giuliano

sabato 30 settembre 2017

LA NAVIGAZIONE (7)









































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L'Eretico Viaggio (6/1)

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Ad un viaggiatore sul Sentiero del Chan (meditazioni) (8)
















Alto nel cielo vola un Pensiero

Corre veloce nell’istinto

Divenuto bosco in cerca

Del futuro uomo evoluto

Sì è pur Suo Pensiero

Non certo manifesto….







Istinti, direzioni, navigazioni, connessioni….



Come talune specie riescono, durante i loro Viaggi, a mantenere precise ‘rotte’ e ‘coordinate’; e trovare determinate destinazioni, come nel caso dei migratori – quartieri di svernamento e riproduttivi.

In questo campo la ricerca ha fatto grandi progressi negli ultimi cinquant’anni, da quando, cioè, è stata scoperta la prima bussola. Tuttavia, ed è proprio questo l’aspetto più interessante che pone le dovute considerazioni non meno delle dovute finalità e motivi che pongono le differenze fra ciò ‘che era’ ed il ‘tutto divenuto’. Probabilmente anche noi specchio di un ‘remoto tempo’ nel bagaglio genetico conserviamo specifiche capacità connesse con il vasto ambiente della Natura; un ‘remoto tempo’ esprimevamo cotal concetto’, ed il ‘remoto tempo’ rimembrato cerca la propria Ragione e Beatrice fors’anche la rimpiange, giacché la genetica appartiene alla Natura come una muta parola e non certo incompiuta, non meno chi la canta e la celebra quale maestra taciuta in codesta (moderna) selva donde ogni ‘verso’ smarrito o forse mai nato, ma pur sempre vero che codesta Prosa (o selva che sia) ha conservato le proprie radici represse al rogo della Storia, che certo non è Poesia!

Così scopriamo ancora una volta che molte questioni per ciò che concerne un nostro ‘simbolo interpretativo’ così come un Tempo deducevamo ‘evento’ hanno una propria genetica, Aristotele a tal proposito fu primo indiscusso maestro! Ed allora fedeli ha cotal genio rivolgiamo la nostra attenzione ad uno dei meccanismi (o forse sarebbe meglio dire i molti ed infiniti) di orientamento degli uccelli i quali costituiscono per noi ‘umani’ ancora una modalità di comportamento largamente estranea alla  comune ed attuale, aggiungo, esperienza (del resto ‘navigare’ ha assunto il profilo di uno specifico e globale evento… ed anche un proprio superamento giacché confini regioni e morali e diritto ben travalicati o forse solo taciuti….); e che si tratta di meccanismi altamente complessi, i quali per loro natura coinvolgono processi fisiologici e fattori ambientali difficili da accertare. Il che tradotto significa che gli stessi obiettivi iniziali della ricerca sono difficilmente definibili.

Spesso si tendono ad attribuire ai migratori, che coprono enormi distanze in viaggi intercontinentali, capacità di orientamento eccezionali, o almeno particolarmente spiccate sembra infatti che gli uccelli in generale, in quanto esseri estremamente mobili, siano dotati di meccanismi di orientamento molto sensibili, la maggior parte dei quali è stata sviluppata già dai loro più antichi progenitori. Così anche gli uccelli stanziali, che normalmente non migrano, negli esperimenti di dislocamento tornano rapidamente ed in modo mirato, per esempio, ai loro quartieri riproduttivi, e si mostrano dunque capaci di ‘navigare’.

Secondo la nostra esperienza umana, la forma più semplice di orientamento è quella visiva, che soprattutto quando si esercita in un’area familiare si appoggia a immagini conosciute, o punti di riferimento. L’orientamento con l’aiuto di tali contrassegni visivi è chiamato pilotaggio, in passato era detto anche orientamento puntato o di parallasse.
Quanto alle prestazioni di orientamento degli uccelli, si distinguono due categorie: l’orientamento direzionale o bussolare e l’orientamento verso la meta, o navigazione (pura). Nel primo caso viene mantenuto un determinato angolo rispetto ad un dato sistema di riferimento esterno utilizzato come bussola (per esempio il campo magnetico terrestre). Ne risulta una direzione (migratoria) in linea retta, indipendente da punti di riferimento visivi. Senza l’intervento di meccanismi supplementari, la direzione rimane priva di una destinazione precisa. L’orientamento verso la meta invece ha una destinazione ben determinata fin dall’inizio, spazialmente definita e molto spesso già conosciuta, che di solito viene raggiunta.  

Le mete principali di questa vera navigazione sono i quartieri riproduttivi e i quartieri di svernamento già visitati in precedenza. Mete sconosciute sono invece i quartieri di svernamento per i giovani alla prima migrazione autunnale* (* un ricercatore ha potuto dimostrare che il luì grosso dispone di una cosiddetta periodica circannuale endogena, tra l’altro, lo sviluppo dell’inquietudine migratoria, ossia l’attività migratoria di uccelli in cattività. In seguito sono stati rilevati e studiati sistematicamente i ritmi endogeni annuali nelle Sylvidae, dimostrando il ruolo determinante che essi svolgono nel controllo della migrazione. Sino ad oggi la periodica circannuale è stata dimostrata per una ventina di specie migratrici di diversi gruppi sistematici e di cinque continenti, e anche per specie non migratrici. Questi ritmi fisiologici, la cui origine e il cui funzionamento nell’organismo non sono ancora del tutto chiari, regolano il corso di molti processi a periodicità annuale nei più diversi gruppi animali, dai celenterati ai mammiferi, oltre che nelle piante, e sono universalmente diffusi.).  

…I due metodi di orientamento, l’orientamento bussolare e la navigazione, furono rappresentati chiaramente l’uno accanto all’altro in un esperimento semplice, ma classico: 11.000 storni che stavano compiendo la loro migrazione autunnale provenienti dall’Europa nord-orientale e diretti ai quartieri di svernamento nell’Europa nord-occidentale, vennero catturati in Olanda, trasportati in Svizzera e lì rilasciati. I giovani individui alla prima migrazione ripresero il volo seguendo un tracciato parallelo alla loro direzione originaria, che li portò in Spagna, una regione di svernamento non abituale per la loro popolazione. Evidentemente essi avevano seguito una direzione bussolare predeterminata, senza tener conto del dislocamento subito. Gli individui adulti invece, i quali avevano soggiornato almeno una volta nei loro quartieri di svernamento nord-occidentali, dalla Svizzera si diressero di nuovo verso questi quartieri ed in buona parte li raggiunsero. Perciò essi seguirono un orientamento verso la meta, effettuando una vera navigazione. Questi uccelli presero la direzione dei loro abituali quartieri di svernamento al momento del rilascio, dunque la localizzazione della meta da raggiungere avvenne già nel punto di rilascio.

E’ bene, a questo punto, dire con tutta chiarezza che ancor oggi si ignora come simili determinazioni del sito e della direzione verso la meta vengano realizzate dagli uccelli. E questo per inciso motivo della presente nota, è il grande enigma delle migrazioni animali, per il quale fino a oggi non c’è spiegazione e neppure vi sono ipotesi davvero soddisfacenti (al contrario di quelle ben note e più conosciute ‘umane’)…..



     


                                                 COMMENTI SENZA COMMENTI



Breve epilogo alla nota introduttiva del capitolo sesto di codesta nuova Eresia motivo e distinguo fra diversi contesti di navigazione… e ciò che hanno di conseguenza originato al Secolo fermo di questa premessa alla Navigazione detta…

Tra i molti documenti che, da qualche tempo, gli archivi stanno restituendo all’attenzione dei biografi di Alessandro Malaspina, quello che qui brevemente riassumo riveste un’importanza davvero notevole…..Il documento in questione consiste nella minuta di un’istruttoria redatta dal ‘Fiscal’ dell’Inquisizione spagnola contro Alessandro Malaspina. Tutta la vicenda ebbe inizio nel 1783, ossia mentre Malaspina navigava già da parecchi mesi con la fregata ‘Asuncìon’ e si trascinò fino all’estate del 1788, anno in cui l’ufficiale, rientrato in Spagna dal periplo compiuto con la fregata ‘Astrea’, già era intento ad organizzare la grande spedizione esplorativa.






















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