giuliano

domenica 3 marzo 2019

FRATE SOLE (inno di Frate Vita)




















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I riformatori













Hanno preso frate Sole
Alto all’hora sesta
Se ben ricordo splendea e sorridea

Nel cielo guardingo
Alto nel cielo nobilissimo
Splendea divino

Alto lo Sole antico
Poi all’improvviso
All’hora settima e un’ottava

Uno schioppo improvviso
Non certo parabola
E lo Sole ammutolito

Accecato e vinto!

Tutti de fora ad ammirare
l’Alba d’oro della nuova Natura
Sol uno ne ho contato

Mentre fra lo campo
Non ancor concimato
Camminava strascicato senza sudario

Pur sudato e stracco
Dell’intero raccolto
D’una settimana a capo torto

Stracco e decimato
Fiaccato
E non dallo vino qual Spirito Santo

 A me dicea
Qual contadino ammutolito
Dallo strano spettacolo

Dello stracco suo viaggio
Ascoltandolo pensavo e meditavo
Mi dicea per la’ppunto

Che una lumaca vagava libera
Non vista dalla siepe
Allo campo

Dallo campo all’orto
E rilucea d’una strana luce
Che sole non era

Mi dicea all’orecchio attento
Mai distratto
Che cotal lumaca

Havea offuscato il cielo
Annebbiato lo sole
Non risplendea della luce qual era

Infatti in questo giorno
Lieto di festa
Tutti nessun escluso

L’havean preso
Chi nel campo
Chi nella bisaccia assiso

Sopra una panca meditato!

Chi vicino alla casa
Del compare Fratello Sole
Inneggiare alla Natura

Tutti lo portano stretto
Nella bisaccia
Chi addirittura piagne et urla

Concedendo a destra
E a manca
Qualche misera mancia

All’hora sesta o nona
Non ricordo
Giacché stavo pregando

Il lamento d’un morto
Il qual ripetea
La strana cantilena

Piegato sul campo
Cerca la lumaca
D’una strana poesia

Che rima non era!

Mentre il resto della Compagnia
Porta quel che rimane
Della giornata trascorsa

Rubando il Sole a Madre Natura
Compreso uno strano dio alato
Fargli verso e motto

Pretendere pedaggio!

Per l’oltraggio
D’un sole nominato
Al suo cospetto

Visto che il Sole
Dell’hora settima
Alba d’un nuovo giorno

Havean costretto
Ad un giorno nuovo
Io frate Vita

Vedendo che nessuno
E tutti haveano rubato lo sole
Dell’alba come quello del tramonto

Chiamai a me il Superiore
Lo quale anco lui disperato
Vicino a medesimo ugual orto

Cercava una lumaca
Assorto e distratto
La voleva portare seco

Sino al rogo
Non ancor padella
Per insegnar a lei chi comanda

In questa terra!    













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