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Verità scientifica e verità teologica (44)
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Verità senza tempo: la scelta (46)
... Modificarono i loro testi affinché dicessero quello che già si pensava
dovessero significare. Molti studiosi sono convinti che fu proprio in
opposizione a Marcione che crebbero le preoccupazioni di altri cristiani di
definire i contorni di quello che sarebbe diventato il canone del Nuovo
Testamento. E’ interessante notare che, ai tempi di Marcione, Giustino poteva
parlare in modo piuttosto vago delle ‘memorie degli apostoli’ senza indicare
quali di questi testi (presumibilmente i vangeli) fossero accettati nelle
Chiese né perché, mentre una trentina di anni dopo un altro scrittore
cristiano, altrettanto contrario alle idee di Marcione, assunse una posizione
molto più perentoria. Si trattava di Ireneo, vescovo di Lione, in Gallia, che
scrisse un’opera in cinque volumi contro gli eretici come Marcione e gli gnostici, e che aveva idee molto chiare
in merito a quali libri dovessero essere considerati fra i vangeli canonici. E
così, verso la fine del II secolo, vi erano cristiani che sostenevano che
quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni fossero i vangeli e che non ne
esistessero né di più né di meno.
I dibattiti sul profilo del canone proseguirono per molti secoli. Nel
complesso, pare che i cristiani fossero preoccupati di conoscere quali testi
accettare come autorevoli (e quali no…, ciò è di fondamentale importanza, per
quanto già detto circa l’humus culturale o stratigrafico di una determinata
società per comprenderne limiti pregiudizi e storia, in ciò che essa definisce
‘verità’, quindi le fondamenta su cui poggia la natura del vero, ed i criteri
adottati per difendere tale preposizione nella ‘falsità’ del suo opposto; non
vi è bisogno, per ora, lo faremo in seguito, di portare quale valido esempio storico
i concetti di ‘verità’ esposti dall’eretico Hus…) per sapere: 1) quali libri dovessero
essere letti durante le funzioni e, in relazione a questo, 2) su quali libri si
potesse fare affidamento come guide attendibili per ciò in cui credere e su su
come comportarsi (un altro esempio valido, dal punto di vista storico-scientifico
può essere adottato sugli studi di von Harnack: ‘Marcione il Vangelo del Dio
straniero’ la cui unica edizione - italiana - raccolta in un solo volume è purgata
e ridotta dell’analisi del testo, su cui l’autore ha concentrato i suoi più che
validi studi in merito all’eretico…).
Le decisioni circa i libri da considerare canonici non furono
automatiche né prive di problemi; le discussioni furono lente, prolungate e
talvolta aspre. Oggi molti cristiani possono pensare che il canone del Nuovo
Testamento sia semplicemente comparso sulla scena un giorno, poco dopo la morte
di Gesù, ma nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Da quanto risulta
documentato, siamo in grado di indicare con esattezza la prima volta in cui un
cristiano elencò i 27 libri del Nuovo Testamento, né più né meno, come i libri
del Nuovo Testamento. Per quanto possa sembrare sorprendente, questo cristiano
scriveva nella seconda metà del IV secolo, quasi trecento anni dopo che tali
libri erano stati scritti……
Nel cristianesimo delle origini (ma non solo in quello delle origini,
visto che a tutt’oggi ugual ignoranza viene adoperata per fini poco chiari…)
sembra esservi una situazione paradossale: si trattava di una religione del
libro, con scritti di ogni sorta che si rivelavano di estrema importanza per
quasi ogni aspetto della fede, tuttavia la maggioranza delle persone non era in
grado di leggere quegli scritti.
Come si può giustificare un tale paradosso?
A dire il vero, la faccenda non è poi così strana se ricordiamo, quanto
già accennato in precedenza, ossia che durante tutta l’antichità comunità di
ogni tipo erano in genere solite avvalersi dei servigi delle persone istruite a
beneficio degli illetterati. Perché nel mondo antico ‘leggere’ un libro non
significava di regola leggerlo per se stessi, ma piuttosto leggerlo ad alta
voce, per altri. Era possibile dire che si era letto un libro quando, invece,
se ne era ascoltata la lettura fatta da altri. Appare inevitabile concludere
che nel movimento cristiano delle origini i libri, per importanti che fossero,
venivano quasi sempre letti ad alta voce in ambito sociale, per esempio nei
luoghi di culto. I libri (scelti…) che erano della massima importanza nel
cristianesimo delle origini venivano in genere letti ad alta voce da coloro che
erano in grado di leggere così che gli illetterati potessero ascoltarli,
comprenderli e anche studiarli. Sebbene il primo cristianesimo fosse composto
per lo più da fedeli ignoranti, era una religione assai legata alle lettere.
E’ tuttavia necessario trattare altre questioni fondamentali, se i
libri erano così importanti per i primi cristiani, se venivano letti alle
comunità cristiane in tutto il Mediterraneo, in quale modo le comunità
ottenevano quei libri?
Come furono messi in circolazione?
All’epoca non esistevano l’editoria elettronica né mezzi di
riproduzione elettronici e neppure i caratteri mobili.
Se le comunità dei credenti ottenevano copie di diversi libri cristiani
in circolazione, come se li procuravano?
Chi eseguiva la copiatura?
E, cosa della massima rilevanza per l’argomento primario della nostra
indagine (quale è la vera parola del Cristo…), come possiamo (o come potevano)
sapere che le copie che ricevevano erano precise, che non erano state modificate
durante il processo di riproduzione? (possiamo aggiungere, a chi il compito
secolare della storia di assumersi il diritto di riconoscere la vera parola di
Dio attraverso i veri credenti che spesso furono vittime degli interpreti o
manipolatori dei suoi stessi insegnamenti, che spesso furono arsi ieri come
oggi al fuoco dell’intolleranza religiosa mascherata per dotta sapienza, o
peggio destinati al martirio del volgo così come lo fu chi portò la sua Parola
alla legge del Tempio, dove Dio fu condannato… A chi questo compito o questa
arroganza, mascherata per umiltà, che degli umili si serve ma che agli umili
della sua infinita ricchezza terrena poco concede eccetto che l’inganno della
speranza… riservando le proprie ricchezze materiali, ieri come oggi, a ben
protetti forzieri, ieri come oggi; nominando ricchi sovrani paladini dei propri
tesori, e destinando o peggio delegando l’ignoranza e la povertà alle
competenze terrene di altrettanti afflitti facendo nascere in sede geopolitica
degli squilibri di normale e prevedibile rilevanza e consistenza sociale, non
premendo su un equa distribuzione della ricchezza in un ambito mondiale dove le
risorse di beni (e ricchezza) sono in mano a pochi, e dove il divario fra ricco
e povero è sempre più accentuato… Guardiamo alle statistiche ed impariamo ad
interpretare correttamente le parole di Dio…. ed i suoi messaggi… e messaggeri
attraverso l’opera del Creato e coloro che sanno leggerne e conservarne le vere
parole, affinché la sottile distinzione della doppia rivelazione divina della
verità, l’una consegnata nei Libri Sacri, l’altra razionale; la prima dominio
della religione, da non interpretarsi nel significato letterale, la seconda,
dominio della scienza, scritta in linguaggio matematico nel gran libro della
natura; possano incontrarsi e manifestarsi per quel bene comune cui l’originale
portatore è stato sacrificato in nome della parola la quale forse non
appartiene, per il vero, al regno terreno di colui che per sempre ne è lo
Straniero……).
(B. D. Ehrman, Gesù non l'ha mai detto)
(B. D. Ehrman, Gesù non l'ha mai detto)
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