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La metafisica pura non è né pagana né cristiana, è
universale; i misteri antichi non erano paganesimo, ma vi si sovrapponevano
[Dobbiamo anche dire che preferiremmo un altro termine a quello di paganesimo, imposto da un lungo uso, ma
che all’origine fu soltanto un termine di disprezzo applicato alla religione greco-romana
quando questa, all’ultimo grado della sua decadenza, si trovò ridotta allo
stato di semplice superstizione popolare]; e parimenti, nel medio-evo, vi
furono organizzazioni il cui carattere era iniziatico e non religioso, ma che
avevano la loro base nel cattolicesimo. Se Dante appartenne a qualcuna di
queste organizzazioni, il che ci sembra incontestabile, non è dunque questa una
ragione per dichiararlo eretico;
coloro che pensano in tal modo hanno del medio evo una idea falsa o incompleta;
non ne vedono per così dire che l’esteriore, poiché, per tutto il resto, non vi
è più nulla nel mondo moderno che possa servir loro da termine di paragone.
Troveremo altresì importante circa il Sentiero intrapreso per queste folte Selve dell’Anima nell’affermare uno dei punti essenziali che egli ha messo, bene in luce, senza forse ricavarne tutte le conseguenze che comporta, è il significato delle diverse regioni simboliche descritte da Dante, e più particolarmente quello dei cieli. Ciò che figurano queste regioni, infatti, sono in realtà tanti stati differenti, e i cieli sono propriamente delle gerarchie spirituali, vale a dire dei gradi d’iniziazione; vi sarebbe, sotto questo rapporto, una interessante concordanza da stabilire fra la concezione di Dante e quella di Swedenborg…
Dante
stesso ha dato a questo riguardo una indicazione degna di nota:
‘A vedere quello che per terzo cielo s’intende… dico che per cielo intendo la scienza e per cieli le scienze’
[Convito, t. II, cap. XIV].
Ma quali sono in vero queste scienze che bisogna intendere con la designazione simbolica di cieli, e bisogna forse vedervi un’allusione alle sette arti liberali, di cui Dante, come tutti i suoi contemporanei fa d’altronde tanto spesso menzione?...
Se un tempo di cui l’uomo oggettivato e rivelato attraverso l’intuizione della propria Anima specchio dell’Universo svelava o rivelava sé medesima attraverso la Poesia, ora è giunto il Tempo di prenderne dovuta Coscienza e Conoscenza nel Sogno che da questa scaturiva…
(R. Guenon)
Il senso di un significato superiore dell’esistenza è ciò che innalza l’uomo al di sopra della sua condizione elementare. Se gli manca questo senso egli è perduto e infelice. I miti risalgono a un narratore primitivo e ai suoi Sogni, a uomini mossi dallo stimolo appassionato delle loro fantasie tradotte ed esplicitate anche sotto il velame delle versi strani.
Costoro
non si differenziavano gran che da coloro che dopo molte generazioni sono stati
chiamati Poeti o Filosofi.
I narratori
primitivi non si preoccupavano di conoscere l’origine delle loro fantasie; fu
solo in epoche molto posteriori che ci si cominciò a chiedere da dove i racconti
avessero avuto origine. Eppure, molti secoli fa, nella cosiddetta antica
Grecia, la mente degli uomini era già sufficientemente avanzata da supporre che
le storie degli dèi non fossero altro che tradizioni arcaiche deformate
relative ad antichissimi re e condottieri. In altre parole si era già arrivati
alla conclusione che i miti erano troppo inverosimili per significare esattamente
ciò che narravano: perciò si cercò di ridurli a una forma generalmente
comprensibile.
In tempi più vicini a noi abbiamo visto trattare allo stesso modo il simbolismo dei sogni. Nelle prime fasi di sviluppo della psicologia ci si rese conto dell’importanza dei sogni, ma come i greci erano giunti alla conclusione che i loro miti altro non erano che semplici elaborazioni della storia razionale o normale, così alcuni pionieri della psicologia conclusero che il significato dei sogni non era quello letterale. Le immagini o i simboli onirici vennero così messi in disparte alla stregua di forme bizzarre in cui i contenuti rimossi della psiche si manifestavano alla mente conscia. Perciò diventò un luogo comune il concetto che i sogni avessero un significato del tutto diverso da quello esplicito.
Per quale ragione essi dovrebbero significare
qualcosa di diverso dai loro contenuti?
Esiste forse qualcosa in natura che sia diverso
da quello che è attualmente?
Per una mentalità scientifica fenomeni come quelli rappresentati dalle idee simboliche costituiscono un serio motivo di imbarazzo poiché non possono venire formulati in termini intellettualmente e logicamente soddisfacenti. Essi però non sono l’unico caso del genere in psicologia. Le difficoltà cominciano col tentativo di definire il fenomeno dell’affetto o emozione che sfugge a tutti i tentativi dello psicologo di racchiuderlo in una definizione conclusiva. La causa di questa difficoltà è la stessa in entrambi i casi: si tratta cioè dell’intervento dell’inconscio....
[Letto sotto questa ‘ottica’ non distorta l’intero breve poema del Fiore può permettere una più eloquente lettura interpretativa ove i simboli e/o personaggi posti dal Durante vengono ad esplicitare - con altrettanti simboli psicologici - inerenti l’uomo il proprio inconscio o subconscio; possiamo così attribuire ai vari personaggi e non più onirici una più estesa lettura interpretativa, il che eleva il Poeta non consumato e dedotto entro una determinata univoca dottrina letterale o supposta ‘araldica’ settaria; ma semmai ravvisarlo secondo un preciso schema interpretativo circa l’Anima e lo Spirito dell’uomo correttamente dedotto nella multidisciplinarietà dei simboli adottati….].
(Prosegue con il capitolo completo...)
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