giuliano

martedì 12 novembre 2019

UN ERETICO (31)




















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Un terapeuta (30/1)

La grande notizia celebrata














Secchi d’acqua piovuta dal cielo. Un lamento univoco ad un sol coro. Affogare in cotal mare ed in qual tempo prosperare, la scelta avverte urgenza e coerenza, mentre la commedia assume toni da farsa.




Inutile dilungarsi su Spirito ed Anima, quando l'umana coscienza per sua misera natura ne è sprovvista meno della bestia, talché apostrofare l’alta marea indice di alto gradimento chi con l’errata interpretazione della materia prospera.




La chiesa mi dicono bagnata, i muri trasudano acqua, certamente il buon Dio per ogni Elemento a lui caro, vuol battezzare la Verità d’ogni peccato consumato ed in segreto celebrato, ma in pubblico contrariato.




Annunziano disastro nell’ululato del mare, mi dicono però, il lupo ben braccato così non può cantare Inno e Lode, Strofa dell’eterno loro peccato da lui mai consumato: azzannare falsa pecunia nel recinto ben custodita fors’anche nel male allevata.




Nuotano fra alta e bassa marea aspettando il lieto natale, così da ricordare ad ognuno  colui che per sempre alla verità nato sarà condannato e sacrificato.




Forse il Dio avendo intuito l’errore, lo sbaglio, il turpe inganno, vuol consolare i futuri celebranti ed assicurar loro, che la grotta il riparo, il disperato rifugio braccato, al di sopra del mare creato e nell’acqua rinato.




Così il buon Dio avendo udito il lamento di tutte le sue creature le ha volute pur consolare, apostrofando l’universale per ogni diluvio celebrato, rammentando che se pur il loro destino nella croce della materia scritto, è bene battezzare e purificare nell’acqua tanto letame dall’uomo seminato.





Il mare s’alza nella marea, l’ululato del vento celebra la propria Rima e non certo lamento, ricordando al misero chi superiore ed inferiore in codesto povero mondo dall’uomo vilipeso non men che calunniato.  













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