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Io stavo cercando un’altra stele: lungo la base ed i lati, correndo
come la cavalleria leggera intorno alle colonne cinesi, c’era una scritta in
corsivo che si è rivelata in siriaco. L’iscrizione incisa diceva:
Documentazione della
trasmissione della religione occidentale della pura luce attraverso la Cina
… Ed era coronata da una croce cristiana.
Innalzata nel 781 d.C., la pietra ricordava l’arrivo del prete Alopen
dall’Occidente un secolo e mezzo prima. ‘Giunse su nuvole azzurre portando con
sé le vere scritture’, e l’imperatore Taizong l' accolse, permettendo che la
traduzione dei suoi libri trovasse posto nella biblioteca imperiale e fondando
perfino un monastero.
‘Se esaminiamo con cura il significato del suo insegnamento, vedremo che
esso è misterioso, meraviglioso, pieno di pace’ decretò sorprendentemente
l’imperatore. ‘E’ giusto che abbia libero corso sotto il cielo’. La pietra -
ricoperta di immagini buddhiste e taoiste – continua celebrando la Trinità,
l’Incarnazione, la nascita della Vergine e l’Ascensione di Cristo. Ma la
Crocifissione è ricordata solo in maniera criptica, e della Resurrezione non si
parla affatto.
Ho esaminato minuziosamente il siriaco come se fossi in grado di
decifrarlo. Ma chi erano questi cristiani? Ecco come andò.
Nel 431 d.C. il patriarca di Costantinopoli Nestorio sostenne, con metà
della Chiesa orientale, che la natura di Cristo non era indissolubilmente divina,
ma duplice – ossia che era un uomo visitato di quando in quando dalla divinità
– cosicché Maria non poteva essere legittimamente chiamata Madre di Dio. ‘Non
posso immaginare Dio da bambino’ disse. L’eresia spaccò la cristianità. Nel
giro di pochi anni i nestoriani cominciarono a rifugiarsi nell’impero persiano
e a diffondersi in Oriente attraverso la Via della Seta, e forse è per questo
che la grande stele racconta come durante la Natività i Magi abbagliati dalla
luce giunsero con i loro doni dalla Persia.
Cinque anni fa, ad ottanta chilometri a sud della città di Xian, un
sinologo inglese ha riscoperto un oscuro sito chiamato Da Qin, ‘Impero romano’
o ‘l’Occidente’, il nome con cui erano note le comunità nestoriane. Era
stranamente situato tra i recinti taoisti più sacri agli imperatori, il
Vaticano dimenticato dei Tang dove i monti Quigling si aprono verso nord sulla
strada che conduce a ovest.
L’agente del sinologo era un uomo cauto, taciturno. Era nato in un
villaggio di contadini, ma il suo talento per lo studio lo aveva innalzato a
una vita diversa. Voleva essere chiamato Peter. All’improvviso Peter ha
esclamato: ‘Ecco Da Qin!’.
La pagoda pendeva sullo sfondo delle nebbie montane.
Colline seminate a frumento la cingevano in un abbraccio di verdi
terrazze, i pioppi tracciavano lievi pennellate nelle valli. Era tutto
perfettamente immobile: la rappresentazione stilizzata di un sogno rurale
cinese.
Nell’845 il nestorianesimo fu bandito dalla Cina.
Mentre il suo legame con la Persia si riduceva, la dottrina si ritirava
verso occidente lungo la Via della Seta, fortificandosi nelle oasi del deserto
del Taklamakan e facendo proseliti tra i mongoli….
… Scendo nell’ombra del pulmino.
E’ circondata solo da un villaggio, minuscolo al confronto, i cui
vicoli sono spazzati da un vento ululante. Per un minuto mi rifugio nel suo
lato sottovento, poi cammino liberamente e alzo lo sguardo attraverso la
polvere turbinante con un impeto di esaltazione. Questa è la tomba del sultano
mongolo Oljeitu, costruita settecento anni fa nel vivo ricordo di Genghis Khan:
uno dei massimi monumenti dell’Asia.
Un ottagono gigantesco color leone si innalza per diciotto metri prima
di sfumare in una galleria di tripli archi raggruppati intorno a ogni facciata.
Al di sopra di essi, come ciglia spezzate, sono attaccati i resti di lucide
piastrelle azzurre costellate di blu acciaio. Al di sopra della terrazza più
alta, circondata da torrette che un tempo erano minareti, è sospesa una cupola
di un turchese brillante – una corona a punta a cinquanta metri da terra.
… In un cortile abbandonato mi sono imbattuto in un’ultima tomba a
torre. Aveva le pareti ricoperte da una ragnatela di mattoni simili a merletti,
ed è forse per questo che la tradizione la attribuisce alla madre di Hulagu,
Hulagu l’Assassino degli Assassini, un’iscrizione sopra la sua porta riporta
una data anteriore di settant’anni alla venuta di Hulagu, e inoltre la
matriarca mongola – madre anche di Kublai Khan – non si sarebbe fatta
seppellire alla maniera islamica, perché era cristiana.
I missionari nestoriana erano all’opera già da due secoli tra i
mongoli. La straordinaria moglie di Hulagu, Dokuz Khatun, era anch’essa
cristiana, ed il loro erede avrebbe sposato la figlia dell’imperatore di
Bisanzio….
In quegli anni inquieti del XIII secolo agli occhi degli europei tutto
l’impero mongolo era prossimo alla conversione…..
(C. Thubron, Ombre sulla Via della Seta)
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