ma, Paolo mio, noi siamo venuti in una gabbia di matti! Andiamo via e presto’.




‘Ma no, Mariuccia mia! Questo regno dell’Eguaglianza mi par curioso assai e vorrei studiarlo più da vicino, son più di mille e cento anni che i francesi fecero una terribile e sanguinosa rivoluzione per conquistar fra le altre cose l’eguaglianza.  Si tagliarono colla ghigliottina migliaia di teste innocenti, ma gli uomini continuarono a nascere gli uni diversi dagli altri e le gerarchie sociali si adagiarono nella società in cui oggi viviamo e dove la giustizia concede non più le stesse cose a tutti, ma bensì ciò che ognuno si merita.

I nostri compagni non visitarono tutti gli Stati dell’Isola degli esperimenti, ma soltanto i principali. Oltre gli egualitari, oltre Tirannopoli, Turazia e Logopoli, vi sono altre genti e altri paesi governati diversamente. Basta che un centinaio di uomini pensino un’utopia sociale nuova o ne ripensino una antica già sepolta da secoli, ed essi sanno che nell’Isola di Ceilan si trova sempre un piccolo o grande territorio vergine, dove possono fondare la nuova Repubblica o la nuova Teocrazia.




E così si fanno e rifanno gli esperimenti: così sorgono e muoiono città e falansteri e organismi nuovi e bizzarri, che servono poi di svago ed anche di scuola agli uomini politici degli Stati Uniti planetaria. Paolo e Maria seppero infatti, che Ceilan possiede oltre gli Stati da essi visitati:

Poligatiia, staterello a governo semidispotico, dove ogni uomo ha molte mogli.

Poliandra, altro Stato, dove invece ogni donna ha molti mariti.

Cenobia, una immensa città ieratica, da cui sono escluse le donne e gli uomini vivono in un ascetismo continuo.

Monachia, piccola città tutta di monache date al culto di Saffo.

Peruvia, uno Stato comunista, dove si ricopia l’antico regime socialista dell’Impero degli Incas, e dove la proprietà, essendo tutta dello Stato, si presta a ciascuno secondo i suoi bisogni, allargandone la frontiera secondo il numero dei figli. Così pure il lavoro che viene distribuito nei diversi giorni della settimana per sé, per i poveri e i malati, per il re e i principi e per le spese del culto.




I nostri viaggiatori, dopo essersi riposati alcuni giorni in uno dei deliziosi alberghi dell’ Isola degli Esperimenti, dopo aver passeggiato all’ombra di quei boschi di palme inghirlandate di rose; dopo essersi inebriati di tutti i profumi di quella flora inesausta e divina, aspettarono un vapore italiano, che doveva portarli all’Isola di Dinamo e poi nelle Indie. Il piroscafo italiano li portò in poche ore dal porto dell’Eguaglianza a Dinamo.

Quest’isola fu un tempo l’antica Andaman, abitata prima da una razza pigmea e selvaggia, che scomparve come tante altre sotto il contatto omicida delle razze europee e divenne colonia inglese, e poi, fondati gli Stati Uniti planetari, uno dei quattro grandi accumulatori di energie cosmiche, chiamati Binami; dei quali uno era posto a Malta, l’altro a Fernando di Noronha, un terzo in una delle Isole Kurili e un quarto per l’appunto nell’antica Andaman.




[A tal proposito mi sembra il caso di aggiornare il presente scritto con una nuova potenza Cosmica, non il lotta con gli antichi Binami, ma certamente rinnova il potere del Karma senza neppure la Carta sancirne il Diritto inviolato d’ognuno nella grande Isola dell’Eguaglianza & Dinamo; ma la casta storica di Dotti Eminenti nel laboratorio dell’Esperimento di Harvard con un nuovo senso di meraviglia per il meraviglioso uso che è stato fatto di pezzi di apparecchi vecchi che un tempo erano considerati Binami antiquati, va aggiornata ed annoverata. Si possono vedere, infatti, le prime Batterie Universali al piano superiore del Creatore; oltre il famoso modello di macchine a dinamo e il motore elettro-stato. Una tale collezione è in qualche modo un’Abbazia di Westminster: meccanismi morti nati da nuovi usi nella grande prospettiva del futuro. C’è un semplice apparecchio nella collezione, senza il quale lo stato di meta-psico-si-tele-mania e la grafia senza fili non potrebbero compiere il loro meraviglioso Circolo alla Parabola del Tempo. Per me, che aggiorno il presente Cosmo è l’Anima più interessante, si chiama Trasformer ed è costituito semplicemente da due Anime di filo congiunto poste una accanto all’altra. Una è adattata per ricevere una corrente elettrica; l’altra Anima, completamente indipendente dalla prima, risponde per simpatia o accidenti, per ciò che si chiama induzione, attraverso lo spazio che separa i Cicli cosmici. Senza dubbio se l’uomo conoscesse tutte le capacità di questo semplice apparato potrebbe parlare con Dio in persona o ricevere messaggi dagli antipodi. Ora, per mezzo di esso, analizza la luce di soli lontani e produce non più gli antiquati raggi X ma nuovi Raggi iper-atomici indipendenti per il rinnovamento del Karma che ci consentono di vedere non solo attraverso il corpo umano ma oltre. Dominare Pensiero Karma e l’intero Circuito Cosmico. Per mezzo di ciò si può comunicare già (i suoi pensieri) tra Spiriti migliaia di miglia di distanza, e per mezzo delle loro manifestazioni si spera di rendere intelligibile questo aggiornamento sulla tele-grafia senza fili.]




Paolo voleva che Maria vedesse uno di questi grandi laboratori, dove si raccoglievano le energie planetarie e venivano poi distribuite per mezzo di fili in tutte le regioni del globo.

La Dinamo indiana, dove sbarcarono i nostri viaggiatori, era divenuta una città e una scuola. Città abitata dagli ingegneri, che dirigevano la gigantesca officina e scuola dove accorrevano da ogni parte del mondo gli scolari, che volevano avere il diploma di dinamologhi, o dottori nella scienza delle forze fisiche.

Sbarcando a Dinamo, nessun rumore stridente, nessun fumo disgustoso, che annunziasse un’officina, come invece era il caso delle antiche fabbriche. E per le vie nessun uomo sporco di carbone o colla faccia logorata da lavori malsani o eccessivi. Gli operai erano pulitamente vestiti, vigorosi d’aspetto, e quasi per nulla si distinguevano dai loro capi, gli ingegneri dinamologhi. Alberi sempre verdi riuniti in boschetti e aiuole di fiori profumati separavano i diversi compartimenti dell’officina gigante.




I nostri due viaggiatori chiesero, se si potesse vedere il Direttore generale dell’isola, ed essi furono introdotti subito nel suo salotto, dove stava studiando. Avevano per lui una lettera di presentazione ed egli, appena l’ebbe scorsa, li fece sedere, pregandoli ad aspettare un momento, perché avrebbe incaricato un ingegnere di accompagnarli nei diversi laboratori di Dinamo. Pochi momenti dopo si presentò un giovane amabilissimo, che si mise a loro disposizione.

‘Già, credo, che lor signori non siano specialisti, e che desiderano di fare una corsa rapida nelle nostre officine per farsi un’idea generale del modo, con cui qui produciamo le forze e le distribuiamo nei più lontani paesi del mondo. Siccome il nostro pianeta possiede altri tre grandi centri eguali al nostro, ci siam divisa la terra in quattro dipartimenti, e noi corrispondiamo con tutta l’Asia e colla Micronesia’.

Dalla palazzina abitata dal Direttore scesero in un grande giardino. La palazzina era nel centro e da essa per tante strade divergenti, come i raggi di una ruota, si andava nei diversi laboratori....

(Prosegue nel Capitolo completo [10] )










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