giuliano

giovedì 8 luglio 2021

CHI IL VERO ERETICO QUI TACCIO E PIU' NON DICO

 










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ovvero: TACI CAGNA!


Prosegue con...:


L'Umano & il Transumano 


(ovvero: considerazioni esemplari!)









Come ogni Elemento convenire al vero Tempo da cui l’Universo.

 

Nostro vero Regno…

 

Ti domando, se pur uditi connessi ed anche un poco avviliti:

 

Qual’è il vero Eretico Ragione ragionando orfano del ricco reclamato Tempo braccare Rima e Verso?

 

Braccato dalle false meschine ragioni del loro inutile tempo!

 

Qual’è la vera Eresia negata e taciuta mentre ognun indistintamente volge gli occhi ad ugual medesimo  Tempo (irrimediabilmente perso) e sperare miglior cielo; là, ove hora regna e dimora il profilo d’una montagna, oppure al contrario, l’incompreso grafico figlio del comune cammino figlio della signora Panza di Mammona, dettare strana sorte per ogni nuovo Elemento così malnutrito!

 

Qual’è?

 

Domando a voi, illustri Nobili Signori figli della Signora Panza, in codesta valle digerita ed ove riparata ogni guerra intestina, la condizione dell’Homo Creato e da cui ogni materiale intento… nato?

 

Qualcosa pur mutato se il ‘grafico’ sovrapposto ai bei lineamenti di queste montagne incidere il Passo e l’umore per ogni cosa che dovrebbe prosperare e crescere, così com’era il vecchio Sentiero con il mulo transitato per questa e altre vette della Terra (non ancora Teschio) nella dura fatica nominata vita.

 

Però in cuor mio sapevo - e comprendo ancora - se pur dalla fatica umiliato con stabile pulsare dato da Leonardo - più vero e saggio il Tempo perduto affaticato e creato: ogni cosa cresceva e maturava ai naturali cicli delle perse Stagioni figlie di naturali  Elementi, semi e frutti che hora implorano saggia ed eretica preghiera.

 

Frate Foco scaldava e profumava il Sentiero, duro d’Inverno lieto a Primavera, e se pur muto nel recitare la dovuta preghiera, sapevo il Dio Pagano e poi Umiliato ascoltarmi in quel saldo battito:

 

udivo ugual Geni di resina strato per strato divenir Liuto, tutta accompagnare ogni mia strofa dedicata da chi il ‘vero amico’ d’ogni Dio, accompagnare il senso segreto e compiuto della Vita… e poi ascoltarla suonare nell’invisibile concerto d’un Teatro ove più nessuno si inchina e prega!

 

Hora, al contrario, di quella musica tutti tacciono ammutoliti dal ‘Pil’ del libero mercato riunito da Leonardo il sordo, nutriti (non ancora del tutto - in verità e per il vero… digeriti) – ove anch’io come il Tempo andato mi dirigo – non potendo più codesta preghiera e Parola che ne deriva; giacché altra ‘materia’ alberga alta imprecare ed urlare in loro vece, ed io con il mio povero mulo respiravo e respiro ancora, un diverso profumo.

 

Hora scorgo Anime afflitte e impietrite correre e precipitare verso l’abisso d’un potere oscuro, mentre Sora Aqua come sempre accompagna il mio Liuto come l’altrui affogato cammino:

 

che sia Lupo o Fiume antico, qui taccio e più non dico, giacché ugual feudatario assiso al trono reclamare vasto Regno e Paradiso per ogni Terra ammirata di cui più elevato Intelletto… dio sovrano.

 

Sora Aqua vien giù a bombarda che tutti li Frati da Grumero a Bergamo allaga e annega, sarà per via di quell’Anima inquieta di Frate Cecco lo quale maledisse lo padre suo?




Non so!

 

Però convengo che anche se iti al sole d’un diverso universo e impero qualcuno affoga e malmena in questa sua preghiera!

 

Taccio e lo ascolto giacché ancor non in fragranza di reato nella ‘confessione’ di quanto transitato…         

 

Proseguo, se pur cogito et penso che dipende anche dal pié veloce in cui ognun indistintamente comandato, mentre al di là del Confine – visibile cortina d’un tempo passato – tutto rallentato come se poco avessero compreso di questa ed ogni preghiera, circa noi esuli e Stranieri d’ogni ricca corte di questa oscura Terra…

 

Corrono la ‘maratona’ alla ricerca di Frate Sole, Lui che una sera fu ito con Sora Luna per lo miele che strani pargoli mette allo monno: lo videro desinare e giammai disdegnare strane ballate con la dama del Franco regno.

Certo è che hora tutti in quest’ultima cena (giù al villaggio) reclamare e scorgere uno strano Sole nato splendere per l’intero Impero non del tutto ancor coniato, giacché la Lira lamenta diverso componimento!

 

Tutti indistintamente esiliati alla ricerca dello Foco antico, alto risplendere e rischiarare uno strano sorriso, senza per il vero aver ancor capito che le Stagioni son per sempre mutate ed ite per diverso cammino, correre al recinto della vera e sola ‘pecunia’ in ogni Tempo dimorare e fondar l’alma non meno dell’abito con cui vestito l’elegante vostro falso sorriso privo di qualsiasi  Spirito!

 

Dicono in elevata gradazione alcolica!

 

Hora appesi ad ugual profilo con la paura della bisaccia divorare quanto gelosamente e per sempre custodito qual vero Tesoro e ricchezza fondamento d’ogni principio, ben stretta, cogitare in questa la sola et vera certezza, e quella se la ride e divora in ugual certezza di bramosia che in ognun alberga (& prega)…

 

Piano con quella e questa sola ricchezza che il Tempo conteneva il poco del mio ed altrui giorno per ogni Elemento pregato, mi avvio - oggi come ieri - all’umile lavoro, che sia miniera o pascolo dell’Anima taciuta, silenzioso d’alto profilo osservavo al crocevia d’un crocefisso meditar di loro, mentre tutto sopra e sotto questo strano cielo al roverso del fermo battito, lo quale corre e gira formare la giostra nominata vita.

 

In nome di Leonardo!

 

Provo solo una grande nostalgia per quel battuto (dicon ferro) zoccolo e scarpa del mio povero somaro (non ancor cavallo se pur parenti – giacché io parlo del mio mulo - non certo d’inferior ingegno spacciato per altro avvistato e alla stampa coniato per ogni messaggero correre allo scambio del cavalier sudato), con il quale converso accompagnato da un lupo…

 

Un Lupo e due Signori - ricchi e ben vestiti (in quest’Eretico Viaggio) - domandar Taverna per la notte, rimembrare le bellezze d’un antico Regno perso, ed io, che Nessuno sono ed ero, indicai il Sentiero smarrito di questo difficile Passo che vuol dire Speranza, ed un poco di coraggio per tornare quel che eravamo anche se una Fiera protesta giù non lontano dal villaggio impreca e reclama giusto motto, giusto commercio per ogni futuro castello in nome di ugual Fede nello Spirito perso, giacché chi Infinto a somiglianza dell’Eterno ogni mercato fugge dal proprio Sentiero…

 

Et hancora sperare in questo Verso e Frammento perso che il l’andato Tempo muti e torni a risplendere il saggio cammino componimento d’una comune e rimpianta Stagione della Vita, dicono persa e smarrita, e certo non più bufera d’antica ed inferior discordia nominata da ognun Guerra!

 

Da Leonardo: armato e transitato con bombarda!

 

Quella, da Nessuno che sono, proviene dal cielo come dall’Universo intero per aver profanato ogni Elemento, e non certo l’antico patto con cui si soleva scrivere ed incidere il vero motto dello Spirito da più alto ingegno dettato, ed anche se loro protestano, mi suggerisce chi hora taciuto da diverso cielo, la Verità tutta racchiusa in questo breve Segreto o fors’anche Frammento…

 

…Domandare se l’intera farsa e Commedia più Tragica che Divina… 


(ovvero il capitolo completo)








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