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La sfera della morte (3)
Colui
che vi discendeva e vi trascorreva una notte vi subiva le pene del… purgatorio…
Se resisteva ai demoni che lo tormentavano e lo tentavano, tornava sulla terra
sicuro di andare in cielo purificato dai suoi peccati, poiché, convinto e
terrificato dalla sua esperienza, aveva cura di fare penitenza e di condurre da
quel momento una vita senza peccato.
Se, al
contrario, si lasciava sedurre dai demoni, egli non tornava più, poiché veniva
portato via nell’inferno. Questa prova era un’ordalia, un ‘lascia o raddoppia’
sulla salvezza eterna. Ad Owein viene dato avvertimento che resista tanto alle
minacce che alle lusinghe dei demoni, e, qualora non si fosse sentito in grado
di tener duro fino alla fine, non avrebbe dovuto far altro che invocare – ma
solo in extremis – il nome di Gesù.
Trascinato
da una corte di demoni, egli attraversa una serie di luoghi in cui ci sono
uomini e donne che subiscono torture spaventose da parte dei diavoli. Alla fine
del viaggio durante il quale in ogni
tappa egli è sfuggito ai demoni grazie all’invocazione del nome di Dio, riesce
ad evitare di essere trascinato in fondo al pozzo dell’inferno in cui i demoni
l’hanno gettato pronunciando il nome di Gesù; ed è questo che gli consente di
uscire nuovamente dal pozzo, di attraversare vittoriosamente un ponte
vertiginoso, stretto e scivoloso, finché arriva nel paradiso terrestre da dove
gli viene additata la porta del paradiso celeste. Non gli rimane a questo punto
che prendere la via del ritorno, che questa volta percorre senza incontrare
ostacoli e, uscito dalla caverna in cui era disceso, si pente dei suoi peccati
e si converte ad una vita di pietà.
Il
Purgatorio descritto dal trattato del monaco di Saltrey è molto vicino
all’inferno. E’ un inferno temporaneo al quale alla fine le anime, e coloro che
vi cadono dentro, sfuggono. Tutto quello che vi accade, compresi i gesti che vi
sono compiuti, vale pure per l’inferno, anche se con modalità relativamente
attenuate e soprattutto con due differenze non prive di influenza sui gesti. Il
purgatorio è una successione di luoghi che si trovano sullo stesso piano, lo si
percorre con un cammino in pianura, non salendo o scendendo. E si tratta di un
luogo aperto, di cui non si vedono i confini, da cui si esce, cui si sfugge.
Ma in
questo testo – largamente influenzato dalla sua fonte principale, l’Apocalisse
di Paolo, e cronologicamente situato alla fine del XII secolo, in un momento in
cui il sistema del purgatorio non è ancora ben costituito -, alcuni gesti che
in seguito saranno tipici del purgatorio non compaiono ancora: si tratta delle
preghiere dei defunti che sono lì a purgarsi, preghiere rivolte ai visitatori
perché, tornati sulla terra, avvertano i parenti di fare suffragi onde possano
abbreviare il tempo della loro permanenza in purgatorio, preghiere rivolte a
Dio nella speranza di raggiungerlo in paradiso cui teoricamente sarebbero
destinati dopo un certo periodo.
Gli
esseri che si aggirano nel ‘Purgatorium Sancti Patricidi’ appartengono a due
categorie: uomini e demoni…
Fra
gli uomini bisogna distinguere i morti dei due sessi – che sono delle anime, ma
munite di una specie di corpo che fa sì che sentano le sofferenze materiali –
torturati nel purgatorio, e il visitatore che conserva la sua condizione di
uomo terrestre. Fra i demoni ci sono quelli che accompagnano e tentano Owein, e
quelli che torturano i condannati alle pene del purgatorio. Il loro status è
identico, cambia solo la loro missione, la loro funzione.
Va
osservato che le prove subite da quelli che sono nel purgatorio e da Owein
consistono in un insieme strettamente legato di torture del corpo, di grida
urli vociferazioni insopportabili accompagnate da calunnie ed insulti, ed
inoltre di odori fetidi, di puzzi insostenibili, e contemporaneamente di
spettacoli fra il terrificante e l’allucinante (il tutto a reti unificate…al
canone convenute).
Si
tratta dunque di un sistema che tocca tutto intero il corpo e le sue facoltà.
Quattro dei cinque sensi sono interessati: la vista, l’olfatto, l’udito, il
tatto… Solo il gusto ne sembra esente (perché?), ma non del tutto poiché per
esempio uno dei supplizi consiste nell’essere immerso in recipienti pieni di
metalli in ebollizione fino alla sopracciglia, o alle labbra, o al collo, o al
petto, o all’ombelico o alle ginocchia, o con un piede o una mano…
…In
altri casi la lingua sarà trapassata e torturata…(alla ‘bolla’ esiliata nel
motto et araldo del fiero gesuita rinato…).
Non mi
soffermo (per l’appunto) su codesto aspetto del sistema del purgatorio (o
dell’inferno), ma non si deve dimenticare che i gesti dell’aldilà sono
abitualmente inseriti in un insieme più ampio che interessa il corpo umano. Il
tratto fondamentale nel sistema dei gesti di questo purgatorio è che ci sono da
una parte personaggi che manipolano gli altri, che impongono loro i propri
gesti, e dall’altro lato individui i cui gesti dipendono da questa azione cui
sono sottoposti… Ci sono dei gesticolanti, nel senso attivo della parola, e, in
senso passivo, dei gesticolati. I primi sono i demoni, i secondi gli uomini.
Dal
punto di vista dei gesti, Owein passa per tre fasi. All’inizio e alla fine
della sua avventura, quando è libero, o piuttosto quando non obbedisce che alla
natura umana, fra peccato originale, libero arbitrio e grazia, egli discende –
in questa concezione di un purgatorio sotterraneo – e poi risale. Durante tutta
la fase centrale, la più lunga, attraversa luoghi situati allo stesso livello.
Nel corso di tutta questa prova Owein è essenzialmente lo zimbello dei demoni
che lo scortano e l’attaccano. E’ tirato, trascinato spintonato, aggredito.
Deriso, umiliato ingannato derubato &.....
...calunniato… Ma dato che egli conserva
la sua condizione di Perfetto resiste
vittoriosamente ai demoni e con essi al male, raramente i suoi gesti sono
espressi con un verbo passivo, per lo più è soltanto il completamento oggetto
dei gesti dei demoni. Durante gli intermezzi, invece, nei quali, avendo
invocato il nome del suo Dio Straniero, ritrova una relativa indipendenza, egli
prosegue il suo terreno cammino, esce, entra, giunge in uno dei luoghi
successivi del purgatorio. D’altra parte, e per il vero in ogni luogo ove la
materia conia la sua falsa moneta, i demoni insistono affinché torni indietro,
giacché l’andar avanti nel progresso dello Spirito è tradire l’imbecillità
della materia cui ogni falsità gesto & parola è cosa gradita nello gnostico
Tempo qui rimembrato…
A tal
proposito se il proponimento al censore di stato pare cosa poco gradita alla
cultura osservata & globalizzata non certo servita in quanto il nutrimento
al pozzo della vita è sì nutrito con diverso et avverso principio, giacché al
feudatario rinato parrà cosa sgradita questo Trovatore narrare diversa impresa
in quanto le sue gesta sono – in verità & per il vero – pura scemenza e
concime cui nobilitare il volgo cui sbiadire l’ingegno in ognuno cresciuto
cosicché scemarlo del tutto in altro ‘logo’ edificato è pur sempre sogno
Orwelliano curato… E se lui riderà di me in questo Tempo rinato - senza freccia
e maestro ad indicare passo smarrito al bosco della vita - io saprò ridere di
lui all’Esilio cui costretto dalla sua insaziabile e profonda gola da cui
scaturisce dubbia e breve parola… Non certo Poesia né Rima né Primitivo
Frammento o Ingegno manifesto, se anche non si è cibato di quello… E rimembro
in degna et arguta risposta alla ‘parabola’ cui servito, nonché il papa suo
alla bolla convenuto, che in codesto Tempo ove ogni spirito rinato alla breve
risata cui destina ogni sua calunnia dal bullo partorita la nostra essere
diversa Natura dallo Spirito servita, la quale, come in ogni Trovatore o
Perfetto che sia, la sua parola e gesto è la cosa sgradita…l’inizio manifesto
del tempo numerato ove la persecuzione fu ed è sano principio predicato se pur
ben vestito e comandato…
E
rimembro diverso principio perseguito…
Prendi
nota dall’Esilio della vera Storia e con essa della Memoria…
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