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Colui che vi discendeva e vi trascorreva una notte vi subiva le pene del… purgatorio… Se resisteva ai demoni che lo tormentavano e lo tentavano, tornava sulla terra sicuro di andare in cielo purificato dai suoi peccati, poiché, convinto e terrificato dalla sua esperienza, aveva cura di fare penitenza e di condurre da quel momento una vita senza peccato.
Se, al contrario, si lasciava sedurre dai demoni, egli non tornava più, poiché veniva portato via nell’inferno. Questa prova era un’ordalia, un ‘lascia o raddoppia’ sulla salvezza eterna. Ad Owein viene dato avvertimento che resista tanto alle minacce che alle lusinghe dei demoni, e, qualora non si fosse sentito in grado di tener duro fino alla fine, non avrebbe dovuto far altro che invocare – ma solo in extremis – il nome di Gesù.
Trascinato da una corte di demoni, egli attraversa una serie di luoghi in cui ci sono uomini e donne che subiscono torture spaventose da parte dei diavoli. Alla fine del viaggio durante il quale in ogni tappa egli è sfuggito ai demoni grazie all’invocazione del nome di Dio, riesce ad evitare di essere trascinato in fondo al pozzo dell’inferno in cui i demoni l’hanno gettato pronunciando il nome di Gesù; ed è questo che gli consente di uscire nuovamente dal pozzo, di attraversare vittoriosamente un ponte vertiginoso, stretto e scivoloso, finché arriva nel paradiso terrestre da dove gli viene additata la porta del paradiso celeste. Non gli rimane a questo punto che prendere la via del ritorno, che questa volta percorre senza incontrare ostacoli e, uscito dalla caverna in cui era disceso, si pente dei suoi peccati e si converte ad una vita di pietà.
Il Purgatorio descritto dal trattato del monaco di Saltrey è molto vicino all’inferno. E’ un inferno temporaneo al quale alla fine le anime, e coloro che vi cadono dentro, sfuggono. Tutto quello che vi accade, compresi i gesti che vi sono compiuti, vale pure per l’inferno, anche se con modalità relativamente attenuate e soprattutto con due differenze non prive di influenza sui gesti. Il purgatorio è una successione di luoghi che si trovano sullo stesso piano, lo si percorre con un cammino in pianura, non salendo o scendendo. E si tratta di un luogo aperto, di cui non si vedono i confini, da cui si esce, cui si sfugge.
Ma in questo testo – largamente influenzato dalla sua fonte principale, l’Apocalisse di Paolo, e cronologicamente situato alla fine del XII secolo, in un momento in cui il sistema del purgatorio non è ancora ben costituito -, alcuni gesti che in seguito saranno tipici del purgatorio non compaiono ancora: si tratta delle preghiere dei defunti che sono lì a purgarsi, preghiere rivolte ai visitatori perché, tornati sulla terra, avvertano i parenti di fare suffragi onde possano abbreviare il tempo della loro permanenza in purgatorio, preghiere rivolte a Dio nella speranza di raggiungerlo in paradiso cui teoricamente sarebbero destinati dopo un certo periodo.
Gli esseri che si aggirano nel ‘Purgatorium Sancti Patricidi’ appartengono a due categorie: uomini e demoni…
Fra gli uomini bisogna distinguere i morti dei due sessi – che sono delle anime, ma munite di una specie di corpo che fa sì che sentano le sofferenze materiali – torturati nel purgatorio, e il visitatore che conserva la sua condizione di uomo terrestre. Fra i demoni ci sono quelli che accompagnano e tentano Owein, e quelli che torturano i condannati alle pene del purgatorio. Il loro status è identico, cambia solo la loro missione, la loro funzione.
Va osservato che le prove subite da quelli che sono nel purgatorio e da Owein consistono in un insieme strettamente legato di torture del corpo, di grida urli vociferazioni insopportabili accompagnate da calunnie ed insulti, ed inoltre di odori fetidi, di puzzi insostenibili, e contemporaneamente di spettacoli fra il terrificante e l’allucinante (il tutto a reti unificate…al canone convenute).
Si tratta dunque di un sistema che tocca tutto intero il corpo e le sue facoltà. Quattro dei cinque sensi sono interessati: la vista, l’olfatto, l’udito, il tatto… Solo il gusto ne sembra esente (perché?), ma non del tutto poiché per esempio uno dei supplizi consiste nell’essere immerso in recipienti pieni di metalli in ebollizione fino alla sopracciglia, o alle labbra, o al collo, o al petto, o all’ombelico o alle ginocchia, o con un piede o una mano…
…In altri casi la lingua sarà trapassata e torturata…(alla ‘bolla’ esiliata nel motto et araldo del fiero gesuita rinato…).
Non mi soffermo (per l’appunto) su codesto aspetto del sistema del purgatorio (o dell’inferno), ma non si deve dimenticare che i gesti dell’aldilà sono abitualmente inseriti in un insieme più ampio che interessa il corpo umano. Il tratto fondamentale nel sistema dei gesti di questo purgatorio è che ci sono da una parte personaggi che manipolano gli altri, che impongono loro i propri gesti, e dall’altro lato individui i cui gesti dipendono da questa azione cui sono sottoposti… Ci sono dei gesticolanti, nel senso attivo della parola, e, in senso passivo, dei gesticolati. I primi sono i demoni, i secondi gli uomini.
Dal punto di vista dei gesti, Owein passa per tre fasi. All’inizio e alla fine della sua avventura, quando è libero, o piuttosto quando non obbedisce che alla natura umana, fra peccato originale, libero arbitrio e grazia, egli discende – in questa concezione di un purgatorio sotterraneo – e poi risale. Durante tutta la fase centrale, la più lunga, attraversa luoghi situati allo stesso livello. Nel corso di tutta questa prova Owein è essenzialmente lo zimbello dei demoni che lo scortano e l’attaccano. E’ tirato, trascinato spintonato, aggredito. Deriso, umiliato ingannato derubato &.....
...calunniato… Ma dato che egli conserva la sua condizione di Perfetto resiste vittoriosamente ai demoni e con essi al male, raramente i suoi gesti sono espressi con un verbo passivo, per lo più è soltanto il completamento oggetto dei gesti dei demoni. Durante gli intermezzi, invece, nei quali, avendo invocato il nome del suo Dio Straniero, ritrova una relativa indipendenza, egli prosegue il suo terreno cammino, esce, entra, giunge in uno dei luoghi successivi del purgatorio. D’altra parte, e per il vero in ogni luogo ove la materia conia la sua falsa moneta, i demoni insistono affinché torni indietro, giacché l’andar avanti nel progresso dello Spirito è tradire l’imbecillità della materia cui ogni falsità gesto & parola è cosa gradita nello gnostico Tempo qui rimembrato…
A tal proposito se il proponimento al censore di stato pare cosa poco gradita alla cultura osservata & globalizzata non certo servita in quanto il nutrimento al pozzo della vita è sì nutrito con diverso et avverso principio, giacché al feudatario rinato parrà cosa sgradita questo Trovatore narrare diversa impresa in quanto le sue gesta sono – in verità & per il vero – pura scemenza e concime cui nobilitare il volgo cui sbiadire l’ingegno in ognuno cresciuto cosicché scemarlo del tutto in altro ‘logo’ edificato è pur sempre sogno Orwelliano curato… E se lui riderà di me in questo Tempo rinato - senza freccia e maestro ad indicare passo smarrito al bosco della vita - io saprò ridere di lui all’Esilio cui costretto dalla sua insaziabile e profonda gola da cui scaturisce dubbia e breve parola… Non certo Poesia né Rima né Primitivo Frammento o Ingegno manifesto, se anche non si è cibato di quello… E rimembro in degna et arguta risposta alla ‘parabola’ cui servito, nonché il papa suo alla bolla convenuto, che in codesto Tempo ove ogni spirito rinato alla breve risata cui destina ogni sua calunnia dal bullo partorita la nostra essere diversa Natura dallo Spirito servita, la quale, come in ogni Trovatore o Perfetto che sia, la sua parola e gesto è la cosa sgradita…l’inizio manifesto del tempo numerato ove la persecuzione fu ed è sano principio predicato se pur ben vestito e comandato…
E rimembro diverso principio perseguito…
Prendi nota dall’Esilio della vera Storia e con essa della Memoria…
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