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Invisibile Impero (radio-attivo) & BIVIO PER
Aqua Verde &
Espedienti legali &
Statistiche a mitraglia...
La realtà
oggettiva con chi ha convissuto e convive oltre che con il Sogno di un mondo
più nuovo anche con l’Idealismo che tutto ciò comporta - profetico idealismo –
esportato e motivato con la cultura verso tutti coloro che ancora credono a
qualcosa, quel ‘qualcosa’ da cui siamo nati evoluti cresciuti e la qual(cosa)
contraccambia con la semplice sua bellezza riflessa nello Spirito quanto nella
nostra psicologia troppo spesso violata e violentata.
Un esempio idealistico di quanto detto rimane la figura di San
Francesco il primo ecologista della Storia, colui che sposando gli ideali della
Natura riflessi nella propria povertà e nel qual tempo ricchezza li ha resi
propri della Chiesa, avendo capito in anticipo sui tempi di circa un secolo il
pericolo di abdicare Dio alle opere di una ‘involuta evoluzione’ più affine
alla ricchezza materiale che quella dello Spirito.
Dio lo ha messo alla prova privandolo del dono della vista, ma
noi che vediamo e possiamo costantemente monitorare lo scempio guardiamo
attraverso la sua pupilla e rinnoviamo l’antico cammino…
Cosa possiamo fare?
…E che Greta mi perdoni ma i nemici di Dio quanto della sua
Opera potenti e il vedere una fragile se pur forte impegno gracile nella
presenza mi fa temere futura manipolata raggirata beffa.
Va bene Greta, mi unisco e spero che in qualche modo ti giunga
questa mia non meno dell’esperienza di vita, conosco i Paesi da dove provieni
anzi per il vero ho transitato ancora più a Nord della tua dimora fino a quella
Islanda che tanto mi è rimasta nel cuore, e pensa, costantemente leggo di una Terra
completamente trasformata non civilizzata, bada bene, ma colonizzata per interessi
diversi della sua grandiosa e unica Natura; giacché una Terra divisa fra
ghiaccio e fuoco è l’esempio più illuminante di come la Terra si sia evoluta
formando unica impareggiabile bellezza costantemente violata, scusa mi correggo
Greta, violentata…
Mi ricordo, che mi accennarono durante il Viaggio alla costruzione
imponente di una diga la qual opera non certo gradita andava a trasformare la
sua unica e bella geografia per ciò che sarebbe dovuta essere una scelta ne più
e nemmeno di ciò che avviene con l’Arte e Dio il ‘mastro’ e non certo di
bottega, portare non solo la cornice ma l’intera Opera alla tutela d’un museo,
ma così non è stato e sarà. Sperare la tutela di una intera piccola grande
Nazione nella specificità della propria Natura qual laboratorio ove poter
continuare per mari e terre ancora più a Nord e monitorare così la vera rovina,
ma purtroppo anche questo un Sogno perso andato abdicato all’eterno superiore
compromesso…
…Ed allora Greta potrai comprendere l’apprensione mista a
risentimento…
Per cui chi scrive sa bene ciò che dice pur non essendo un
operatore di viaggi infruttuosi ed a breve scadenza con costi elevati ed elitari
per giovani gradassi che hanno confuso la delicata immacolata bellezza per un
safari d’avventura a caccia della migliore fotografia, ciò che si imprime nello
Spirito quanto all’occhio come disse un noto teologo è la Prima immagine di Dio
precedente alla vista nata per rilevarla e riflessa nella bellezza dall’occhio
colta e pregata… E ciò fa parte anche della comune genetica condivisa con Madre
Natura! Meditai il tutto e scrissi e scrivo ancora con il ricordo di questa
meravigliosa Terra non meno della tua.
Quindi cosa e dobbiamo e possiamo fare!
La cosa principale per essere, sebbene idealisti, anche concreti
nella ferma volontà del cambiamento e non certo un isolato intento che
raccoglie solo consenso mediatico senza reali porti d’attracco conquistati e
ancora da conquistare. E sebbene la tua giovane età presto come tanti tuoi
giovani amici promotori di siffatta iniziativa andrai al voto, compreso quello
di Maggio per le elezioni Europee, ed allora Greta solo con la ferma intenzione
di contrastare ciò di cui l’attuale giornata si deve rinnovare alle urne. Fra
pochi giorni… e votare non una scelta che privilegia l’interesse del privato
nello Stato nel conseguire obiettivi ed intenti similari in tutti i paesi
comunitari, attenzione a non fare l’errore ed equivocare: credo nello Stato ma
in quello Stato che tutela il cittadino negli interessi a lunga scadenza e mai
il contrario. Ed il tuo paese piuttosto all’avanguardia giacché avvantaggiato
dal rapporto di abitanti per chilometro quadrato, ciò lo rende già ricco per se
stesso, quindi lo Stato in grado di poter agire con più efficacia di intenti
giacché non esiste la frammentazione classica del nostro clima il quale comporta
una determinata e diversa socialità, quindi, un diverso approccio anche con
l’ambiente condiviso. Ciò è anche antropologia giacché il Clima non alieno alla
radice come all’intera corteccia dell’uomo…
A parte questa premessa, l’importante è saper individuare i
soggetti ideali, ecologisti e non, ma competenti anche affiancati da professori
universitari o delle scuole superiori con il fermo intento del cambiamento, e
se questi già vi sono e canditati orientare scelte obiettivi strategie finalità… confacenti e compatibili sia con
l’Economia sia con le strategie finora adottate pur insoddisfacenti motivo
dello sciopero dell’odierno giorno non meno dei disastri e morti annunciate.
Cioè, la manifestazione non deve e può rimanere un evento
isolato appetibile solo per una falsa demagogia che consenta agli attuali
nemici di continuare l’infruttuosa opera contestata. Questo il punto
importante. Per attuare i comuni obiettivi e non radicalizzarli come l’isolarli
al confine dell’impossibile dobbiamo salire alle stesse uguali medesime
poltrone in cui siedono i soggetti portatori del cancro, e concreti nei vincoli
in cui la comunitaria società si sviluppa motivando l’impegno comune di un ‘mondo
più nuovo’ compatibile ed ecologicamente da esempio, anzi, esportabile nella propria
ed altrui non più idealizzazione ma concretezza - ferma concretezza - di Leggi
Diritti ed Intenti sottratti non solo alla Natura ma anche al singolo qual
diritto e libero arbitrio velatamente negato….
Purtroppo un malsano Progresso più volte detto organizza il
proprio ed altrui intento in modi e mezzi differenti e non mai alleato con
l’Idealismo tantomeno con la democrazia…
Quindi per attivare e finalizzare motivazioni ed intenti di
Piazza si debbono organizzare dei comitati politici sia all’interno delle
scuole che nei poli universitari non meno di ogni associazione culturale dalla
Biblioteca alle singole attività culturali in cui ognuno esprime l'innata capacità espressiva specchio della propria ed altrui Natura, giacché Greta, noi
tutti figli di questa Terra nell’Anima Mundi da ognuno ugualmente seminata coltivata e
sperata… Anche e soprattutto quelli più sensibili alle tematiche ecologiste
facendo intendere e non certo raggirare che ognuno Espressione d’una certa
psicologia negata. E se iniziamo a monitorare ed attivare ciò possiamo motivare ed iniziare una futura classe dirigente che può e sa' ottenere quanto
l’idealismo sperato e non solo studiato o confinato al tempo libero di un Arte infruttuosa.
Quell’Arte negata è nostra fa parte della nostra Natura!
Quindi rimuovendo generazionali privilegi di classe in cui si
formano le future classi dirigenti economicamente avvantaggiate, attivare
quella economia eco-compatibile che sia nuova condizione generazionale detta e
rinnovabile come una fonte di energia superiore ed inesauribile nella forza
all’energia del falso ideale e motivo contrastato - motivo dell’orrore di
quanto fin ora impropriamente creato -. Ed in cui rinnovando e motivando
finalità ed intenti comuni e seminando il dovuto possiamo raccogliere i frutti
sperati non delegando ad attuali dirigenti ciò che sarà costante motivo di un
eterno compromesso, ed essere gettati dalla finestra con l’inutilità non meno
dell’impossibilità di attuarne i progetti.
Questo deve e può fare Greta anche chi accompagna il tuo
cammino!
Ti porto un esempio poco gradito e soprattutto non frainteso…
Quando un dittatore non molto tempo fa’ salì al potere affidò ai
giovani la sua battaglia, noi rovesciamo i termini di questa stessa guerra
senza arma alcuna solo la ferma speranza di raccoglierne gli errori del passato
e con quelli proseguire non certo medesima battaglia, ma al contrario le
condizioni di un mondo pacifico e senza quei compromessi di rivalsa e
differenza in ciò che può e deve unire, perché, cara Greta, la Natura non è
superiore uguaglianza di razza ma diversità biologica da tutelare…
E sappi quante specie ogni giorno ogni anno ogni decennio stanno
scomparendo e non certo estinguendo, la differenza un domani non molto lontano
la spiegherà il tuo professore e sarà anche in grado di calcolare tempi e modi
del cambiamento climatico in cui Darwin ipotizzò la sua teoria della specie
evoluta nei secoli, però a prescindere la (specie) più forte che sopravvive e sopravvivrà
nel proprio ed altrui ambiente le condizioni radicalmente mutate compresa la
teoria di Darwin ad uso e consumo di una intera classe capitalistica.
Allora, cara Greta dovremmo essere noi i più forti, forti come
Madre Natura e prendere forza dalla sua statura dalla sua linfa per un ‘mondo
più nuovo’ sperato che non è solo un facile motto ma soprattutto un Libro di
una persona morta per l’intento fragile di volerlo realizzare.
Robert Kennedy era una persona fragile con la costante paura di
essere ucciso, anzi la certezza di un fucile puntato alla tempia e non poter realizzare
il mandato per cui scelto nel suo partito, infatti perì come tanti Profeti a cui si preferisce un diverso
cammino.
Anche nella ex verde terra donde ti scrivo taluni magistrati in
lotta costante contro la mafia avevano medesima volontà e certezza, e perirono
forse traditi in quegli stessi uffici che presiedevano con ferma idealistica
concreta presenza di uno Stato più nuovo e purgato dal cancro della mafia.
Tutto ciò per dire e dirti che i nemici sono potenti e forti e
determinati con interessi dei quali solo LA PRESA DI COSCIENZA FA’ IMPALLIDIRE
ED ABDICARE OGNI SPERANZA COME IL MOTTO PREFIGURATO da Dante: perdete ogni
speranza!
Ma noi cara Greta non perdiamo la speranza detta, la rinnoviamo
la organizziamo anche capillarmente e se solo in grado in ciò, con la stessa
volontà di chi ucciso accompagnato da idealisti giovani come te, possiamo
conquistare quartiere per quartiere città per città regione per regione nazione
per nazione sino alla deriva di un nuovo stato unito nella ferma volontà non
solo della tutela ma anche del cambiamento…
Ed riuscire a rimuovere ciò che attualmente governa il mondo
globalizzato: un Papero un dittatore ex bolscevico passato al fascismo ed un
ritorno al populismo dall’est fino al patrio suolo con la premessa di un nuovo
fascismo di stato sullo stampo Orwelliano.
Allora cara Greta scusa e nello scusarmi allego alla presente un
Sogno interrotto che solo la volontà dei giovani può resuscitare, un Sogno
affogato nel sangue. Un Sogno ucciso perché incompatibile con quella Economia
con interessi ingordi specchio non solo di una grande nazione ma di una
genetica oserei dire - similar genetica - figlia del profitto e nemica
dell’uomo immaginarsi di una fragile piccola grande futura donna…
I Frammenti qui raccolti sono
prevalentemente il frutto del lavoro, dei viaggi e dei discorsi fatti e
continuo a fare da quando, nel Gennaio del 1965, divenni senatore.
Al senato di questa grande
nazione i problemi vengono trattati man mano che si presentano, e tutta la mia
attenzione è ora rivolta a quel personaggio che occupa, democraticamente o
meno, a seconda di come si ragiona ed accorda a questa retta condizione della
medesima pensata, elevata condizione. Ragion per cui tutta la mia attenzione
rivolta, giacché non del tutto privato della linfa non meno del democratico
impegno, alla crisi di ogni momento ed avverso a chi di ugual principio abusa
in nome e per conto di questo ed in cui l’evoluzione mi nomina difensore e
custode.
Perciò in tali e brevi Frammenti
non intendo delineare nessuno schema grandioso, nessun programma globale per la
comune nazione o per il mondo, ma mi limito ad esaminare e ad approfondire le
nostre reazioni di fronte ai problemi che ci stanno aggredendo con la maggiore
urgenza e gravità se confrontati con quanto assunto con pochi e sgrammaticati
tratti di penna, chi la penna non dovrebbe impugnare per medesime finalità ma
pur in ragione di una certa e diffusa alfabetizzazione ne fa uso ricorrente ed
improprio confondendo scrittura e cultura, lettura e sapere, business ed
economia…
Proseguo…
Dalla fondazione della
repubblica, da quando Thomas Jefferson, a trentadue anni, scrisse la
Dichiarazione di indipendenza, Henry Knox, a ventisei, organizzò un corpo di
artiglieria, Alexander Hamilton, a diciannove, andò a combattere per
l’indipendenza, e Rutledge e Lynch, a ventisette, firmarono la Dichiarazione
per la Carolina del Sud, ed ancora quando la Clinton e poi Obama riformarono a
ragione ciò di cui il mio intervento circa la consapevolezza di una sanità ed
assistenza per tutti, e quando quest’ultimo ha maturato retta consapevolezza ed
urgenza di un piano ecologico per le nostre ed altrui ricchezze, ebbene…, mai
giovane generazione di americani è stata più brillante, più preparata, più
intimamente consapevole di quella attuale.
Nel Peace corps, nel Northern
student movement, in Appalachia, sulle strade polverose del Mississippi e sugli
stretti sentieri delle Ande, questa generazione di giovani ha mostrato
idealismo e un amor di patria eguagliati in pochi paesi e superati in nessuno….
Si è tentati di far risalire alla
guerra tutti i problemi della nostra gioventù malcontenta; ma sarebbe un
errore!
E non si può neppure far risalire
la causa del malcontento a un individuo, a un governo, a un partito politico;
la diagnosi deve essere più profonda e più ampia.
Prendiamo per esempio la nostra
economia, la stupefacente macchina produttiva che, a conti fatti, ci ha resi
più ricchi (ed ancora di più come qualcuno promette con pochi e sgrammaticati
tratti di penna - ma di quale comune ricchezza o difesa parla lascio alla
limitata visione associata al pressapochismo circa la stessa economia la quale
è cosa troppo seria per essere così infranta in ragione del comune principio
che fa’ di ogni uomo ‘ricco di mondo’ nella povertà nonché brevità del
contrario sottoscritto e nell’inganno firmato in nome della stessa [ricchezza]
offesa nella finalità del principio privato: questione di miglior convenienza e
veduta a lunga scadenza - questa forse più retta scienza….) di qualsiasi popolo
nella storia, e che ci sostenta e ci mantiene tutti.
È una economia imprenditoriale,
il che significa che la maggior parte degli abitanti di questa grande nazione è
occupata in qualche genere d’affari. Era certamente giusto, anche se non molto
edificante, quanto disse Coolidge: “Gli affari dell’America sono gli affari”.
Eppure sappiamo da una recente ed ancor attuale indagine che solo ilo 12% degli
studenti universitari seniors desidera una carriera nel mondo degli affari o
ritiene che questa carriera possa essere degna e soddisfacente. Senza dubbio
uno dei motivi è che mentre le grandi aziende rappresentano un vastissimo
settore della vita americana, il loro ruolo nella soluzione dei problemi vitali
del paese è minimo.
Diritti civili, povertà,
disoccupazione, igiene, istruzione, sanità (sottolineo quest’ultimo argomento):
ecco solo alcune gravi crisi di fronte a cui l’intervento della classe
imprenditoriale, con alcune importanti eccezioni, è stato e continua ad essere
molto inferiore a quanto ci si potesse aspettare. Possiamo prendere atto di talune eccezioni,
ma indiscusso ed indubbio che il mondo imprenditoriale nel suo complesso non ha
raccolto la sfida per una ‘nuova frontiera’ della nazione, eccetto un diffuso
dissenso che dalla frontiera migrato verso l’uno e l’altro polo di questo mondo
così maltrattato!
Naturalmente si può ribattere che
il compito dell’imprenditore è il profitto (è business dice il
‘quarantacinquesimo’ della lista…. degli imprenditori di certo non dei Padri
Fondatori giacché vi è notevole confine… tra quelli e questa limitata
‘ragione’), che tentare di più vorrebbe dire fare meno di quanto è dovuto agli
azionisti. Ma, chiedono i giovani, che valore ha questa obiezione quando una
sola azienda, come la General Motors o un’altra consimile conserva dei profitti
annui superiori al prodotto nazionale di un qualche paese del mondo? Per dei
giovani educati da solidi principi accompagnati da retti ideali e per i
moralisti di ogni tempo, l’etica che misura ogni cosa sulla base del profitto
che se ne può ricavare è ancora più sgradita!
Infatti hanno ben visto alti
funzionari (nonché acclamati ministri) delle nostre aziende ingannare elettori
e democrazia e complottare accordi non solo sui prezzi, ma anche sui principi
su cui la democrazia siede e presiede taluni incarichi e di cui la stessa
dovrebbe tutelarci dall’opposto in ragione della comune difesa, talché anche
questa è divenuta business con cui ingannare il popolo e non solo il giovane
morto in una inutile guerra… in difesa e per conto di questa democrazia
‘disdetta’…
E come dicevo…, questi giovani
hanno visto alti funzionari delle nostre più grandi aziende complottare accordi
sui prezzi, complottare circa il principio della verità affinché le loro stesse
aziende ne potessero trarre il maggior profitto ed illecito guadagno di cui
inaffidabili soci in affari; incontrandosi in squallide riunioni segrete per
rubare qualche miliardo al mese dalle tasche di milioni di cittadini e non solo
americani!
Ci hanno visto mandare la gente
in prigione perché in possesso di marijuana, mentre ci rifiutiamo di limitare
la vendita o la pubblicità delle emissioni di gas nocivi che ogni anno uccidono
migliaia di cittadini nel mondo visto che il nostro paese nell’aspettativa di
diventar ancor più ricco grazie a questo impegno è quello che più inquina al
mondo…
Infatti ci vedranno fra breve
esitare ad imporre le più modeste norme di sicurezza ambientale nella
costruzione delle automobili o a esigere che le società finanziarie dicano la
verità sugli interessi richiesti per i prestiti che concedono. Hanno intuito che la criminalità organizzata,
questo impero della corruzione, della venalità ingorda e dell’estorsione,
continua a prosperare, non soltanto tollerata ma spesso alleata a importanti
personalità dei sindacati, del mondo degli affari e del governo.
Per queste ragioni - ora
rinnovate ed aggiornate - forse molti giovani come molte donne nel loro
manifesto disprezzo per gli eccessi del ‘materialismo’ di una falsa e non solo
ingorda ricchezza ma dannosa economia, fanno eco agli insegnamenti di un altro
giovane ribelle:
“Ed Egli mandò via i ricchi a
mani vuote”.
Ma come ben vedete nel mio ed
altrui sacrificio nulla servito perché i ricchi escono dallo stesso mio e
vostro ‘studio’ a mani piene di monete e non solo… Ma ciò che respingono questi
giovani è qualcosa di più di questi abusi dovuti al principio del profitto;
spesso è proprio la natura del materialismo della nostra comune società e le
sue conseguenze che li portano ad un ragionevole e rivoluzionario rifiuto.
I sobborghi come avete visto
rimangono ‘scatolette sparse su una collina… tutte fatte di cartapesta come un
gioco di bambini con i loro giochi, tutte uguali’. ‘Col danaro non mi compero
l’amore’, cantano. Ai loro occhi, misuriamo troppo spesso il valore di un uomo
in base allo stipendio o a quello che possiede. In definitiva, ritengono che la
vecchia generazione abbia rinunciato ai valori sociali e personali in cambio di
‘giocattoli’ che una volta qualcuno ha definito ‘una collezione di passatempi
per gente immatura’.
Infatti approfondendo e
aggiornando questo concetto, al proliferare di spazi inaccessibili e
fortificati, si osserva una sempre più scarsa presenza dei luoghi pubblici, che
invece dovrebbero favorire l’incontro, il dialogo, il confronto e lo scambio
tra gli individui. Al loro posto sorgono invece nuovi spazi, creati
appositamente per il consumo. Le
comunità locali e gli spazi pubblici non sono più quelli di una volta: perdendo
ogni legame con il territorio e la capacità di essere occasioni di incontro,
viene meno anche la loro funzione principale, cioè quella di aggregare le
persone e tenerle unite. Nei luoghi di riunione si creavano anche norme, in
modo da poter fare giustizia e da imporla orizzontalmente, sì da trasformare
coloro che parlavano in una comunità, separata dagli altri e integrata al suo
interno da criteri comuni e condivisi di valutazione. Ora, un territorio che
venga privato di spazi pubblici offre scarse possibilità perché le norme
vengano discusse, i valori messi a confronto, perché ci siamo scontri e
negoziati. Ciò che viene a mancare è dunque lo spazio del confronto
costruttivo, della discussione e della condivisione dei valori; tutte attività
importanti e necessarie per costruire e tenere viva una comunità. “Lungi dall’essere terreno di coltura dello
spirito comunitario, le popolazioni locali sono piuttosto accozzaglie di entità
prive di legami reciproci”. Le persone che sono escluse e si trovano a vivere
assieme nello stesso spazio, condividono semplicemente un vincolo territoriale,
ma legami di altro tipo non sussistono; per questo, pur essendo dei gruppi,
delle comunità, non possono essere paragonati alle comunità del recente
passato.
Questi fenomeni sfociano nella
disgregazione delle collettività e nell’erosione degli spazi pubblici, come
luoghi di incontro, e producono una condizione, volontaria o imposta, di
isolamento dell’individuo: c’è chi sceglie di isolarsi e fa di tutto per
rimanere distaccato e chi invece si trova escluso, estromesso, per volontà
altrui, perché gli viene negato l’accesso. Le élites hanno prescelto
l’isolamento e, per ottenerlo, pagano generosamente e volentieri. Il resto
della popolazione si trova tagliata fuori e costretta a pagare l’alto prezzo
culturale, psicologico e politico del nuovo isolamento in cui è caduta. Quanti
non hanno i mezzi per scegliere di stare separati e di pagare i costi di
servizi di sicurezza, si trovano a vivere gli aspetti passivi di questo
fenomeno attuale.
Da una parte si trovano dunque le
persone che si barricano nelle loro fortezze e dall’altra le persone che sono
costrette a rimanere all’interno dei loro spazi, perché estromessi dalle aree
di potere. In questo modo la distanza tra le élites che sperimentano
l’extraterritorialità e le persone che invece rimangono legate alla
territorialità aumenta inevitabilmente, e questa disparità si fa sentire ancor
di più se si considera che extraterritorialità vuol dire anche libertà,
capacità di movimento, in opposizione alla stanzialità e ai vincoli imposti dalla
territorialità: “Se la nuova extraterritorialità della élite viene vissuta come
una inebriante libertà, la territorialità degli altri non fa tanto pensare a
una casa, a una base sicura, ma sempre più a una prigione, tanto più umiliante
quanto più viene ostentata la libertà di movimento degli altri”.
…Abbiamo conservato gelosamente
il nostro sistema educativo e soprattutto universitario considerandolo
anch’esso uno dei pilastri della società liberale. Ma questa fede non è
condivisa da tutti. Uno dei suoi critici ha detto: “L’educazione è per sua
stessa natura un problema individuale… da mantenere al di fuori degli
ingranaggi della produzione di massa. Il suo compito non è quello di produrre
gente che, istintivamente, vada tutta nella stessa direzione… [eppure] i nostri
milioni di studenti imparano tutti le stesse lezioni e trascorrono ore di
fronte ad internet o alla televisione guardando più o meno le stesse cose e le
stesse cose condividere in ugual identico momento. Per una ragione o per
l’altra trascuriamo sempre più le differenze, quando addirittura non cerchiamo
di dimenticarle. Andiamo diritti verso la standardizzazione dei cervelli, verso
quello che Goethe chiamava ‘il mortale luogo comune che ci incatena tutti’ ”.
Chi ha parlato così non era un oratore
di una manifestazione di Berkeley; era Edith Hamilton, uno dei nostri massimi
cultori degli studi classici.
Giudizi molto simili vengono
pronunciati dai nostri giovani critici. Così ha parlato un rappresentante degli
studenti in una riunione del consiglio di amministrazione dell’università di
California: “Abbiamo chiesto di essere ascoltati! Avete rifiutato e continuato
a firmare accordi in nome del vostro business! Abbiamo chiesto giustizia e non
solo per i neri. L’avete chiamata anarchia senza il dovuto codice a barre!
Abbiamo chiesto la libertà al di fuori del limitato intento da voi nominato
‘geografia’ globale! L’avete chiamata ‘licenza’. Piuttosto che affrontare la
paura e la sfiducia che avete motivato ad ogni vostro evento rinnovato numerato
dal ‘sette all’otto’ con il russo corrisposto, avete chiamato tutto questo
‘comunismo’. Ci avete accusato di essere usciti dalle giuste vie. Ma siete a
voi a precludercele con ogni vostro nuovo trattato e firma! Voi, non noi, avete
edificato le università e non solo quelle sulla sfiducia e sulla disonestà”.
È impossibile fraintendere
l’angoscia che scaturisce da queste ed altre proteste. Possono esserci molte
cose dietro quel grido, ma una di queste è certamente la protesta
dell’individuo contro l’‘universalità’ divenuta una corporazione burocratica
troppo spesso foraggiata da interessi privati, contro l’ottusa
standardizzazione di cui parlava Hamilton. Perché nella burocrazia e nella
standardizzazione (anche con la virtuale e confusa se non addirittura mascherata pretesa del contrario) c’è la negazione del
valore dell’individuo e dell’importanza dell’uomo come tale: se tutti sono
uguali, perché ascoltare ciò che il singolo ha da dire? Se non siamo disposti
ad ascoltare, allora gli uomini non sono altro che numeri di una serie di
statistica, una parte del prodotto nazionale lordo, come tante tazzine da caffè
o tanti computer ove a piacimento ricavare dati o se non altro rubarli o
spiarli…
(R. F. Kennedy, Vogliamo un mondo
più nuovo)