giuliano

domenica 6 ottobre 2019

IL LIBRO SCOMPARSO (6)










































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Jim Bridger era pronto ad iniziare la seconda fase della sua carriera nel West! Bridger scelse di aprire la sua ‘stazione di ristoro’ per gli emigranti nella verde vallata che costeggiava uno degli affluenti dell’amato fiume Green. Costruì capanne e recinti per gli animali, aprì un’officina da fabbro e acquistò varie provviste a St. Louis. Fu così che nacque Fort Bridger, l’unica area di… sosta lungo i mille chilometri che separavano Fort Laramie da Fort Hall. Dal 1843 e finché non ebbe problemi con i mormoni nel 1853, Fort Bridger fu una piacevole sosta a metà strada per tutti i viaggiatori che andavano nel West. Furono quelli gli anni più prosperi della vita di Bridger, il quale si arricchì non solo d’estate grazie ai viaggiatori, ma anche col commercio delle pellicce che continuava per tutto l’anno. Fort Bridger diventò una specie di punto di incontro di tutti i suoi vecchi compagni che commerciavano pellicce e di tutti gli indiani amici. Bridger aveva quarant’anni ed era un uomo ben sistemato con una moglie e tre figli. Mandò la sua primogenita Mary Anne a studiare presso la scuola della missione di Marcus Withman in Oregon, perché voleva che tutti i suoi figli imparassero a leggere e scrivere. Non molto dopo, però, sua moglie morì e questo modificò il pacifico corso della sua vita. Iniziò così a vagabondare per le Montagne Rocciose, cacciare ed esplorare zone sconosciute. Un giorno, nel giugno del 1847, mentre si dirigeva a Fort Laramie, incontrò Brigham Young e un gruppo di pionieri mormoni in cammino verso il West alla ricerca di una (nuova) terra promessa. L’incontro con i mormoni si sarebbe rivelato fatale per Bridger… e l’inizio della sua terza avventura…




…Ed in cui simmetrico ‘progresso’ privato dei dovuti Principi ispiratori confermare il ‘rumore’ entro una più elevata musica ed armonia motivo di ciò che fondamentalmente si cerca in medesima ugual Via.  Così da poterlo descrivere annoverare quindi ‘celebrare’, nella cerimoniosa pomposa noia dei dovuti ‘resoconti’ ove ognuno ‘edifica’ la propria ‘avventura’ (economica o spirituale che essa sia) esulare però dal Tempo d’una Superiore Dottrina.

Da Apostata non men che Eretico braccato dalla continua costante demenza di cotal progresso nominato, esulo e confermo nel Tempio il dovuto credo e reciproco rispetto della Natura (evitando inutili sacrifici con cui vien scritta passata presente e futura mitologia), giammai nell’ortodossia d’ogni Religione circoscritta per addetti ai lavori, i quali nel gesto talvolta dimentichi del senso proprio dell’Elemento.

O almeno la Genesi donde nato ed evoluto!

La base d’ogni ‘superiore etica’ e dottrina e con loro morale e intendimento della giusta Via comprende e comporta superiore Idea circa l’unità della Vita cosmica.

Nel Primo stadio della creazione la Natura del mondo è dunque puramente acustica (intonata con il senso della Vita). Il Creatore stesso non è che un canto, uno strumento musicale o una caverna che risuona, ed è assai probabile che la ‘materializzazione’ dell’Idea del creatore sotto specie di strumento musicale, di caverna, di corpo oppure soltanto di testa umana o animale sia soltanto una concessione al mito cui si voglia dare un carattere più concreto. In realtà il Creatore è un essere puramente acustico e l’intera Natura da Lui cantata ne rispecchia l’armonia (persa)…



Mi si consenta qui di dare qualche indicazione a chi intende scegliere la professione di guida... Innanzi tutto occorre avere una perfetta conoscenza delle montagne, così da poter essere certi del percorso anche quando la foschia le avvolge. Bisogna poi sorvegliare sempre con attenzione i propri clienti, particolarmente quando ci si trova in luoghi pericolosi. Prima di organizzare un’escursione, è bene ogni volta informarsi circa le capacità delle persone che si stanno per accompagnare. La guida dovrebbe agire come il capitano di una nave: per quanto illustri possono essere gli individui (spesso non sono consapevoli delle difficili pagine del Tomo che vorrebbero conquistare...) che si affidano alla sua sorveglianza, soltanto a lui spetta di dirigere e governare... (soprattutto se sono giovani ed inesperti...). Il segreto della guida è la prudenza: io sono sempre all’erta... Tuttavia esistono differenze anche tra coloro che conoscono questo (nobile) principio e segreto. C’è guida e guida: ognuna ha il proprio punto forte. Si dice che la guida di Zermatt sia la migliore su roccia mentre la guida dell’Oberland sia da preferirsi su ghiaccio. 




Ciò non è sempre esatto per quanto riguarda i singoli casi, ma risulta vero parlando in generale. Io stesso sono diventato specialista sia su roccia che su ghiaccio. Poi c’è la guida che confida nella fortuna: è pronta a tutto, ma non sa che cosa l’attende, semplicemente tira ad indovinare quando le si domanda: ‘Quanto dista la vetta?’ Io però non lo faccio mai; prima di affrontare un itinerario che non ho mai percorso, lo studio in anticipo, ne disegno il tracciato e lo esploro con il binocolo finché non lo imparo a memoria. Quando dico andiamo, sono in grado di rendermi conto i che cosa mi aspetta... In montagna devo sempre sapere quel che faccio... Non che io sia ‘scientifico’: se qualcuno si rivolge a me per avere una risposta ‘scientifica’, di sicuro non l’ottiene... Ma cartina alla mano posso indicare ‘siamo qui’ (e non certo dove pensano loro che ci scrutano laggiù in quel misero...). In merito ai pericoli, è necessario guardarsi dalla guida imprudente (che si finge esperta forse perché si immagina furba...), che prima o poi finisce con il cadere in un crepaccio. Al mio occhio, per quanto non all’occhio di chiunque, un crepaccio è evidente a una distanza di dodici o tredici metri; inoltre non presenta sempre lo stesso aspetto: talvolta sembra una... superficie ondulata (e distinta); altre, quando fa molto freddo, produce, per così dire, una scia grigia o un’ombra (...nera...). Ma ora che sono stato in ogni parte del mondo, devo dire che ovunque sia andato, non ho commesso errori riguardo ai crepacci. Se lo si vede, un crepaccio non è pericoloso: lo si può saltare, oppure - se è troppo ampio - si possono tagliare scalini su un lato finché la fenditura è vicina, e poi ancora incidere la via di risalita dall’altra parte. Il pericolo maggiore a mio avviso è lo sc…. poi la...



 Jim Bridger continua a vivere nelle terre che ha esplorato e nelle leggende dei montanari. Come David Crockett è il simbolo dell’uomo dell'Est, Bridger rappresenta il West. Ma Bridger non divenne un eroe e un’attrazione come David Crockett. La sua figura restò sempre marginale. Il capitano W.F. Raynolds fu uno dei primi a raccogliere aneddoti su Bridger. Tra il 1859 e il 1860, quando Bridger era alla guida della spedizione di Raynolds nella zona dello Yellowstone, trascorsero insieme molte settimane nell’accampamento invernale che avevano allestito e il vecchio montanaro intrattenne il giovane capitano con storie che successivamente descrisse come ‘racconti di Munchausen troppo belli per andare perduti’. Uno di questi narrava di un tronco di salice perfettamente pietrificato con i rami e le foglie in perfette condizioni e di conigli ed altri animali anch’essi pietrificati e di cespugli pietrificati su cui crescevano diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi grossi come noci. ‘Le giuro, signore, che è tutto vero’ assicurò Bridger ‘tant’è che conservai qualche pietra per me stesso’. Il generale Nelson Miles in seguito riportò un altro racconto pietrificato di Bridger: ‘Jim, sei stato a Zuni?’. ‘No, non c’è l’ombra di un castoro da quelle parti’.  ‘Ma, Jim, non esistono solo i castori nella vita. Sono stato da quelle parti l’inverno scorso e ho visto piante meravigliose con rami e cortecce completamente pietrificati’. ‘Oh, replicò Jim - quella sì che è pietrificazione. L’estate prossima vieni con me nello Yellowstone e ti farò vedere alberi pietrificati sui quali uccelli pietrificati cantano canzoni pietrificate’. Molte delle sue storie ruotavano attorno a una famosa rupe nello Yellowstone, chiamata Obsidian Cliff, a volte descritta come una mitica montagna di cristallo, ‘un cristallo così trasparente che nemmeno le lenti più potenti possono vederla, né tanto meno l’occhio nudo. Ci si potrebbe chiedere come sia stata scoperta una cosa che non si vede nemmeno. Il fatto è che alla base della montagna furono trovate ossa e carcasse di uccelli che probabilmente volavano verso la montagna e vi sbatterono contro. Una roccia invisibile, ma che, ha giudicare dalla qualità di resti di animali alla sua base, deve essere stata davvero alta 




Così in merito a codesto principio antropologico adottato provo una stima verso tutti quei pionieri i quali, in questa mia, pongono nella dovuta differenza e Via ed ugual Vetta il loro credo (e nel progresso irrimediabilmente perso).

Giacché se pur riconosciamo nei pionieri, e relativi se pur apparentemente remoti resoconti, ciò che implica tal fatica e conquista lo si deve alla guida. Quella che in ugual medesima conquista implicava nel proprio codice genetico una inevitabile ineguagliata abilità e conoscenza affine agli Elementi sfidati.

Thoreau sarebbe stata un’ottima guida se solo il progresso non lo avesse rilegato e retrocesso ad una più che gradevole cornice o vallata con un’ottima se pur inusuale vista ma non certo Vetta!

Poche di queste (guide), visto l’impressionante successione che da ogni valle sgorgherà qual fiume in piena, posso riconoscere ed attribuire, in questo Tempio pagano l’onore taciuto in conformità con ogni Elemento della Natura, anche se annoverate e rimembrate per la loro incomparabile arditezza.

Poche e rare, giacché il progresso tenderà a modificare l’intera visione così come ogni Ortodossia manifesta successiva materia da ciò che nella Storia troppo spesso vien cancellato a beneficio di altro qual monolitica Verità adottata, anche se questa tratta ed interpretata per… ogni legno e roccia che troviamo in medesima strada.

Queste poche celebriamo in codesto Tempio, compresa la volontà appagata e quindi retribuita, visto che a ragione chi non dialoga e conosce la segreta lingua per ogni roccia ghiaccio o legno d’ogni elemento incontrato deve esser trattato al pari d’una bestia da addomesticare alla Natura persa in procinto ed atto di conseguente ‘addomesticamento’ ricompensato.

Differenza fra Filosofia e Credo!
















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