Precedenti capitoli:
Intrappolati in mezzo ai ghiacci 7/3 &
Il clima che cambia (6) &
Intermezzo venatorio (2)
Al termine del XX secolo, la rapida crescita dell’urbanizzazione ha
risvegliato la nostra coscienza, ma finora neppure noi alpinisti abbiamo
determinato una svolta pragmatica nel campo della protezione ambientale. I
problemi delle regioni alpine non si risolvono con l’istituzione di una
giustizia ambientale, con le prediche alla rinuncia o con l’uniforme apertura
al turismo di tutte le valli.
Un turismo esteso è tanto importante per l’agricoltura alpina, quanto
distruttivo per il paesaggio naturale. Preferisco rimanere a bassa quota se in
ogni dirupo s’incontra un sentiero, se si può raggiungere qualsiasi rilievo per
mezzo di una strada e se sulla vetta siedono persone che, via cellulare,
annunciano al mondo le avventure vissute per dare un senso alla loro esistenza.
Le nostre facoltà cognitive, infatti, aumentano solo se si riduce la
quantità di ciò che udiamo, vediamo e proviamo….
Il 13,
altra avventura di genere diverso, di cui fu eroe il marinaio Teodoro Klentzer.
Era di mattina. Gli uomini occupati fuori o facevano una passeggiatina.
Klentzer ebbe l’idea, per conto suo, di ascendere il monte Germania affine di
osservare di là il panorama del paese.
Giunto
in alto, sedette sopra una roccia, e per allietare la sua solitudine, intonò bravamente
una canzone. D’un tratto, guardando
dietro di sé, distinse a pochi passi discosto un orso gigantesco, che lo
fissava con aria grave.
Per un
cacciatore qual era l’occasione era magnifica. La bestia si presentava a
bersaglio, e non c’era apparenza che la si potesse sbagliare….
Giunta la sera, ci accampiamo sull’ultima piazzola pianeggiante
dinnanzi a una serie di barriere e accatastamenti di ghiaccio. Solo mentre
sciogliamo la neve e cuciniamo la cena sentiamo un po’ meno il frastuono del
ghiaccio oltre la barriera.
Di dormire non se ne parla proprio: sentiamo l’oceano che urta
incessantemente contro il lastrone di ghiaccio sul quale abbiamo montato la
tenda; anche il vento non accenna a voler cessare – o almeno diminuire – e poi
c’è l’immensa paura al solo pensiero di essere ancora una volta aggrediti da un
orso polare….
Il 2
aprile, contro vento e marea, giungiamo tuttavia all’estremità settentrionale
della penisola di Hochstetter, vale a dire al capo Oswald Heer, indi al sottile
promontorio di Haystack, che Clavering aveva, a torto preso per un’isola,
all’improvviso i nostri amici orsi, ritornano in scena!
E’
dapprima una femmina con due piccini, col pelame color giallo sporco e il muso
nero, rassomigliano da lontano ad una coppia di cagnolini. Due giorni dopo, al
mattino, un altro di questi animali venne ad assalirci nella nostra tenda. La
sua temerità gli costa la vita, ed il 9 di aprile giungiamo al gruppo delle
isole detto dell’Orientazione, che si trova in mezzo alla baia Dove….
Durante la notte insonne, ci assale il dubbio di aver sbagliato i
calcoli… ma Dove siamo? Volevamo camminare dalla Siberia al Canada, dal mondo
Vecchio al Nuovo (ma questo nuovo mondo… Dove siamo…?).
8 marzo, ore 21,10: la nostra tenda è riparata dal vento da un alto
bastione di ghiaccio. Tutto sembra tranquillo: ma è un grave errore (il
ghiaccio e non solo è mutato, la civiltà e non solo è cambiata, tutto è tornato
alla barbarie di un Tempo?...).
Improvvisamente, con un grande boato si rompe il ghiaccio, sotto la nostra
tenda. Sto per infilarmi nel sacco apelo. Hubert apre la tenda, guarda fuori e
grida:
‘Via subito! Reinhold, via, via di qui!’.
‘Dobbiamo scappare subito!' (Tutti dobbiamo fuggire…).
(R. Messner, Oltre il limite & Salvare le Alpi)
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