giuliano

lunedì 11 marzo 2019

UN MONDO PIU’ NUOVO NON CORRE AD ALTA VELOCITA’ FRA TORINO E LIONE

































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...Conflitti di interessi...













Un mondo più giusto e nuovo per le speranze dei giovani e non, non corre ad alta velocità fra Torino e Lione, questo è solo il pericoloso opportunismo di chi afferma che speranza e ideali devono inchinarsi di fronte alle esigenze del momento…




Chi viaggia in aereo sopra l’Europa verso l’Africa o l’Asia in poche ore trasvola oceani e paesi che furono il crogiolo della storia dell’umanità.  In pochi minuti ripercorre gli itinerari che seguirono gli uomini nel corso delle loro migrazioni lungo migliaia di anni; e basta qualche secondo per oltrepassare i campi di battaglia dove combatterono e morirono milioni di persone.

Le frontiere non le vede, non ci sono profondi abissi o alte muraglie a dividere i popoli: vede solo la Natura e le opere dell’uomo, case, fabbriche, fattorie, che rispecchiano dovunque lo sforzo comune per rendere più bella la vita. Dappertutto, nuove tecniche e nuovi mezzi di comunicazione avvicinano uomini e paese, accumunando sempre più i loro interessi e le loro preoccupazioni. Questa nuova vicinanza obbliga a gettare la maschera, ad abbandonare l’illusione che le differenze esistano, illusione che sta alla radice dell’ingiustizia, dell’odio e della guerra.




Soltanto l’uomo che rimane attaccato alla crosta della terra si aggrappa ancora all’oscura e velenosa superstizione che il mondo abbia per confine il colle più vicino, che l’universo finisca sulla riva del fiume, che l’umanità sia tutta racchiusa nella stretta cerchia delle persone che abitano insieme a lui nella stessa città, che hanno le sue stesse opinioni e lo stesso colore della pelle.

Ogni paese deve superare ostacoli differenti e si pone differenti obiettivi, foggiati dai capricci della storia e della vita. Eppure, quando parlo ai giovani, dovunque mi trovi, non sono colpito dalla diversità quanto piuttosto dalla somiglianza degli scopi, dei desideri, delle preoccupazioni e delle speranze per il futuro.




Esistono le discriminazioni razziali a New York, l’apartheid in Sud Africa, la schiavitù nelle montagne del Perù. La gente muore di fame nelle strade dell’India, in Russia gli intellettuali sono torturati o mandati in prigione, in Indonesia si massacrano migliaia di persone, dappertutto si sperperano ricchezze per gli armamenti.

Sono mali diversi, ma tutti creati dall’uomo!

Riflettono l’imperfezione della Giustizia umana, l’insufficienza della compassione, la mancanza di solidarietà per le sofferenze del prossimo; segnano il limite della nostra capacità di usare quello che abbiamo imparato per il benessere altrui. E per questo che dovunque provocano la stessa presa di coscienza e la stessa indignazione, la stessa determinazione di spazzare via le sofferenze inutili del nostro prossimo in patria come in ogni altra parte del mondo.




La nostra risposta coincide con la speranza del mondo: essa consiste nel fare affidamento sulla gioventù, non in quanto periodo della vita, ma in quanto atteggiamento mentale, volontà di agire, qualità dell’immaginazione, in quanto il coraggio prevale sulla timidezza, il desiderio di avventura sull’amore per la vita comoda.

Non bastano certo dogmi superati o slogan consunti a vincere la crudeltà e le difficoltà di questo pianeta in rapida trasformazione che non progredirà grazie a chi si abbarbica ad un presente che è già passato, a chi preferisce l’illusione della sicurezza allo stimolo e al senso di pericolo che crea ogni progresso, anche quello più pacifico. Viviamo in un mondo rivoluzionario dove la nuova generazione, in patria e in ogni altra parte del mondo, si è assunta una responsabilità più grande di qualsiasi generazione passata.




Un filosofo italiano ha detto:

‘Nulla è più difficile da intraprendere, più pericoloso da condurre, più incerto nei risultati dell’iniziativa di creare un ordine nuovo’.

Eppure questa da taluni è la misura del compito che si è assunto la generazione attuale, e la strada è irta di molti pericoli!




…Prima di tutto c’è il pericolo del  senso di inutilità, di credere cioè che l’individuo da solo non possa far nulla contro la massa enorme dei mali che affliggono il mondo, contro la miseria e l’ignoranza, l’ingiustizia e la violenza. Eppure molti grandi movimenti di pensiero e di azione sono frutto dell’opera di un solo uomo. Un giovane monaco diede inizio alla riforma protestante (ed aggiungo… un sol Uomo ha scritto un credo nuovo….), un giovane generale conquistò un impero che si estendeva dalla Macedonia ai confini del mondo  e una giovane donna riscattò il territorio della Francia. Il Nuovo Mondo è stato scoperto da un giovane esploratore italiano ed è stato il trentaduenne Thomas Jefferson a proclamare che tutti gli uomini nascono uguali…




…Pochi saranno grandi abbastanza per forgiare la storia, ma ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo per mutare gli eventi, e l’insieme di questi contributi sarà la storia di questa generazione. Migliaia di volontari cambiano in decine di paesi la realtà dei villaggi isolati e di slums cittadini. Migliaia di uomini e di donne sconosciuti hanno combattuto in Europa nella resistenza contro i nazisti e molti di essi sono morti, contribuendo tutti assieme a porre le basi della libertà nei loro paesi. Tutta la storia umana è fatta di innumerevoli atti individuali di coraggio e di fede.

Ogni volta che qualcuno si erge in difesa di un ideale o agisce per migliorare il destino altrui o lotta contro l’ingiustizia, diffonde una piccola onda di speranza. L’incontro di tutte queste onde…forma una corrente che può travolgere le più imponenti muraglie erette dall’oppressione e dalla reazione.




…Il secondo pericolo è rappresentato dall’opportunismo di chi afferma che speranze e ideali devono inchinarsi di fronte alle esigenze del momento…




Gli ideali, le aspirazioni più elevate, le convinzioni più profonde non sono incompatibili con i programmi più concreti ed efficaci… operare senza la guida dei valori morali fondamentali non significa essere realistici e concreti, ma completamente folli, perché non si tiene conto della realtà della fede, dei sentimenti e degli ideali umani che, in ultima istanza, sono forze più potenti di tutti i calcoli degli economisti e dei generali.

…Un terzo pericolo è rappresentato dalla mancanza di coraggio.

Pochi sono disposti a sfidare la disapprovazione del prossimo, le critiche dei colleghi, la collera della società. Il coraggio morale è un lusso più raro del coraggio in battaglia o della grande intelligenza. Eppure è la dote essenziale, vitale per chi cerca di cambiare un mondo che è tanto riluttante a cambiare…




Credo che nella generazione attuale chi ha il coraggio di combattere nella lotta per la giustizia, troverà compagni in ogni angolo della terra.

…Per i fortunati, il quarto pericolo è il benessere, la tentazione di seguire i sentieri noti e agevoli dell’ambizione personale e del successo finanziario…

Ma non è questa la strada che la storia ci assegna… tutti noi saremo alla fine giudicati e, man mano che gli anni passano, ci giudicheremo certamente anche da soli, in base al contributo che abbiamo dato all’edificazione di una nuova società e alla misura in cui abbiamo rispettato i nostri ideali e i nostri obiettivi nel dare quel contributo.




Forse il nostro futuro non è prevedibile, ma non sfugge completamente al nostro controllo. E’ inerente all’impulso creativo dell’America (come di ogni piccolo o grande Stato) che esso venga determinato non dal fato, non dalla natura o dalle forze irresistibili della storia, ma dal lavoro delle nostre mani, usando la ragione e rispettando i principi ideali. E’ una frase immodesta, persino arrogante. Ma riflette anche esperienza e verità. In ogni caso, è l’unico modo in cui siamo capaci di vivere. 

(Robert F. Kennedy)
















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