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I coloni: maestri & alunni (11)
… Ma per non divagare
ulteriormente nel bel mezzo di una digressione, come ho visto fare da alcuni
autori che racchiudono una divagazione nell’altra come fossero scatole cinesi,
qui io affermo che, dopo aver attentamente sezionato la natura umana, ho
compiuto una stranissima e importante scoperta: che per recare beneficio
all’umanità ci sono due vie, quella dell’ISTRUZIONE e quella dello SVAGO. E ho
anche dimostrato nelle mie diverse letture che oggi come oggi, l’umanità trae
maggiore beneficio dallo svago, piuttosto che dall’istruzione, essendo le sue
malattie endemiche il fastidio, l’assenza di personalità e valori, e la
terribile noia; laddove, nell’universale regno del SAPERE E DELL’ARGUZIA DEL
PRESENTE, CI SEMBRA CHE BEN POCO SIA RIMASTO ALL’ISTRUZIONE.
…. Ed ora vorrei che avanzassero una richiesta, che divenga una
proposta di legge, per la nomina di commissari che ispezionino il nostro
Manicomio e gli edifici adiacenti, in modo che si possano convocare persone e
prelevare documenti, al fine di verificare i meriti e le qualifiche di ogni
studente o professore, e quindi di esaminare, con la massima cura, le loro
varie (e vere) inclinazioni e comportamenti.
Per mezzo di tutto ciò, debitamente distinguendo e adattando i singoli
‘talenti’, costoro potranno produrre (nella nostra bene amata società civile)
strumenti mirabili per i diversi uffici dello stato, civili e militari, secondo
i metodi che qui di seguito, umilmente, propongo. E spero che il gentile
lettore voglia accogliere con benevolenza la mia grande sollecitudine in questo
importante affare, considerando in quale stima io abbia sempre tenuto
quell’onorevole confraternita, di cui io ebbi, per qualche tempo, l’onore di
essere un membro, grandemente indegno.
C’è uno studente (essendo qui in Manicomio presentato come una
rispettabile Accademia, i matti sono chiamati studenti o professori) che riduce
in piccoli pezzi la paglia del suo giaciglio, imprecando e bestemmiando,
mordendo l’inferriata, con la schiuma alla bocca, e che vuota il suo pitale in
faccia agli spettatori, o che fustighi il pavimento della sua cucina con un
bastone? Lasciate che le eccellenze i commissari preposti all’ispezione offrano
allo studente di unirsi ad un reggimento di dragoni inviati in missione nelle Fiandre.
Ce n’è un altro che parla in continuazione, borbotta, sbadiglia, urla,
in uno sproloquio senza fine e senza senso? Quali talenti meravigliosi per il
nostro nobile e civile domani non vadano sprecati! Date subito a costui una
borsa verde e alcuni documenti, dieci soldi in tasca, e via con lui a
Westminster Hall.
Ne troverete un terzo impegnato seriamente a prendere le misure della
sua cella – una persona di grande lungimiranza e intuizione, anche se tenuto
nella completa oscurità, poiché, come il volto di Mosè, la sua pelle era
splendente. Cammina a passo regolare, supplica per ottenere un penny con la
stessa gravità usata per una cerimonia, parla di tempi duri, e di tasse, e
della meretrice di Babilonia, chiude le finestre della sua cella, puntuale, sempre
alle otto, e sogna fiamme e ladri e cortigiani, e incarichi di prestigio. Ora,
quale sorta fortunata avrebbero tutte queste nozioni, se solo chi ne è dotato
fosse mandato in città tra i suoi confratelli!
Accostatevi allo spioncino di un’altra gabbia – prima turatevi il naso
– e scorgerete un individuo scontroso, tetro, cattivo e malmesso, il quale
rovista tra i propri escrementi e sguazza nella propria urina. La parte
migliore della sua dieta consiste nella riconversione (in maniera del tutto
nuova ed evoluta per i moderni tempi di cui lui è un elemento essenziale) dei
suoi stessi escrementi, le cui esalazioni lo avvolgono, e infine le riassorbe
(un processo complesso che supera le leggi della moderna chimica e sfocia nella
pura metafisica industrializzata ad uso urbano e standardizzata in moderne reti
di connessione globale).
La sua carnagione è di color giallo sporco, la sua
pelle è tatuata e talvolta numerata, la sua barba incolta sul volto,
esattamente in tono con la sua dieta, come alcuni insetti che, nati e cresciuti
tra gli escrementi, da lì prendono colore e odore (e per ugual processo, come
sopra descritto, ricreano tali escrementi in moderni apparati elettronici per
l’arte metafisica del domani, civilizzata evoluta e commercialmente competitiva).
Lo studente di questo appartamento è molto avaro di parole, ma fin
troppo generoso nelle esalazioni del suo respiro. Porge la mano, pronto a
ricevere il penny, e immediatamente dopo averlo ricevuto, si ritira alle sue
occupazioni precedenti. Ora, non è forse stupefacente che la società di Warwick
Lane non s’impegni maggiormente per il recupero di un membro tanto utile, che,
giudicando dalle premesse, diventerebbe uno dei maggiori ornamenti di tale
illustre consesso?
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