giuliano

domenica 21 settembre 2014

L'OCA (2)








































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L'oca (1)

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L'arte della menzogna (politica) 













Per ciò che concerne il suo misero corpo, non ci può esservi alcun dubbio, ma esaminate anche le conquiste della sua ‘nobile’ ed ‘evoluta’ mente… e troverete che tutte contribuiscono in diversa (taglia e…) misura… A FARE L’ABITO GIUSTO!
Un esempio per tutti: non è forse la religione un mantello di decenza ed onestà per il Paradiso (osservateli mentre escono ed entrano dalla e nella loro cattedrale preferita in vece del caffè troppo pieno in ugual modo di domenica…); l’onestà un paio di scarpe su misura che scricchiolano e cigolano in special modo in quei corridoi dove regna codesta divina giustizia!; e l’amor proprio un soprabito d’inverno e una bella camicia d’estate; e la coscienza un paio di brache, le quali, sebbene nascondano la libidine e la cattiveria così ben nutrita e cresciuta, si calano facilmente al servizio dell’una e dell’altra?
Una volta accolti simili presupposti, ne conseguirà per ragionamento logico (conseguito con laurea emerita presso la facoltà di Economia & Commercio), che tali entità – che il mondo chiama impropriamente completi di vestiario – sono in realtà le più raffinate specie di animali; o, ancor meglio, sono creature razionali, al pari degli uomini.




Non è forse evidente che essi vivono, e si muovono, e parlano, e svolgono tutti gli altri compiti della vita a cui la vita destina loro? E le loro inscindibili proprietà non sono forse la bellezza, e l’intelligenza, e la bella presenza, e la buona educazione?
In conclusione, non vediamo nient’altro che loro, non ascoltiamo che loro (queste nobili creature…). Non sono forse loro che camminano per le strade con tanta nobiltà d’animo, presenziano il Parlamento, i caffè, i teatri, i bordelli e non per ultime affollate chiese?
Invero, è risaputo, che queste creature, che vengono volgarmente (ed ingiustamente) chiamate e nominate completi di vestiario o abiti, secondo gli elementi che aggiungono, ricevano denominazioni e ruoli diversi.
Se uno di loro è corredato di capelli canuti, catena d’oro, toga rossa e un bastone bianco, e sta in sella a un grande cavallo, costui viene allora chiamato Sindaco; se le pellicce d’ermellino sono sistemate in determinate posizioni, si userà allora il titolo di Giudice; allo stesso modo, ad un giusto accostamento di tela batista e raso nero, conferiamo il titolo di Vescovo; non stiamo in questa sede ad enumerare ed illustrare nelle variegate ‘leggi’ della botanica prima maestra di codesto artigianato i fasti di coloro che sfoderano i colori migliori, gli abiti più sfarzosi nel regno ‘naturale’ dei loro ritrovi preferiti… i caffè: ci vorrebbe un arte enciclopedica riassunta in appositi ‘archivi di Stato’.
Altri studiosi, pur concordando in linea generale, furono ancora più raffinati e brillanti nel trattare certi aspetti, ritengono infatti che l’uomo sia un animale composto di due abiti, l’abito naturale e quello celestiale, che altro non sono se non il corpo e l’anima.
L’anima è l’abito esterno, il corpo quello interno, e quest’ultimo esiste ‘ex traduce’, mentre l’altro è una creazione quotidiana che avviene per circonfusione, e lo dimostrano per mezzo delle Scritture. Perché in questi abiti viviamo e ci muoviamo, e si manifesta il nostro essere: come pure è dimostrato dalla filosofia, perché essi sono tutti in tutto, e tutti in ogni parte……


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