giuliano

domenica 6 gennaio 2013

PAUSA (dalla camera oscura): LA 'NAUSEA' DELLA DOMENICA
















Ho lasciato la cancellata, mi sono voltato verso le case e le strade borghesi
e ho detto a mezza voce: E' domenica!
E' domenica: dietro i docks, lungo il mare, vicino alla stazione merci, tutt'in-
torno alla città vi sono tettoie vuote e macchine immobili nel buio.
In tutte le case gli uomini si fanno la barba dietro le finestre; hanno la testa
piegata all'indietro, e fissano ora lo specchio ora il cielo freddo per sapere
se farà bel tempo.
I bordelli aprono ai loro primi clienti, campagnoli e soldati.
Nelle chiese, al chiarore dei ceri, un uomo beve del vino davanti alle don-
ne inginocchiate.




Nei quartieri periferici, tra le interminabili mura delle fabbriche, lunghe file
nere si son messe in marcia e avanzano lentamente verso il centro della cit-
tà.
Per riceverle le vie hanno preso il loro aspetto dei giorni di sommossa: tut-
ti i negozi, salvo quelli di via Tournebride, hanno abbassato le saracinesche.
Ben presto, in silenzio, le nere colonne invaderanno quelle vie che fanno le
morte: prima verranno i ferrovieri di Tourville e le loro donne che lavorano
nei saponifici di Saint-Symphorin, poi i piccoli borghesi di Jouxtebouville,
poi gli operai delle filande Pinot, poi tutti i correggiai del quartiere Saint-
Maxence; gli uomini di Thiérache arriveranno per ultimi col tram delle undi-
ci.




Ben presto, tra i negozi sprangati e porte chiuse si formerà la folla
domenicale.
Un orologio suona le dieci e mezzo e mi metto per via: a quest'ora,
la domenica, a Bouville si può vedere uno spettacolo interessante e
delirante, ma non bisogna arrivare troppo tempo dopo l'uscita della
messa grande.....




- Oggi è domenica, Marietta, andiamo al cinema col bello, nel pomerig-
gio, eh?
- Certo, oggi è la giornata d'Antonietta, e col bello ci vado io.
L'agente di cambio s'è seduto di fronte ad un vecchio tutto sbarbato dall'-
aria infelice. Il vecchio sbarbato comincia subito un racconto animato.
L'agente di cambio non l'ascolta: fa delle smorfie e si tira la barba.
...Non si ascoltano mai...




Riconosco i miei vicini, è una coppia di piccoli commercianti del quartiere.
La domenica la loro domenica fa vacanza, e allora vengono qui e s'instal-
lano sempre alla stessa tavola.
Il marito mangia una bella costoletta di vitello.
La guarda da vicino e ogni tanto l'annusa.
La donna mangiucchia.
E' una bionda ben piantata sui quarant'anni dalle guance rosse e lanuginose.
Ha belle poppe dure sotto la camicetta di seta.
Si scola come un uomo la sua bottiglia di bordeaux rosso ad ogni pasto.




Mi metterò a leggere in silenzio il mio libro...e li osservo...
Dal mio arrivo i miei vicini erano rimasti (anche loro) in silenzio,
ma d'un tratto la voce del marito mi ha distolto dalla mia lettura.
Il marito, in tono divertito e misterioso:
- Di', hai visto?
La moglie sussulta e lo guarda, come uscendo da un sogno.
Lui mangia e beve, poi riprende, con lo stesso tono malizioso:




- Ah, ah!!
Un silenzio, la moglie è ripiombata nel suo sogno.
D'un tratto si riscuote e domanda:
- Che cosa dici?
- Susanna, ieri.
- Ah, sì?
dice la moglie
- era andata a trovare Vittorio.
- Che cosa t'avevo detto?
La donna respinge il suo piatto con aria impaziente.
(Mi sembra che c'è qualcuno che ci osserva, forse proprio
quello con la faccia da pazzo, sembra un galeotto...).
Poi riprende:
- Non è buona.
Gli orli del suo piatto sono guarniti di pallottole di carne grigia
ch'ella ha risputato.
Il marito prosegue nella sua idea.




Quella donnetta lì....
Tace e sorride vagamente.
Di fronte a noi il vecchio di cambio accarezza il braccio di
Mariette ansando un poco.
Dopo un momento:
- Te l'avevo detto, l'altro giorno.
- Che cosa m'avevi detto?
- Di Vittorio. Che sarebbe andata a trovarlo. Che c'è?
domanda d'un tratto in tono sgomento
- non ti piace?
- Non è buona.
- Non è più come una volta,
dice lui in tono d'impotenza
- non è più come un tempo.......

(J. P. Sartre, La nausea)










Nessun commento:

Posta un commento