giuliano

domenica 14 aprile 2013

14 APRILE (una esecuzione....)











Precedenti capitoli:

14 aprile (una esecuzione) (prima parte)

gente sconosciuta....








Mentre si aspettava la seconda esecuzione, un cronista e una
guardia chiacchieravano.
Il cronista chiese:
- La vostra prima impiccaggione?
- Ho visto Lee Andrews.
- Questa è la prima per me.
- Ah. Che ve ne pare?
Il reporter sporse le labbra.
- Nel nostro ufficio nessuno voleva l'incarico. E neanche io.
Ma non è stato brutto come avevano pensato. E' come sal-
tare da un trampolino. Solo con una corda attorno al collo.




- Non sentono niente. Cadono, trac, ed è fatta. Non sentono
niente.
Vanno giù e....
- Siete sicuro? Io ero proprio lì. Lo sentivo rantolare.
- Uh-uhu. Ma non sente niente. Non sarebbe umano altrimenti.
- Già. E immagino che gli diano un mucchio di pillole. Sedativi.
- No, accidenti. Contro i regolamenti. Ecco qui Smith.....
- Caspita, non sapevo che fosse un tale nanerottolo.
- Sì, è piccolo. Ma anche la tarantola lo è.




Mentre veniva condotto nel magazzino, Smith riconobbe il suo
vecchio avversario, Dewey; smise di masticare la stecca di gom-
ma alla doppia menta che aveva in bocca, poi sorrise a Dewey
strizzandogli l'occhio, disinvolto e malizioso. Ma quando il diret-
tore gli chiese se aveva qualcosa da dire, la sua espressione era
seria.
I suoi occhi sensibili contemplarono gravemente i visi che lo cir-
condavano, si alzarono verso il boia, in ombra, quindi si abbas-
sarono sulle proprie mani legate.




Si guardò le dita, sporche di inchiostro e di colore perché negli
ultimi tre anni nella Cella della Morte aveva continuato a dipin-
gere autoritratti e immagini di bambini per lo più figli di dete-
nuti che gli offrivano le fotografie della loro progenie che vede-
vano tanto raramente.
- Penso,
disse,
- che sia una cosa bestiale togliere una vita in questo modo.
Non credo nella condanna capitale, né moralmente né legal-
mente. Forse avevo qualcosa da dire, qualcosa....




La sua sicurezza venne meno; la timidezza gli smorzò la voce
riducendola a un volume appena udibile.
- Sarebbe senza senso chiedere perdono di quel che ho fatto.
E' fuori luogo. Ma lo faccio. Chiedo perdono....
Gradini, cappio, benda; ma prima che la benda venisse legata,
il prigioniero sputò la gomma da masticare nella mano tesa del
cappellano.
Dewey chiuse gli occhi e li tenne chiusi fino a quando sentì il
colpo secco che indica un collo spezzato dalla corda. Come
la maggior parte degli ufficiali della legge americani, Dewey
è certo che la pena capitale costituisca un freno alla crimina-
lità organizzata, e sentiva che se mai tale condanna era stata
meritata, era proprio in questo caso.




La precedente esecuzione non l'aveva turbato, aveva sem-
pre avuto una bassa opinione di Hickock che giudicava 'un
piccolo truffatore che aveva sconfinato dal suo campo d'a-
zione, un essere vuoto e senza il minimo valore'.
Ma Smith, sebbene fosse il vero assassino, provocava una
diversa reazione, perché aveva qualcosa in sé, un'aura di a-
nimale scacciato, di creatura ferita, che l'investigatore non
poteva trascurare.......
(T. Capote, A sangue freddo)












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