lunedì 8 luglio 2013
L'ERESIA DEL LETTORE (ed i limiti della cultura) (14)
Precedente capitolo:
l'eresia del lettore (ed i limiti della cultura) (13)
Prosegue in:
tra eresia e ortodossia (15) &
tra eresia e ortodossia (16)
La quale cosa fatta, né più né meno, come se il detto lettore
avesse affermata eresia, il predetto inquisitore comandò a
questo medesimo lettore che il detto suo immantanente, in
presenza di tutti, rivocasse.
Il quale lettore non volse rivocare per niuno modo, ma impe-
rò ch'era costretto a rivocare quella cosa che era sana et cat-
tolica.
Et come cosa sana e cattolica diffinita per la chiesa et anche
per li suoi credenti. E temendo per questo d'essere aggrava-
to per molti modi contro la giustizia, alla sedia appostolica
solennemente appellò, e colla sua appellazione venne a Vigno-
ne, dove il predetto papa Giovanni usufruttuario della 'vera
fede' godea regno, allora colla sua corte risedeva.
E nel Concistoro, inanzi a lui, già informato dello contrario,
personalmente comparì et propuose il detto lettore la cagio-
ne della sua ventura.
Il quale papa Giovanni detto fece arestare nonché pagare lo
tributo cagione della detta resia, et inoltre propuose pubbli-
camente (oltre pubblica umiliazione...) questa et precisa que-
stione: cioè, se pertinacemente affermare, il nostro Signore
Gesù Cristo e gli appostoli suoi non avere avute alcune cose
in speziale, né eziando in comune, fosse da giudicare per
cosa eretica.
E la forma di questa quistione, in iscritte a tutti i prelati et
in Primissima cosa ai maestri in teologia, che erano nella
sua corte, fece dare.
(La questione della povertà di Cristo in Storia di fra'.....
Michele Minorita)
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