giuliano

giovedì 22 marzo 2018

SIAMO QUI!


















Precedenti capitoli:

La cima di Satana & l'Isola del Diavolo (4)

Prosegue in:

Io sono qui tu dove sei? ovvero: il motore a schioppo (6)














Consentitemi qui di dare qualche indicazione a chi intende scegliere la professione di guida...

Innanzi tutto occorre avere una perfetta conoscenza delle montagne, così da poter essere certi del percorso anche quando la foschia le avvolge. Bisogna poi sorvegliare sempre con attenzione i propri clienti, particolarmente quando ci si trova in luoghi pericolosi…
Prima di organizzare un'escursione, è bene ogni volta informarsi circa le capacità delle persone che si stanno per accompagnare…




…La guida dovrebbe agire come il capitano di una nave: per quanto illustri possono essere gli individui (spesso non sono consapevoli delle difficili pagine del Tomo specchio della Storia intera la quale vorrebbero conquistare... e sopraffatti dall’illusione di una nuova Cima nominata progresso tornare babbuini di ben altri giardini  deliziare l’altrui ingordo appetito... Ci sono paradossi profondi come crepacci che governano il misero loro ed altrui cielo; regnano contraddizioni come gelo e ghiaccio; albergano immagazzinano respirano ed inalano un ossigeno rarefatto da divenire inconsapevoli oggetti soggetti e strumenti di una complessa componentistica dal palmare inghiottiti di altrui dei là ove una volta regnavano i veri ‘Dèmoni’ della Terra; pensano credere e possedere la Cima, ma in verità e per il vero, nel fondo di una grotta incisa e scritta ove si è perso anche l’uso della vera e nobile Parola accompagnare il Verso,  regredendo all’illetterato soffocato urlo ed indicare o barattare una Verità come la peggior bestemmia… e che Satana ci assista lungo tal difficile Eretico Viaggio…) che si affidano alla sua sorveglianza, soltanto a lui spetta di dirigere e governare...




 …Il segreto della guida è la prudenza: io sono sempre all’erta...

Tuttavia esistono differenze anche tra coloro che conoscono questo (nobile) principio e segreto.

C’è guida e guida: ognuna ha il proprio punto forte!

Si dice che la guida di Zermatt sia la migliore su roccia mentre la guida dell’Oberland sia da preferirsi su ghiaccio.
Ciò non è sempre esatto per quanto riguarda i singoli casi, ma risulta vero parlando in generale. Io stesso sono diventato specialista sia su roccia che su ghiaccio. Poi c’è la guida che confida nella fortuna: è pronta a tutto, ma non sa che cosa l’attende, semplicemente tira ad indovinare quando le si domanda:
‘Quanto dista la vetta?’.




Io però non lo faccio mai; prima di affrontare un itinerario che non ho mai percorso, lo studio in anticipo, ne disegno il tracciato e lo esploro con il binocolo finché non lo imparo a memoria. Quando dico ‘ANDIAMO’, sono in grado di rendermi conto che cosa mi aspetta...

In montagna devo sempre sapere quel che faccio...

Non che io sia ‘scientifico’: se qualcuno si rivolge a me per avere una risposta 'scientifica', di sicuro non l’ottiene...
Ma cartina alla mano posso indicare ‘SIAMO QUI’ (e non certo dove pensano loro che ci scrutano laggiù in quel misero albergo...). [ *1 ]




[ *1 ]… Stendo il mio sacco-piuma sul pavimento, mi sdraio e sistemo la candela accanto al guanciale…

Petr Petrovic alza la testa e mi guarda.

‘Ecco, voglio spiegarvi una cosa…’,

dice sottovoce, perché il resto della cordata (assieme al resto del Club da cui dipende…) non senta…

‘Qui in Siberia il popolo è ignorante, inetto. Gli portano tutto dalla Russia: e i pellicciotti, e il calicò, e i piatti, e i chiodi… da solo non sa far nulla. Solo arare la terra, e trasportare i viaggiatori, nient’altro…

Non è nemmeno capace di pescare!




Che popolo noioso, solo Dio sa quanto! Se vivi insieme a loro, puoi soltanto ingrassare a dismisura, per l’anima e l’intelligenza non c’è speranza! Ma se li guardi, caro signore! Perché l’uomo qui è in gamba, ha il cuore, lui, e poi non ruba, non offende il prossimo non beve neanche tanto. E’ un tesoro, altroché, eppure vedete, va in malora come niente, è inutile, come una mosca, o tutt’al più una zanzara.

Chiedeteglielo un po’: per cosa vive?’.

‘L’uomo lavora, si sazia, si veste’, dico.

‘Che cos’altro potrebbe volere ancora?’.

‘Ma, ad ogni modo, dovrebbe capire a quale scopo vive! In Russia lo capiscono!’.

‘No, non lo capiscono’.

‘Non è possibile, non ci credo’,

dichiara Petr Petrovic, dopo averci pensato un po’.




‘L’uomo non è un cavallo. Per esempio, da noi in Siberia, non c’è giustizia. E se mai c’è stata, è morta assiderata da un pezzo. Ecco l’uomo deve cercarla, questa giustizia. Io sono un contadino ricco, potente, l’assessore di qui me lo rigiro come voglio, e anche domani potrei fare un torto a questo padrone di casa: lui marcirebbe in prigione per colpa mia e i suoi figli sarebbero costretti ad andarsene chissà dove. Io non ho nessuno che possa fermarmi, e lui nessuno che possa difenderlo, e questo perché viviamo senza giustizia… Perché è solo all’anagrafe [ *2 ]  che siamo registrati come uomini, Petr, Andrej… in realtà vien fuori che siamo lupi che siamo Diavoli… Guarda invece poco più in là dove ci troviamo agli Uniti Stati guarda che grande Democrazia sorgerà…'.




Poco dopo essere tornato dalla Russia verso la fine del 1896, l’ingegnere (un altro cliente della guida…) fondò finalmente la sua società. Collocò la sede dell’azienda nel suo austero magazzino-officina di due piani nel quartiere Georgetown di Washington D.C., a pochi minuti di auto dalla Casa Bianca e dal Census Bureau [ *2 ]….

Scelse il nome della sua organizzazione con prevedibile semplicità: The Tabulating Machine Company, un nome che sarebbe stato dimenticato. Quella stessa impresa si sarebbe trasformata nell’IBM, uno dei nomi commerciali più noti di tutti i tempi.
Poco dopo il censimento del 1900, il governo federale comprese di aver aiutato la Tabulating Machine Company a creare un monopolio globale basato su un’invenzione che il Census Bureau aveva, in un certo senso, ‘commissionato’ ad Herman Hollerith, un dipendente sul suo libro paga (come si evolveranno medesimi intenti e progetti? Non aggiungo altro!). Simeaon North, il nuovo lungimirante direttore del Census Bureau, scoprì inoltre numerose irregolarità nei contratti relativi alle macchine per schede perforate.




Hollerith ingannava il governo federale (e in seguito l’F.B.I.  aprirà una sostanziosa inchiesta…) ed inoltre utilizzava i dati incamerati per scopi poco illeciti… A quanto pare, i contribuenti americani senza saperlo stavano finanziando l’ascesa del nuovo impero Hollerith (e questo continuò sino all’evoluzione dello stesso tradotto nei moderni fasti della digitale globale comunicazione di massa….). La tecnologia avanzata della Tabulating Machine Company era indispensabile, pensava Hollerith, con essa pensava di potersi servire del governo statunitense, e non più di essere da questi adoperato, e di poter esercitare su di esso pressioni illimitate: la complicità era reciproca.




In seguito, avvilito ed esasperato per come evolsero le cose, nel 1910, con una manovra incredibilmente arrogante, Hollerith cercò addirittura di impedire agli Stati Uniti di assolvere la propria funzione di effettuazione del censimento, una funzione prevista dalla Costituzione. Affermando che il Census Bureau intendeva utilizzare nuovi macchinari che, in qualche modo, violavano i suoi brevetti, Hollerith intentò una causa legale e riuscì a convincere un giudice di Washington D.C. ad emettere un’ordianza restrittiva contro il 13 censimento. Alla fine però, i tribunali si espressero contro la Tabulating Machine Company.

Hollerith aveva perso alla grande.

A questo punto quando tutto sembra perduto entra in scena Charles Flint, un rude individualista, che alla fine del XIX secolo incarnava la figura del ricco capitalista avventuriero (e sappiamo ancor meglio come cotal figura individualistica in barba alla sana democrazia evolverà ed usurperà il suo scettro il suo regno…).




Flint, uno dei primi americani a possedere un’automobile e a viaggiare in aereo, un avido cacciatore e pescatore, accumulò i suoi milioni grazie al commercio internazionale. Tra le merci che trattava figuravano le armi, e a lui non importava chi le acquistasse.

Le speculazioni belliche di Flint non avevano limiti!

L’industriale allestì una flotta privata per aiutare i funzionari brasiliani a reprimere brutalmente una rivolta organizzata dalla Marina di quella nazione, restaurando così l’autorità del governo. Concesse al Kaiser Guglielmo la licenza per la riproduzione del nuovo aeroplano Wright-Brothers per contribuire al lancio dell’aviazione militare tedesca e dei suoi assi della grande Guerra. Flint non si faceva scrupoli di vedere fucili e imbarcazioni a entrambe le parti di un violento conflitto.

Era la religione del suo Dio ed in nome di questo.

Iniziò a vendere armi al Perù subito dopo aver interrotto i contatti con il Cile quando tra i due paesi scoppiò una schermaglia di confine e fece lo stesso con la Russia e il Giappone durante i loro innumerevoli scontri…

Una volta, qualcuno scrisse di lui:

‘Se qualcuno lo avesse definito un commerciante di morte, Flint si sarebbe domandato che cosa volesse dire’.

Era questa in sostanza la natura occidentale prima della Grande Guerra.




Flint perfezionò inoltre un metodo ignominioso per condurre gli affari, il cosiddetto trust. I trust erano coalizioni industriali volte a limitare la concorrenza (una sorta di protezionismo), che spesso divoravano segretamente gli avversari e alla fine inducevano il governo a optare per un giro di vite. Il famoso Sherman Anti-Trust fu creato proprio per combattere simili abusi. I giornali dell’epoca denominarono Flint il ‘padre dei trust’. Questo nomignolo lo trasformò subito in un’affascinante leggenda e in un cattivo del suo Tempo (vi ricorda nulla?).

…Tutto ciò come sappiamo porta all’IBM…

Il Presidente aveva imparato da tempo che un governo in fase di riorganizzazione, e soprattutto, un governo che monitorava rigorosamente la propria popolazione, poteva recare notevoli vantaggi all’IBM. Negli anni della Depressione, quando l’amministrazione di Franklin Delano Roosevelt creò una massiccia burocrazia per aiutare il pubblico e controllare il commercio, l’IBM raddoppiò le proprie dimensioni e triplicò di conseguenza il volume d’affari. Per esempio, il National Recovery Act del 1933, ricorda un funzionario dell’IBM,

‘stabiliva che all’improvviso le imprese dovessero fornire al governo federale informazioni in quantità enormi e inaudite’.

Nuovi moduli e rapporti e statistiche sulle esportazioni, altre registrazioni e altre statistiche: l’IBM prosperò grazie alla burocrazia…

(non censiti....)

(Prosegue...)


















mercoledì 14 marzo 2018

LA SFERA DELLA MORTE 1191-1911 (inversioni spazio-temporali ovvero la Freccia del Tempo) (2)











































Precedente capitolo:

La sfera della morte

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La sfera della morte (3)













Colui che vi discendeva e vi trascorreva una notte vi subiva le pene del… purgatorio… Se resisteva ai demoni che lo tormentavano e lo tentavano, tornava sulla terra sicuro di andare in cielo purificato dai suoi peccati, poiché, convinto e terrificato dalla sua esperienza, aveva cura di fare penitenza e di condurre da quel momento una vita senza peccato.
Se, al contrario, si lasciava sedurre dai demoni, egli non tornava più, poiché veniva portato via nell’inferno. Questa prova era un’ordalia, un ‘lascia o raddoppia’ sulla salvezza eterna. Ad Owein viene dato avvertimento che resista tanto alle minacce che alle lusinghe dei demoni, e, qualora non si fosse sentito in grado di tener duro fino alla fine, non avrebbe dovuto far altro che invocare – ma solo in extremis – il nome di Gesù.




Trascinato da una corte di demoni, egli attraversa una serie di luoghi in cui ci sono uomini e donne che subiscono torture spaventose da parte dei diavoli. Alla fine del viaggio durante il quale  in ogni tappa egli è sfuggito ai demoni grazie all’invocazione del nome di Dio, riesce ad evitare di essere trascinato in fondo al pozzo dell’inferno in cui i demoni l’hanno gettato pronunciando il nome di Gesù; ed è questo che gli consente di uscire nuovamente dal pozzo, di attraversare vittoriosamente un ponte vertiginoso, stretto e scivoloso, finché arriva nel paradiso terrestre da dove gli viene additata la porta del paradiso celeste. Non gli rimane a questo punto che prendere la via del ritorno, che questa volta percorre senza incontrare ostacoli e, uscito dalla caverna in cui era disceso, si pente dei suoi peccati e si converte ad una vita di pietà.
Il Purgatorio descritto dal trattato del monaco di Saltrey è molto vicino all’inferno. E’ un inferno temporaneo al quale alla fine le anime, e coloro che vi cadono dentro, sfuggono. Tutto quello che vi accade, compresi i gesti che vi sono compiuti, vale pure per l’inferno, anche se con modalità relativamente attenuate e soprattutto con due differenze non prive di influenza sui gesti. Il purgatorio è una successione di luoghi che si trovano sullo stesso piano, lo si percorre con un cammino in pianura, non salendo o scendendo. E si tratta di un luogo aperto, di cui non si vedono i confini, da cui si esce, cui si sfugge.




Ma in questo testo – largamente influenzato dalla sua fonte principale, l’Apocalisse di Paolo, e cronologicamente situato alla fine del XII secolo, in un momento in cui il sistema del purgatorio non è ancora ben costituito -, alcuni gesti che in seguito saranno tipici del purgatorio non compaiono ancora: si tratta delle preghiere dei defunti che sono lì a purgarsi, preghiere rivolte ai visitatori perché, tornati sulla terra, avvertano i parenti di fare suffragi onde possano abbreviare il tempo della loro permanenza in purgatorio, preghiere rivolte a Dio nella speranza di raggiungerlo in paradiso cui teoricamente sarebbero destinati dopo un certo periodo.
Gli esseri che si aggirano nel ‘Purgatorium Sancti Patricidi’ appartengono a due categorie: uomini e demoni…
Fra gli uomini bisogna distinguere i morti dei due sessi – che sono delle anime, ma munite di una specie di corpo che fa sì che sentano le sofferenze materiali – torturati nel purgatorio, e il visitatore che conserva la sua condizione di uomo terrestre. Fra i demoni ci sono quelli che accompagnano e tentano Owein, e quelli che torturano i condannati alle pene del purgatorio. Il loro status è identico, cambia solo la loro missione, la loro funzione.




Va osservato che le prove subite da quelli che sono nel purgatorio e da Owein consistono in un insieme strettamente legato di torture del corpo, di grida urli vociferazioni insopportabili accompagnate da calunnie ed insulti, ed inoltre di odori fetidi, di puzzi insostenibili, e contemporaneamente di spettacoli fra il terrificante e l’allucinante (il tutto a reti unificate…al canone convenute).
Si tratta dunque di un sistema che tocca tutto intero il corpo e le sue facoltà. Quattro dei cinque sensi sono interessati: la vista, l’olfatto, l’udito, il tatto… Solo il gusto ne sembra esente (perché?), ma non del tutto poiché per esempio uno dei supplizi consiste nell’essere immerso in recipienti pieni di metalli in ebollizione fino alla sopracciglia, o alle labbra, o al collo, o al petto, o all’ombelico o alle ginocchia, o con un piede o una mano…
…In altri casi la lingua sarà trapassata e torturata…(alla ‘bolla’ esiliata nel motto et araldo del fiero gesuita rinato…).




Non mi soffermo (per l’appunto) su codesto aspetto del sistema del purgatorio (o dell’inferno), ma non si deve dimenticare che i gesti dell’aldilà sono abitualmente inseriti in un insieme più ampio che interessa il corpo umano. Il tratto fondamentale nel sistema dei gesti di questo purgatorio è che ci sono da una parte personaggi che manipolano gli altri, che impongono loro i propri gesti, e dall’altro lato individui i cui gesti dipendono da questa azione cui sono sottoposti… Ci sono dei gesticolanti, nel senso attivo della parola, e, in senso passivo, dei gesticolati. I primi sono i demoni, i secondi gli uomini.
Dal punto di vista dei gesti, Owein passa per tre fasi. All’inizio e alla fine della sua avventura, quando è libero, o piuttosto quando non obbedisce che alla natura umana, fra peccato originale, libero arbitrio e grazia, egli discende – in questa concezione di un purgatorio sotterraneo – e poi risale. Durante tutta la fase centrale, la più lunga, attraversa luoghi situati allo stesso livello. Nel corso di tutta questa prova Owein è essenzialmente lo zimbello dei demoni che lo scortano e l’attaccano. E’ tirato, trascinato spintonato, aggredito. Deriso, umiliato ingannato derubato &.....




...calunniato… Ma dato che egli conserva la sua condizione di Perfetto  resiste vittoriosamente ai demoni e con essi al male, raramente i suoi gesti sono espressi con un verbo passivo, per lo più è soltanto il completamento oggetto dei gesti dei demoni. Durante gli intermezzi, invece, nei quali, avendo invocato il nome del suo Dio Straniero, ritrova una relativa indipendenza, egli prosegue il suo terreno cammino, esce, entra, giunge in uno dei luoghi successivi del purgatorio. D’altra parte, e per il vero in ogni luogo ove la materia conia la sua falsa moneta, i demoni insistono affinché torni indietro, giacché l’andar avanti nel progresso dello Spirito è tradire l’imbecillità della materia cui ogni falsità gesto & parola è cosa gradita nello gnostico Tempo qui rimembrato…



A tal proposito se il proponimento al censore di stato pare cosa poco gradita alla cultura osservata & globalizzata non certo servita in quanto il nutrimento al pozzo della vita è sì nutrito con diverso et avverso principio, giacché al feudatario rinato parrà cosa sgradita questo Trovatore narrare diversa impresa in quanto le sue gesta sono – in verità & per il vero – pura scemenza e concime cui nobilitare il volgo cui sbiadire l’ingegno in ognuno cresciuto cosicché scemarlo del tutto in altro ‘logo’ edificato è pur sempre sogno Orwelliano curato… E se lui riderà di me in questo Tempo rinato - senza freccia e maestro ad indicare passo smarrito al bosco della vita - io saprò ridere di lui all’Esilio cui costretto dalla sua insaziabile e profonda gola da cui scaturisce dubbia e breve parola… Non certo Poesia né Rima né Primitivo Frammento o Ingegno manifesto, se anche non si è cibato di quello… E rimembro in degna et arguta risposta alla ‘parabola’ cui servito, nonché il papa suo alla bolla convenuto, che in codesto Tempo ove ogni spirito rinato alla breve risata cui destina ogni sua calunnia dal bullo partorita la nostra essere diversa Natura dallo Spirito servita, la quale, come in ogni Trovatore o Perfetto che sia, la sua parola e gesto è la cosa sgradita…l’inizio manifesto del tempo numerato ove la persecuzione fu ed è sano principio predicato se pur ben vestito e comandato…
E rimembro diverso principio perseguito…
Prendi nota dall’Esilio della vera Storia e con essa della Memoria…
















martedì 13 marzo 2018

LA SFERA DELLA MORTE 1191-1911 (4)

















Precedenti capitoli:

La sfera della morte (3/1)

Prosegue in:

Il modo giusto di sbagliare 1891-1981 (5)












                                               1911


Owein attraversa successivamente un prato nero, quattro campi, un posto occupato da un’immensa ruota di fuoco…

Ed eccoci d’incanto in altro secolo affranto…





Mi sono chiesto spesso cosa avrebbe fatto il babbo se avesse saputo che proprio in quell’anno avevo anche bevuto il mio primo sorso di whisky. Era successo durante le nostre vacanze estive a Muskegon. Mi avevano dato dei piccoli sorsi di birra anche da bambino. Molte persone in quegli anni pensavano che la birra fosse una bevanda sana, a metà tra un tonico e una medicina. Le attribuivano persino una integrità morale, parlando di un’onesto boccale di birra.
Ma per il whisky era diverso.  
Come ci dicevano i preti e gli editoriali dei giornali, il whisky era il male in persona, e sembrava che venisse distillato all’inferno.
Il mio primo bicchiere me lo feci con un amico di Bluffton, Lex  Neal. A quei tempi aveva 19 anni, due più di me, poi diventò un autore di testi di canzoni, e scrisse anche le gag per me. Era stato appena lasciato dalla bellezza locale, ed ero indignato più io che lui. Ma non mi ricordo più il suo nome. Mi ricordo che era la figlia del Commissario per gli Acquedotti della Contea di Muskegon. ‘Ti proverò che sono un amico vero’, gli dissi, ‘non facendoti ubriacare da solo. Mi ubriacherò anche io’.
Sembrava un giorno perfetto.




Oltre alla tragedia amorosa di Lex, la nostra squadra di baseball aveva perso l’ennesima partita. Né io né Lex avevamo il coraggio di chiedere una bottiglia di whisky nell’unico bar di Bluffton, la Pasco's Tavern. Chiedemmo al signor Feeney, il proprietario di un campeggio per turisti, di comprarla per noi. L’impresa presentava però una difficoltà, perché il campeggio - che poi erano baracche e tende per chi voleva fare dei picnic - era su un rialzo del terreno alto venti metri. Si arrivava al campeggio di Feeney salendo una traballante scala a pioli. Quando il gentile Feeney tornò con il whisky, io e Lex bevemmo tutta la bottiglia in due scambiandoci riflessioni filosofiche sulla perfida natura delle donne. Ci promettemmo anche reciprocamente di non sposarci mai, per quanto fossero belle le ragazze che volevano intrappolarci.
Al calar della sera io ero cotto. Ma Lex, forse perché aveva avuto qualche altra esperienza con il whisky, era in condizioni un po’ migliori delle mie. Fece del suo meglio per aiutarmi a scendere dalla scala a pioli di Feeney. Ma era una notte senza luna, e dopo uno scalino o due caddi giù senza farmi male, perché la sabbia era soffice e coperta da erba molto folta. La mia caduta fece capire a Lex che non ero in grado di andare a casa.



Mi portò a casa sua dove la madre, una vecchia fragile donna del Sud che fumava con una pipa di tutolo, mi mise a letto e mi aiutò, il mattino dopo, a superare i postumi della terribile sbornia. Dopo quell’esperienza non ho bevuto mai più il whisky fino a quando, anni dopo, non andai soldato nella Prima guerra mondiale.
Per circa dieci anni la mia vita seguì lo stesso andamento, fatto di estati di sogno a Booth Tarkington e di inverni passati a fare il clown in giro per la nazione. Mi è sempre piaciuto esibirmi. Ma era un lavoro duro, e c’erano dei momenti in cui non era molto divertente. Per esempio capitò, era una mattina di lunedì, che dovemmo allungare a un’ora e mezza il nostro show di 17 minuti mentre lo spettacolo che veniva dopo di noi sistemava l’attrezzatura dietro le quinte. Quell’attrezzatura era difficile da montare, lo show era una acrobazia motociclistica chiamata ‘Il Giro della Morte del dottor Clark’.
Era un’immensa sfera fatta di strisce (di spirituale forza) di acciaio poste a poca distanza l’una dall’altra. Un ‘motociclista’ vi entrava dentro, cominciava andando piano nella parte inferiore della sfera, poi accelerava e saliva sempre più in alto. L’apice dello spettacolo veniva quando cominciava a fare il giro della morte, a testa in giù, dentro la sfera… Dopo un po’ il direttore ci fece segno che erano arrivate le sezioni della Sfera della Morte. Potevamo sentire i macchinisti che la montavano dietro le quinte. Ma ci sarebbe voluto un sacco di tempo. Quando non riuscimmo a pensare ad altro, il babbo urlò:
‘Tirate su il sipario!’.  




Dietro stavano ancora cercando di mettere insieme la ‘Sfera della Morte’. Io e il babbo ci mettemmo a lavorare di buzzo buono, aiutando i macchinisti, in realtà intralciandoli, facendoci inchiodare i pantaloni e altri pezzi di vestiario alla grande sfera. Nonostante il nostro aiuto alla fine riuscirono a mettere insieme quell’affare, che era puntellato da tutte le parti da travi d’acciaio. A questo punto eravamo stati sul palcoscenico per un’ora e 35 minuti...
Per certe ragioni il babbo si trovava meglio a fare a botte con più di un uomo alla volta. Penso che lo considerasse più divertente per gli avversari. Di certo la sua capacità di combattere con i piedi lo aiutò un sabato quando entrò al Considine’s Metropole, il posto in cui si ritrovavano le personalità dello sport a New York. Il babbo era solo. La mamma giocava a carte alla Ehric House, e io osservavo il gioco.
Tre universitari entrarono ed esplosero in pazze risate alla vista di un omino barbuto al bar.
‘Vieni qui, ebreuccio’, disse uno di loro. ‘Vieni a far festa con noi’. Poi cominciarono a prenderlo in giro e a dargli noia, raggiungendo il massimo del divertimento quando gli abbassarono il cappello sugli occhi. 




‘Lasciatelo stare’, disse mio padre.
‘Allora devi essere ebreo anche tu’, disse uno dei ragazzi.
‘Vi ho detto di lasciarlo stare’, urlò mio padre quando gli altri due cominciarono a spingere l’uomo.
Il terzo disse a mio padre: ‘Ti ho fatto una domanda. Sei ebreo?’  
‘Certo’, annunciò il babbo, facendo rimanere a bocca aperta il barista, che lo conosceva da anni come irlandese. Gli universitari andarono verso di lui. Uno tirò un pugno. Il babbo lo evitò, sistemò uno di loro con i piedi, e con un montante destro fece volare il terzo attraverso la vetrina di Considine’s.
Il barista e il piccolo ebreo guardarono stupiti i vetri e i due giovani aitanti a terra.
‘Bene, cosa ordina signor Keaton?’, disse il barista. Joe si massaggiò le nocche della mano destra mentre pensava, poi disse: ‘Una birra’. Disse poi che stava per offrirne una al piccolo ebreo, ma decise che aveva già fatto abbastanza per lui.
Nel frattempo mentre si beveva la sua birra, uno dei camerieri uscì dal bar e chiamò il grasso poliziotto che era di ronda. Andando con il babbo alla stazione di polizia, il poliziotto chiese: ‘Perché non sei scappato?’.




Un sorriso si allargò sulla faccia di Joe: ‘Ora è troppo tardi?’.
‘Sì’, disse tristemente lui, ‘Ora è troppo tardi. Il sergente sa già tutto’.
Io e la mamma lo venimmo a sapere quando George Howard, degli Howard Brothers, un grande gruppo di suonatori di banjo, irruppe nella sala in cui si giocava a carte. Era il momento sbagliato: la mamma aveva appena puntato 350 dollari a picche, e picche vale doppio. ‘Myra’, esclamò George, ‘Joe è nella stazione di polizia della 47sima ovest. Ha steso tre ragazzi da Considine’s. La cauzione è 250 dollari’.
La mamma che doveva mettere dei guanciali per sedere allo stesso livello degli altri al tavolo, guardò fissi gli altri due giocatori. ‘Apro di 350’, disse con tono aggressivo.
George pensò che la mamma non avesse sentito.
‘Myra, ho detto che Joe è in prigione e...’.
La mamma gli fece segno di stare zitto.
Quando nessuno rispose alla puntata, mise giù la sua scala, giocò la mano e vinse facilmente. Si girò verso George solo dopo aver raccolto la somma vinta e chiese: ‘Di quanto ha bisogno Joe per la cauzione?’.
‘Due e cinquanta. 250 dollari, cioè’.
La mamma si piegò verso la sua borsetta, tirò fuori i soldi, li dette a George Howard, facendogli segno di andare, e disse: ‘Va bene, date le carte..’.

(J. Le Goff  & G. Rossetti & Buster Keaton, Memorie a rotta di collo)














lunedì 12 marzo 2018

IL MODO GIUSTO DI SBAGLIARE 1981-1891 (6)









































Precedenti capitoli:

Il modo giusto di sbagliare 1891-1981 (5/1)

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1891- Decifrare l'uomo che fu e sarà (7)













....Nei quali dichiara anche lui di avvalersi di un informatore indio, il lettore di ‘quipu’ Chuarurac – Oliva firma con la sigla Jao e allega al manoscritto un Frammento di ‘quipu’ di lana che aveva trovato nella grotta di Acatanga, in Bolivia. Quindi inserisce nel manoscritto tre fogli, disegnati e firmati Blas Valera, ove è raffigurato un ‘quipu’.

CILE 1737: A Concepciòn, un indio in punto di morte consegna il ‘quipu’ di lana e il manoscritto al gesuita Padre Pedro de Illanes, il quale vi aggiunge un appunto in spagnolo e la copertina col titolo ‘Historia et rudimenta linguae piruanorum’ (Storia e rudimenti della lingua dei peruviani).

ITALIA 1744: Pedro de Illanes è in Italia e vende il manoscritto e il frammento del ‘quipu’ di lana a Raimondo di Sangro, erudito e alchimista noto come Principe di Sansevero.

ITALIA 1927: Il duca Amedeo di Savoia-Aosta regala il manoscritto e il ‘quipu’ al suo compagno d’armi Riccardo Cera, al quale scrive una dedica sull’ultima pagina del documento.

ITALIA 1951: Il gesuita Carlo Miccinelli, cognato di Antonio Cera, inizia un’indagine sul manoscritto di famiglia e mostra il ‘quipu’ di lana a Lidio Cipriani, ex direttore del museo di Antropologia di Firenze, ed a Paul Rivet, uno dei fondatori del Musée de l’homme di Parigi, i quali si dichiarano interessati all’acquisto del reperto…

ITALIA 1981… circa: Clara Miccinelli, affronta la lettura della parte scritta in latino che così inizia:....




‘Queste notizie che io reputo, per mia conoscenza, di ricordo del popolo peruviano, le trascrivo così come me le ha riferite l’ex ‘curaca’ Mayachac Azuay, giunto a Cuzco, quando i Conquistadores giustiziarono Tupac Amaru (ultimo Inca del Perù, catturato e messo a morte dagli spagnoli nel 1571). Tale ‘curaca’ m’ha fornito molte notizie interessanti, soprattutto sul gesuita padre Biagio Valera che, per l’intero popolo peruviano, essendo gli meticcio, fu non solo guida spirituale, ma in specie loro difensore. L’anziano nobile ‘curaca’ conobbe di persona il Reverendo Padre Valera, il quale fu molto infastidito dai suoi stessi Confratelli, perché s’era schierato contro le torture praticate dagli Europei e dagli Spagnoli, per estorcere l’oro, nonché contro i Sacerdoti cristiani. Il padre Valera non voleva che alcuni di questi ultimi usassero falsamente il nome di Gesù, per accusare di idolatria il popolo, cui Egli pure apparteneva per metà, in quanto la religione da esso professata era molto simile alla Cattolica… Al padre Biagio Valera furono sottratti tutti i suoi libri nonché i suoi meticolosi scritti sugli usi e costumi dei peruviani e sulle scorrettezze dei nuovi conquistatori e prelati. Ma alcuni suoi fogli manoscritti, per fortuna, li consegnò ad un suo discepolo di nobile discendenza incaica…’. 




…Quindi l’autore affronta una complessa spiegazione della struttura della lingua incaica, ne fornisce una breve grammatica e – infine – rivela interessanti notizie sui ‘quipu’: ‘…c’è il ‘quipu’ solo per constatare e dire cose comuni, noto a tutti, e quello per raccogliere i segreti della religione delle caste, conosciuto dai Sovrani, dalle Vergini del Sole, dai Sacerdoti, dai Filosofi. Ecco, proprio questi meravigliosi ‘quipos’, che il padre Biagio Valera sapeva ben leggere, sono stati in massima parte distrutti dai conquistatori. I più importanti di quelli rimasti – poiché i preti cattolici volevano impadronirsene - i Capi li raccolsero e chiusero in Arche di oro non maturo che essi fondevano con un procedimento segreto. Tali Arche le immersero nel lago Titicaca e nella valle dell’Orcos. Ad ogni Arca era stata fissata una grossa pietra al fine di imprigionarla al fondo…’.
Dopo aver così confermato l’esistenza di ‘quipu’ letterari, l’autore dice che questi documenti fatti di cordicelle ‘parlavano’ in base ad una struttura sillabica intelligibile solo da chi era a conoscenza di una serie di parole ‘crittografate’ di cui fornisce un breve elenco. Lo scritto termina con la sigla Jac (Joan Antonio Cumis) preceduta dalla data poco leggibile, forse il 1610.




A questo punto la Miccinelli si sofferma su tre piccoli fogli del manoscritto ove compaiono alcuni disegni firmati da Blas Valera; disegni che sembrano raffigurare un ‘quipu’, i numeri che coprono intere pagine del prezioso manoscritto si trasformano in lettere per raccontare un’incredibile storia, siglata questa volta Jao (Joan Anello Oliva) e datata 1637.
Dopo aver sostenuto l’origine unica di tutte le religioni, Jao-Oliva espone una stravagante teoria secondo la quale gli Inca sarebbero arrivati nelle Americhe dalla Tartaria, e poi spiega di essere costretto a celarsi dietro uno pseudonimo per la costante paura che i conquistatori, o meglio gli usurpatori…, dessero mandato di rappresaglia ai suoi diretti superiori della Compagnia che certo non avrebbero accettato la divulgazione delle notizie contenute nel manoscritto. Quindi la cosa più importante motivo della chiave della Storia qui narrata e conservata è data su tre argomenti principali: Pizarro, i ‘quipu’ e Blas Valera.

Eccola in sintesi…




‘PIZARRO il Conquistatore si presentò al drammatico incontro con l’Inca Atahualpa in compagnia di tre domenicani e avvelenò i capi dell’esercito peruviano con vino all’arsenico. ‘Di fatto’, premette Joa, ‘i conquistatori durante i loro viaggi di conquista portavano seco tanto vino moscatel che permetteva meglio il contrabbando di oggetti preziosi con gli indios. Il Pizarro si accompagnava nelle sue scorribande con i frati domenicani fra cui Joannes Yepes, ed in seguito nel contrasto sorto con lo stesso domenicano circa la gestione e il conforto della parola di Gesù, lo pugnalò a tradimento gittandolo poscia da un dirupo. L’interesse in nome dell’industriosa conquista o Giubileo imposto agli Indios decretarono siffatto sacrificio in nome della ricchezza.
Gli Indios non ebbero giammai nota la verità!
Il domenicano Padre Ciprianus riferisce che Pizarro ad Ata Ualpa Inga offerì in principio moscato sincero, poscia gliene dette picciola pozione falsa, doppo che havea avvelenato le guardie rege. In tal guisa don Francisco restò sicuro della vittoria, tant’è che procedette senza niuno impedimento alla cattura del Re. Per conseguente Ata Ualpa, avvelendosi della moria de’ suoi uomini, credette esservi il volere di una forza divina…’.




Così Jao-Oliva scopre che in Spagna Valera aveva scritto una storia degli Inca e della Conquista ma, non potendola pubblicare pena torture confische e interdizione…, la consegnò al cronista Garcilaso de la Vega il quale però, utilizzò il testo di Valera censurandolo di quanto poteva essere per lui troppo rischioso. Nel 1598, dopo aver consegnato i suoi appunti ad il cronista, Valera tornò segretamente in Perù dove venne aiutato a nascondersi a Cuzco dal suo confratello Goncalo Ruiz ed entrò in contatto con Oliva. Qui i tre gesuiti misero a punto un ambizioso per quanto veritiero ed articolato progetto rispondente ad una più certa verità storica occultata per secoli… in base agli appunti di Valera……

(E. Weisz & ......)














     

domenica 11 marzo 2018

1891- DECIFRARE L'UOMO CHE FU E SARA' (8)







































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...Chiarire quale fosse il contenuto di anidride carbonica nell’atmosfera primordiale è di fondamentale importanza per comprendere il meccanismo del controllo climatico…
L’argomento carbonio rimane cruciale per sapere come la vita abbia agito sull’atmosfera. Il seppellimento del carbonio è una chiave per capire il processo – fondamentale dal punto di vista biologico – della concentrazione dell’ossigeno nell’atmosfera. Inoltre può darsi che il riscaldamento globale attualmente in corso sia una conseguenza dell’immissione di carbonio nell’atmosfera da parte dell’uomo…
Una delle scoperte fondamentali sul clima fatte negli ultimi venti anni viene dallo studio delle carote di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide. Quando la neve cade su queste gelide terre, l’aria presente tra i fiocchi di neve resta intrappolata in bolle. La neve è gradualmente compressa in ghiaccio, e con essa anche le bolle. Alcuni dati raccolti risalgono anche a 200.000 anni fa’; si è potuto infatti analizzare chimicamente sia il ghiaccio sia l’aria imprigionata nelle bolle in sezioni di ghiaccio prelevate a 2000 metri di profondità. Chi studia le carote di ghiaccio ha concluso che l’aria respirata dagli ‘antichi egizi e dagli indiani Anasazi’ era molto simile a quella attuale, se si eccettua la miriade di sostanze inquinanti introdotte negli ultimi 100 o 200 anni.  Tra questi gas aggiunti i principali sono l’anidride  carbonica in eccesso e il metano. La prima è aumentata del 25% in seguito all’industrializzazione e alla… DEFORESTAZIONE; il secondo è raddoppiato a causa dell’agricoltura e della produzione di energia. La preoccupazione che un incremento dei livelli di questi gas possa intrappolare calore al punto da causare un riscaldamento globale è al centro del dibattito sul clima…




…Se noi esseri umani ci consideriamo parte della vita, vale a dire parte del sistema naturale, allora si potrebbe sostenere che il nostro impatto collettivo sulla Terra possa avere un ruolo significativo di coevoluzione sul futuro del pianeta. L’attuale tendenza di crescita demografica, la domanda di migliori livelli di vita, l’uso di risorse tecnologiche e umane per il raggiungimento di queste mete orientate alla crescita sono tutti fattori di inquinamento. Se il prezzo dell’inquinamento è basso e l’atmosfera è considerata una libera discarica, i livelli di anidride carbonica, metano, clorofluorocarburi, ossidi di azoto e altre sostanze tossiche continueranno ad aumentare inesorabilmente… La teoria dell’effetto serra, codificata in modelli matematici, indica che se i livelli di anidride carbonica raddoppieranno verso la metà del prossimo secolo, LA TERRA SUBIRA’ UN RISCALDAMENTO COMPRESO TRA 1 E 5 GRADI CELSIUS. La stima piu’ bassa implica UN RISCALDAMENTO PARI AD 1 GRADO OGNI 100 ANNI, SUPERIORE QUINDI DI UN FATTORE 10 A QUEL TASSO DI RISCALDAMENTO DI UN GRADO OGNI 1000 ANNI CHE HA CARATTERIZZATO IN MEDIA LE VARIAZIONI NATURALI DEL CLIMA A SCALA GLOBALE. SE E’ VALIDA LA STIMA PIU’ ALTA, POTREMMO ALLORA ASSISTERE A MUTAMENTI 50 VOLTE PIU’ RAPIDI RISPETTO ALLE CONDIZIONI MEDIE NATURALI…




…In anni recenti, gli esseri umani hanno scoperto di essere probabilmente riusciti ad ottenere un inatteso e spiacevole risultato: le tecnologie in nostro possesso e il grande numero di utenti hanno infatti con ogni probabilità iniziato ad alterare il clima del pianeta Terra.
I climatalogi concordano, infatti, sul fatto che nell’ultimo secolo la temperatura media globale sia aumentata di circa mezzo grado centigrado. Si pensa che questo riscaldamento sia almeno in parte esito di attività umane, come il consumo di combustibili fossili nelle centrali termoelettriche e nei motori degli autoveicoli. Inoltre, dato che la popolazione, le attività economiche e l’uso della tecnologia stanno costantemente crescendo, ci si attende che la TEMPERATURA MEDIA GLOBALE CONTINUI AD AUMENTARE, IN MISURA COMPRESA TRA 1,0 E 3,5 GRADI CENTIGRADI ENTRO L’ANNO 2100.
Il riscaldamento è solo una delle molte possibili conseguenze del cambiamento climatico globale. Nondimeno stabilire in che modo il riscaldamento potrebbe provocare effetti sull’ambiente del pianeta Terra, e quindi sulle forme di vita, costituisce il problema a cui, nell’ambito delle scienze della Terra, è più urgente trovare una valida risposta; purtroppo è anche il problema di più difficile soluzione. Gli effetti saranno complessi e assai variabili da un luogo all’altro. Di particolare interesse sono i cambiamenti del clima regionale e del tempo atmosferico locale e in particolare gli eventi estremi, vale a dire le temperature record, le ondate di calore, le precipitazioni straordinarie intense o i periodi di siccità. Questi eventi potrebbero avere un impatto disastroso sulle società umane, sull’agricoltura e sugli ecosistemi.




Sulla base degli studi che mostrano come il clima della Terra sia cambiato negli ultimi 100 anni – con un rialzo della temperatura globale – e anche sulla base di sofisticati modelli climatici al calcolatore, sembra ora di potere affermare che il riscaldamento sarà associato a sensibili cambiamenti delle condizioni meteorologiche locali. Per esempio, ondate di calore più lunghe ed intense (una plausibile conseguenza di un incremento sia nelle temperature medie, sia nelle escursioni giornaliere) avrebbero conseguenze deleterie sulla salute, e potrebbero perfino innalzare i livelli di mortalità. Inoltre si avrebbero costosi inconvenienti, come la deformazione dei manti stradali ed un enorme consumo di energia elettrica per il funzionamento dei condizionatori e degli impianti di refrigerazione. Quest’ultima eventualità potrebbe condurre a situazioni di carico insostenibile per le centrali elettriche.
Il cambiamento del clima condizionerebbe anche la distribuzione delle piogge e di altre precipitazioni: alcune aree ne riceverebbero di più e altre di meno, e verrebbero alterate in maniera imprevedibile le zone soggette a siccità e a inondazioni. Inoltre, regimi pluviometrici più estremi potrebbero aggravare problemi già esistenti, come quelli relativi alla qualità delle acque e al trattamento delle acque di scarico, all’erosione e al drenaggio urbano. Si comprende quindi quanto SIA URGENTE IL BISOGNO DI ‘DECIFRARE’ LE CONSEGUENZE DELLE AZIONI UMANE SUL CLIMA GLOBALE.




Esistono due metodi principali e complementari per lo studio dei cambiamenti climatici. Sono disponibili registrazioni meteorologiche dettagliate per gli ultimi 100 anni circa, e proprio in questo arco di tempo si è verificato l’incremento globale di temperatura di mezzo grado. Esaminando le misure e le registrazioni disponibili, i climatologi stanno cominciando a ricavare un quadro di come e dove si siano verificati gli estremi meteorologici e climatici.
Gli scienziati sono particolarmente interessati ai rapporti tra questi estremi e l’incremento generalizzato di temperatura. Ed è proprio qui che intervengono altri strumenti di ricerca di importanza critica: i modelli climatici globali oceano-atmosfera. Questi programmi, ideati per calcolatori ad alte prestazioni, simulano i principali processi dell’atmosfera e degli oceani, fornendo elementi per studiare le connessioni tra le attività umane e i grandi eventi climatici. Il consumo dei combustibili fossili, per esempio, fa aumentare le concentrazioni nell’atmosfera dei cosiddetti gas-serra, gli agenti del riscaldamento globale che maggiormente possono essere ricondotti all’attività dell’uomo. Questi gas, che comprendono l’anidride carbonica, il metano, l’ozono, gli idrocarburi alogenati e gli ossidi di azoto, non ostacolano la radiazione solare in ingresso, ma tendono ad impedire che la radiazione infrarossa venga riemessa dalla superficie terrestre verso lo spazio, un po’ come fa il vetro di una serra. Pertanto, una più alta concentrazione di questi gas si traduce in un clima più caldo.
Tutti i gas serra antropogenici (la cui origine, cioè è da ricondurre all’attività umana) hanno di gran lunga il maggiore impatto sul bilancio termico globale (inteso come differenza tra la quantità di calore assorbita dal pianeta e quella reirradiata nello spazio). L’effetto dell’anidride carbonica è potenziato dalla persistenza di questo gas, che tende a rimanere nell’atmosfera per secoli. L’accumulo di anidride carbonica viene favorito non solo dai processi di combustione, ma anche DALLA DEFORESTAZIONE DELLE ZONE tropicali.




…Quando il livello dei gas-serra nell’atmosfera è basso, la Terra reirradia nello spazio la stessa quantità di energia ricevuta dal sole. Con una più alta concentrazione di gas-serra, però, la superficie terrestre risulta più isolata termicamente e può irradiare direttamente dal suolo allo spazio una minore quantità di calore. Se l’efficienza con cui il pianeta irradia calore verso lo spazio diminuisce, la temperatura deve crescere perché possa essere irradiata la stessa quantità di calore. E via via che la temperatura aumenta, diventano maggiori anche i tassi di evaporazione, e di conseguenza le precipitazioni medie, in tutto il globo. Tuttavia le precipitazioni non aumentano ovunque e in tutto l’anno.
La distribuzione DELLE PRECIPITAZIONI E’ DETERMINATA NON SOLO DAI PROCESSI LOCALI, MA ANCHE DAI TASSI DI EVAPORAZIONE E DALLA CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA CHE TRASPORTA L’UMIDITA’. Per esempio, la maggior parte dei modelli che le precipitazioni estive in Europa meridionale debbano ridursi a causa dell’aumento dei livelli di gas-serra. Una parte significativa delle precipitazioni in questa regione è dovuta all’evaporazione locale, e l’acqua che non precipita localmente viene portata verso altre aree. Pertanto, in un clima più caldo, un incremento dei tassi di evaporazione in primavera farebbe asciugare il suolo, sicché una minore quantità d’acqua sarebbe disponibile durante la stagione estiva per l’evaporazione e le precipitazioni.
A scala più grande, la maggior parte dei modelli prevede un incremento delle precipitazioni medie invernali alle alte latitudini, dato il maggiore trasporto di umidità verso i poli conseguente all’aumento dei tassi di evaporazione alle basse latitudini. Fin dall’inizio del secolo, le precipitazioni hanno effettivamente avuto un incremento alle alte latitudini dell’emisfero boreale, soprattutto nella stagione fredda, di pari passo con l’aumento di temperatura. Ma nelle aeree continentali tropicali e subtropicali le precipitazioni si sono ridotte negli ultimi decenni: ciò è particolarmente evidente nel Sahel e in parti dell’Indonesia. Nella regione più settentrionale del Nord America (oltre i 55° di latitudine) e dell’Eurasia, dove le condizioni si mantengono di norma ben al di sotto del punto di congelamento dell’acqua per la maggior parte dell’anno, l’entità delle precipitazioni nevose è aumentata da parecchi decenni a questa parte, e si prevede che continuerà a crescere. 
Molto più a sud, nel Canada meridionale e negli Stati Uniti settentrionali, il rapporto tra neve e pioggia è diminuito ma, dato l’incremento delle precipitazioni totali, la variazione complessiva delle precipitazioni NEVOSE E’ STATA SCARSA. NELLE FASCE DI TRANSIZIONE.....,