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Il 3 ottobre 1795, cioè dopo pochi giorni dagli incontri con il re, Gil riferì a Malaspina della propria amicizia con i confessori del re e della regina, attraverso i quali sarebbe stato possibile far giungere ai sovrani qualsiasi documento importante.
E’ un invito… o una trappola?
Malaspina non ha rinunciato al suo piano di sostituire il primo
ministro e, forte della pace con la Francia chiese a padre Gil di essere
presentato a padre Juan de Moya. Nessun occasione migliore che servirsi dei
‘confessori’ per far giungere ai sovrani il suo piano. La presentazione avvenne
nel monastero dell’Escorial il 10 novembre, in presenza di altrettanti frati
gesuiti….
Da quel giorno, la situazione attorno a Malaspina precipitò…. La notte
del 13 novembre Malaspina si trovava in casa di una dama della regina, Maria
Frias de Pizarro, che si offrì volentieri di collaborare nel trasmettere alla
regina e al confessore del re, padre Juan de Moya, due scritti: si trattava del
‘Memoriale’ alla regina e della minuta della petizione al ‘confessore’ del re,
con allegato il piano per sostituire Godoy. La sera del 14 Malaspina consegnò i
due scritti alla Pizarro, che li trasmise la notte stessa a Godoy (possibile
che il comandante ignorasse che anche questa dama fosse amante del primo
ministro?).
Ma questa volta non si trattò delle solite ‘pasquinate ironiche’, come quella notissima che coinvolge lo stesso confessore del re, e che metteva in scena i quattro personaggi più in vista del regno:
Re: Io comando.
Regina: Io comando su di lui.
Godoy: Io comando su questi due.
Moya: Io assolvo tutti e tre.
DEMONIO: Io prendo tutti e quattro!
No!
Questa volta non si era trattato di una ‘pasquinata mordace’, ma
insieme innocente; questa volta era stato lo stesso Godoy, in coppia con la
Pizarro, ad aver gestito e perfezionato la ‘cospirazione’!
Godoy, già in possesso delle carte segrete e compromettenti, indusse
infatti la Pizarro a continuare a fingere con Malaspina, assicurandogli che la
regina si riprometteva di leggere quei documenti, ma non si limitò a ciò, le
consigliò di invitare il comandante a scrivere ed annotare l’elenco delle
persone implicate nella ‘cospirazione’ (dove contava anche alcuni fedeli nel
regno dei Savoia…). Probabilmente l’unico, effettivo errore commesso da
Malaspina è da ricercarsi nella sopravalutazione che egli fece
dell’indebolimento – sia sul piano politico che su quello personale – della
posizione del ministo Godoy di fronte alla corte e di fronte al paese.
Malaspina, in altri termini, aveva giudicato ormai maturi i tempi per
un ricambio al vertice della ‘casta’ di governo; e, credendo in completa buona
fede di poter essere ancora una volta utile al paese si espose in prima persona
nel suggerire ai sovrani la necessità di una surroga di Godoy. Secondo le
notizie – del resto assai imprecise – che si hanno su questa vicenda, il piano
di Malaspina avrebbe dovuto portare alla sostituzione dei vari ministri
‘corrotti’ con annesse tutte le autorità connesse alla loro persone e alla
corte. La proposta di governo avanzata dal Malaspina, era una proposta più che
autorevole, ispirata ad una politica onesta di riforme in sintonia con il nuovo
Illuminismo francese.
Ma le cose andarono diversamente: Godoy, quando ritenne di essere ormai
in possesso delle prove (di tutte le prove compresi i cospiratori esterni, i
quali danneggiavano gli interessi economici del paese…) e di essere tornato
padrone della situazione, avviò il processo convocando il Consiglio di Stato,
di domenica, in seduta straordinaria. L’intento classico dell’inquisitore
politico accompagnato dal potere religioso, era quello di sviare l’attenzione
dei contenuti politici del programma malaspiniano, per concentrarla sugli
aspetti personali (prassi già nota…).
Egli non sfiorò neppure minimamente gli argomenti politici della crisi spagnola, Godoy, e la cosa è estremamente significativa, preferì descrivere il suo accusatore come un uomo che lo aveva insultato sul piano personale, e come già in precedenza, accusandolo esplicitamente circa la sua devozione religiosa.
Egli non sfiorò neppure minimamente gli argomenti politici della crisi spagnola, Godoy, e la cosa è estremamente significativa, preferì descrivere il suo accusatore come un uomo che lo aveva insultato sul piano personale, e come già in precedenza, accusandolo esplicitamente circa la sua devozione religiosa.
Dal verbale della seduta del Consiglio risulta anche che i presenti si
stupirono grandemente nell’apprendere l’esistenza di un così sorprendente e
incredibile piano di cospirazione, che, a detta di Godoy, aveva coinvolto
alcune personalità di spicco entro e fuori la corte. Il 25 novembre Malaspina
fu condotto dagli invalidi al carcere delle Guardie del Corpo Reale, mentre
padre Gil fu trasferito altrove.
Il significato e i risultati della spedizione e del Viaggio vennero
così definitivamente compromessi e restarono a lungo ignorati, censurati ed
inquisiti, il 27 novembre, in apertura
della seduta il re dichiarò Godoy ‘principe della Pace’…..
(Con Malaspina nei mari del Sud....)
(Con Malaspina nei mari del Sud....)
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