giuliano

giovedì 18 marzo 2021

LA STRADA (maestra)... (3)

 










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& un Dossier sulle Alpi Orobiche (5)   &  Altri Dossier.... (6)








Non posso dirvi il luogo, è da qualche parte della Storia della letteratura (in nome dell’Arte) oppure della cronaca, forse ed ancor meglio, Memoria del Tempo; faremo così: adotteremo una buona via di mezzo una mulattiera un sentiero che passa e scorre di traverso, ne più ne meno dell’Eretico Dante… in medesimo odierno tempo tradito da ogni viandante… se pur onesto commediante…




Non posso dirvi il Tempo… sempre lo stesso lo chiamano Progresso… corre fino alla Cima della salita con un sacco di cemento e un paio di sci in nome dell’inizio della nuova èra fors’anche l’inizio della fine dell’ultimo atto della Storia… o se preferite Commedia intera…. lassù dimorata e ben vigilata…

 

Non posso neppure - se per questo - delineare al meglio i personaggi che ingombrano la vasta pianura - o meglio - antica vallata costantemente monitorata affinché i ‘piani quinquennali’ (dei Tartari) possano essere edificati in silente opportuna operatività affine ad una Strada…




Non posso narrarvi dell’antica vallata e della miniera non meno del Lupo che solitario la vigila ancora, pascola  lungo la steppa per accertarsi d’ogni Anima inghiottita nella stiva non sia divenuta una bestia anch’essa, tale la rassomiglianza e lo stile congiunto che la cripta dell’agognato minerale - ora sicuro riparo della fiera eretica bestia - la quale ne celebra muto il sacrificio.


Scava un cunicolo dall’alba al tramonto per accertarsi che ancora non vi sia alcuno, si narra infatti giù per valle che solo lui riesce ad udire i muti ululati dei suoi antenati, per questo neppure il pastore osa scacciarlo dal faro del porto di questo attracco ove dai secoli del progresso il mare in perenne burrasca abdica alla valanga l’ingrato compito di celarne l’entrata così vigilata…




 Non posso narrarvi dei sacrifici nell’estrarre il prezioso ferroso minerale dai tempi immemorabili congiunti ad ogni guerra, giù da basso si fabbricano ‘arme’ ‘dame’ e intrighi di vaste ‘corti’ e ‘cortigiane’… trascuriamo per hora le damigiane…

 

Ogni tanto perBacco approda qualche disonesto ‘commesso viaggiatore’ per offrire il campione del minerale estratto a ragion dell’offesa o maggior difesa… dipende molto dai punti d’attracco e dal grado alcolico rilevato, giacché come poco fa vi dicevo, la botte ha ceduto lo Passo come consuetudine, per ogni antica borgata e casata alla più nobilitata damigiana…

 

Chi fu Lei ci dica quantunque?…

 

Sono io Pietro figlio nobile di suo fratello….

 

Titoli per ragion dello Passo convenuto per ogni più stretta via…

 

Altrimenti si ceda lo Passo…  




Non posso neppure, se per questo, dirvi quando tutto ciò accade seppure, voi penserete (dal punto e non solo grammaticale circa la vista contemplata in sì scomposta avversata grammatica del futuro morto panorama non sia meglio eccedere - o meglio abbondare - ed introdurre compare ‘accadde’, il che comporta - o dovrebbe - meditata ricerca in pergamena indi ritornare in notarile maniera…) se mai caduto e transitato…

 

Si ceda quindi lo Passo allo Progresso!

 

Mi ricordo che passò di lì un fante - poi dopo qualche decennio - un’altro ancora, il primo voleva scannare il lupo suo eterno nemico che èra di guardia - qualcuno ricorda bene - dell’intero gregge della sepolta miniera ove adesso sorge solo una fossa profonda, più fonda di una grotta, guardata da una grossa bombarda a forma di pietra lavorata a ferro di cannone… e trainata da una grande Cavalla…




Il secondo, qualche tempo dopo, parlò con l’antico nemico si accordarono sul prezzo minerario pattuito, poi all’alba d’una strana mattina litigarono sul Patto d’Acciaio e la guerra volse all’inevitabile catastrofe, la fossa si riempì di Anime e Spiriti che a contarli se ne perderebbe il conto dall’inizio dei tempi - quando cioè - l’uomo non havea incontrato ancora il Lupo per farsi insegnare i segreti del mestiere lontani dalla loro strana ‘grotta’ a forma di bombarda uncinata…

 

Comunque si contarono più morti di pria che tutti i minatori ora sono in buona compagnia, fu la Terza Compagnia infatti che passò una mattina, per essere più precisi: Terza Compagnia Reggimento Nono, ivi distaccato su ordini superiori, vigilavano un grande deserto senza nome e luogo, ne più ne meno di questo strano racconto…

 

…S’intende vigilato anch’esso…  




Non posso dirvi il nome del luogo ne quanti rimasero in Cima al Paese che domina l’intera vallata, non posso dirvi dell’antica mulattiera, e di ciò che divenne a guerra finita…

 

Posso dirvi che iniziò la rinascita - mai sia detta risurrezione – nominata secondo i rigidi canoni della nuova dottrina  ricostruzione, quando cioè, i due fanti, sia il primo che il secondo, che da lì passarono su una medesima piccola mulattiera con la stessa identica dinamite per incidere le cicatrici sulla terra, si trovarono assieme a tutti i minatori in lungo Dialogo rimembrando i trascorsi del Tempo…

 

Ogni tanto - in verità e per il vero - risorgono e parlano di pace e comunione con lo Spirito, vagano muti a guardia della silente vallata, si intravedono muti e silenziosi come giganti schiere di Abeti, aspettano che il Tempo il quale li ha sacrificati al rogo della discordia da cui la derivata natura umana transiterà di nuovo, per ridurli di nuovo alla cenere della guerra, loro che in quest’hora adunati in schiera composta formano un unico esercito in pace con il grande invisibile Generale...




Non posso dirvi quando risorgeranno a nuova vita per narravi la discordia mai sepolta, saranno saggi, di questo statene più che certi, hanno imparato ogni Segreto della Vita ogni mattina per tutte le Stagioni del Tempo dall’humano progresso anche quando ha perso il conto della somma dei morti sepolti… dallo stesso…

 

Loro - in verità e per il vero - immobili dinnanzi alla stessa identica ugual antica mulattiera, affinché nessuno osi porre transito, ricordano bene quando una mitraglia falciava l’intera vallata e il sangue scorrea come un Fiume in piena, ricordano bene, assieme al minatore, le hore sofferte per il ferro dello scudo e la spada insanguinata come fosse un’aratro e i muti pii buoi trasportare il carico di morte fino all’antica danza…




 Ricordano bene il sangue che giù per la strada maestra scorrea senza ritegno alcuno nominato umano…

 

E solo un lupo celebrare la morte senza preghiera alcuna, che sia un urlo un ululato nello splendore affrescato della danza macabra… che lenta passa e chiede anzi pretende…

 

L’intero Passo!

 

Il Passo rimembra il racconto di un uno di questi fanti che si aggira per ogni Selva e Bosco giurando vendetta al Dio del loro strano Creato, prega all’ombra di una grotta un dèmone antico che compia il proprio ciclo…

 

(Il curato[re] del blog)  










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