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Lo spettacolo offerto si può gustare anche...
Prosegue nel 'relativo':
Potrebbe
sembrare un salto acrobatico, senza equilibrio e Ragione, fors’anche dettato
unicamente da motivi antichi - genetici movimenti - di comune istinto perso e
avvelenato; quindi potete, se volete, miei Dotti eruditi del quotidiano del
mattino fino all’ultima pregiata penna della sera digitalizzata, circa più
funesti ed imprevisti accadimenti, non rivolgere la dovuta necessaria
attenzione, giacché rende più Notizia la nota pizzeria della Sardegna, là ove
si narrano e consumano le gloriose gesta…
Secondo
vari proclami, infatti, il virus sembrerebbe aver mietuto numerose vittime,
cibandosi oltre dell’indigesta pizza ‘mal-ferma’, anche di taluni cuochi e
pasticceri, ulcerandone il polmone e contraccambiando
la mano trafitta.
Alla deriva allagata e comunque ben difesa e cinta da qualsiasi nemico, là ove furono fatti nazional proclami padani al ritmo dell’ultima nota da spiaggia, la sicurezza regna incontrastata, ci sono solo taluni problemi Contabili ancora non del tutto Salvati dalla guardia costiera, insomma inutili dettagli, si consiglia la maglia come la camicia a tinta unita, giacché il Pensiero scandito a ritmo da ballo si cinge dell’ultimo modello dello yacht approdato in porto sicuro, per intenderci nell’odierno linguaggio traduco: off-shore, e tutto il resto della ciurma può affogare tranquilla; e si faccia attenzione affinché il negro non si rivolti dal gommone ad infangare codesto inno reclamizzato per l’ovvia sicurezza d’ognuno…
Mi sembra
fin qui che suddetto Decreto Sicurezza votato e ‘citato’ per l’incolumità
economica di ciascuno: balla e nuota a nudo regime per la salvaguardia dello
stile.
Noi poveri reietti imbarcati, indigesti malfermi e digeriti nei ventilati intestini da marinai foglie di coca assennati e ben orientati, nella disgiunta nota ad un ritmo diverso pur non rivoltati del tutto solo ruttati ad intervalli, scorgiamo albe e tramonti offuscati, non saprei distinguere fra zolfo e veleno, con tutto il fumo che acceca la vista per non parlare dell’obbligo di mascherina, non riusciamo a distinguere il principio dalla fine: il capitano spende le ore migliori della giornata consumandosi in obesi intervalli alla sfera personale di cristallo, e se pur il mare si fa’ sciacallo non riesce a distogliere l’occhio attento alla sfera del prossimo arrembaggio come dal nuovo idraulico approdato:
Dedico
questa breve al Vento pensando al Lupo…
Spero che
trovi dovuto orientamento e con lui l’intera Natura…
Leggo il
bollettino della breve ed ultima giornata naufragata…
23 settembre 2020
Dipartimento delle industrie primarie, dei
parchi, dell’acqua e dell’ambiente:
Altre 200
balene si sono arenate a Macquarie Porto.
Il
rilevamento aereo ha rilevato un ulteriore gruppo di circa 200 balene arenate a
sud nel porto di Macquarie, sulla costa occidentale della Tasmania. Le balene
aggiuntive sono state trovate da sette a dieci chilometri più in profondità nel
porto e si crede che faccia parte dello stesso evento di spiaggiamento di massa
a Strahan. Ciò porta il numero totale di balene per lo spiaggiamento di massa a
più di 450.
Nic Deka,
responsabile regionale di Incident
Controller e Parks and Wildlife Service (PWS) ha detto che questa mattina
sarà effettuata una valutazione formale.
…ha detto ancora
Deka.
‘Riteniamo
che il gruppo sia stato individuato ora per una serie di ragioni, una è che
loro sono da sette a dieci chilometri di distanza quindi è una buona distanza
da dove siamo stati al lavoro e non necessariamente un luogo ovvio per uno spiaggiamento.
Di sicuro abbiamo cercato su e giù per la costa. In quella parte del porto l’acqua
è molto scura quindi pensiamo che potenzialmente si siano arenate’.
Di circa 270 balene pilota, bloccate al largo della Tasmania ne sono morte almeno un terzo. E secondo i soccorritori australiani ne moriranno altre. Gli equipaggi sono stati in grado di salvarne 25 e i biologi marini dicono che la missione di soccorso richiederà probabilmente giorni.
Le balene
pilota sono state trovate lunedì nelle acque troppo poco profonde al largo
della costa occidentale dell’isola, i soccorritori del Tasmanian Marine Conservation Program nel tardo pomeriggio di
lunedì hanno trovato tre gruppi di balene pilota a Macquarie Heads, una punta
remota dell’isola sul lato occidentale dell’ingresso al porto di Macquarie,
senza accesso stradale né abbastanza largo per il passaggio delle navi.
Circa 200 mammiferi erano già spiaggiati su un banco di sabbia vicino alla rampa di una barca, 30 erano a diverse centinaia di metri di distanza, un’altra trentina nell’entroterra lungo Ocean Beach. Molte si trovano in luoghi ‘relativamente inaccessibili’, cosa che rappresenta una sfida per i soccorritori.
Alcune delle balene più vicine alle acque più profonde sono state guidate con successo in mare aperto. La squadra di circa 40 soccorritori addestrati ha iniziato a rimettere in acqua un piccolo numero di globicefali questa mattina utilizzando attrezzature e spingendo gli animali dal banco di sabbia alle acque più profonde.
Aggiornamento sull’incaglio delle balene di
Macquarie Harbour:
Esperti di
conservazione marina e volontari addestrati hanno salvato 88 esemplari con
pinne lunghe da balena dalla massa spiaggiamento sulla costa occidentale della
Tasmania. La squadra di soccorso sta ora lavorando per liberare qualche altra
balena viva dal banco di sabbia di Porto di Macquarie.
‘È
probabile che domani continueremo i soccorsi. Noi abbiamo trovato animali
potenzialmente vitali. Il nostro focus è stato su quelli che sembrano i più
fattibili e hanno maggiori possibilità di successo. Mentre ci muovevamo
attraverso il banco di sabbia ne abbiamo trovati altri su cui concentreremo i
nostri sforzi’.
‘Siamo
davvero molto soddisfatti di questo numero’,
…ha detto
il dott. Carlyon.
Si stima
che il numero totale di balene che sono morte a Macquarie Harbour sia circa
380.
ll
globicefalo ha un corpo massiccio dotato di due lunghe pinne pettorali a forma
di mezzaluna. La testa ha fronte sporgente, la pelle è nera, biancastra in tra
il petto e il ventre. Le sue dimensioni massime arrivano a 8,7 metri di lunghezza
‘Normalmente
abbiamo a che fare con animali molto più avanti sulle spiagge, già asciutti,
questo caso è diverso. Abbiamo trovato animali semi-galleggianti, quindi
probabilmente non ci vorrà troppo per rimetterli in mare’,
…ha detto
ancora alla Bbc il biologo Kris Carlyon.
La perdita dell’orientamento
Intorno all’Australia e alla Nuova Zelanda
diversi tipi di balene effettuano migrazioni stagionali ogni anno in gruppi che
possono arrivare anche a mille esemplari. Secondo i ricercatori il gruppo segue
un capo e il forti legame sociale può portare interi gruppi ad arenarsi.
‘Potrebbe
essere stata una singola balena, anche due, a portare il resto fuori strada’,
ha spiegato
Carlyon.
ll Marine Conservation Program (MCP) è responsabile del monitoraggio e della conservazione dei mammiferi marini e degli uccelli marini in Tasmania.
Molti
mammiferi marini in Tasmania si stanno lentamente riprendendo dallo
sfruttamento passato per mano delle industrie della caccia e della pesca e della
caccia alle balene. Il recupero di
queste specie iconiche è ostacolato da una serie di minacce antropiche odierne,
come le interazioni della pesca, la competizione per le risorse e l’inquinamento
degli oceani, mentre emergono continuamente nuovi impatti, come il cambiamento
climatico. Il monitoraggio continuo delle popolazioni di foche e cetacei
(balene e delfini) e del loro uso dell’habitat in Tasmania è essenziale per l’efficace
conservazione e gestione di queste specie.
Gran parte dei cetacei australiani (balene e
delfini) rilevati nei loro dolorosi spiaggiamenti i quali si verificano frequentemente, dovuti sia da
cause naturali non del tutto accertate, sia da fattori umani, confermano il
Cambiamento Climatico dagli scienziati evidenziato.
Ove
possibile, il programma risponde anche ai mammiferi marini impigliati. L’intreccio
nei detriti marini è una minaccia crescente per balene e foche e di solito
è fatale senza intervento. L’MCP fornisce attrezzature specialistiche,
formazione e competenze per intervenire in modo sicuro ed efficace in questi
eventi in Tasmania.
Conservazione attraverso la conoscenza
Lavorando in collaborazione con esperti di agenzie governative e istituti di ricerca in tutta l’Australia e all’estero, il monitoraggio a lungo termine dell’MCP delle specie minacciate e in via di recupero informa e facilita le principali azioni di recupero nazionali. Gli avvistamenti di mammiferi marini e altre informazioni segnalate alla MCP dalla comunità attraverso la hot-line e i social media sono spesso essenziali per il successo dei nostri programmi di ricerca e conservazione.
Aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento
del pubblico
Uno degli aspetti unici della vita in Tasmania è l’opportunità di osservare regolarmente mammiferi marini e uccelli marini nel loro ambiente naturale, in particolare quando le popolazioni si riprendono dallo sfruttamento passato. Il coinvolgimento del pubblico è fondamentale per il successo del programma e l’MCP mira ad aiutare i tasmaniani a comprendere e valutare i mammiferi marini e gli uccelli marini e a partecipare attivamente alla loro conservazione e protezione.
L’intralcio
con attrezzi da pesca e altro inquinamento marino è un processo minaccioso di
importanza mondiale per i mammiferi marini. Man mano che le popolazioni di
foche e balene si riprendono, abitano sempre più aree che si sovrappongono alla
pesca commerciale e ricreativa, portando inevitabilmente a intrecci.
In
Tasmania, australiano (Arctocephalus pusillus doriferus) e dal naso lungo (A.
forsteri) le foche da pelliccia, che si stanno ancora riprendendo dal massiccio
declino della popolazione nel 1800 per mano dell’industria delle foche, sono
spesso osservate impigliate nella lenza o nella rete. Senza intervento, questi
intrecci sono invariabilmente fatali e, ove possibile, l’MCP tenterà di
districare le foche che altrimenti morirebbero di una morte dolorosa e lenta.
Lo sbroglio delle foche che possono pesare fino a 300 kg richiede competenze,
attrezzature e formazione specialistiche.
Il cuore si strugge ed un sonnolento torpore
affligge i sensi, come se ebro di
cicuta,
o d’un sonnifero pesante trangugiato
pochi istanti fa, fossi affondato nel
Lete:
è non certo per invidia della tua
felice sorte,
ma troppo felice nella tua felicità.
Tu, arborea driade dalle lievi piume,
che in una macchia melodiosa
di faggi verdi e sparsa d’ombre
innumerevoli
canti l’estate la felicità a gola
spiegata.
O per un sorso di vino! Che sia stato
rinfrescato da secoli nelle
profondità sotterranee,
sapido di Flora e di prati verdi,
di danza, di canti provenzali,
d’allegria solare!
Oh, sì, bere una coppa colma di
calore,
pregna di rosso, Ippocrene pura e
sincera,
con rosari di bolle occhieggianti
sull’orlo,
e la bocca macchiata di porpora;
sì, poter bere, e inosservato
lasciare il mondo
per svanire, infine, con te, nelle
foreste oscure.
Sparire, lontano, dissolvermi, e
dimenticare poi
ciò che tu, tra le foglie, non hai
mai conosciuto:
il languore, la malattia, l’ansia.
Qui dove gli uomini seggono
e odon l’un l’altro gemere,
qui, dove il tremito scuote gli
ultimi,
scarsi capelli grigi,
dove la giovinezza impallidisce, si
consuma
e spettrale muore,
dove il pensare stesso è riempirsi di
dolore,
e la disperazione regna, dagli occhi
di piombo,
dove la bellezza vede spenta la luce
dallo sguardo
e il nuovo amore non riesce a
struggersi oltre il domani.
Lontano! Lontano! e arrivare da te,
non portato da Bacco e dai suoi
pargoli,
ma sulle invisibili ali della poesia,
anche se la mente, ottusa, si
confonde e indugia:
già lì, con te, tenera è la notte,
con la sua luna regina sul trono
e le fate stellate tutt’intorno:
qui, invece, non c’è luce alcuna,
se non quella che dal cielo con la
brezza spira
per verdeggianti tenebre e sinuosi
sentieri di muschio.
Non vedo quali fiori siano ai miei piedi,
né che dolce incenso impenda sui
rami,
ma nella profumata oscurità intuisco
ogni soavità
di cui il mese propizio dota
l’erba, il boschetto e il selvaggio
albero da frutta,
il biancospino e la pastorale
Eglantina,
viole, presto appassite e sepolte tra
le foglie;
e la figliuola maggiore di metà
maggio:
la veniente rosa muschiata,
dall’umore di vino di rugiada,
mormoreggiante dimora d’insetti nelle
sere estive.
Nel buio ascolto, e ben molte volte
ho quasi desiderato la confortevole
morte,
l’ho chiamata con soavi nomi in molte
meditate rime,
l’ho pregata perché via si portasse
nell’aria il mio respiro.
Or più che mai mi pare bene morire:
spegnersi a mezzanotte, senza alcun
dolore,
mentre tu versi fuori l’anima
in tale estasi!
Tu canteresti ancora: ed io avrei
orecchie invano,
al tuo alto requie divenuto una
zolla.
Tu non nascesti per morire, tu, piuma
immortale!
Le affannate generazioni non ti
calpestano,
e la voce, che odo in questa
fuggevole notte, fu udita
in antichi giorni da re e da villani:
forse è lo stesso canto che il
sentiero trovò
nel cuore di Ruth, quando afflitta da
nostalgia
ella stette in lagrime tra il grano
straniero;
lo stesso, forse, che spesse volte ha
incantato magiche finestre, aperte
sulla schiuma
di perigliosi mari, in fatate terre
deserte.
Deserte! Come una campana risuona
questa parola
che rintocca per ritrarmi da te alla
mia solitudine!
Addio! La fantasia non può frodare
così bene
com’ella ha fame di fare, ingannevole
silfo.
Addio, addio. La tua antifona
dolorosa svanisce
oltre i prati vicini, oltre la
silenziosa corrente,
su per il colle per svanire appieno
tra i boschi della vicina valle.
È stato un sogno? O una visione?
Svanita è quella musica: dormo o son
desto?
( J. Keats )