lunedì 3 febbraio 2020
ANTENATI (2) (Racconti d'Archivio) [4]
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antenati
Prosegue in:
antenati (3)
'I visitatori benintenzionati che vennero in Appachia at-
torno alla fine del secolo - missionari, scrittori, studio-
si, educatori, filantropi - vedevano i montanari 'come
selvaggi al tempo stesso nobili e ignobili.... americani
al cento per cento della miglior razza, degenerati ince-
stuosi, faidanti, fabbricanti di 'moonshine' - non certo
migliori dei barbari' secondo Arnold Toynbee.
Nobili o ignobili, erano comunque selvaggi, un'alteri-
tà assoluta su cui l'America in una fase di impetuosa
e problematica modernizzazione, proiettava sia nostal-
gia, sia ansia.
Il fatto che la popolazione degli Appalachi non fosse
etnicamente diversa dalla maggioranza anglosassone
e bianca rendeva ancora più complicata la sua alteri-
tà percepita: i montanari, scrive lo storico H. D. Sha-
piro, 'divennero al tempo stesso come noi e non co-
me noi'.
Alterità reali o immaginarie furono scoperte o inven-
tate nel momento stesso in cui la terra e la sua cultu-
ra erano investite dalle trasformazioni indotte dalla
speculazione sui terreni, dall'industria del legname,
dalle ferrovie e dalle miniere.
Nel 1873, Will Wallace Harney etichettò l'Appalachia
come 'A Strange Land and Peculiar People', una stra-
na terra con gente insolita.
L'Appalachia, scrive Shapiro, apparve a scrittori e
viaggiatori come una 'terra incognita', la cui 'alteri-
tà' spaziale e temporale generava un senso di diso-
rientamento non molto diverso da quello della fan-
tascienza degli stessi decenni.
In verità, secondo uno scrittore di viaggio come
J. E. Cooke, l'Appalachia era davvero un altro
pianeta - 'un altro mondo e un'altra razza di esse-
ri umani' definita dalla distanza geografica e dalla
peculiarità immaginaria dei suoi abitanti.
Il viaggio in Appalachia era una specie di viaggio
nel Tempo....: una breve incursione in Appalachia,
scriveva l'educatore W. G. Frost, è come un viag-
gio nel XVII secolo; gli abitanti delle montagne
chiusi nelle loro caverne gli si presentavano come
'anacronismi viventi' o, in una definizione destina-
ta a diventare classica, 'i nostri antenati contempo-
ranei' (per questo lì e solo lì trovano il nostro quan-
to loro passato remoto, quello che realmente era-
no....e siamo divenuti)'.
(A. Portelli, America Profonda)
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