giuliano

lunedì 3 marzo 2014

TRE LAPIDI






































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Mark Twain











Arlo Will



Avete mai visto un alligatore
uscire all'aria dal fango,
fissando senza sguardo il grande bagliore del pomeriggio?
Avete mai visto i cavalli in scuderia, la notte,
tremare e ritrarsi alla luce di una lanterna?
Avete mai camminato nell'oscurità
e poi una porta ignota vi si è aperta innanzi
lasciandovi, pareva, alla luce di mille candele
di cera finissima?
Avete mai camminato col vento nelle orecchie
e intorno la luce del sole
che improvvisamente splendeva di un segreto fulgore?
Tante volte dal fango,
davanti a tante porte di luce,
per sterminati campi di fulgori,
che intorno ai tuoi passi un tacito alone irradia
come neve recente,
tu andrai attraverso la terra, o anima forte,
e attraverso innumerevoli cieli,
verso la vampa finale!





Judson Stoddard




Sulla cima di una montagna, sopra le nuvole
che come un mare mi si stendevano ai piedi,
dissi: quella vetta è il pensiero del Budda,
e quella è la preghiera di Gesù,
e quella il sogno di Platone,
e quella laggiù il canto di Dante,
e quella è Kant e questa è Newton,
e questa Milton e questa Shakespeare,
e questa la speranza della Madre Chiesa,
e questa... ma tutte queste vette son poemi,
poemi e preghiere che fendono le nubi.
E dissi: 'Che cosa fa Iddio, delle montagne
che giungono quasi al cielo?'.





Elijah Browning




In mezzo ad una folla di bimbi
danzavo ai piedi di una montagna.
Una brezza si levò da oriente e li spazzò come foglie,
trascinandone alcuni sopra i pendii... tutto cambiò.
C'eran luci fluttuanti, e lune mistiche, e musica di sogno.
Una nuvola cadde. Quando si alzò, tutt'era mutato.
Adesso ero in mezzo a folle rissanti.
Poi una figura d'oro splendente, e una con la tromba,
e una con lo scettro mi sorsero innanzi.
Mi beffarono e danzarono una ridda e svanirono...
Tutto mutò di nuovo. Da una pergola di papaveri
una donna si denudava i seni e porgeva la bocca aperta alla mia.
La baciai. Le sue labbra sapevano di sale.
Mi lasciò stille di sangue alle labbra. Caddi esausto.
Mi alzai e salii più in alto, ma una nebbia come da un monte di ghiaccio
offuscò i miei passi. Avevo freddo e soffrivo.
Poi il sole tornò a splendermi addosso,
e vidi nebbie sotto di me nascondere tutto.
Allora, curvo sul bastone, mi riconobbi
proiettato contro la neve. E intorno
era l'aria silente, trafitta da un cono di ghiaccio,
e su esso pendeva un'unica stella!
Un brivido d'estasi, un brividi di terrore
mi percorse. Ma non potevo tornare ai pendii -
anzi, non desideravo tornare.
Perché le onde spossate della sinfonia di libertà
baciavano le rocce intorno a me.
Perciò mi diedi a scalare la vetta.
Gettai il bastone.
Toccai quella stella
con la mano distesa.
Mi dileguai del tutto.
Perché la montagna affida alla Verità Sconfinata
chiunque tocchi la stella!


(Masters, Antologia di Spoon River)



















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