giuliano

martedì 27 giugno 2017

OTTO (38)





















































Precedenti capitoli:

Venenum materia (37)

Prosegue in:

Dieci (39)














Nel bosco di aceri e tigli sotto il campo di osservazione dei panda, il vecchio botanico arrivato con me ha scoperto una quercia gigante alta più di quaranta metri, unico vegetale rimasto dall’era della glaciazione, un milione di anni fa.
Sollevando il capo, sui rami spogli si scorgono minuscole foglioline nuove. Nel tronco c’è una grossa cavità, potrebbe essere la tana di un orso. Mi spinge a entrare per dare un’occhiata. Dice di non temere, non c’è pericolo, perché gli orsi si rifugiano nelle tane solo d’inverno. E’ tutta coperta di muschio. Anche l’esterno dell’albero rivestito di un verde tappeto vellutato e le radici nodose e aggrovigliate s’insinuano tra le piante e tra gli arbusti tutt’intorno.

‘Giovanotto, questo è l’ambiente primordiale’ dice picchiettando contro il tronco della quercia con un piccone che porta sempre con sé quando sale in montagna.
Chiama tutti ‘giovanotti’. Deve avere circa sessant’anni ma è in gran forma, e con il piccone come bastone da appoggio scorrazza ancora per i monti.
‘Hanno abbattuto tutti gli alberi pregiati per farne legname, e se il tronco della quercia non fosse cavo, anch’essa sarebbe andata da un pezzo. Questa non è più una vera foresta vergine’ dice, tirando un gran sospiro. ‘Nel migliore dei casi è semivergine’.
E’ venuto a raccogliere campioni di bambù-freccia, la varietà di cui si nutrono i panda. Mi inoltro insieme a lui nel bosco. I bambù, alti un paio di metri, sono tutti secchi, non ne troviamo uno vivo. Mi spiega che il ciclo del bambù-freccia da quando fiorisce, germoglia, fa i semi, secca, rifiorisce e germoglia di nuovo, dura in tutto sessant’anni, come il ciclo del samsara nel buddhismo.

Un disastro!

‘L’uomo segue le leggi della Terra, la Terra segue le leggi del cielo, il cielo segue le leggi del Tao, il Tao segue le leggi della Natura’, recita ad alta voce, ‘non bisogna stravolgere l’intima essenza della Natura, non bisogna forzare il corso naturale delle cose’.

‘Allora che senso ha salvare i panda?’, domando!

‘E’ un simbolo, una sorta di consolazione. L’uomo non ha bisogno di illudersi, da un lato tenta di salvare una specie che ha perso ogni capacità di sopravvivenza, dall’altro distrugge l’ambiente vitale per la sua sussistenza. Come il fiume Min che hai appena risalito: i boschi lungo le rive sono stati completamente distrutti, e il fiume è diventato un rivolo di fango nero. Per non parlare del Fiume Azzurro. Vogliono sbarrarlo alle Tre Gole per costruire una diga gigantesca! E’ molto romantico avere progetti fantasiosi. Nel corso dei secoli si sono verificati numerosi cedimenti nelle faglie geologiche della regione, costruire una diga non solo distruggerebbe l’equilibrio ambientale dell’intero bacino del fiume, ma provocherebbe movimenti tellurici di tale portata da trasformare in tartarughe milioni e milioni di abitanti del suo corso medio-basso! Naturalmente nessuno darà mai retta a un povero vecchio come me. L’uomo saccheggia, ma un giorno la Natura si vendicherà!’.

Continuiamo ad attraversare il bosco, circondati da felci che arrivano alla vita, con grandi foglie affusolate simili ad enormi imbuti. Le foglie del rizoma sono di un verde più scuro e tutt’intorno l’atmosfera è satura di umidità.

‘Ci sono serpenti tra le piante?’, mi viene spontaneo domandare.
‘Non è ancora la stagione. Diventano molto pericolosi all’inizio dell’estate, ai primi caldi’.
‘E bestie feroci?’.
‘Bisogna avere paura dell’uomo, non degli animali!’.


















   

sabato 24 giugno 2017

VENENUM MATERIA (37)



















































Precedenti capitoli:

Venenum materia (36)

Prosegue in:

Otto (38)














In una società dei consumi, tale contesa ha conseguenze materialistiche. E’ come se gli individui tentassero di placare la propria ansia esistenziale attraverso gli acquisti. Secondo il punto di vista convenzionale, la ricetta del progresso è semplice: più si consuma, più si diventa felici.
Un esame approfondito di ciò che motiva i consumatori rivela una vasta gamma di fattori, famiglia, amicizia, salute, approvazione dei pari, comunità, scopo, noti per avere una forte correlazione con la felicità di cui si dichiara di godere. In altre parole, gli individui credono veramente che, attraverso i consumi, si ottengono amici, comunità, senso del proprio scopo e così via.
Ma ci troviamo di fronte a un paradosso per certi aspetti tragico. Le persone conoscono bene le cose che le rendono felici, ma hanno una scarsa comprensione di come fare a ottenerle. La tesi secondo cui sempre più consumi portano a un livello più elevato di benessere si rivela errata. Avvalendosi di dati raccolti si è verificata l’ipotesi che il livello di soddisfazione di vita sia legato all’aumento del reddito. Di positivo c’è che l’equazione quasi funziona: si assiste infatti a un trend crescente di soddisfazione per la propria vita ai livelli più bassi del reddito. Di negativo c’è che il rapporto continuerà a diminuire all’aumentare del reddito.




In gran parte dei paesi industrializzati, nella migliore delle ipotesi, vi è solo una blanda correlazione tra del reddito e felicità dichiarata e in paesi con redditi medi oltre i 15.000 dollari, la correlazione tra aumento del reddito e un livello di soddisfazione di vita più elevato è praticamente nulla.

Nel corso del tempo, si può raccontare lo stesso paradosso all’interno di singole nazioni.

Negli Stati Uniti, dal 1950 il reddito reale pro capite è triplicato, ma la percentuale di individui che dichiara di essere molto soddisfatta non è affatto cresciuta, anzi, dagli anni 70 ha registrato un calo. In Giappone per molti decenni la soddisfazione di vita non ha registrato grossi cambiamenti. Nel Regno Unito, la percentuale di individui che si dichiara molto soddisfatta è passata dal 52 del 1957 al 36% di oggi. 

Nei paesi occidentali alcuni aspetti fondamentali del benessere individuale, invece di migliorare sembrano aver subito un declino. 

Nell’America del Nord, i tassi di depressione raddoppiano ogni decennio. Il 15% degli americani di 35 anni ha già sofferto di una forte depressione. Quarant’anni fa, si parlava solo del 2%. Negli Stati Uniti, a un certo momento della vita, un terzo della popolazione soffre di malattie mentali gravi, e circa la metà di queste persone sarà colpita da una grave depressione inabilitante.




Nel corso di un qualsiasi anno, circa il 6% della popolazione soffrirà di depressione clinica e attualmente in America del Nord, il suicidio è la terza causa di morte più comune tra i giovani adulti. Risalire alle cause di questa infelicità non è particolarmente facile, ma vi sono due serie di dati piuttosto convincenti che vedono come il consumismo stesso ne sia in parte responsabile. 
La prima serie rivela una correlazione negativa tra i comportamenti materialistici e il benessere soggettivo. Il filosofo Alain de Botton ha mostrato come una società iniqua porti ad alti livelli di ‘ansia da status’ tra i cittadini. Lo psicologo Tim Kasser e colleghi hanno mostrato come chi mostra comportamenti più materialistici, definendo e misurando il proprio valore attraverso il denaro e i possedimenti materiali, dichiara livelli inferiori di felicità. Rincorre l’autostima attraverso la ricchezza materiale sembra un tipo di ‘gioco a somma zero’ in cui il bisogno costante di migliorarsi e di approvazione serve solo a far sì che ci si fossilizzi in una nevrotica spirale di consumi. 
Un secondo nucleo di prove altrettanto convincenti collega la crescente infelicità all’indebolimento di certe istituzioni fondamentali. Il benessere soggettivo dipende in maniera determinante da stabilità familiare, amicizia e forza della comunità. Ma, nella società dei consumi questi aspetti sono stati messi in secondo piano. 
Nel Regno Unito, ad esempio, dal 1950 la disgregazione familiare è aumentata di circa il 400%. Negli ultimi 20 anni dell’ultima parte del secolo scorso, la percentuale di americani che definiva i propri matrimoni come ‘molto felici’ è calata drasticamente e negli ultimi 50 anni, la fiducia e il senso di comunità tra la gente sono calati enormemente. Alla metà del ventesimo secolo, oltre il 50% di tutti gli americani credeva che le persone fossero ‘morali e oneste’. Nel 2000, la proporzione era calata a circa poco più di un quarto e, nello stesso periodo, anche la partecipazione alle attività comunitarie e sociali diminuì nettamente.




In altre parole, sembra esserci una correlazione tra la crescita dei consumi e l’erosione delle cose che rendono felici le persone, in particolare le relazioni sociali. E’ evidente che tale correlazione non significa necessariamente che ci sia un rapporto casuale tra i due termini. Di fatto, come si e scriverà più avanti, ci sono però ragioni più che solide per considerare seriamente l’idea che le strutture e istituzioni necessarie a mantenere la crescita erodano le relazioni sociali o, come sostiene l’economista Richard Layard, che la crescita dei consumi abbia ‘portato un certo aumento della felicità, anche in paesi ricchi, ma tale felicità aggiunta è stata annullata da una maggiore tristezza derivante da relazioni sociali meno armoniose’.
Un tragico risultato di questa inafferrabile corsa alla felicità è che, sia ora sia per il futuro, le società industriali stanno escludendo le possibilità che altre persone possano condurre una vita soddisfacente, e non sono nemmeno in grado di offrir loro ricompense nell’immediato. 

Il paradosso del benessere rende la domanda inevitabile: perché si continua a consumare?

Perché non si guadagna meno, si spende meno in modo tale da avere più tempo per la famiglia e gli amici?

In questo modo, non si potrebbe vivere meglio, e più equamente, riducendo l’impatto dell’umanità sull’ambiente?

Questa idea ha dato la motivazione a numerose iniziative che mirano a uno stile di vita più semplice.  ‘La semplicità volontaria’ è per certi aspetti una vera filosofia di vita. Si ispira in gran parte agli insegnamenti del Mahatma Gandhi, che incoraggiava le persone a ‘vivere semplicemente, cosicché gli altri possano semplicemente vivere’. Nel 1936, uno dei discepoli di Ghandi descrisse la semplicità volontaria come ‘l’evitare l’accozzaglia esteriore’ e la ‘intenzionale organizzazione della vita per uno scopo’.




























lunedì 19 giugno 2017

...MATERIA... (33)




















































Precedenti capitoli:

Venenum materia (32/1)

Prosegue in:

Dispute teologiche fra Sacro e profano (34)














Si designa però più spesso come gloria, kydos, o come fama, kléos, decretata da una pronuncia, phéme, degli Dèi. In vedico è lo stato di kratu, di ardore, forza ed ispirazione, forse dalla stessa radice kar donde il sanscrito kirti, ‘fama’. In avestico è magha, dalla radice di magnificenza e di magia. Forse in indoeuropeo fu designato con la radice leudh, donde l’avestico ruoda, ‘crescita’, ‘statura’; il greco antico eleutheria e il latino libertas; con la radice aug, donde augmentum, auctoritas, augustus. E’ uno stato nel quale si fonde la veemenza più ebbra e l’attenzione più quieta e lungimirante; perciò una comune radice genera le parola mania, mente e mantica.

Questo lo stato giusto, il bene!

Le parole che designano il diritto spesso evocano questa condizione che è la pietra di volta d’ogni ordine di giustizia (per chi si adopera ed affanna nel contrario al rogo di ogni bosco e foglia certamente opera per altra ed opposta natura mai degna Arte di alcun Dio).




Questa giustizia come conformità al destino può venir meno (come appena detto e troppo spesso) la sua dritta via può essere smarrita: improvvisamente un infausto incontro, una cattiva notizia, una calunnia, una brutta azione accompagnata ad un morbo alterano la circolazione d’energia (come un elemento estraneo attacca un corpo sano), si ottenebra allora l’irradiazione di prestigio e d’autorità, la gloria del colpito (anche da un solo fulmine alla chioma del folto bosco), il suo canto interiore muore e brucia e si spegne nelle ceneri di un singhiozzo, di un acqua putrida, di una strana escrescenza, di un fuoco solfureo, di una vista incompiuta; cessa, quindi, la propria certezza d’avere nome e fato scritti nel cielo là ove la chioma protende….
Sguardi o gesti o parole o suoni sinistri, opera di uomini o di esseri invisibili, hanno rapinato e legato, stregato, maledetto l’uomo che prima si muoveva libero nella sua gloria specchio di Dio o baldo beniamino degli Dèi, non scorgo gran differenza in medesimo male rilevato…




E’ stato compiuto, diranno i primi giuristi, un veneficio. Non è, questo, soltanto l’avvelenamento della Natura ma anche l’ammaliamento. Venenum è tanto il fascino maligno quanto la corruzione degli umori corporei.              
Il veneficio va represso; nascono insieme la medicina e il diritto, dalla radice med, proviene il nome del giudice in osco: mediss. Il medico e il giudice furono una sola persona, lo Sciamano.
La tradizione eschimese raccolta da Rasmussen insegna che all’inizio il vento e il respiro riunivano, intrecciavano, mantenendole integre le energie dell’uomo. Quando povertà e bisogno e morte scesero sulla terra, sorse il Primo Sciamano esperto di riti, di cure, di magia, istruito da visioni nelle quali individuava ricette e responsi, dunque in grado di guarire e restaurare la giustizia.




Pericoli dei pericoli è restare affascinati, ossessionati, posseduti; conferiti a un altrui destino e morti al nostro. Culmine dell’ingiustizia è la rapina psichica che atti di violenza, malattie agevolano nei diritti primordiali il veneficio è il massimo delitto. Lo schianto d’un torto o la potenza d’un inganno o il dolore d’una persona percossa aprono le porte alla forza psichica e malevola altrui, che ci cattura e trasforma in larve: questa la pura escrescenza del male. Allora è la massima sventura, quando abdichiamo al nostro per ammirare, amare, seguire accecati il destino e la volontà di chi ci abbia piegato e stregato, contenti di non essere, di non aver più diritto a niente, di non poter più nessun’altra Stagione al Bosco di cui la vita…

E’ questa potrebbe essere una valida introduzione al faggio su cui feci giuramento… ed ora a lui regalo ogni foglia persa e rinata alla chioma di un’infinita Primavera… nel rogo di chi attenta la vita…

(E. Zolla, Uscite dal mondo; composizioni artistiche di: Kizuki Tamura













   

sabato 17 giugno 2017

BREVI RIFLESSIONI (30)


































Precedenti capitoli:

Differenza fra Eretici e ciarlatani (29/1)
















Prosegue in:

Il Sacro & Sacra Natura (31)













Non sono mai riuscito a saziarmi della contemplazione delle meraviglie appartenenti alla Natura: il flusso ed il deflusso del mare, l’ingrossarsi del Nilo, il volgersi dell’ago verso nord, e mi sono perciò studiato di trovare il loro corrispondente e parallelo nelle più evidenti e trascurate opere della Natura; e questo quanto posso fare, senza spingermi oltre, osservando la cosmografia del mio stesso io; portiamo dentro di noi quelle meraviglie che cerchiamo al di fuori: vi è tutto un Continente con i suoi prodigi: noi siamo quell’audace ed avventurosa opera della Natura, da cui chi la studia saggiamente apprende quello per cui altri si affaticano esaminando le diverse parti di un trattato e un volume senza fine.




Sono due così i libri da cui ricavo la mia teologia; accanto a quello scritto da Dio, un altro della sua serva Natura, che è il manoscritto pubblico e universale aperto agli occhi di tutti; coloro che non lo videro mai nell’uno, l’hanno scoperto nell’altro: fu questa la Sacra Scrittura e la teologia dei pagani; il corso naturale del Sole portò costoro a tributargli una maggior ammirazione di quanta la sua posizione soprannaturale ne ottenne dai figli di Israele; gli effetti ordinari della Natura destarono un maggiore entusiasmo negli uni, che tutti i suoi miracoli negli altri; indubbiamente i pagani erano più capaci di leggere quelle mistiche lettere, di quanto lo siano i cristiani, che vogliono uno sguardo attento a questi comuni geroglifici, e non ci degniamo di succhiare la teologia dai fiori della Natura. Né io dimentico a tal punto Dio, da adorare il nome della Natura; che non è da me definita, con le Scuole, come il principio del moto e del riposo, ma come quella linea dritta e regolare, quel corso determinato e costante con cui la sapienza di Dio ha disposto le azioni delle sue creature, a seconda delle loro diverse specie.




…Io ritengo che vi sia una bellezza generale in tutte le opere di Dio, e che non esista quindi deformità nelle creature di qualsiasi genere e specie; e non esiste, quindi, deformità se non nella mostruosità, in cui pur nondimeno esiste una specie di bellezza, escogitando la Natura con tanta ingegnosità quelle parti irregolari, da renderle talvolta più notevoli della struttura principale. Per esprimermi ancora più esattamente, non vi mai nulla di brutto e deforme, eccettuato il caos; in cui pur tuttavia, a voler esser precisi, non ci fu deformità, non esistendo allora la forma e non essendo stato ancora impregnato dalla voce di Dio.
Ora, la Natura, non è in dissidio con l’arte, né l’arte con la Natura, essendo entrambe al servizio della sua provvidenza. L’arte è il perfezionamento della Natura: se il mondo fosse ora come lo era il sesto giorno, ci sarebbe ancora un caos: la Natura ha fatto un mondo e l’arte ne ha fatto un altro. In breve, le cose sono tutte artificiali, poiché la Natura è l’arte di Dio.




Più amo e prego la Natura e più di concerto scopro e ora vi confesso che nelle Scritture ci sono storie che certamente superano le favole dei poeti, e che ad un lettore cavilloso fanno lo stesso effetto di Gargantua o di Bevis: che si esaminino, infatti, le leggende tutte dei tempi passati e i concetti favolosi di questi presenti, e sarà difficile trovarne uno che meriti di far da scudiere a Sansone; pure tutto questo è facilmente possibile, se concepiamo un concorso divino o un influsso che semplicemente derivi dal mignolo dell’Onnipotente.




E’ impossibile che alla debolezza della nostra comprensione non debbano manifestarsi irregolarità, contraddizioni e antinomie, nel discorrere dell’uomo o nell’infallibile voce di Dio: potrei io stesso mostrare un elenco di dubbi che, a quanto mi risulta, non sono stati finora immaginati o sollevati da alcuno, e che non sono risolti al loro primo presentarsi, non essendo quesiti stravaganti e nemmeno obiezioni campate in aria: poiché non posso sentir parlare di atomi in teologia. Posso leggere la storia della colomba che fu mandata fuori dall’arca e mai ritornò, senza tuttavia domandarmi come ritrovasse il compagno che non l’aveva seguita; che Lazzaro fu resuscitato dalla tomba, senza tuttavia chiedere dove se ne stesse in attesa la sua anima nel frattempo; o senza sollevare una questione giuridica per stabilire se il suo erede potesse legittimamente trattenere l’eredità assegnategli dalla sua morte, e se egli, benché richiamato in vita, non potesse più accampare alcun diritto a quanto gli era appartenuto.




Non discuto la possibilità che Eva fosse ricavata dal lato sinistro di Adamo, poiché non so ancora con certezza quale sia il lato destro dell’uomo, o se esista una tale distinzione nella Natura; credo che sia stata fatta dalla costola di Adamo, pure non sollevo una questione sul chi dovrà sorgere con quella costola alla resurrezione; o sulla possibilità che Adamo fosse ermafrodito, come sostengono i rabbini interpretando alla lettera il testo, poiché è cosa affatto contraria alla ragione che dovesse esistere un ermafrodito prima che esistesse una donna, o una composizione di due nature prima che ne fosse composta una seconda.  




Allo stesso modo, se il mondo sia stato creato in autunno, estate, o primavera; poiché fu creato in tutti; poiché qualsiasi segno abbia il sole, quelle quattro stagioni sono di fatto esistenti: è della Natura di questo luminare distinguere le diverse stagioni dell’anno, e ciò è quanto esso fa contemporaneamente sull’intera Terra, ed in successione nelle varie parti di questa.
Vi è un mucchio di sottigliezze, non solo in filosofia, ma nella teologia, indicate e discusse da uomini ritenuti eccezionalmente capaci, che non sono in verità degne delle nostre ore libere, e ancor meno dei nostri studi… più seri…  
  
(T. Browne, Religio Medici)


















domenica 11 giugno 2017

RACCONTI DELLA DOMENICA: la chiesa di Shiloh (49)











































Precedente capitolo:

La chiesa di Shiloh (48)

Prosegue in:

il campo di battaglia del soldato Story (ovvero come amare la natura e odiare la guerra) (50)














Lo scolaro premiato appariva così ricco e cospicuo ed
 importante per tutto il giorno che immediatamente
il cuore di ogni bravo scolaro era infiammato da un
sacro zelo che spesso durava anche...una vita...
E' probabile che, in realtà questi premi non rientras-
sero tra le ispirazioni di Tom, ma certamente tutto il
suo essere aveva bramato per molti giorni la gloria
e lo splendore che questi comportavano.




A tempo debito il signor Walter, direttore della scuo-
la di religione, dà inizio al suo solito discorsetto, re-
datto secondo un modello che non è mai cambiato....
Lo scoppio di silenziosa gratitudine con cui l'assem-
blea accoglie la fine del discorso, è interrotto dal sus-
surrio dovuto all'ingresso di alcuni ospiti.
Si tratta dell'avvocato Thatcher che accompagna due
signori; uno debole e vecchio e l'altro di mezza età,
oltre una dignitosa signora che conduce per mano
una bambina.....




Tom, fino a quel momento travagliato dai rimorsi
per la presenza di Amy Lawrence, appena scorge
la nuova venuta, si sente l'animo colmo di beatitu-
dine.
Il signor Walter, presenta gli ospiti a tutta la scolare-
sca e si viene così a sapere che il signore di mezza e-
tà è niente meno che un giudice di contea: il giudice
Thatcher fratello del loro avvocato.
Jeff Thatcher esce, allora, immediatamente, per di-
mostrare la sua familiarità con il grande uomo, de-
stando invidia nell'intera scolaresca, mentre il signor




Walter avrebbe dato qualsiasi cosa per poter esibire
il ragazzo tedesco com'era prima che diventasse idio-
ta.
In quel preciso momento Tom Sawyer si fa avanti
consegnando i suoi nove biglietti gialli, i nove rossi e
i dieci blu e richiedendo la Bibbia dovutagli.
Il conto torna, i biglietti sono autentici, e la sorpresa
è tale che il nuovo eroe si trova, nella considerazione
dei presenti, alla stessa altezza del giudice.
Tutti sentono i morsi dell'invidia, ma soffrono soprat-
tutto quelli che si accorgono troppo tardi di aver con-




tribuito a questo ingiusto trionfo, cedendo a Tom i
biglietti in cambio delle ricchezze che egli era riusci-
to ad accumulare quando aveva messo in vendita il
privilegio di verniciare lo steccato....(certo miei cari
lettori se non l'avesse fatto come avrebbe potuto fi-
nire la sua grande opera in versetti e concederla al-
l'onore del giudice...)......
Tom è presentato al giudice il quale, dopo avergli
fatto un discorso sulla necessità di comportarsi be-
ne ....a scuola...di religione..., decide di interrogar-
lo; a questo punto, però, è meglio tirare sulla scena
il sipario della carità.....(anche perché se il solerte
giudice volesse sindacare la ricchezza che conces-
sero quei versetti......troverebbe amare sorprese...
soprattutto nella terra natia... là dove l'idiota....).
(M. Twain, Le avventure di Tom Sawyer)

















venerdì 9 giugno 2017

QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA: Avellaneda nella camera oscura di... (24)












































Precedenti capitoli:

Questa Terra è la mia Terra: Avellaneda nella camera oscura... (23)

Prosegue in:

Monipodio & Governo (25)














La luce a sua volta è una radiazione elettromagnetica che si propaga con un movimento ondulatoria definito dalla frequenza e dalla lunghezza d’onda: la lunghezza d’onda della luce visibile è compresa fra 400 e 700 nm; l’uomo percepisce le diverse lunghezze d’onda come colori diversi. Ad esempio un quanto di luce blu della lunghezza d’onda di 400 nm ha pertanto una frequenza più elevata e un maggior contenuto energetico di un quanto di luce rossa della lunghezza d’onda di 700 nm. Quando però è captato da una pianta, un quanto di energia può innescare reazioni chimiche della fotosintesi, nel corso delle quali l’organismo vegetale produce gli zuccheri.
In questo processo, l’energia radiante viene catturata da speciali molecole chiamate pigmenti, contenute nell’interno di strutture complesse: i cloroplasti delle piante superiori e i cromatofori di taluni batteri; gli elettroni di questi elementi si trovano a un determinato livello energetico che consente loro di catturare quanti di luce di particolari frequenze e tali frequenze possiedono la quantità di energia sufficiente per far passare gli elettroni del pigmento dal loro livello energetico ordinario, o stato fondamentale, ad uno stato eccitato. A loro volta gli elettroni che stabiliscono questo pasaggio sono quelli più esterni di un atomo, ossia quelli che vengono condivisi con gli atomi vicini nella formazione dei legami chimici che tengono unite le molecole.




Nella maggior parte delle piante, il principale elemento capace di captare la luce è la clorofilla, una sostanza verde in grado di assorbire quanti di luce rossa e blu: quando assorbe un quanto blu o rosso, così allo stato eccitato, la molecola di clorofilla immagazzina la sua energia sotto forma di un legame chimico alterato e qui l’energia immagazzinata viene usata per consentire reazioni che portano infine alla sintesi di composti stabili; quindi la fotosintesi è un esempio di trasduzione di energia, ossia di conversione di un tipo di energia in un altro. Gli zuccheri sintetizzati dalla pianta contengono, trasdotta in forma chimica, l’energia originariamente presente nella luce assorbita, e quindi la fotosintesi rappresenta null’altro assieme alla respirazione due processi reciproci: la prima, la fotosintesi, libera ossigeno e immagazzina energia, mentre la respirazione, assorbe ossigeno e libera energia…




Gli elementi di prova forniti finora, che si appoggiano soltanto su basi concettuali, pur presentando probabilmente qualche debolezza intrinseca, acquistano la loro forza in quanto hanno un rapporto sorprendente con la dimostrazione che segue e che è fondata su fatti reali della Natura come poc’anzi avete letto…
In Natura, la costituzione di ogni essere è determinata in funzione dell’elemento in cui l’essere vivente vive, ed ogni Elemento costruisce, per così dire, le proprie creature, e quando la loro struttura non corrisponde all’elemento, le creature non vi possono sopravvivere.

Ora l’Elemento del Sole è la luce!

Quindi, se esistessero delle creature solari, e nessuno oserebbe mettere in discussione il rango più elevato che esse occuperebbero rispetto alle creature terrestri, date che sono figlie del nucleo dell’Universo, che si trova in posizione dominante rispetto a tutti gli altri corpi celesti, che cos’altro potrebbero essere se non occhi divenuti atomi?



E possiamo affermare il nostro occhio come e al pari di una creatura solare che si trova sulla Terra giacché questo una creatura autonoma del nostro corpo dato che ha come Elemento fondamentale della propria condizione la luce; inversamente una creatura che ha come Elemento la luce avrà una struttura simile all’occhio proprio perché le due cose si condizionano a vicenda.
A causa, però, della sua influenza troppo debole, il Sole è riuscito a trasformare solo una piccola parte dell’uomo in una sua creatura, e ha dovuto arrestarsi al primo stadio dello sviluppo (di questo sviluppo inteso come Evoluzione rozza e approssimata ne potete ammirare i successivi disastri…). Al contrario, le creature solari (che io chiamo Angeli a causa della loro Superiore...




Natura) sono occhi divenuti liberi, il cui sviluppo interno, sempre concepito sul medesimo modello di quelli, si è completato. La luce è il loro Elemento, come l’Aria il nostro, e tutta la loro struttura, fin nei dettagli più minuti, è calcolata in funzione di quell’Elemento…
…Per concludere, dopo aver esposto queste Verità definitive, alle quali nemmeno Newton avrebbe rifiutato la propria attenzione, rifletto circa la vera Natura ‘fisica’ degli Angeli e da ciò ne consegue: alcuni di loro sono riempiti di ossigeno, altri di idrogeno, si innalzano continuamente al di sopra della superficie solare, si accoppiano e, grazie al processo di combustione dell’idrogeno con l’ossigeno, generano la luce che proviene dal Sole e che ci illumina, segno delle avvenute nozze.
La luce solare non è quindi null’altro che la fiaccola nunziale degli Angeli… 



(ma aggiungo.. precedente al tale evento vi è una Prima condizione e dimensione non ancora accertata forse solo ipotizzata dalla quale tutto ciò di cui avete letto compresi Dèi ed Angeli da quella derivata nella curvatura dello Spazio e Tempo condizione posta ed impossibile dal genio calcolata nella formula in quanto se ci atteniamo al cosiddetto ‘modello cosmologico standard’ cioè il modello che sovrintende l’ipotesi del Big-Bang quale istante iniziale, l’Universo si espande e la conseguente curvatura decresce in maniera continua e decelerata; se però procediamo verso stati di curvatura sempre più elevata, e questa crescita continua senza interruzioni sino allo stato di curvatura Infinita; corrispondente ad una singolarità, fissata per convenzione al tempo iniziale T= 0 oltre il quale la descrizione classica non può essere estesa, e questa singolarità è interpretabile o solo appena ipotizzabile in un contesto scientifico come un segnale che si stanno applicando delle leggi fisiche al di fuori della regione in cui esse sono valide [leggi anche Godel]…)…   










    

sabato 3 giugno 2017

IL CLIMA CHE CAMBIA... ovvero fine ed inizio secolo dal Sogno all'Incubo (20)















































Precedenti capitoli:

Questa terra è la mia terra (19)

Prosegue in:

Monipodio & Governo nella camera oscura di Cervantes (21/22)














Nonostante la lena con cui lavora, Ruskin è continuamente perseguitato dalle condizioni del Tempo, tempeste e nuvole psicologiche più che effettive perturbazioni.
Per tutto il viaggio lo scrittore si sente inseguito da plaghe-wind e plaghe-cloud, ‘vento e nuvole di peste’, manifestazioni atmosferiche che aveva notato per la prima volta nel 1871, a Matlock, all’epoca della prima crisi mentale…
Fin da ragazzo Ruskin è sempre stato attento al cielo ed ai suoi colori, alle nuvole e in generale a tutti i fenomeni atmosferici, per i quali ha sviluppato una sensibilità estrema….




Il principale gas serra soggetto alla diretta influenza dell’uomo è ovviamente l’anidride carbonica. Essa viene prodotta nella combustione dei combustibili fossili e nella decomposizione della materia organica, e viene invece consumata dalla fotosintesi. A modulare il ciclo sono gli interscambi del carbonato nelle rocce e nell’acqua, ove l’assunzione di CO(2) da parte dell’oceano costituisce un ‘pozzo’ di accumulo di primaria importanza per tempi che vanno dagli anni ai secoli, mentre su scala geologica a dominare è il ciclo delle rocce….
Vi è una considerevole incertezza a proposito di quale sia il ‘pozzo’ ove può accumularsi la CO(2) di fonte industriale, ed anche a proposito delle fonti di tipo biologico, cioè la deforestazione, conversione del territorio ad usi agricoli ed effetti dei mutamenti del clima. Considerevoli sono anche le incertezze sul modo in cui potrà funzionare in futuro il ciclo globale del carbonio se la concentrazione atmosferica di CO(2) ed il clima varieranno rispetto al presente.
Il mutare dell’ambiente globale modificherà il modo in cui funziona il ciclo del carbonio. La più alta concentrazione di CO(2) incrementerà, in certe condizioni, la fotosintesi – un effetto detto fertilizzante atmosferico, o da CO(2)….




… Nelle pagine del diario e in tutte le sue opere, le osservazioni meteorologiche sono sempre puntuali. Perciò, mentre la sua salute mentale si deteriora, egli ha l’impressione che anche la qualità del clima sia peggiorata in tutta Europa rispetto a quando in gioventù viaggiava con i genitori.
Egli tenta di definire il plague-wind come un vento che porta l’oscurità, di qualità maligna, tremolante e intermittente, che fa seccare erba e alberi. Per Ruskin il plague-wind ‘non soffia da un punto cardinale preciso, ma rende il cielo sporco invece di portare le sane nuvole di pioggia delle estati normali; ed i veri temporali sembrano vengano modificati e ridotti ad aborti di tempeste ripugnanti senza forza o all’opposto con troppa forza come un battito cardiaco accelerato dovuto da un’improvvisa ‘interferenza non-umana e nella sua stupida ed ossessiva ripetitività meccanica’.
Nel corso del Viaggio, fumo ed inquinamento sembrano essere dappertutto: ad Annency come a Sallanches, dove l’11 settembre annota sul diario….




… Di recente taluni studiosi hanno affermato che l’emissione di di-metil-solfuro (DMS) da parte del plankton marino potrebbe agire come un termostato globale. Il meccanismo di base da loro proposto è il seguente: 1) le emissioni di DMS dal mare sono una fonte primaria di solfato per l’atmosfera marina, e gli aerosol contenenti solfato sono la principale fonte di nuclei di condensazione per le nuvole nell’atmosfera marina; 2) una maggiore quantità di aerosol contenente solfato fa aumentare  la nuvolosità, che abbassa la temperatura della superficie oceanica; 3) ciò conduce alla fine a una minor attività del plankton, da cui una ridotta emissione di DMS, così il ciclo si chiude.
Più in dettaglio, il DMS è un prodotto secondario del metabolismo del fitoplakton marino (alghe). Il DMS è il composto marino volatile dello zolfo che predomina negli oceani, e lo scambio di esso è un fattore significativo del ciclo globale dello zolfo. La sua attuale distribuzione oceanica globale è senz’altro ben compresa, ma non ne sono stati ben quantificati i possibili mutamenti in distribuzione e quantità.
Si ritiene che il DMS venga sintetizzato come sottoprodotto della regolazione osmotica, cioè dell’adattamento all’ambiente salato, delle cellule planktoniche. Ciò vuol dire che il DMS è un sottoprodotto di uno dei processi fondamentali per il plankton marino, ma predominano alcuni gruppi, e in primo luogo i coccolitoforidi…




Il cambiamento dello stato di salute del professore può essere colto anche dall’argomento dell’ultima conferenza tenuta in pubblico al di fuori delle aule di Oxford, ‘The Storm-Cloud of Nineteenth Century’.
Nel corso del suo intervento, che appare come un’anticipazione visionaria dei temi dell’ecologismo, Ruskin espone le sue teorie su plague-wind e plague-cloud. Egli attacca la società capitalistica e la scienza ufficiale, incapaci di accorgersi e di misurare l’entità del disastro che ai suoi occhi è tanto evidente….
Dopo aver riacquistato un barlume di lucidità, Ruskin si trasferisce nuovamente a Brantwood e, una volta ristabilitosi in modo più incoraggiante, cerca di riprendere il lavoro interrotto di ‘Praeterita’. In quella stessa stanza d’albergo, nell’agosto del…., tenta di proseguire nella stesura ma i risultati sono piuttosto deludenti.
Un ennesimo devastante attacco nervoso con un aumento dell’attività cardiaca gli impedisce il proseguimento di qualsiasi attività intellettuale e così la scrittura dell’autobiografia viene accantonata…
… Poi il silenzio……




Una volta emesso nell’atmosfera, il DMS subisce tutta una serie di complesse reazioni con vari agenti ossidanti atmosferici. In generale tuttavia a prevalere è l’ossidazione ad acido metan-solforico e SO(2). Quest’ultima viene prontamente convertita in solfato nell’atmosfera marina.
Entrambi i composti risultanti in grado di formare aerosol – formano cioè una sospensione di goccioline d’acqua contenenti i composti solforati.
Gli aerosol contenenti zolfo costituiscono la maggior parte dei nuclei di condensazione delle nuvole al di sopra degli oceani. I nuclei di condensazione sono le particelle intorno alle quali si aggregano le goccioline d’acqua per formare le gocce alquanto più grosse di cui sono fatte le nuvole. Tali gocce d’acqua diffondono la luce solare, con una riflessione netta di energia solare nello spazio.
Un aumento delle emissioni di DMS farebbe crescere il numero dei nuclei di condensazione, che a sua volta dovrebbe incrementare la nuvolosità. Ciò alla fine dovrebbe produrre un raffreddamento a causa dell’alta riflettività delle nuvole marine. Il bilancio radioattivo globale, e quindi la temperatura media globale, è sensibile alle nubi marine…..

(M. Ferrazza, Cattedrali della Terra; Il Clima, Green Peace sul riscaldamento della Terra…)