giuliano

martedì 19 novembre 2019

EUGNOSTO & LA FILOSOFIA (4)



















Precedenti capitoli:

Il Sacro (1)   Dissacrato (2)   [*Commentario]

Prosegue con:

La caduta del Logos (5)















Questi due testi Gnostici ci propongono un esempio unico nel suo genere: quasi tutto il contenuto di Eugnosto lo si legge pure, nello stesso ordine, nella Sofia di Gesù Cristo il cui testo è molto più lungo contenendo qua e là inserti che interrompono il testo di Eugnosto del quale, a sua volta, sono saltati alcuni passi - nove per la precisione.




Il tema generale di fondo è la Filosofia, meglio, i filosofi e la verità; tema incontrato in altri scritti gnostici ed è esemplificato in un celebre testo del Van Ver.:

Siccome uno che è ignorato da molti, desidera essere conosciuto e, quindi, amato - di che cosa, infatti, ha bisogno il tutto se non della conoscenza del Padre?

Così egli divenne una guida serena e tranquilla.

Entrò in una scuola e, da maestro, pronunciò la parola. Si recarono da lui i sapienti, quanti si credevano tali, mettendolo alla prova; ma egli li confondeva dimostrando loro che erano vuoti. Lo odiarono perché, in verità, non erano sapienti. Dopo tutti costoro, si recarono da lui anche i fanciulli, ai quali appartiene la conoscenza del Padre: dopo che furono irrobustiti, impararono gli aspetti della faccia del Padre; conobbero, e furono conosciuti; furono glorificati e glorificarono; nel loro cuore si manifestò il libro vivo dei viventi, scritto nel pensiero e nell’intelligenza del Padre…




Nei testi accennati ove ricorre l’esplicita contrapposizione tra la sapienza dei saggi e la sapienza che viene dall’alto, pare di sentire una eco delle parole di San Paolo:

Dove il sapiente?

Dov’è l’intellettuale?

Dov’è il pensatore di questo secolo?

Non ha forse Dio resa folle la saggezza di questo mondo?

Poiché, infatti, il mondo per mezzo della sapienza di Dio, non ha riconosciuto Dio, piacque a Dio salvare i credenti per mezzo della follia del messaggio…




Non si può fare a meno di osservare che le cosmologie gnostiche che leggiamo in testi di Nag Hammadi sono contenute in testi non cristiani oppure in testi ‘cristianizzati’; mentre i testi contenenti un genuino gnosticismo cristiano dimostrano un interesse assai limitato alle cosmologie o non ne dimostrano affatto…

Scopo del trattato è l’affermazione che al di là e al di sopra del mondo visibile esiste una regione invisibile, e che soltanto partendo da essa si giunge alla verità vanamente cercata dai saggi basandosi sull’ordinamento del mondo di quaggiù; sono respinte le tre più comuni ipotesi dei filosofi sull’origine del mondo, è affermata la necessità di liberarsene per potere giungere a ‘confessare il Dio della verità’, per essere in armonia con quanto lo riguarda: solo questa è la conoscenza che dà l’immortalità.

Dopo questa premessa l’autore entra direttamente nel tema presentando, nell’ordine: L’Essere supremo e i tre grandi esseri da lui derivati, cioè la sua immagine bisessuata o uomo immortale, il figlio bisessuato dell’uomo immortale o figlio dell’uomo, il figlio del bisessuato figlio dell’uomo immortale o salvatore.





Le tre ipotesi

I più saggi, tra loro, hanno riflettuto sulla verità basandosi sull’ordinamento del mondo; ma la loro riflessione non colse la verità.

Infatti, a proposito dell’ordinamento, tutti i filosofi avanzarono tre asserzioni discordanti.

Alcuni affermano che il mondo si governa da solo;

altri che c’è una provvidenza;

altri che c’è una predestinazione.

Ma nessuna di queste è (valida): delle tre asserzioni menzionate, nessuna corrisponde alla verità.

Infatti, ciò che proviene soltanto da sé emana una esistenza vuota, dato che fa (soltanto) sé stesso; la provvidenza è insensatezza; la predestinazione è qualcosa priva di discernimento.

Colui, dunque, che riesce a liberarsi dalle tre soluzioni menzionate, a pervenire - per mezzo di un’altra osservazione - a confessare il Dio della verità, e a essere in armonia con ogni cosa che lo riguarda, quest’uomo è immortale, anche se si trova tra gli uomini che debbono morire.




Il primo trattato, Eugnosto, è presentato sotto forma di una epistola dottrinale diretta ai Gnostici:

‘Il beato Eugnosto ai suoi…’…,

…ma dalla conclusione pare che il destinatario sia uno:

‘… te ne ho parlato… tu possa ascoltare… si riveli in te… ti dirà…’.

Il ‘mittente’ è quello stesso ‘amabile Eugnosto’ al quale è attribuita la scrittura del Vangelo degli Egiziani…












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