giuliano

domenica 11 marzo 2018

1891- DECIFRARE L'UOMO CHE FU E SARA' (8)







































Precedenti capitoli:

1891- Decifrare l'uomo che fu e sarà (7)

Prosegue in:

1891- Decifrare l'uomo che fu e sarà (9)













...Chiarire quale fosse il contenuto di anidride carbonica nell’atmosfera primordiale è di fondamentale importanza per comprendere il meccanismo del controllo climatico…
L’argomento carbonio rimane cruciale per sapere come la vita abbia agito sull’atmosfera. Il seppellimento del carbonio è una chiave per capire il processo – fondamentale dal punto di vista biologico – della concentrazione dell’ossigeno nell’atmosfera. Inoltre può darsi che il riscaldamento globale attualmente in corso sia una conseguenza dell’immissione di carbonio nell’atmosfera da parte dell’uomo…
Una delle scoperte fondamentali sul clima fatte negli ultimi venti anni viene dallo studio delle carote di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide. Quando la neve cade su queste gelide terre, l’aria presente tra i fiocchi di neve resta intrappolata in bolle. La neve è gradualmente compressa in ghiaccio, e con essa anche le bolle. Alcuni dati raccolti risalgono anche a 200.000 anni fa’; si è potuto infatti analizzare chimicamente sia il ghiaccio sia l’aria imprigionata nelle bolle in sezioni di ghiaccio prelevate a 2000 metri di profondità. Chi studia le carote di ghiaccio ha concluso che l’aria respirata dagli ‘antichi egizi e dagli indiani Anasazi’ era molto simile a quella attuale, se si eccettua la miriade di sostanze inquinanti introdotte negli ultimi 100 o 200 anni.  Tra questi gas aggiunti i principali sono l’anidride  carbonica in eccesso e il metano. La prima è aumentata del 25% in seguito all’industrializzazione e alla… DEFORESTAZIONE; il secondo è raddoppiato a causa dell’agricoltura e della produzione di energia. La preoccupazione che un incremento dei livelli di questi gas possa intrappolare calore al punto da causare un riscaldamento globale è al centro del dibattito sul clima…




…Se noi esseri umani ci consideriamo parte della vita, vale a dire parte del sistema naturale, allora si potrebbe sostenere che il nostro impatto collettivo sulla Terra possa avere un ruolo significativo di coevoluzione sul futuro del pianeta. L’attuale tendenza di crescita demografica, la domanda di migliori livelli di vita, l’uso di risorse tecnologiche e umane per il raggiungimento di queste mete orientate alla crescita sono tutti fattori di inquinamento. Se il prezzo dell’inquinamento è basso e l’atmosfera è considerata una libera discarica, i livelli di anidride carbonica, metano, clorofluorocarburi, ossidi di azoto e altre sostanze tossiche continueranno ad aumentare inesorabilmente… La teoria dell’effetto serra, codificata in modelli matematici, indica che se i livelli di anidride carbonica raddoppieranno verso la metà del prossimo secolo, LA TERRA SUBIRA’ UN RISCALDAMENTO COMPRESO TRA 1 E 5 GRADI CELSIUS. La stima piu’ bassa implica UN RISCALDAMENTO PARI AD 1 GRADO OGNI 100 ANNI, SUPERIORE QUINDI DI UN FATTORE 10 A QUEL TASSO DI RISCALDAMENTO DI UN GRADO OGNI 1000 ANNI CHE HA CARATTERIZZATO IN MEDIA LE VARIAZIONI NATURALI DEL CLIMA A SCALA GLOBALE. SE E’ VALIDA LA STIMA PIU’ ALTA, POTREMMO ALLORA ASSISTERE A MUTAMENTI 50 VOLTE PIU’ RAPIDI RISPETTO ALLE CONDIZIONI MEDIE NATURALI…




…In anni recenti, gli esseri umani hanno scoperto di essere probabilmente riusciti ad ottenere un inatteso e spiacevole risultato: le tecnologie in nostro possesso e il grande numero di utenti hanno infatti con ogni probabilità iniziato ad alterare il clima del pianeta Terra.
I climatalogi concordano, infatti, sul fatto che nell’ultimo secolo la temperatura media globale sia aumentata di circa mezzo grado centigrado. Si pensa che questo riscaldamento sia almeno in parte esito di attività umane, come il consumo di combustibili fossili nelle centrali termoelettriche e nei motori degli autoveicoli. Inoltre, dato che la popolazione, le attività economiche e l’uso della tecnologia stanno costantemente crescendo, ci si attende che la TEMPERATURA MEDIA GLOBALE CONTINUI AD AUMENTARE, IN MISURA COMPRESA TRA 1,0 E 3,5 GRADI CENTIGRADI ENTRO L’ANNO 2100.
Il riscaldamento è solo una delle molte possibili conseguenze del cambiamento climatico globale. Nondimeno stabilire in che modo il riscaldamento potrebbe provocare effetti sull’ambiente del pianeta Terra, e quindi sulle forme di vita, costituisce il problema a cui, nell’ambito delle scienze della Terra, è più urgente trovare una valida risposta; purtroppo è anche il problema di più difficile soluzione. Gli effetti saranno complessi e assai variabili da un luogo all’altro. Di particolare interesse sono i cambiamenti del clima regionale e del tempo atmosferico locale e in particolare gli eventi estremi, vale a dire le temperature record, le ondate di calore, le precipitazioni straordinarie intense o i periodi di siccità. Questi eventi potrebbero avere un impatto disastroso sulle società umane, sull’agricoltura e sugli ecosistemi.




Sulla base degli studi che mostrano come il clima della Terra sia cambiato negli ultimi 100 anni – con un rialzo della temperatura globale – e anche sulla base di sofisticati modelli climatici al calcolatore, sembra ora di potere affermare che il riscaldamento sarà associato a sensibili cambiamenti delle condizioni meteorologiche locali. Per esempio, ondate di calore più lunghe ed intense (una plausibile conseguenza di un incremento sia nelle temperature medie, sia nelle escursioni giornaliere) avrebbero conseguenze deleterie sulla salute, e potrebbero perfino innalzare i livelli di mortalità. Inoltre si avrebbero costosi inconvenienti, come la deformazione dei manti stradali ed un enorme consumo di energia elettrica per il funzionamento dei condizionatori e degli impianti di refrigerazione. Quest’ultima eventualità potrebbe condurre a situazioni di carico insostenibile per le centrali elettriche.
Il cambiamento del clima condizionerebbe anche la distribuzione delle piogge e di altre precipitazioni: alcune aree ne riceverebbero di più e altre di meno, e verrebbero alterate in maniera imprevedibile le zone soggette a siccità e a inondazioni. Inoltre, regimi pluviometrici più estremi potrebbero aggravare problemi già esistenti, come quelli relativi alla qualità delle acque e al trattamento delle acque di scarico, all’erosione e al drenaggio urbano. Si comprende quindi quanto SIA URGENTE IL BISOGNO DI ‘DECIFRARE’ LE CONSEGUENZE DELLE AZIONI UMANE SUL CLIMA GLOBALE.




Esistono due metodi principali e complementari per lo studio dei cambiamenti climatici. Sono disponibili registrazioni meteorologiche dettagliate per gli ultimi 100 anni circa, e proprio in questo arco di tempo si è verificato l’incremento globale di temperatura di mezzo grado. Esaminando le misure e le registrazioni disponibili, i climatologi stanno cominciando a ricavare un quadro di come e dove si siano verificati gli estremi meteorologici e climatici.
Gli scienziati sono particolarmente interessati ai rapporti tra questi estremi e l’incremento generalizzato di temperatura. Ed è proprio qui che intervengono altri strumenti di ricerca di importanza critica: i modelli climatici globali oceano-atmosfera. Questi programmi, ideati per calcolatori ad alte prestazioni, simulano i principali processi dell’atmosfera e degli oceani, fornendo elementi per studiare le connessioni tra le attività umane e i grandi eventi climatici. Il consumo dei combustibili fossili, per esempio, fa aumentare le concentrazioni nell’atmosfera dei cosiddetti gas-serra, gli agenti del riscaldamento globale che maggiormente possono essere ricondotti all’attività dell’uomo. Questi gas, che comprendono l’anidride carbonica, il metano, l’ozono, gli idrocarburi alogenati e gli ossidi di azoto, non ostacolano la radiazione solare in ingresso, ma tendono ad impedire che la radiazione infrarossa venga riemessa dalla superficie terrestre verso lo spazio, un po’ come fa il vetro di una serra. Pertanto, una più alta concentrazione di questi gas si traduce in un clima più caldo.
Tutti i gas serra antropogenici (la cui origine, cioè è da ricondurre all’attività umana) hanno di gran lunga il maggiore impatto sul bilancio termico globale (inteso come differenza tra la quantità di calore assorbita dal pianeta e quella reirradiata nello spazio). L’effetto dell’anidride carbonica è potenziato dalla persistenza di questo gas, che tende a rimanere nell’atmosfera per secoli. L’accumulo di anidride carbonica viene favorito non solo dai processi di combustione, ma anche DALLA DEFORESTAZIONE DELLE ZONE tropicali.




…Quando il livello dei gas-serra nell’atmosfera è basso, la Terra reirradia nello spazio la stessa quantità di energia ricevuta dal sole. Con una più alta concentrazione di gas-serra, però, la superficie terrestre risulta più isolata termicamente e può irradiare direttamente dal suolo allo spazio una minore quantità di calore. Se l’efficienza con cui il pianeta irradia calore verso lo spazio diminuisce, la temperatura deve crescere perché possa essere irradiata la stessa quantità di calore. E via via che la temperatura aumenta, diventano maggiori anche i tassi di evaporazione, e di conseguenza le precipitazioni medie, in tutto il globo. Tuttavia le precipitazioni non aumentano ovunque e in tutto l’anno.
La distribuzione DELLE PRECIPITAZIONI E’ DETERMINATA NON SOLO DAI PROCESSI LOCALI, MA ANCHE DAI TASSI DI EVAPORAZIONE E DALLA CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA CHE TRASPORTA L’UMIDITA’. Per esempio, la maggior parte dei modelli che le precipitazioni estive in Europa meridionale debbano ridursi a causa dell’aumento dei livelli di gas-serra. Una parte significativa delle precipitazioni in questa regione è dovuta all’evaporazione locale, e l’acqua che non precipita localmente viene portata verso altre aree. Pertanto, in un clima più caldo, un incremento dei tassi di evaporazione in primavera farebbe asciugare il suolo, sicché una minore quantità d’acqua sarebbe disponibile durante la stagione estiva per l’evaporazione e le precipitazioni.
A scala più grande, la maggior parte dei modelli prevede un incremento delle precipitazioni medie invernali alle alte latitudini, dato il maggiore trasporto di umidità verso i poli conseguente all’aumento dei tassi di evaporazione alle basse latitudini. Fin dall’inizio del secolo, le precipitazioni hanno effettivamente avuto un incremento alle alte latitudini dell’emisfero boreale, soprattutto nella stagione fredda, di pari passo con l’aumento di temperatura. Ma nelle aeree continentali tropicali e subtropicali le precipitazioni si sono ridotte negli ultimi decenni: ciò è particolarmente evidente nel Sahel e in parti dell’Indonesia. Nella regione più settentrionale del Nord America (oltre i 55° di latitudine) e dell’Eurasia, dove le condizioni si mantengono di norma ben al di sotto del punto di congelamento dell’acqua per la maggior parte dell’anno, l’entità delle precipitazioni nevose è aumentata da parecchi decenni a questa parte, e si prevede che continuerà a crescere. 
Molto più a sud, nel Canada meridionale e negli Stati Uniti settentrionali, il rapporto tra neve e pioggia è diminuito ma, dato l’incremento delle precipitazioni totali, la variazione complessiva delle precipitazioni NEVOSE E’ STATA SCARSA. NELLE FASCE DI TRANSIZIONE.....,














Nessun commento:

Posta un commento