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La scelta (3) (2) (1)
Prosegue nei....
...Conflitti di interessi...
Un mondo più giusto e nuovo per le speranze dei
giovani e non, non corre ad alta velocità fra Torino e Lione, questo è solo il
pericoloso opportunismo di chi afferma che speranza e ideali devono inchinarsi
di fronte alle esigenze del momento…
Chi
viaggia in aereo sopra l’Europa verso l’Africa o l’Asia in poche ore trasvola
oceani e paesi che furono il crogiolo della storia dell’umanità. In pochi minuti ripercorre gli itinerari che
seguirono gli uomini nel corso delle loro migrazioni lungo migliaia di anni; e
basta qualche secondo per oltrepassare i campi di battaglia dove combatterono e
morirono milioni di persone.
Le
frontiere non le vede, non ci sono profondi abissi o alte muraglie a dividere i
popoli: vede solo la Natura e le opere dell’uomo, case, fabbriche, fattorie,
che rispecchiano dovunque lo sforzo comune per rendere più bella la vita.
Dappertutto, nuove tecniche e nuovi mezzi di comunicazione avvicinano uomini e
paese, accumunando sempre più i loro interessi e le loro preoccupazioni. Questa
nuova vicinanza obbliga a gettare la maschera, ad abbandonare l’illusione che
le differenze esistano, illusione che sta alla radice dell’ingiustizia,
dell’odio e della guerra.
Soltanto
l’uomo che rimane attaccato alla crosta della terra si aggrappa ancora
all’oscura e velenosa superstizione che il mondo abbia per confine il colle più
vicino, che l’universo finisca sulla riva del fiume, che l’umanità sia tutta
racchiusa nella stretta cerchia delle persone che abitano insieme a lui nella
stessa città, che hanno le sue stesse opinioni e lo stesso colore della pelle.
Ogni
paese deve superare ostacoli differenti e si pone differenti obiettivi,
foggiati dai capricci della storia e della vita. Eppure, quando parlo ai
giovani, dovunque mi trovi, non sono colpito dalla diversità quanto piuttosto
dalla somiglianza degli scopi, dei desideri, delle preoccupazioni e delle
speranze per il futuro.
Esistono
le discriminazioni razziali a New York, l’apartheid in Sud Africa, la schiavitù
nelle montagne del Perù. La gente muore di fame nelle strade dell’India, in
Russia gli intellettuali sono torturati o mandati in prigione, in Indonesia si
massacrano migliaia di persone, dappertutto si sperperano ricchezze per gli
armamenti.
Sono mali
diversi, ma tutti creati dall’uomo!
Riflettono
l’imperfezione della Giustizia umana, l’insufficienza della compassione, la
mancanza di solidarietà per le sofferenze del prossimo; segnano il limite della
nostra capacità di usare quello che abbiamo imparato per il benessere altrui. E
per questo che dovunque provocano la stessa presa di coscienza e la stessa
indignazione, la stessa determinazione di spazzare via le sofferenze inutili
del nostro prossimo in patria come in ogni altra parte del mondo.
La nostra
risposta coincide con la speranza del mondo: essa consiste nel fare affidamento
sulla gioventù, non in quanto periodo della vita, ma in quanto atteggiamento
mentale, volontà di agire, qualità dell’immaginazione, in quanto il coraggio
prevale sulla timidezza, il desiderio di avventura sull’amore per la vita
comoda.
Non
bastano certo dogmi superati o slogan consunti a vincere la crudeltà e le
difficoltà di questo pianeta in rapida trasformazione che non progredirà grazie
a chi si abbarbica ad un presente che è già passato, a chi preferisce
l’illusione della sicurezza allo stimolo e al senso di pericolo che crea ogni
progresso, anche quello più pacifico. Viviamo in un mondo rivoluzionario dove
la nuova generazione, in patria e in ogni altra parte del mondo, si è assunta
una responsabilità più grande di qualsiasi generazione passata.
Un
filosofo italiano ha detto:
‘Nulla è
più difficile da intraprendere, più pericoloso da condurre, più incerto nei
risultati dell’iniziativa di creare un ordine nuovo’.
Eppure
questa da taluni è la misura del compito che si è assunto la generazione
attuale, e la strada è irta di molti pericoli!
…Prima di
tutto c’è il pericolo del senso di
inutilità, di credere cioè che l’individuo da solo non possa far nulla contro
la massa enorme dei mali che affliggono il mondo, contro la miseria e
l’ignoranza, l’ingiustizia e la violenza. Eppure molti grandi movimenti di
pensiero e di azione sono frutto dell’opera di un solo uomo. Un giovane monaco
diede inizio alla riforma protestante (ed aggiungo… un sol Uomo ha scritto un
credo nuovo….), un giovane generale conquistò un impero che si estendeva dalla
Macedonia ai confini del mondo e una
giovane donna riscattò il territorio della Francia. Il Nuovo Mondo è stato
scoperto da un giovane esploratore italiano ed è stato il trentaduenne Thomas
Jefferson a proclamare che tutti gli uomini nascono uguali…
…Pochi
saranno grandi abbastanza per forgiare la storia, ma ciascuno di noi può dare
il proprio piccolo contributo per mutare gli eventi, e l’insieme di questi
contributi sarà la storia di questa generazione. Migliaia di volontari cambiano
in decine di paesi la realtà dei villaggi isolati e di slums cittadini.
Migliaia di uomini e di donne sconosciuti hanno combattuto in Europa nella
resistenza contro i nazisti e molti di essi sono morti, contribuendo tutti
assieme a porre le basi della libertà nei loro paesi. Tutta la storia umana è
fatta di innumerevoli atti individuali di coraggio e di fede.
Ogni
volta che qualcuno si erge in difesa di un ideale o agisce per migliorare il
destino altrui o lotta contro l’ingiustizia, diffonde una piccola onda di
speranza. L’incontro di tutte queste onde…forma una corrente che può travolgere
le più imponenti muraglie erette dall’oppressione e dalla reazione.
…Il secondo pericolo è rappresentato
dall’opportunismo di chi afferma che speranze e ideali devono inchinarsi di
fronte alle esigenze del momento…
Gli
ideali, le aspirazioni più elevate, le convinzioni più profonde non sono
incompatibili con i programmi più concreti ed efficaci… operare senza la guida
dei valori morali fondamentali non significa essere realistici e concreti, ma
completamente folli, perché non si tiene conto della realtà della fede, dei
sentimenti e degli ideali umani che, in ultima istanza, sono forze più potenti
di tutti i calcoli degli economisti e dei generali.
…Un terzo
pericolo è rappresentato dalla mancanza di coraggio.
Pochi
sono disposti a sfidare la disapprovazione del prossimo, le critiche dei
colleghi, la collera della società. Il coraggio morale è un lusso più raro del
coraggio in battaglia o della grande intelligenza. Eppure è la dote essenziale,
vitale per chi cerca di cambiare un mondo che è tanto riluttante a cambiare…
Credo che
nella generazione attuale chi ha il coraggio di combattere nella lotta per la
giustizia, troverà compagni in ogni angolo della terra.
…Per i
fortunati, il quarto pericolo è il benessere, la tentazione di seguire i
sentieri noti e agevoli dell’ambizione personale e del successo finanziario…
Ma non è
questa la strada che la storia ci assegna… tutti noi saremo alla fine giudicati
e, man mano che gli anni passano, ci giudicheremo certamente anche da soli, in
base al contributo che abbiamo dato all’edificazione di una nuova società e
alla misura in cui abbiamo rispettato i nostri ideali e i nostri obiettivi nel
dare quel contributo.
Forse il
nostro futuro non è prevedibile, ma non sfugge completamente al nostro
controllo. E’ inerente all’impulso creativo dell’America (come di ogni piccolo
o grande Stato) che esso venga determinato non dal fato, non dalla natura o
dalle forze irresistibili della storia, ma dal lavoro delle nostre mani, usando
la ragione e rispettando i principi ideali. E’ una frase immodesta, persino
arrogante. Ma riflette anche esperienza e verità. In ogni caso, è l’unico modo
in cui siamo capaci di vivere.
(Robert
F. Kennedy)
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