Precedente capitolo:
Il Terzo Giorno
ARIMANE
Venerabile collega psicologo, posso darle formale assicurazione che nessuno, in
questa assemblea, ha mai pensato neppure per un istante a sottovalutare le difficoltà
e le responsabilità della sua opera; d’altronde lei ci insegna che le soluzioni
di compromesso sono una regola più che una eccezione, ed è nostro compito comune
il cercare di risolvere i singoli problemi nello spirito della massima
possibile collaborazione. Nel caso in discussione, poi, è evidente a tutti l’importanza
preminente delle sue opinioni, ed è ben nota la sua competenza specifica. A lei
dunque la parola.
CONSIGLIERE
PSICOLOGO (istantaneamente mansuefatto; prende fiato profondamente) Signori, è
mia opinione, del resto ampiamente documentabile, che per mettere insieme un
Uomo rispondente ai requisiti prescritti, ed insieme vitale, economico e ragionevolmente
duraturo, occorrerebbe rifarsi alle origini, ed impostare questo animale su
basi definitamente nuove.
ARIMANE
(interrompe) Niente, niente, non...
CONSIGLIERE
PSICOLOGO Va bene, venerabile collega, l’obiezione dell’urgenza era prevista e
scontata. Mi sia comunque concesso di deprecare che ancora una volta motivi
estrinseci vengano a turbare quello che (e capita di rado !) avrebbe potuto
diventare un lavoretto interessante; del resto, pare che sia questo il destino
di noi tecnici. Per ritornare dunque alla questione di base, non v’è dubbio per
me che l’Uomo ha da essere terrestre e non acquatico. Ve ne esporrò in breve le
ragioni. Mi pare chiaro che questo Uomo dovrà possedere facoltà mentali
piuttosto bene sviluppate, e questo, allo stato presente delle nostre
conoscenze, non può venire attuato senza uno sviluppo corrispondente degli
organi di senso. Ora, per un animale sommerso o galleggiante, lo sviluppo dei
sensi incontra gravi difficoltà. In primo luogo, il gusto e l’olfatto verranno
evidentemente a confondersi in un senso solo; il che sarebbe ancora il minor
male. Ma pensate alle condizioni di omogeneità, direi di monotonia, dell’ambiente
acqueo: non voglio ipotecare il futuro, ma i migliori occhi finora costruiti
non possono esplorare che una decina di metri di acqua limpida, e pochi
centimetri di acqua torbida; quindi, o daremo all’Uomo occhi rudimentali, o
tali diventeranno per non uso in poche migliaia di secoli. Lo stesso, o press’a
poco, si può dire delle orecchie...
MINISTRO
DELLE ACQUE (interrompe) L’acqua conduce egregiamente i suoni, signore! E ventisette
volte più rapidamente che non l’aria!
MOLTE
voci Cala, cala!
CONSIGLIERE
PSICOLOGO (continuando) ... si può dire delle orecchie: facilissimo invero costruire
un orecchio subacqueo, ma altrettanto difficile generare suoni nell’acqua.
Confesso che non saprei chiarircene la ragion fisicale, che d’altronde non è
affar mio; ma che il ministro delle Acque ed il venerabile collega anatomista
mi spieghino la singolare circostanza del proverbiale mutismo dei pesci. Sarà
questo magari un segno di saggezza, ma mi pare che, durante i miei viaggi di ispezione,
ho dovuto spingermi fino ad un remoto angolo del mare delle Antille per trovare
un pesce che emettesse suoni; e si trattava poi di suoni assai poco articolati
ed anche meno gradevoli, che a quanto mi risulta il pesce suddetto, di cui mi sfugge
il nome...
voci il
pesce vacca! il pesce vacca!
CONSIGLIERE
PSICOLOGO ... emette in modo del tutto casuale al momento in cui svuota la vescica
natatoria. E, particolare curioso, emerge prima di emetterli. In conclusione,
mi domando, e domando a voi, che cosa dovrà udire il perfezionato orecchio dell’Uomo
pesce, se non il tuono quando si avvicina alla superficie, il fragore della
risacca quando si avvicina alla costa, ed i muggiti occasionali del suo collega
delle Antille. A voi la decisione: ma vi ricordo che, stanti le nostre attuali
possibilità costruttive, questa creatura sarebbe mezza cieca, e, se non sorda,
muta: il che, quale vantaggio rappresenti per... (afferra sul tavolo la mozione
Uomo e legge ad alta voce) ‘... capacità di esprimersi articolatamente ecc.
ecc.’ e più oltre: ‘... tendenza alla vita associata...’ lascio ad ognuno di
voi giudicare.
ARMANE Mi
permetterò di porre fine a questo primo fruttuoso scambio di vedute, traendone
le conseguenze. L’Uomo non sarà dunque né artropodo né pesce; resta da decidere
fra un uomo mammifero, rettile o uccello. Se mi è lecito esprimere in questa
sede una mia opinione, dettata, più che dalla ragione, dal sentimento e dalla simpatia,
mi si conceda di raccomandare i rettili alla vostra attenzione. Non vi nascondo
che, fra le molteplici forme e figure create dalla vostra arte e dal vostro ingegno,
nessuna più di quella del serpente ha destato la mia ammirazione. È forte ed
astuto: ‘La più astuta delle creature terrestri’, è stato detto da ben più alto
Giudice. (Tutti si alzano e si inchinano). La sua struttura è di una semplicità
ed eleganza eccezionali, e sarebbe peccato non sottoporla a perfezionamenti
ulteriori. È un avvelenatore abile e sicuro: non gli dovrebbe essere difficile
diventare, secondo i voti, il padrone della terra; magari facendo il vuoto
attorno a sé.
CONSIGLIERE
ANATOMISTA Tutto vero: e potrei aggiungere che i serpenti sono straordinariamente
economici, che si prestano a modifiche numerosissime e del massimo interesse,
che non sarebbe difficile ad esempio ingrandirne la scatola cranica di un buon
40%, e cosi via. Ma vi debbo ricordare che nessun rettile fra quelli finora costruiti
potrebbe resistere in climi freddi; il comma e) della mozione si troverebbe in
difetto. Sarei grato al collega termodinamico se volesse confermare questo mio
asserto con qualche dato numerico.
CONSIGLIERE
TERMODINAMICO (secco secco) Temperatura media annua superiore ai 10°C; mai
temperature inferiori ai 15°C sotto zero. È tutto detto.
ARIMANE
(ride verde) Vi confesso che la circostanza, sebbene ovvia, mi era sfuggita; né
vi nascondo un certo disappunto, poiché in questi ultimi tempi ho spesso pensato
all’aspetto suggestivo che avrebbe presentato la superficie terrestre, solcata
in ogni senso da poderosi pitoni variopinti, ed alle loro città, che mi piaceva
immaginare scavate fra le radici di alberi giganteschi, e provviste di ampie
camere di riposo e di meditazione collettiva per gli individui reduci da un
pasto abbondante. Ma, poiché mi si assicura che tutto ciò non può essere,
abbandoniamone il pensiero, e, ristretta ormai la scelta fra i mammiferi e gli
uccelli, dedichiamo ogni nostra energia ad una sollecita definizione. Vedo che
il nostro venerabile collega psicologo domanda di parlare: e poiché nessuno
potrebbe negare che su di lui pesa buona parte della responsabilità del
progetto, prego tutti di porgergli attento ascolto.
CONSIGLIERE
PSICOLOGO (esplode a parlare prima che l’altro
finisca) Per conto mio, come ho già accennato, la soluzione andrebbe cercata
altrove. Fin dal tempo in cui ho pubblicato il mio celebre ciclo di ricerche
sulle termiti e sulle formiche... (interruzioni da varie parti) ... ho nel
cassetto un progettino... (le interruzioni crescono di violenza) ... alcuni originalissimi
automatismi che assicurano un incredibile risparmio di tessuto nervoso.
Si
scatena un finimondo, a stento placato a gesti da Arimane.
ARIMANE Le
ho già detto una volta che queste sue novità non ci interessano. Manca
assolutamente il tempo di studiare, varare, sviluppare e collaudare un nuovo
modello animale, e dovrebbe essere lei il primo ad insegnarcelo: mi dica un po’,
a proposito proprio degli imenotteri a lei cari, fra il loro prototipo e la
loro stabilizzazione nella morfologia odierna non è trascorso un numero di anni
rappresentabile con otto o nove cifre? La richiamo perciò all'ordine, e che sia
l’ultima volta; altrimenti ci vedremmo costretti a rinunciare al suo prezioso
aiuto, dal momento che, prima della sua assunzione, i suoi colleghi hanno messo
a punto senza tante pretese, ad esempio, degli splendidi celenterati, che funzionano
benissimo ancora oggi, non si guastano mai, si riproducono a bizzeffe senza
fare storie, e costano una miseria. Quelli si che erano tempi, sia detto senza offendere
nessuno! Molti a lavorare e pochi a criticare, molti fatti e poche parole, e
tutto quel che usciva di fabbrica andava bene senza le complicazioni di
voialtri modernisti. Adesso, prima di passare un progetto alla lavorazione, ci
vuole la firma dello psicologo, e del neurologo, e dell’istologo, e il certificato
di collaudo, e il benestare del Comitato estetico in triplice copia, e il
diavolo a quattro. E mi si dice che non basta, e che è prossima l’assunzione
nientemeno che di un sovraintendente alle Cose dello Spirito, che ci metta
tutti sull’attenti... (Si accorge che si è lasciato andare troppo lontano, tace
bruscamente e si guarda intorno con un certo imbarazzo. Poi si volge nuovamente
al consigliere psicologo) Insomma, ci pensi sopra, e poi ci esponga chiaramente
se a suo avviso si dovrà studiare un Uomo-uccello o un Uomomammifero, e su
quali motivi questo suo parere riposa.
CONSIGLIERE
PSICOLOGO (deglutisce più volte, succhia la matita, ecc; poi) Se la scelta si riduce
a queste due possibilità, è mia opinione che l’Uomo deve essere uccello.
(Clamori, commenti. Tutti si scambiano cenni di soddisfazione, annuiscono; due
o tre accennano ad alzarsi come se tutto fosse finito). Un momento, perdinci!
Non ho mica detto, con questo, che sia sufficiente andare a ripescare in
archivio il progetto Passerotto o il progetto Barbagianni, cambiare il numero
di matricola e tre o quattro capoversi, e trasmettere al Centro Prove perché realizzi
il prototipo ! Vi prego di seguirmi con attenzione; cercherò di esporvi in
breve (poiché vedo che avete fretta) le principali considerazioni sull’argomento.
Tutto sta bene per quanto riguarda i punti b) e d) della mozione. Esiste già oggi
un tale assortimento di uccelli canori che il problema di un linguaggio
articolato, almeno sotto l’aspetto anatomico, è da ritenersi risolto; mentre
nulla del genere è stato fatto finora fra i mammiferi. Dico bene, collega
anatomista?
CONSIGLIERE
ANATOMISTA Benissimo, benissimo.
CONSIGLIERE
PSICOLOGO Resta naturalmente da studiare un cervello adatto a creare ed a
servirsi del linguaggio, ma questo problema, di mia stretta competenza, rimarrebbe
pressoché il medesimo qualunque fosse la forma che si stabilisse di assegnare
all’uomo. Quanto al punto e), ‘idoneità alla vita sotto condizioni di servizio estreme’,
non mi risulta ne scaturisca un criterio di scelta fra mammiferi ed uccelli: in
entrambe le classi esistono generi che si sono adattati agevolmente ai climi ed
agli ambienti più disparati. È invece evidente che la facoltà di spostarsi rapidamente
a volo costituisce una importante pregiudiziale a favore dell’Uomo-uccello, in
quanto permetterebbe scambi di notizie e trasporto di derrate a distanza di continenti,
agevolerebbe l’instaurarsi immediato di un unico linguaggio e di un’unica
civiltà per l’intero genere umano, annullerebbe gli ostacoli geografici
esistenti e renderebbe futile la creazione di artificiose delimitazioni
territoriali fra tribù e tribù. E non occorre che insista sugli altri più
immediati vantaggi che il volo rapido porta, nella difesa e nell’offesa contro
tutte le specie terragnole ed acquatiche, e nel pronto ritrovamento di sempre
nuovi territori di caccia, coltivazione e sfruttamento: per cui mi sembra lecito
formulare l’assioma: ‘animale che vola non soffre la fame’.
ORMUZ
Perdoni l’interruzione, venerabile collega: come si riprodurrà il suo
Uomo-uccello?
CONSIGLIERE
PSICOLOGO (sorpreso ed irritato) Strana domanda! Si riprodurrà come gli altri
uccelli: il maschio attirerà la femmina, o viceversa; la femmina sarà
fecondata, sarà costruito il nido, deposte e covate le uova, e saranno allevati
ed educati i piccoli, a cura di entrambi i genitori, finché non abbiano raggiunto
un minimo di indipendenza. I più adatti se la caveranno. Non vedo motivo di cambiare.
ORMUZ
(dapprima incerto, poi sempre più acceso ed appassionato) No, signori, la cosa
non mi sembra cosi semplice. Molti di voi lo sanno... e del resto non ne ho mai
fatto mistero con nessuno... insomma, a me la differenziazione sessuale non è
mai andata a genio. Avrà certamente i suoi vantaggi per la specie; avrà
vantaggi anche per l’individuo (seppure, a quanto mi si riferisce, si tratti di
vantaggi di assai breve durata); ma ogni osservatore obiettivo deve ammettere
che il sesso è stato in primo luogo una spaventosa complicazione, ed in secondo,
una fonte permanente di pericoli e di grane. Nulla vale quanto l’esperienza:
poiché di vita associata si tratta, vogliate ricordare che l’unico esempio di
vita associata realizzato con successo, e durato dal Terziario ad oggi senza il
minimo inconveniente, resta pur sempre quello degli imenotteri; in cui, in buona
parte per mia intercessione, il dramma sessuale è stato eluso, e relegato al
margine estremo della società produttiva. Signori, è una preghiera questa che
vi rivolgo: pesate le vostre parole prima di pronunciarle. Uccello o mammifero che
l’Uomo abbia ad essere, è nostro dovere fare ogni sforzo per spianargli la strada,
poiché il fardello che dovrà portare sarà grave. Conosciamo, per averlo creato,
il cervello, e sappiamo di quali portentose prestazioni sia almeno
potenzialmente capace, ma ne conosciamo altresì la misura ed i limiti;
conosciamo anche, per avervi posto mano, le energie che dormono e si destano
nel gioco dei sessi. Non nego che l’esperienza di combinare i due meccanismi
sia interessante: ma confesso la mia esitazione, confesso il mio timore. Che
sarà di questa creatura? Sarà duplice, sarà un centauro, uomo fino ai precordi
e di qui belva; o sarà legato ad un ciclo estrale, ed allora come potrà conservare
una sufficiente uniformità di comportamento? Non seguirà (non ridete!) il Bene
e il Vero, ma due beni e due veri. E quando due uomini desidereranno la stessa
donna, o due donne lo stesso uomo, che ne sarà delle loro istituzioni sociali,
e delle leggi che dovranno tutelarle? E che dire, a proposito dell'Uomo, di
quelle famose ‘eleganti ed economiche soluzioni’, vanto del qui presente consigliere
anatomista, ed entusiasticamente avallate dal qui presente economo, per cui con
tanta disinvoltura si sono utilizzati a scopi sessuali orifizi e canali originariamente
destinati all’escrezione? Questa circostanza, che noi sappiamo dovuta ad un
puro calcolo di riduzione degli ingombri e dei costi, non potrà apparire altrimenti,
a questo animale pensante, che un simbolo beffardo, una confusione abietta e conturbante,
il segno del sacrosozzo, della sragione bicipite, del caos, incastonato nel suo
corpo, irrinunciabile, eterno. Eccomi alla conclusione, o signori. Sia fatto l'Uomo,
se l’Uomo deve essere fatto; e sia pure esso uccello, se cosi vorrete. Ma mi
sia concesso porre mano fin d’ora al problema, estinguere in germe oggi i
conflitti che esploderanno fatalmente domani, affinché non si debba assistere,
in un prevedibile futuro, all’infausto spettacolo di un Uomo maschio che muova
il suo popolo a guerra per conquistare una femmina, o di un Uomo femmina che
distolga la mente di un maschio da nobili imprese e pensamenti per ridurla in soggezione.
Ricordate: colui che sta per nascere sarà nostro giudice. Non solo i nostri
errori, ma tutti i suoi, per tutti i secoli a venire, peseranno sul nostro
capo.
ARIMANE
Lei avrà magari anche ragione, ma non vedo che urgenza ci sia di fasciarsi la
testa prima di essersela rotta. Non vedo cioè né la possibilità né la opportunità
di refrigerare l’Uomo in sede di progettazione: e ciò per ovvie ragioni di
speditezza dei lavori. Se poi davvero dovessero prendere corpo le sue
angosciose previsioni, ebbene, allora si vedrà; non mancherà né l’occasione né
il tempo di apportare al modello le correzioni che risulteranno più opportune.
D’altronde, poiché l’Uomo, a quanto pare, sarà uccello, mi pare che non sia il
caso di drammatizzare. Le difficoltà e i rischi che la preoccupano si potranno
limitare agevolmente: l’interesse sessuale potrà essere ridotto a periodi
estremamente brevi, forse a non più di qualche minuto all’anno; niente
gravidanza, niente allattamento, una tendenza precisa e potente alla monogamia,
una cova breve, dei piccoli che usciranno dall'’ovo pronti o quasi alla vita autonoma.
A questo si potrà pervenire senza rimaneggiare gli schemi anatomici ora in
vigore, il che, oltre a tutto, comporterebbe spaventosi intralci di natura burocratica
ed amministrativa. No, signori, la decisione è ormai presa, e l’Uomo sarà
uccello: uccello a pieno titolo, né pinguino né struzzo, uccello volatore, con
becco, penne, artigli, uova e nido. Restano solo da definire alcuni importanti
particolari costruttivi, e cioè: 1) quali saranno le dimensioni ottime; 2) se
converrà prevederlo sedentario o migratore... (Alle ultime parole di Arimane,
la porta di fondo si è andata cautamente aprendo. Sono apparsi il capo e una
spalla del messaggero, che, senza osare interrompere, fa cenni vivaci e lancia
occhiate in giro per attirare l’attenzione dei presenti. Ne nasce un mormorio e
un trambusto di cui Arimane finisce coll’accorgersi) Che c’è? Cosa succede?
MESSAGGERO
(ammicca ad Arimane con l’aria ufficiosa e confidenziale dei bidelli e dei sagrestani)
Venga fuori un momento, venerabile. Novità importanti da... (Accenna col capo all’indietro
e all’insù).
ARIMANE
(lo segue fuori della porta; si sente un dialogare concitato, attraverso il brusio
e i commenti degli altri. A un tratto la porta socchiusa viene chiusa con
violenza dall’esterno, e poco dopo riaperta. Arimane rientra, con passo lento e
a capo basso. Tace a lungo, poi... andiamocene a casa, o signori. È tutto
finito, tutto risolto. A casa, a casa. Cosa stiamo a fare qui? Non ci hanno
aspettati: non avevo ragione di avere fretta? Ancora una volta, hanno voluto
farci vedere che noi non siamo necessari, che sanno fare da soli, che non hanno
bisogno di anatomisti, né di psicologi, né di economi. Possono ciò che vogliono...
No, signori, non so molti particolari. Non so se si siano consultati con
qualcuno, o se abbiano seguito un ragionamento, o un piano lungamente meditato,
o l’intuizione di un attimo. So che hanno preso sette misure di argilla, e l’hanno
impastata con acqua di fiume e di mare; so che hanno modellato il fango nella
forma che loro è parsa migliore. Pare si tratti di una bestia verticale, quasi
senza pelo, inerme, che al qui presente messaggero è sembrata non troppo lontana
dalla scimmia e dall’orso: una bestia priva di ali e di penne, e quindi da
ritenersi sostanzialmente mammifera. Pare inoltre che la femmina dell’uomo sia
stata creata da una sua costola... (voci, interrogazioni) ... da una sua costola,
sí, con un procedimento che non mi è chiaro, che non esiterei a definire
eterodosso, e che non so se si intenda conservare nelle generazioni a venire.
In questa creatura hanno infuso non so che alito, ed essa si è mossa. Cosi è
nato l’Uomo, o signori, lontano dal nostro consesso: semplice, non è vero? Se e
quanto esso corrisponda ai requisiti che ci erano stati proposti, o se non si
tratti invece di un uomo per pura definizione e convenzione, non ho elementi
per stabilire. Altro non ci resta dunque che augurare a questa creatura anomala
una lunga e prospera carriera. Il collega segretario vorrà incaricarsi della stesura
del messaggio augurale, della scheda di omologazione, della iscrizione sui
ruolini, del calcolo dei costi eccetera; tutti gli altri sono sciolti da ogni
impegno. State di buon animo, signori; la seduta è tolta.
(P. Levi)
Nessun commento:
Posta un commento