giuliano

sabato 13 maggio 2017

OWL CREEK




















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Un sogno non muore mai... (7)  &















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(Dedicato a M. Twain .... da uno Straniero......)







L'uomo braccato vide tutto questo al di sopra della spalla;
ora nuotava energicamente col favore della corrente.
Il cervello era pieno d'energia come le braccia e le gambe;
pensava con rapidità del fulmine.
- L'ufficiale',
ragionò,
- "non ripeterà l'errore di rispettare rigidamente la proce-
dura. Una scarica è facile da schivare quanto un solo colpo.
Probabilmente ha già dato l'ordine di sparare a volontà.
Che Iddio m'aiuti, non posso schivarli tutti!".
Un tonfo spaventoso a due metri di distanza fu seguito da
un suono forte e fragoroso, un diminuendo, che sembrò ri-
percorrere a ritroso il cammino in direzione del forte e si
spense con un'esplosione che agitò le acque del fiume da
capo a fondo!




Una massa d'acqua si incurvo sopra di lui, gli cadde ad-
dosso, lo accecò, lo strangolò!
Il cannone aveva preso parte al gioco.
Mentre scuoteva la testa per liberarsi dalle acque agitate
dal colpo, lo udì deviare e ronzare in aria più avanti, e un
attimo dopo spaccare e frantumare i rami della foresta.
- Non lo rifaranno,
pensò,
- "la prossima volta useranno una scarica di mitraglia. De-
vo tenere d'occhio il cannone; il fumo mi avviserà, la deto-
nazione arriva troppo tardi, si sente quando il proiettile è
già partito. Quello è un buon cannone".




Improvvisamente si sentì risucchiare e girò su se stesso
come una trottola. L'acqua, le rive, le foreste, il ponte o-
ra lontano, il forte e gli uomini: tutto si mischiava e si con-
fondeva.
Gli oggetti si distinguevano solo per il colore; cerchi oriz-
zontali di colore era tutto quel che vedeva. Era stato pre-
so in un vortice e avanzava roteando a una tale velocità
da fargli venire il capogiro e la nausea.
Pochi attimi dopo, fu scagliato sulla ghiaia ai piedi della
riva sinistra, la riva meridionale, dietro una sporgenza che
lo nascondeva ai suoi nemici.
L'arrestarsi improvviso del movimento, l'abrasione che
si era procurato a una mano strusciando sulla ghiaia, lo
riconfortarono ed egli pianse dalla gioia.




Affondò le dita nella sabbia, se la gettò addosso a man-
ciate e la benedisse a voce alta. Erano diamanti, rubini,
smeraldi; non riusciva a pensare a niente di bello a cui
somigliasse.
Gli alberi sulla riva erano piante ornamentali giganti; no-
tò che erano disposte secondo un ordine, aspirò la fra-
granza dei loro fiori.
Una strana luce rosata splendeva negli spazi tra i tron-
chi e il vento intonava tra i rami la musica delle arpe
eoliche.
Non desiderava portare a termine la fuga; si acconten-
tava di rimanere in quel luogo incantato fino a quando
lo avrebbero ripreso.
Il sibilo e il crepitio della mitraglia tra i rami sopra il
suo capo lo ridestarono dal sogno. Il cannoniere bef-
fato gli aveva sparato a casaccio una raffica d'addio.




Balzò in piedi, salì a gran velocità sulla riva e si immer-
se nella foresta.
Camminò tutto il giorno, orientandosi sul corso del so-
le. La foresta sembrava interminabile; da nessuna par-
te gli riuscì di scoprire una via d'uscita, neppure un sen-
tiero da boscaioli.
Non si era mai reso conto di vivere in una regione così
selvaggia. La rivelazione aveva qualcosa di inquietante.
Al calar delle tenebre, era stanco, aveva le piaghe ai
piedi ed era affamato.
Il pensiero della moglie e dei figli lo spinse a prosegui-
re. Infine trovò una strada che lo guidò verso quella che
sapeva essere la giusta direzione.
Era larga e diritta come una strada di città, eppure sem-
brava non battuta.




Non era fiancheggiata da campi, da nessuna parte si
vedevano case. Neppure l'abbaiare di un cane che sug-
gerisse l'insediamento umano.  Le masse nere degli al-
beri formavano da entrambi i lati delle pareti verticali
convergenti in un punto all'orizzonte, come un diagram-
ma in una lezione di prospettiva.
Guardando in alto da quella fenditura nel bosco, vide
risplendere grandi stelle dorate dall'aspetto insolito,
raggruppate in in strane costellazioni.
Era certo che fossero disposte secondo un ordine dal
significato oscuro e maligno. Da entrambe le parti, il
bosco echeggiava di rumori bizzarri, tra cui una volta,
due volte, e poi ancora, egli udì distintamente dei bi-
sbigli in una lingua sconosciuta.




Il collo gli doleva e alzando la mano per toccarlo, lo
sentì orribilmente gonfio. Sapeva che era cerchiato
di nero là dove la corda lo aveva stretto coprendo-
lo di lividi.
Sentiva gli occhi congestionati; non riusciva più a...
chiuderli. Aveva la lingua gonfia dalla sete; allievò
la sua febbre cacciandola fuori tra i denti all'aria fre-
sca. Com'era soffice il tappeto erboso che aveva
ricoperto la via non battuta!
Non riusciva più a sentire la strada sotto i piedi.
Senza dubbio, nonostante il dolore, si deve essere
addormentato camminando, perché ora vede un'-
altra scena; forse si è solo ripreso da un delirio.




Al cancello casa sua.
Tutto è come lo ha lasciato, luminoso e magnifico
nel sole del mattino. Deve aver camminato per
tutta la notte.
Appena spalanca il cancello e si avvia per il gran-
de viale bianco, vede un svolazzare di abiti femmi-
nili; la moglie dall'aspetto giovane, fresco, dolce,
scende dalla veranda per andargli incontro.
Rimane in attesa in fondo alle scale, con un sorri-
so di gioia ineffabile, un atteggiamento di impareg-
giabile grazia e dignità.
Ah, com'è bella!
Si precipita in avanti a braccia spalancate. Mentre
sta per stringerla a sé, sente alla nuca un'esplosione
 assordante; una luce bianca accecante avvampa




tutto intorno a lui col rumore di un colpo di cannone....
poi tutto è oscurità e silenzio!
Peyton Farquhar era morto; il suo corpo, con il collo
 spezzato, oscillava gentilmente da una parte all'al-
tra sotto le travi....del ponte di Owl Creek.....

(A. Bierce, Accadde al ponte di Owl Creek)

















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