giuliano

domenica 21 aprile 2013

STORIA UNIVERSALE DELL'INFAMIA: la 'maffia' (8)












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storia universale dell'infamia: la 'maffia' (7)

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storia universale dell'infamia: un business che spara









L'intenzione politica che sta alla base della relazione
'Gualtiero' caratterizza la 'maffia' per il legame con i
partiti estremi - repubblicani e borbonici - e ne indi-
ca i personaggi chiave nel generale Giovanni Corrao,
capo del gruppo radicale garibaldino, e, dopo che
questi viene assassinato (1863), nel suo successore,




Giuseppe Badia: i prefetti fanno la loro 'scoperta'
per incidens, per quanto serve a spiegare la loro im-
potenza nel crearsi un consenso e a demonizzare l'-
opposizione.
Passa solo un ventennio e la parola 'maffia' compare
 anche sulla sponda statunitense, a definire una mi-




steriosa organizzazione, fatta risalire a periodi antichis-
simi, che conserverebbe la sua testa pensante nell'isola
e spargerebbe ovunque i suoi gregari; a stigmatizzare
un''alien cospiracy', un complotto straniero portato avan-
ti da 'socialisti, nazionalisti o quant'altro'.
Non manca il sospetto di una complicità del governo




italiano, come in quella vignetta satirica di fine Otto-
cento dove un pifferaio magico attrae oltre l'oceano
gli immondi ratti del vecchio mondo, compreso quello
mafioso, tra l'esultanza dei regnanti europei e la dispe-
razione dello zio Sam.
Si tratta di una delle forme con cui l'America Wasp
esprime la paura del diverso, l'irrigidimento etnocen-




trico di fronte alla 'seconda ondata' dell'emigrazione,
e in pratica di un argomento che porta a reclamare la
limitazione dei permessi di ingresso negli Stati Uniti per
gli italiani che vengono accusati di riprodurre nel Nuovo
Mondo il peggio della società di partenza: malattie, igno-
ranza, superstizione e naturalmente criminalità, tanto
più  temuta quanto più esotica e misteriosa.




Tra il primo uso italiano e il primo americano del termi-
ne ci sono dunque dei punti in comune: la 'maffia' è me-
tafora di un che di irriconducibile ai valori affermati dal-
lo Stato ottocentesco, appare in quanto tale oscuramen-
te intrecciata al sovversivismo politico (spesso appoggia-
to dagli stessi governi esportatori..), e soprattutto riflet-
te il timore della permanenza di un oscuro passato, di un
codice culturale ostile alla civiltà e alla cultura....
(Salvatore Lupo, Storia della mafia)

















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