‘Railroadcrossing’, lock out for the cars
Per
rendere la freccia del Tempo attendibile nel Viaggio qui proposto sempre, che
l’ANARCHICA INDUSTRIA come ben visto come ben accertato, permetta la Verità
offuscata motivo e principio di ogni Esilio! Cui l’uomo costretto quando
braccato per superiore, o meglio, inferiore motivo di stato. Cosicché tornare
al 1891 del ‘crittografico’ intento da cui partito, e pur non essendo un
pescatore, procedo al passo lento di un velocipede solo per narrare il
progresso nel passo veloce del suo intento… E ricordare e forse anche
apostrofare, che se pur ammiro una ferrovia in velato intento, osservo il
crocevia di un più difficile ‘passaggio e livello’, ove la macchina a vapore
concepita dal progredito ingegno edificherà dubbio intento alla regola cui
costretta nell’attraversare binario di ferro… E se in un tempo non troppo remoto
guardavamo stupiti ed affranti siffatti vapori divenire nebbia al cielo
dipinta, ora raccogliamo ugual veleno e fumo respirato dalla macchina in
ingannevole attesa…al crocevia di una diversa via… E se stupiti ed avviliti di
cotanto siffatto ingegno partorire cotal inganni, riproponiamo la ferrata via
quale traguardo che possa salvare il progresso, ed immaginare un mondo con
minor varianti ove corrono tanti e troppi ‘radiolari’ a costruire lo stronzio
dell’inutile loro economico & falso intento… E sperare in un mondo
sicuramente migliore e certamente più onesto di quanto fin ora edificato dal
limitato ingegno osservato…
Signor
Direttore, l’anno scorso, come oggi, ero a Praga nel mezzo della Boemia, di
ritorno da Berlino; quest’anno sono a Pittsburg, nel cuore della Pensilvania,
reduce da Chicago. Vorrei dirvi dove sarà press’a poco il terzo punto che
l’anno venturo come oggi determinerà il grande triangolo del globo; ma per ora
mi limito al racconto del passato…
Passando
davanti all’Esposizione, entrai a dare un’ultima occhiata al grandioso
spettacolo di quelle gallerie. Parecchi amici e colleghi avrebbero voluto
accompagnarmi per un tratto di strada fuori di Chicago; ma siccome io non
potevo fissare un’ora precisa per la partenza, ed essi d’altra parte avevano le
loro occupazioni, li pregai a desistere dalla gentile idea.
Così
alle 3 pom. del 27 settembre, fra gli auguri della buona famiglia Stabilini e
d’altri, montai tranquillamente in sella del mio Rambler, con la lieta
prospettiva di 8500 Km., e la speranza che il tempo voglia lasciarmeli compire
senza grandi noie.
Vo...
pedalando e ammirando questo passato...
Pittsburg
(Pensilvania), 6 ottobre 1891
La
ferrovia del Pacifico
Giunto
fuori di Chicago, mi fermai a passar la notte ad un albergo a Whiting e la
mattina, al levar del sole, ripresi la via, parte a piedi, parte in bicicletto,
fra i doppi binari della ferrovia per evitare circa trenta miglia di sabbia
nella traversata dell’Indiana (là per il vero, signor Direttore, incontrai un
valido uomo, non so se predicatore, o cosa, mi parve umano e comprensivo e
tollerante verso tutti...). Fra questi binari si potrebbe fare un’abbondante
raccolta di carbone, anelli, chiodi, viti, perduti dai treni…
Là si
incontrano pure uccelli morti, tartarughe vive e morte venute su dagli stagni
laterali; vetri e bottiglie buttate giù dai treni..., tantoché per il timore di
ferire il mio bicicletto, non potevo godere tranquillamente la superba veduta
del lago Michigan, che si ha alla sinistra per 20 miglia circa.
E’ quella
la grande linea ferrata che va dritta a San Francisco (otto giorni e otto notti
di direttissimo da New
York) ed offre uno spettacolo che non lo può immaginare chi non lo vede…
I treni
lampo passan lievi come ombre. Bisogna però essere molto cauti quando passa un
treno merci per non esser sorpresi alle spalle e investiti da un diretto, come
dal fulmine; giacché il rumore dell' uno impedisce di udire quello dell' altro.
Io mi son trovato frammezzo a due treni con un solo palmo di spazio per parte,
e vi assicuro che provai una sensazione affatto nuova...
…Stavo lì
ritto e sottile appoggiato al mio Rambler, trattenendo perfino il respiro. Un
treno diretto era uscito dalla vicina foresta senza che me ne fossi accorto...
ed io frenai miracolosamente in tempo il mio bicicletto a un palmo di distanza,
mentre il bello e orribile mostro passava via fischiando, levandomi dal capo il
berretto col vento...
‘All right!’ dissi fra me, rimontando in sella, anche questa
è passata. Bisogna però notare, per bene intendere il caso, che gli Americani
usano le sbarre soltanto nelle traversate delle città. Per le campagne e per i
villaggi si limitano a porre una tavola in cima a un palo con la scritta in
lettere cubitali:
‘Railroadcrossing’, lock out for the cars’.
E così avviene
che le catastrofi capitano spesso…
…Ma che
importa! In America basta far presto!
(Le Goff & Le Scienze: la dinamica del clima & il clima che cambia & i quaderni di Airone)
(Le Goff & Le Scienze: la dinamica del clima & il clima che cambia & i quaderni di Airone)
(Le Goff & Le Scienze
quaderni: la dinamica del clima & Le Scienze dossier: il clima che cambia
& i quaderni di Airone: SOS Clima)
Nessun commento:
Posta un commento