giuliano

domenica 15 marzo 2015

SILENZIO BIANCO (2)



















Precedenti capitoli:

Silenzio Bianco &

l'uomo peloso (il regno dell'odio) (4/1)













Così trascorse il giorno.
Il fiume si piegava in una larga ansa, e Mason diresse la sua muta verso
la scorciatoia attraverso la stretta lingua di terra.
Ma i cani si arrestarono di fronte al ripido argine.
A più riprese scivolarono indietro, nonostante Ruth e Malemute Kid spin-
gessero la slitta. Poi si concentrarono in un ultimo sforzo. Le povere be-
stie, deboli per la fame, ce la misero tutta. Più in alto - più in alto - la slit-
ta era già in bilico sul bordo della sponda, ma il cane di testa tirò sulla de-
stra la fila di cani che lo seguivano, inciampando nelle racchette di Mason.
Il risultato fu disastroso.....
Mason finì per terra; uno dei cani cadde impigliato nei finimenti; e la slitta
rotolò indietro trascinadosi tutto appresso....
Splash! la frusta si abbatté selvaggiamente sui cani, e con maggior forza
su quello che era caduto.
- Lascia perdere, Mason,
implorò Malemute Kid;
- la povera bestia non sta in piedi. Aspetta che attacchiamo la mia muta.




Mason trattenne ostentatamente la frusta fintantoché l'amico ebbe pronun-
ciato l'ultima parola, e poi la sferza sibilò un'altra volta, arrotolandosi com-
pletamente intorno al corpo del colpevole.
Carmen - perché di Carmen si trattava - si accucciò terrorrizzata e treman-
te nella neve, guaì pietosamente, poi rotolò sul fianco.
Fu un momento tragico, un penoso incidente della traversata: un cane mo-
rente, due compagni infuriati l'uno contro l'altro.
Ruth guardò preoccupata dall'uno all'altro. Ma Malemute Kid li trattenne,
e, gli occhi carichi di rimprovero, piegandosi sul cane, tagliò i finimenti.
Non fu pronunciata parola.
Le mute vennero accoppiate e la difficoltà superata; le slitte ripresero ad
andare, mentre il cane morente si trascinava dietro la fatica. Finché un
animale è in grado di camminare, non gli si dà il colpo di grazia, e gli si
concede quest'ultima possibilità: trascinarsi  fino all'accampamento, se ci
riesce, nella speranza che sia stato ucciso un alce.




Già pentito del suo gesto d'ira, ma troppo orgoglioso per scusarsi, Mason
faticava alla testa della processione, lungi dall'immaginare il pericolo che
imcombeva su di lui.
Gli alberi erano fitti nel riparato fondovalle, attraverso il quale stavano
aprendosi una strada. A una quindicina di metri dalla pista si ergeva un
pino maestoso.
Stava lì da secoli, e da secoli il destino lo teneva pronto per quest'ora;
lo stesso destino che aveva decretato la fine di Mason. Egli si chinò per
legarsi un laccio del mocassino.
Le slitte si fermarono e i cani si lasciarono andare nella neve senza un
gemito. La quiete immobile sembrava quasi soprannaturale; non un re-
spiro percorreva la foresta incrostata di ghiaccio: il freddo e il silenzio
dello spazio esterno avevano gelato il cuore e percosso le tremule lab-
bra della Natura.




Un sospiro vibrò nell'aria; più che udirlo essi lo percepirono, come pre-
monizione di movimento in un vuoto immobile.
Poi il grande albero, affaticato dal suo peso di anni e di neve recitò la
sua ultima parte nella tragedia della vita.
Mason udì l'avvisaglia dello scricchiolio, tentò di porsi in salvo fuggendo,
ma ancora non si era rimesso in piedi che fu colpito in pieno, su una spal-
la.
Il pericolo imprevisto, la morte repentina, quante volte Malemute Kid a-
veva dovuto affrontarli!
Gli aghi di pino non avevano ancora finito di vibrare che già era entrato in
azione e dava ordini. Né dal canto suo la giovane indiana svenne o comin-
ciò a lamentarsi, come avrebbero fatto molte sue sorelle bianche.
Al suo ordine, si appoggiò con tutte le forze all'estremità di una leva im-
provvisata, alleggerendo la pressione dell'albero; poteva udire i gemiti del
marito, mentre Malemute Kid attaccava l'albero con l'accetta.




L'acciaio cantava gaio penetrando nel tronco gelato; ogni colpo era accom-
pagnato da un profondo respiro e dallo 'Huh!', 'Huh!' del boscaiolo.
Alla fine Kid adagiò sulla neve il penoso oggetto che una volta era stato un
uomo. Ma più penosa della sofferenza del suo compagno era la muta ango-
sciata dipinta sul volto della donna, l'espressione incredula, in cui si mesco-
lavano speranza e disperazione.
Si scambiarono poche parole: quelli del Nord imparano presto la futilità delle
parole, l'inestimabile valore dei fatti. A 50° sotto zero un uomo non può gia-
cere per molti minuti nella neve e...sopravvivere.
Furono quindi tagliati i finimenti della slitta, e il ferito avvolto nelle pelli, ven-
ne adagiato su un giaciglio di rami. Davanti a lui crepitava un fuoco, fatto con
lo stesso legno che aveva provocato l'incidente.
Dietro e e in parte al di sopra gli venne steso un riparo primitivo - un pezzo
di  tela, che tratteneva e gli rimandava il calore radiante - un trucco che im-
pararono a conoscere coloro che studiano la fisica alla sorgente.
E gli uomini che hanno condiviso il letto con la morte sanno quando l'ora è....
suonata.




Mason aveva tutte le ossa fracassate: bastava un'occhiata a capirlo.
Rotti il braccio e la gamba destra e la schiena; la parte inferiore del corpo
paralizzata dalla vita in giù: e con ogni probabilità anche gravi lesioni inter-
ne.
Qualche raro lamento era il suo unico segno di vita.
Nessuna speranza.
Niente da fare.
La notte impietosa avanzava furtiva e lenta su Ruth, chiusa nel disperato
stoicismo della sua razza e su Malemute, che aggiungeva nuove rughe sul-
la sua faccia di bronzo. In effetti, Mason era quello che soffriva di meno
di tutti, perché si trovava ora nel Tennessee orientale, sulle Great Smoky
Mountains, intento a rivivere scene della sua fanciullezza. E più patetica di
tutto era la melodia del dialetto del Sud, da lungo tempo dimenticato, men-
tre delirava di nuotate nelle marrane e cacce al racoon e furti di meloni.
Era arabo per Ruth, ma Kid capiva e sentiva rimescolarsi dentro, provava
ciò che può provare soltanto chi è stato tagliato fuori, per anni, da tutto
ciò che significa civiltà.....
Al mattino l'uomo colpito riprese conoscenza, e Malemute Kid si chinò
più vicino per afferrare i suoi bisbigli.




- Ti ricordi quando ci incontrammo sul Tanana quattro anni fa per la corsa
sul ghiaccio? Non mi importava tanto di lei allora. Era carina, certo, e la
cosa era emozionante.
Ma sai, ci ho pensato molto. E' stata una buona moglie sempre al mio fian-
co nei momenti difficili. E nel commercio, nessuno la batte!
Ti ricordi quando affrontò le rapide di Moosehorn per tirarci giù da quella
roccia, mentre le pallottole frustavano l'acqua come grandine? E il periodo
della carestia a Nuklukyeto? O quando correva, sul fiume ghiacciato per
portare le notizie?
Sì, è stata una buona moglie per me, meglio dell'altra. Non sapevi che mi
era già capitato? Non te l'avevo mai detto, eh? Be', ci avevo provato una
volta, giù negli Stati Uniti. E' per questo che sono qui. Eravamo pure cre-
sciuti insieme. Sono venuto via per darle la possibilità di ottenere il divor-
zio.
L'ha avuta.




- Sono un uomo finito, Kid.... Tre o quattro sonni al massimo. Tu devi
proseguire..... Io ti supplico, come ultimo desiderio, di andare avanti....
- Dammi tre giorni,
implorò Malemute Kid.
- Forse migliori; può succedere qualcosa.
- No.
- Solo tre giorni.
- Devi proseguire. Devi proseguire......
- Un giorno.
- No, no! Ti ordino....
- Solo un giorno. Con il cibo ce la possiamo fare, e poi potrei imbat-
termi in un alce.
- No... va bene; un giorno, ma non un minuto di più.......

(Jack London....)















 

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