giuliano

martedì 3 dicembre 2019

E' COMPRENDERE QUANTO LEGGE (7)




















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Fondo Salva Stati (8)














È stato rilevato dai nostri pedagoghi, che i nostri pargoli dalla società fagocitati e poi restituiti, non riescono a ben comprendere cosa leggono, creando di conseguenza un profondo abisso e regresso in una società ove l’apprendimento è condizione primaria per lo sviluppo cognitivo e sociale in cui il futuro uomo dal pargolo che era legifera e crea precipitando in ugual abisso seminato.

Un abisso profondo soprattutto quando l’animale da cui deriva ha piena coscienza e cognizione di causa, pur inconsapevole vittima di quanto anche lui non comprende ed avvolge verso una spirale di morte, l’intendimento o il principio da cui la Vita, reagendo di conseguenza, in maniera impropria circa i termini di similar ugual scrittura.




Sicuramente questo un problema rilevato anche in questi odierni giorni suddivisi in frazionati accadimenti, o se preferite, in brevi costanti puntate in cui si snoda la trama della politica oltre quella della Storia, ed a cui il pargolo putto bambino derivato assorto circa medesima trama alla culla restituita qual ‘pollice’ digitalizzato connesso e costantemente a ‘viva voce’ per la futura Parabola - della e di cui - la sua ed altrui limitata disgraziata inconsapevole vita ‘cucciata’.

Quindi, come più volte sostenuto gradualmente stiamo degradando i nostri ‘social’ geni globalmente connessi verso non più Divina Caverna ove la divinità esplicita il vero senso della vita, neppure se per questo, all’oracolo nella frammentata superiore vista e naturale intendimento alla Natura connesso; semmai a quella prima dimora ove al ‘pittogramma’ seguiva il dramma o incisione non ancor parola. Quantunque per affermare che l’icona, come più volte espresso, costituisce il nuovo linguaggio imposto dal progresso, e di cui, per sopravvivere navigare e galleggiare sul vasto mare bisogna regredire al linguaggio incompiuto dei nuovi media in uso.




Chi non si abbona e connette ai Social verso la nuova incompresa specie 'regredita' ove Parola Ingegno e Pensiero, e con loro Ragione e decoro nonché l’Evoluzione detta, galleggia solitario alla deriva, rimanendo un analfabeta. Incomprese, se lette o assimilate dagli stessi social, rendendole aliene quindi incomprensibili sia all’adulto che al proprio pargolo cresciuto.

Va da sé che come ben spiegato dal Post in un ottimo articolo circa l’oggetto dai media quanto dai social e quanto dai nostri illustri rappresentanti fuori e dentro la caverna e non più Camera digitato e discusso con clave minacce e ‘glutterati’ urli apostrofati non costituisce valido motivo per l’orango o il gorilla che reclama superiore appartenenza alla caverna ex camera detta, semmai confonde circa una più chiara superiore monolitica verità sottostimata.




 La quale si erge monolitica emettendo una nota o sibilo e tutti gli altri riuniti e/o divisi su cotal mirabile apparizione ne discutono specie e natura, cadendo nella paradossale condizione regredita e ciarlata, di non prestare dovuta attenzione all'odierna apostrofata, ugual identica condizione di esser in un certo qual modo ‘salvaguardati’ oltre che dalla propria ignoranza urlata e democraticamente discussa, anche dalla possibilità che la stessa Natura fuori dalla grotta, non più digitata né scritta e pensata, possa sollevare medesimo problema di ‘salvezza’.

Facciamo qualche ‘pietra’ ex soldo di conto.

L’ottimo articolo del Post mostra a chiare note che il ‘pil’ del salva stati comporta un onore minimo rispetto quanto discusso e ciarlato fuori e dentro la caverna ex camera per ogni media digitato o ‘cabina caverna’ ambulante auto-pensante pensata per inferiore ingegno connesso; codesto ‘pil’ e i miliardi investiti di una portata assai minore dell’argomento oggetto di salvezza e collettivo spavento, sia nei termini di come l’intera ‘questio’ posta e discussa, ed anche, se democraticamente evasa o esclusa dal dibattito, esulando però dalla più certa concretezza e verità circa l’oggetto di cui l’intera contesa comporta un onore di salvezza minimo di competenza oggettivato ed ancor non reclamato (in ugual salvezza) per quanto dal politico ciarlato ed in cui ugual stato ancora non del tutto affogato.




Non riporto i dati i quali per democratica e più elevata scelta dell’attenzione, sia del putto che non comprende oppure ancor peggio non vuol comprendere, quanto debba essere messo alla sua vivace attenzione,  regredendo quindi verso il più facile pallottoliere affine al suo Intelletto eternamente connesso e all’icona abdicato; dirò semmai al pargolo che i danni rilevati in quest’ultimo anno superano alla lunga l’argomento caldamente discusso, e di cui il padano pretende immediato paradossale risarcimento, danni in riferimento alla salvezza discussa ma ampiamente negata, in quanto negherebbe l’obbligo di inquinare sia la politica che la società quanto il malaffare che a lui si accompagna tutte le volte che con il proprio ed altrui voto, e con il piccolo ditino, vota e sposa una causa dannosa sia per l’intera economia sia per l’onestà che la dovrebbe promuovere e in qual tempo salvaguardare da tanta inumana barbara ignoranza, rischiando tra l’altro di rimaner affogati nei due mari contesi ed incompresi nella collettiva pretesa di poter esser salvati, così come fu per il greco, da una scialuppa o ancora faro di maggior saggezza, la qual comunità prevede e calcola per chi in ritardo o in difetto, abdicando ad una politica da caverna, oppure ed ancor meglio ed in peggio, da grotta, per chi pensando di incarnare il resto della ‘specie’ divenuta evolutivamente parlando ‘popolo’ la degrada verso paradossale inferiore condizione di più certa appartenenza.




Il populismo difetta, se pur a quattro zampe cerca di comprendere l’impercettibile sibilo dal monolite emesso, e non solo quello in quanto in codesta Eresia riconosciamo che chi pensa ad un disegno perfetto, come il sottoscritto, ode anche un rumore di fondo aggiunto provenire non più dallo Spazio profondo, e da cui tra l’altro derivato, bensì dall’antica Madre Natura proprio fuori dalla grotta digitalizzata coinvolgere tutte le specie - nessuna esclusa - circa il quanto non più né pensato né scritto circa la sua venuta al muro della caverna ove ogni incisione ed icona premettono e intendono futura parola dal pargolo e nascituro non compresa.

L’Odissea della scienza non ci porta solo il beneficio connesso all’intelligenza dedotta fors’anche innestata, ma anche come comprenderne ed intenderne la differenza contesa e divisa fra la stessa (scienza) e il progresso che ne deriva, del quale ne compone un ‘ramo’ se pur sofisticato, derivato e certamente non evoluto per quanto la stessa ‘evolutività’ possa esplicitarne il contenuto.




Ossia, fra scienza e progresso corre una differenza la quale non risiede nel saper accorciare i  termini dell’intelligenza connessa riducendo la capacità neurale regressa nell’intendere un solo simbolo, ma nel comprenderne la totalità da cui futura ‘parola’ composta e di cui cotal simbolo non certo pensiero e parola, non sottintende l’Ingegno millenario che pur l’ha creato, nell’apparente beneficio da cui il creato frammentarsi nella stessa sua specie involuta, e quindi, come esplicitato, nella differenza, fra capacità intellettiva e derivata, oppure ed ancor peggio, innestata per accorciare i termini evolutivi a cui l’uomo per sempre appartenuto.

Ciò che nascerebbe sarebbe una e non solo psicologica limitante condizione regressa ed involutiva, ma anche la premessa per quella globale società orwelliana sogno dell’industriosa formica elettrica irrimediabilmente persa e smarrita nel corto circuito e frequenza dell’elettricità da cui l’artificiale innesca l’urgenza dell’elettro non ancora shock per ciò che sarà il sogno naufragato, ma sicuramente ben ciarlato soprattutto quando non si compre la differenza, o solo il senso, di cui si disquisisce alla caverna ex camera globalmente convenuta.




Tutto ciò che sta avvenendo e di cui stiamo assistendo ed  allestendo in un inutile dibattito, è stato a sua volta analizzato da quella fase evolutiva da cui più concreta scienza, proviamo a spiegare al bambino futuro politico che legge sperando che intenda in riferimento alla globale salvezza per quanto leggerà l’univocità detta non appartenere a ciò di cui dibattuto, in quanto se pur discordanza esplicitata in ciò che segue e di cui successiva lettura, ne esplicitano il senso, l’unicità in merito ad un giudizio economico adottato in sede comunitaria avvalora e non certo ne sminuisce il senso di salvezza per cui è stato pensata; sia comunità che faro di salvezza; semmai come la stessa frammentata unicità discorda sui fattori ambientali ampiamente raccolti i quali comprendono anche la salvezza detta, escludendola però o solo sottovalutandola rimuovendola dall’odierno dibattito di cui la portata se pur apparentemente inferiore, in verità e per il vero, comporta una sottostima altresì economica, andando a creare una condizione paradossale e critica sia nei criteri adottati per l’unicità ridiscussa, ma anche come questa possa comprometterne il corretto svolgimento nell’intero arco evolutivo da cui dedotta. Quindi esulare dalla propria natura proiettata verso un improprio populismo o deriva nella quale il politico come il putto da lui derivato sottostimano oppure ne difettano i termini interpretativi adottati e pensati proprio per salvaguardarlo dall’ingorda approssimata condizione a cui al meglio appartiene e di cui nega responsabilità ed appartenenza…

Quindi vedere sottostimare l’oggetto il vero soggetto-oggetto di quanto argomentato risponde a quella incapacità propria del politico, il quale come più volte affermato, incapace di comprendere i propri limiti per ogni più reale argomento non oggettivato per proprio interesse derivato e di cui la collettività o il popolo ne sposa la causa non sapendo né cogliere né leggere la finalità in cui affogato.   

(Il curatore del blog)





Recentemente, il Met Office del Regno Unito ha annunciato una revisione dell’analisi storica dell’Hadley Centre delle temperature della superficie del mare (SST), suggerendo che gli oceani hanno riscaldato di circa 0,1 gradi Celsius più di quanto si pensasse in precedenza. La necessità di una revisione deriva dal lungo riconosciuto problema che in passato le temperature della superficie del mare venivano misurate usando una varietà di metodi inclini all’errore come l’uso di secchi aperti, termometri avvolti in lana di agnello e borse di tela. Fu solo negli anni 90 che gli oceanografi svilupparono una rete di boe di misurazione coerenti e affidabili.

Quindi, per sviluppare un quadro coerente delle tendenze a lungo termine, è stato necessario sviluppare tecniche per compensare gli errori nelle misurazioni più vecchie e riconciliarle con quelle più recenti. L’Hadley Center ha guidato questo sforzo e il nuovo set di dati, soprannominato HadSST4, è un gradito progresso nella nostra comprensione del cambiamento climatico globale.

Ma è qui che finisce la buona notizia.

Poiché gli oceani coprono i tre quinti del globo, questa correzione implica che le precedenti stime del riscaldamento globale erano troppo basse. Inoltre, è stato recentemente riportato che nell’unico luogo in cui è stato accuratamente misurato, lo scioglimento subacqueo che sta guidando la disintegrazione delle calotte glaciali e dei ghiacciai si sta verificando molto più velocemente di quanto previsto dalla teoria - fino a due ordini di grandezza più velocemente - lanciando le proiezioni del modello attuale di innalzamento del livello del mare ulteriormente in dubbio.

Questi recenti aggiornamenti, suggeriscono che i cambiamenti climatici e i suoi impatti stanno emergendo più rapidamente di quanto gli scienziati pensassero in precedenza, sono coerenti con le osservazioni che noi e altri colleghi abbiamo fatto identificando un modello nelle valutazioni della ricerca climatica sulla sottovalutazione di alcuni indicatori chiave del clima, e quindi sottovalutando la minaccia delle perturbazioni climatiche. Quando nuove osservazioni sul sistema climatico hanno fornito dati migliori o ci hanno permesso di rivalutare quelle vecchie, i risultati relativi all’entità del ghiaccio, all’innalzamento del livello del mare e alla temperatura dell’oceano sono stati generalmente peggiori rispetto alle precedenti opinioni prevalenti.

La sottovalutazione coerente è una forma di pregiudizio - nel significato letterale di una tendenza sistematica a inclinarsi in una direzione o nell’altra - che solleva la domanda:

che cosa sta causando questo pregiudizio nelle analisi scientifiche del sistema climatico?

La domanda è significativa per due motivi.

In primo luogo, gli scettici e i negazionisti del clima hanno spesso accusato gli scienziati di esagerare la minaccia dei cambiamenti climatici, ma le prove dimostrano che non solo non hanno esagerato, ma hanno sottovalutato. Ciò è importante per l’interpretazione delle prove scientifiche, per la difesa dell’integrità della scienza del clima e per la comprensione pubblica dell’urgenza della questione climatica.

In secondo luogo, l’obiettività è un ideale essenziale nel lavoro scientifico, quindi se abbiamo prove che i risultati sono distorti in qualsiasi direzione - verso l’allarmismo o il compiacimento - questo dovrebbe interessarci

Dovremmo cercare di identificare le fonti di tale pregiudizio e correggerli se possibile.

Nel nostro nuovo libro, Discerning Experts, abbiamo esplorato il funzionamento delle valutazioni scientifiche per la politica, con particolare attenzione alle loro dinamiche interne, mentre tentavamo di illuminare il modo in cui gli scienziati che lavorano nelle valutazioni esprimono i giudizi che rilevano ed esprimono. Tra le altre cose, volevamo sapere come gli scienziati rispondono alle pressioni - a volte sottili, a volte palesi - che sorgono quando sanno che le loro conclusioni saranno diffuse oltre la comunità di ricerca - in breve, quando sanno che il mondo li sta guardando.

L’idea che l’evidenza scientifica debba guidare le politiche pubbliche presume che le prove siano di alta qualità e che le interpretazioni degli scienziati su di essa siano ampiamente corrette.

Ma, fino ad ora, questi presupposti sono stati raramente esaminati attentamente.

Abbiamo trovato poche ragioni per mettere in dubbio i risultati delle valutazioni scientifiche, nel complesso. Non abbiamo trovato prove di frode, malfunzionamento o inganno o manipolazione deliberata. Né abbiamo trovato alcun motivo per dubitare che le valutazioni scientifiche riflettano accuratamente le opinioni delle loro comunità di esperti. Ma abbiamo scoperto che gli scienziati tendono a sottostimare la gravità delle minacce e la rapidità con cui potrebbero svolgersi.

Tra i fattori che sembrano contribuire alla sottovalutazione c’è la necessità percepita di consenso, o ciò che etichettiamo l’univocalità: il bisogno sentito di parlare con una sola voce. Molti scienziati temono che se il disaccordo viene messo in onda pubblicamente, i funzionari del governo confonderanno le differenze di opinione con l’ignoranza e useranno questa come giustificazione per l’inazione.

Altri temono che anche se i decisori politici vogliono agire, troveranno difficile farlo se gli scienziati non riescono a inviare un messaggio inequivocabile. Pertanto, cercheranno attivamente di trovare il loro terreno comune e concentrarsi su aree di accordo; in alcuni casi, porteranno solo conclusioni su cui possono essere tutti d’accordo.

In che modo questo porta alla sottovalutazione?

Prendi in considerazione un caso in cui la maggior parte degli scienziati pensa che la risposta corretta a una domanda sia compresa tra 1 e 10, ma alcuni credono che potrebbe arrivare fino a 100. In tal caso, tutti concorderanno sul fatto che è almeno 1– 10, ma non tutti saranno d’accordo sul fatto che potrebbe arrivare fino a 100. Pertanto, l’area di accordo è 1–10 e questo viene riportato come visione di consenso.

Ovunque vi sia una gamma di possibili esiti che include una coda di probabilità lunga e di fascia alta, l’area di sovrapposizione si troverà necessariamente in corrispondenza o in prossimità della fascia bassa.

Le barre di errore possono essere (e generalmente vengono) utilizzate per esprimere la gamma di possibili risultati, ma può essere difficile ottenere un consenso sulla parte alta della stima dell’errore.

La spinta verso l’accordo può anche essere guidata da un modello mentale che vede i fatti come questioni su cui tutte le persone ragionevoli dovrebbero essere in grado di concordare rispetto alle differenze di opinione o giudizio che sono potenzialmente irrisolvibili. Se le conclusioni di una relazione di valutazione non sono univoche, allora (si può pensare che) saranno viste come opinioni piuttosto che fatti e liquidate non solo da critiche ostili ma anche da forze amiche. La spinta verso il consenso può quindi essere un tentativo di presentare i risultati della valutazione come fatti di fatto piuttosto che come giudizio.

L’impulso verso l’univocità è nato fortemente in un dibattito su come caratterizzare il rischio di disintegrazione della calotta antartica occidentale (WAIS) nel Quarto rapporto di valutazione dell’IPCC (AR4).

Quasi tutti gli esperti hanno convenuto che esisteva un rischio simile al riscaldamento del clima, ma alcuni pensavano che fosse solo molto lontano in futuro, mentre altri pensavano che potesse essere più imminente. Un’ulteriore complicazione era che alcuni scienziati ritenevano che i dati disponibili non fossero semplicemente sufficienti per trarre conclusioni difendibili sul rischio a breve termine, e quindi non hanno fatto alcuna stima.

Tuttavia, tutti hanno concordato sul fatto che, se WAIS non si disintegrasse presto, probabilmente si disintegrerebbe a lungo termine. Pertanto, l’area di accordo si colloca nel dominio di lungo periodo - la conclusione di un rischio non imminente - e questo è ciò che è stato riportato.

Il risultato è stato una conclusione minimalista e ora sappiamo che le stime offerte erano quasi certamente troppo basse.

Ciò offre un significativo punto di contrasto con la scienza accademica, in cui non vi è alcuna pressione particolare per raggiungere un accordo entro una determinata scadenza (tranne forse all’interno di un gruppo di laboratorio, al fine di poter pubblicare i risultati o rispettare una scadenza per una proposta di sovvenzione). Inoltre, nella vita accademica gli scienziati acquisiscono attenzione e talvolta prestigio in disaccordo con i loro colleghi, in particolare se questi sono importanti. La struttura della ricompensa della vita accademica tende alla critica e al dissenso; le richieste di valutazione spingono verso un accordo.

Un secondo motivo di sottostima riguarda un’asimmetria nel modo in cui gli scienziati pensano all’errore e ai suoi effetti sulla loro reputazione. Molti scienziati temono che se sopravvalutano una minaccia, perderanno credibilità, mentre se la sottovalutano, avranno un impatto reputazionale scarso (se non nullo).

Nella scienza del clima, questa ansia è rafforzata dal tamburo della negazione del clima, in cui gli scienziati sono accusati di essere ‘allarmisti’ che ‘esagerano la minaccia’. In questo contesto, gli scienziati possono fare il possibile per confutare lo stereotipo minimizzando rischi noti e negando ai critici l’opportunità di etichettarli come allarmisti.

Molti scienziati ritengono che le sottostime siano ‘conservative’, perché sono conservative rispetto alla domanda su quando emettere un allarme o su come suonarlo ad alta voce. La logica di ciò può essere messa in discussione, perché la sottovalutazione non è conservativa se vista in termini di dare alle persone il tempo necessario per prepararsi. (Consideriamo ad esempio una sottostima di un imminente uragano, tornado o terremoto).

Nel dibattito AR4 WAIS, gli scienziati hanno sottovalutato la minaccia di una rapida disintegrazione della calotta glaciale perché molti degli scienziati che hanno partecipato si sono sentiti più a proprio agio con una stima che consideravano ‘conservatore’ che con uno che non lo era.

La combinazione di questi tre fattori - la spinta all’univocità, la convinzione che il conservatorismo sia socialmente e politicamente protettivo, e la riluttanza a fare stime quando i dati disponibili sono contraddittori - possono portare a risultati ‘meno comuni denominatori’ - conclusioni minimaliste che sono deboli o incompleti.

Inoltre, se il consenso è visto come un requisito, gli scienziati possono evitare di discutere questioni difficili che generano controversie (ma potrebbero essere ancora importanti) o escludere alcuni esperti le cui opinioni sono note come ‘controverse’ (ma possono comunque avere competenze pertinenti). Possono anche ritirarsi consciamente o inconsciamente dal riferire risultati estremi. (Altrove abbiamo etichettato questa tendenza ‘errando dalla parte del minimo dramma’.)

In breve, la spinta all’accordo e alla cautela può minare altri importanti obiettivi, tra cui inclusività, accuratezza e comprensione.

Non stiamo suggerendo che ogni esempio di sottostima sia necessariamente causato dai fattori che abbiamo osservato nel nostro lavoro, né che la richiesta di consenso porti sempre al conservatorismo. Senza esaminare da vicino ogni caso, non possiamo essere sicuri che gli effetti che abbiamo osservato siano operativi o meno. Ma abbiamo scoperto che il modello di sottostima che abbiamo osservato nel dibattito WAIS si è verificato anche nelle valutazioni della pioggia acida e del buco dell’ozono.

Abbiamo scoperto che gli aspetti istituzionali della valutazione, inclusi chi sono gli autori e come sono scelti, come la sostanza è divisa in capitoli e la guida che enfatizza il consenso, mitigano anche a favore del conservatorismo scientifico.

Pertanto, per quanto riguarda le nostre prove, sembra che gli scienziati che lavorano nelle valutazioni abbiano maggiori probabilità di sottostimare che sopravvalutare le minacce.

Nel nostro libro, formuliamo alcune raccomandazioni concrete. Mentre gli scienziati nelle valutazioni generalmente mirano al consenso, suggeriamo che non dovrebbero considerare il consenso come un obiettivo della valutazione. A seconda dello stato delle conoscenze scientifiche, il consenso può o meno emergere da una valutazione, ma non dovrebbe essere visto come qualcosa che deve essere raggiunto e certamente non come qualcosa da applicare. Laddove vi sono differenze sostanziali di opinione, dovrebbero essere riconosciute e spiegarne le ragioni (nella misura in cui possano essere spiegate). Le comunità scientifiche dovrebbero anche essere aperte alla sperimentazione di modelli alternativi per formulare ed esprimere giudizi di gruppo e ad imparare di più su come i responsabili politici interpretano effettivamente i risultati che ne risultano.

(Naomi Oreskes; Michael Oppenheimer; Dale Jamieson)














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