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Fattoria degli animali... (5/7)
“Negri?”
“Si
chiamano così quelle persone che fanno tutto il lavoro, mentre l’Autore incassa
i quattrini. Nel caso mio, sarò io a lavorare sul serio e saranno i negri a
figurare.”
“Ma i
quattrini li intascherai tu?”
“Oh, sì.”
TATTICA
D’ATTACCO (o forse?) INNESTO
“Be’, la
questione è piuttosto urgente. Lei sa che il nostro agente all’Avana ci ha
trasmesso rapporti alquanto inquietanti, negli ultimi tempi.”
“E’ un uomo
abile”
…disse
Hawthorne.
“Non lo nego. Vorrei che ne avessimo di più
come lui. Una cosa non capisco, come mai gli americani non abbiano scoperto nulla
laggiù.”
“Glielo ha
domandato, signore?”
“Naturalmente
no. Non mi fido della loro discrezione.”
“Forse loro
non si fidano della nostra.”
Il capo
disse:
“Quei
disegni... li ha esaminati?”.
“Non sono
molto esperto in quel campo, signore. Li ho ritrasmessi subito.”
“Allora li
guardi bene adesso.”
Il capo
dispose i disegni sulla scrivania. Hawthorne si scostò con riluttanza dal
radiatore e fu immediatamente scosso da un brivido.
“Qualcosa
che non va?”
“Avevamo
trentaquattro gradi, ieri, a Kingston.”
“Le si sta
assottigliando il sangue. Un po’ di freddo le farà bene. Che cosa ne pensa?”
Hawthorne
fissò i disegni. Gli ricordavano... qualcosa.
Si sentì
invaso, senza sapere perché, da una strana sensazione di disagio.
“Ricorderà
i rapporti che li accompagnavano”
disse il
capo.
“La fonte
era sbarra tre. Di chi si tratta?”
“Se non
sbaglio è l’ingegner Cifuentes, signore.”
“Bene,
anche lui non è riuscito a capire. Nonostante tutte le sue conoscenze tecniche.
Queste macchine venivano trasportate con autocarri dal comando dell’esercito, a
Bayamo, ai margini della foresta. Poi gli autocarri furono sostituiti da muli.
Direzione generale, quelle inesplicabili piattaforme di cemento.”
“Che cosa
dice il Ministero dell’aeronautica, signore?”
“Sono
preoccupati, molto preoccupati. Ed anche incuriositi, naturalmente.”
“E gli
specialisti delle ricerche atomiche?”
“Ancora non
abbiamo mostrato loro i disegni. Lei sa bene come è fatta quella gente. Si
affretterebbero a criticare i minimi particolari, direbbero che l’intera
faccenda non è attendibile, che il tubo è sproporzionato o puntato dalla parte
sbagliata. Non si può pretendere che un agente il quale disegna a memoria non
sbagli alcun particolare. Voglio fotografie, Hawthorne.”
“Questo significa
chiedere molto, signore.”
“Dobbiamo
averle. A qualsiasi costo. Sa che cosa mi ha detto Savage? Le sue parole sono
state per me come un brutto incubo, glielo assicuro. Ha detto che uno dei
disegni gli ricordava un’aspirapolvere gigantesco.”
“Un
aspirapolvere!”
Hawthorne
si chinò, esaminò di nuovo i disegni e una volta di più fu afferrato dal gelo.
“Fa
rabbrividire, vero?”
“Ma questo
è impossibile, signore.”
Provò la
sensazione di difendere, supplicando, la sua stessa carriera.
“Non può
essere un aspirapolvere, signore. Un aspirapolvere no.”
“Demoniaco,
vero?”
disse il
capo.
“L’ingegnosità,
la semplicità, l’immaginazione diabolica della cosa.”
Si tolse il
monocolo nero e l’occhio ceruleo da bambola rifletté la luce e la fece saltellare
sulla parete sopra il radiatore.
“Guardi
questo aggeggio, sei volte più alto di un uomo. Simile a un gigantesco
spruzzatore. E questo... che cosa le ricorda?”
Hawthorne
rispose con voce afflitta:
“Un tubo di
aspirazione a doppio innesto”.
“Che cos’è
un tubo d’aspirazione a doppio innesto?”
“A volte fa
parte di un aspirapolvere.”
“Di nuovo
l’aspirapolvere. Hawthorne, siamo sulle tracce, credo, di qualcosa di così
importante che la bomba H diverrà un’arma convenzionale.”
“E’
augurabile, signore?”
“Certo che
è augurabile. Nessuno si preoccupa delle armi convenzionali.”
“Secondo
lei di che cosa si tratta, signore?”
“Non sono
uno scienziato”
…rispose il
capo...
“ma guardi
questo grande serbatoio. Deve essere alto quasi quanto gli alberi della
foresta. Con un’enorme bocca spalancata alla sommità, e questa tubazione...
l’agente l’ha appena accennata. Per quello che ne sappiamo, potrebbe estendersi
per chilometri... dalle montagne al mare, forse. Si dice che i russi stiano lavorando
a una certa idea - lei lo sa - qualcosa che concerne il calore del sole,
l’evaporazione del mare. Io non so che cosa siano tutti questi aggeggi, ma so
che si tratta di una cosa grande. Dica al nostro agente che dobbiamo avere
fotografie.”
“Non vedo
davvero come potrebbe avvicinarsi abbastanza...”
“Gli dica
di noleggiare un aereo e di smarrirsi sulla zona. Non lui personalmente, si
capisce, ma sbarra tre o sbarra due. Chi è sbarra due?”
“Il
professor Sanchez, signore. Ma lo abbatterebbero. Quella zona è pattugliata da
apparecchi dell’aviazione militare.”
“Ah, c’è il
pattugliamento aereo, eh?”
“Per
individuare i ribelli.”
“Così
dicono loro. Sa, mi è venuto un sospetto, Hawthorne.”
“Dica,
signore?”
“Che i
ribelli non esistano. Sono puramente immaginari. Forniscono al Governo tutti i
pretesti di cui hanno bisogno per isolare completamente la zona.”
“Mi auguro
che lei abbia ragione, signore.”
“Sarebbe
meglio per noi tutti”
…disse il
capo ridendo
“se mi
ingannassi. Queste cose mi spaventano, Hawthorne, mi spaventano.”
Si rimise
il monocolo e la luce si spense sulla parete.
“Hawthorne,
l’ultima volta che veniste qui parlaste alla signorina Jenkinson di una
segretaria per 59200 sbarra 5?”
“Sissignore.
Non disponeva di alcuna candidata, sul momento, ma pensava che una certa
Beatrice sarebbe potuta andare.”
“Beatrice?
Come odio tutti questi nomi di battesimo. Già addestrata?”
“Sì.”
“E’ giunto
il momento di dare una mano al nostro agente all’Avana. La cosa ha già assunto
proporzioni troppo grosse per un agente improvvisato e privo di personale.
Meglio mandare con lei un radio- operatore.”
“Non
sarebbe bene che andassi prima io a parlargli? Potrei accertare come stanno le
cose ed esaminare la situazione con lui.”
“Pericoloso
dal punto di vista della segretezza, Hawthorne. Non possiamo correre il rischio
di farlo scoprire proprio adesso. Con una radio potrà comunicare direttamente
con Londra Questo collegamento per mezzo del Consolato non piace a me né piace
a loro.”
“E i suoi
rapporti, signore?”
“Dovrà
organizzare una specie di servizio di corriere con Kingston. Per mezzo di uno
dei suoi commessi viaggiatori. Gli faccia avere istruzioni dalla segretaria.
L’ha veduta?”
“Nossignore.”
“Le parli
immediatamente. Si assicuri che sia il tipo adatto. All’altezza della
situazione sul piano tecnico. Dovrà metterla ‘au fait’ sulla ditta dell’agente.
La segretaria ch’egli ha attualmente dovrà andarsene. Parli con l’ufficio
amministrazione per una pensione ragionevole fino al giorno in cui avrebbe
dovuto andarsene in ogni modo.”
“Sissignore”
…disse
Hawthorne.
“Potrei
dare ancora un’occhiata ai disegni?”
“Questo
sembra interessarla. Che cosa gliene pare?”
“Sembra”
disse Hawthorne in tono afflitto
“un innesto
a scatto.”
Quando fu
sulla porta il capo riprese a parlare.
“Sa,
Hawthorne, molto di tutto questo lo dobbiamo a lei. Una volta mi avevano detto
che lei non sa giudicare gli uomini, ma io sostenni il mio punto di vista
personale. Molto bene, Hawthorne.”
“Grazie,
signore.”
Aveva la
mano sulla maniglia della porta.
“Hawthorne?”
“Dica,
signore?”
“Ha trovato
quel taccuino?”
“No,
signore.”
“Forse lo
troverà…”
(G. Greene, Il nostro agente all’Avana)
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