giuliano

domenica 15 novembre 2015

L'AUTUNNO (4)










































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L'Autunno (3)  (2)  (1)

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Tutti (noi perfetti) morimmo a stento con solo la voce del silenzio (25/1)













...Con il dono della parola fu destinata ad una lenta tortura.
Mi narra di quando cadde nel corpo della morta materia, lei che solo linfa era, poi ebbe ogni sorta di tortura, quando solo la vita celebrava…
Quando solo bellezza concedeva ad ogni nostra muta preghiera…
Quando solo la vita prometteva ad ogni respiro della nostra immutata èra… Ebbe ad espiare colpe mai commesse, ebbe a soddisfare passioni e desideri sfrenati e nascosti, lei che vegliava la vita all’ombra di un desiderio appena scorto vicino alla radice dove un uomo azzanna la bellezza come fosse un desiderio represso e mai concesso al falso progresso…





Lei che vegliava quelle misere ore all’ombra di non visti strani accadimenti.
Ricorda un uomo godere dei suoi frutti e divorarli come pensieri strani e arguti di una guerra infinito principio di vita.
Ricorda quell’uomo godere del sapore freschezza e linfa di stagione, del suo principio come fosse un frutto proibito di uno strano giardino.
Ricorda di averlo visto azzannare e masticare con i denti non riuscendo a distinguere il profumo, perché è solo un istinto astuto caduto in un moderno mito incompiuto. Ricorda il suo istinto evoluto non percepire odore né sapore, non scorgere colore…, pur parlando della vita del nostro ugual Creatore…





Ricorda di averlo udito mentre mastica ugual Genesi e Principio dal palato così mal concepito, il suo è solo istinto immaturo mentre ruba il mio frutto maturo…
Ricorda spogliare i rami di ogni frutto senza rendere di quanto ricevuto, forse perché si pensa astuto, forse perché non ode la voce del vento mentre risentito per l’accaduto abbatte il suo ordine incompiuto: ha scomposto la regola della vita e gode del frutto mai seminato nel giardino dell’eterno peccato all’ombra della foglia… sogno per sempre perduto…
Forse perché un albero muto può anche essere abbattuto… dopo averne impropriamente goduto ogni suo frutto maturo.





Forse perché alla sua ombra ogni dottrina può essere consumata a chi pensa la vita riflessa nella Natura cieca muta e senza il dono della parola.
Forse perché quello è solo un albero del suo Dio e lui può disporre di ogni suo frutto pensando il Creato opera del suo palato…
... Ma ora la neve avvolge e torno al freddo del Primo Dio quando ero solo spirito e pensiero di un incompreso ed infinito evento fuori dal loro Tempo. Ora il freddo porta il sommo colore della passione dopo un’intera stagione dedicata alla vita, la linfa lenta scorre dalle vene e un urlo soffocato di dolore misto a piacere regala bellezza a chi non vede la segreta via racchiusa nell’incompiuta materia governata da un Secondo muto alla vista, nello spirito Ora di nuovo nel suo Universo taciuto…





Torno a remare nella fredda simmetria di un Primo Pensiero compiuto e racchiuso nell’inverno di una morte apparente donde la vita per il vero proviene….
Quando nella nuova simmetria della neve qualcuno riconoscerà il mio profilo taciuto, vita di un disegno compiuto, qualcuno proverà diletto incompreso al caldo di un pensiero goduto al fuoco del mio Frammento donato e bruciato nel Tempo di questo misero Creato.





Proverà piacere e diletto nel freddo e morto vento, proverà piacere a scivolare ed accarezzare la neve, se pur fredda da lei nascerà la Primavera, se pur apparente nemica della vita, da lei sgorgherà la linfa… della vita…, ed in quella misera e solitaria bufera troverà un Primo Pensiero taciuto e bruciato al rogo di un Dio incompiuto…: scorgerà il mio profilo, il volto della vita ornare ed accompagnare il passo chi di nuovo fuggito dal calore di una apparente materia che orna ogni falsa ricchezza….
Io spoglio e caduto sogno il mio Dio taciuto…





Ora che la neve mi avvolge guardo allo specchio lontano nella sala  illuminata dai colori di ogni mio principio, scorgo la parola celebrata al tepore di un fuoco che scalda l’illusione di un falso ricordo, perché nel Tempo la verità hanno ingannato e poi sacrificato al rogo del loro… Creato… specchio di ogni elemento incarnato…
Nel silenzio del desiderio compiuto di un Dio per sempre taciuto…


(G. Lazzari, Lo Straniero) 















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