giuliano

domenica 25 ottobre 2020

A ovvero ZONA AD ALTA TUTELA (5)

 







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Circa l'homo salvatico (4)  (& Capitolo completo... o quasi...)


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Fotografia Naturalistica (6)









Abitazione 

 

Una volta il palazzo o la capanna; ora l’hotel, la strada, il treno, il transatlantico, l’automobile. Arriveremo alle marinettiane città semoventi. Il futurismo, morto come letteratura, è diventato vita. E infatti l’uomo (escluso quello salvatico) non avendo tempo da perdere, perché ‘il tempo è moneta’ muore per aria, sulla terra e nell'acqua a grandissima velocità.

 

Albero 

 

Pianta di forma allungata che la natura ci ha generosamente regalato perché potessimo utilizzarla come strumento di pena. A causa del declino delle nostre istituzioni legali, adesso ci dà pochi frutti o addirittura nessuno. Quando viene coltivato con cura, l’albero risulta un elemento fondamentale di civilizzazione e un importante fattore di pubblica moralità. Nelle praterie del West e nel Sud degli aristocratici, i suoi frutti (rispettivamente bianchi e neri) sono molto graditi al gusto della popolazione, anche se non si possono mangiare, e sono molto vantaggiosi per tutti, anche se non vengono esportati. 

 

Alleanza 

 

Diritto internazionale: l’unione di due ladri che hanno infilato le mani nelle tasche l’uno dell’altro così bene che separatamente non riuscirebbero più a derubarne una terza.




Arrestato 

 

Colto in flagrante senza avere abbastanza soldi per tacitare il poliziotto. 

 

Assente 

 

Soggetto agli attacchi degli amici e dei conoscenti. Diffamato. Calunniato. Denigrato in tutti i modi e in ogni occasione. Ha sempre e inevitabilmente torto, purtroppo. 

 

Associazione 

 

L’atto di unire parecchie persone in un solo organismo fittizio con lo scopo di alleggerire la responsabilità individuale delle loro azioni. 




  Acrobata 

 

Chiunque voglia ‘arrivare’ dev’essere, anzitutto, un eccellente e resistente acrobata. Si avverta, però, che non bastano più i vecchi giocherelli degli equilibristi come sarebbe tenere il piede in due staffe o attaccarsi ai rasoi. Ci vuole ben altro! L’acrobata nuovo stile, politico o letterario che sia, deve saper dire con una sola lingua e nello stesso tempo tredici discorsi diversi; deve, colla stessa unica lingua, baciare, leccare, pulire, lustrare venti paia differenti di scarpe, stivaletti, babbuccie e pantofole; deve, collo stesso piede destro, dare una carezzosa pedata nello stesso momento che tira un calcio destinato a mutarsi in genuflessione e infine deve dar l’impressione, colla fulminea simultaneità, di possedere almeno sette deretani diversi per poter sedere contemporaneamente a un banchetto, a una seduta del Parlamento, a una conferenza, a una riunione di partito, a un caffè, sui guanciali di una fuggente automobile e finalmente, meritato riposo, sul seggiolino di un pubblico water closet. 

 

Adagio 

 

Parola chiocciolesca, superata, morta; si cancelli subito, non se ne parli più. Ma che adagio! Il nostro tempo, munito di motore a scoppio, ha adottato la maniera forte. Tutto, oramai, dev’esser rapido e forte: parola forte, pugno forte, politica forte, gioventù forte, governo forte, aceto forte, stomaco forte, peto forte. Avanti, perdio! Tutto a macchina! Volete scrittori, politici, artisti, inventori, ciarlatani, corruttori, filosofi, avvelenatori, alienati, taumaturghi, cinedi, prestigiatori, truffatori, vigliacchi, sicari? Pronti. Volete guerre, rivoluzioni, pronunciamenti, processioni, blocchi, bastonature, fughe, girandole e pout pourris? Pronti. Tutto s’appronta perfettamente dalla nostra Casa della Pazzia nel minor tempo possibile. Una volta si diceva: ‘Adagio Biagio!’. Ma ora da tutte le parti si strepita: ‘Forza, Biagio!’. E Biagio si butta a fittoni nella mischia, senza paura di nulla. 

 

Adescare 

 

Due adescatoli: la donna pubblica e l’uomo pubblico. L’una e l’altro ‘adescano i passanti’; la prima, con cenni discreti, dalla soglia del lupanare; il secondo, con roboanti concioni, da un panchetto, da una seggiola, da un tavolino, da un terrazzo. L’adescatrice è punita od era (se colta in flagrante) per reato d’oltraggio al pudore. L’adescatore, più fortunato, è fatto ascendere dagli adescati in Parlamento, dove appunto voleva andare. In tutti e due i casi però l’adescato (popolo o semplice passante) quasi sempre, poco dopo, si vede camminare a gambe larghe.




 Addizione 

 

Certo (meditava una sera fra sé e sé Narciso Francatrippa dopo aver messo le bande e fatto il riscontro di cassa) non c’è da paragonare l’addizione con la moltiplicazione. Questa è senza dubbio la più simpatica, desiderabile e proficua delle quattro operazioni. Eppure, per esser giusti, bisogna riconoscere che, anche con la somma, a forza d’incolonnare, sì fa mucchio. Invece quando si fa la sottrazione e la divisione..., che disastri! Tuttavia bisogna distinguere: Se qualcuno sottrae qualche cosa a me, ovvero se mi si costringe a dividere il mio con dei terzi, son dolori; ma se avviene la cosa inversa, se son io, vale a dire, che in qualsiasi modo sottraggo ad altri, o mi becco i miei bravi dividendi, in un tal caso non si può negare che queste due operazioni si riabilitano. Però, tutto considerato, viva la faccia dell’addizione.  Addere (come mi fu spiegato una volta dal mio amico e cliente prof. Mediani e non l’ho più scordato) vuol dire aggiungere. E aggiungere è una parola che mi risona bene per tutti i versi; perché non vuol mica dire che io debba aggiungere quando dò agli altri? Allora sottrarrei a me stesso. Fossi idiota....! Ma aggiungere (e cioè addizionare, ovverosia sommare), in qualunque modo la rigiri, mi significa aumento di cassa; e qui, con questi porci panicati, comprati a trenta e rivenduti, come finocchiona, a trecento, per dir la verità non va male! 

 

Addome 

 

Nobile e scientifico sinonimo di pancia la quale, nell’edificio anatomico dell’uomo medio, corrisponde alla stanza della cassaforte negli edifici amministrativi. In esso addome ben protetto di maglie e ventriere contro ogni insidia del mondo esterno il signore che non ha mai spiccioli deposita le primizie che gli offrono a gara la terra, il mare e il cielo perché siano da lui trasformate in materia squisitamente fecale. 

 

Adulazione 

 

Si chiama adulatore colui che dice, senza pensarle, le cose che l’adulato pensa di sé stesso senza dirle.

 



  Adulto 

 

Quando si vede scritto ‘spettacolo per adulti’ è sottinteso che si tratta di oscenità, e adulto viene così ad essere sinonimo di porco. Tutti i cittadini diventano legalmente adulti alla fine del ventunesimo anno, tutti eccettuati due: il Poeta e il Santo, che rimangono tutta la vita simili a quei fanciulli che Gesù cercava e per i quali è fatto il Regno dei Cieli. Ma da quando i Poeti hanno dato il posto ai verseggiatori e i Santi ai bigotti, l’intera umanità è irremissibilmente adulta… e si vede! 

 

Afa 

 

Clima perpetuo dei cinque continenti nel secolo XX. L’aria, impestata dai fumi delle fabbriche, dagli odori del petrolio e della benzina, dal fiato degli elettori eleggibili, dal fetore dei peccati occulti; riscaldata e arroventata dalle passioni, dall’odio, dalle guerre e dalle guerriglie, l’aria del mondo, da un pezzo in qua, è pesante, puzzante, irrespirabile, afosa. L’afa, insegnano i contadini e i meteorologi, annunzia le burrasche: si sono avuti i primi spruzzi dal ’ 14 in qua ma l’Omo Salvatico teme che stiano per aprirsi sul serio le cateratte del cielo. 

 

Affrica 

 

Detta anche il continente Nero perché abitata, prima dell’arrivo provvidenziale degli Europei, da negri affamati di carne umana. Per molto tempo ha servito come un gigantesco parco di carne da lavoro per gli evangelici Britanni e i puritani degli Stati Uniti; poi è diventata il campo aperto per le gare e l’esperienze coloniali delle grandi nazioni di pelle bianca. Le quali hanno portato laggiù le armi da fuoco, l’acquavite, la sifilide e il sistema rappresentativo colla ferma speranza di sterminare a poco a poco gli antichi abitanti, colpevoli di ferocia disarmata. Lo scopo che si proponevano gli incivilitori è quasi raggiunto e nell’ultima guerra, per rendere più rapido lo sterminio, i francesi hanno portato in Europa, perché prendessero parte ai nostri massacri e si educassero agli spettacoli della nostra civiltà, molte diecine di migliaia di negri affricani. All’Omo Salvatico resta però una speranza: che nel centro dell’Africa esistano ancora, insieme agli ultimi ippopotami non confiscati dai giardini zoologici, alcune tribù non deteriorate dalla civiltà dei paesi temperati e capaci perciò d’ingoiare ogni tanto la carne di un esploratore e di allevare i figlioli nel salutare rispetto del bastone e del serpente. Non va dimenticato, tanto per promemoria agli altezzosi moderni, che la prima grande civiltà della terra, dalla quale anche oggi potremmo imparare parecchie cose, è fiorita in Affrica, sulle due rive del Nilo, ahimè, non più misterioso.

 



 Agitazione 

 

E una dolce conseguenza della libertà; un governo libero, dice Montesquieu, è sempre agitato. E infatti: Agitazione dell’individuo e agitazione delle masse; l’individuo (maschio e femmina) agita la lingua, le braccia, i piedi, le mascelle, i membri che l’uom cela e sempre meno il cervello; le masse s’agitano fra loro; le macchine agitano l’uomo e sono agitate dall’uomo; chi s’agita meno di tutti è il vero e proprio agitato, ossia il pazzo rinchiuso, non si sa perché, nei manicomi. Proponiamo dunque di liberarlo per vedere (chiodo scaccia chiodo) se questo povero calunniato rimetta a posto le cose. 

 

Alcolismo 

 

Il più pericoloso non è quello del vino e neppure della grappa, ma quello delle passioni o delle idee. Ci si ubriaca d’odio, d’avarizia, di ferocia, d’imbecillità, di libertà, di filosofia, di scienza, di politica, di retorica, di vento, di bolle di sapone, d’ombre e di nulla. Per combattere questa specie d’alcoolismi, non c’è che una medicina: la parola di Cristo; ma ora parla l’Anticristo e perciò questa sudicia pallottola della terra barcolla ubriaca fradicia, con tutti gli ubriachi che partorisce e divora. 

 

Alpenstock 

 

È il bordone dei moderni pellegrini dello sport. I santuari della loro religione turistica sono l’alte cime. Essi s’arrampicano sulle rocce, si bilanciano sui precipizi, sdrucciolano sui ghiacciai e sfidano il freddo e la tormenta per toccare la vetta più alta e per raccontare, se ritornano, d’averla toccata. Quando muoiono, precipitati in un burrone, sepolti dalla neve o intirizziti dal gelo, non rappresentano, secondo l’Omo Salvatico, che i martiri della loro stupidità e vanità. E se di ciò si volesse una prova convincente basterebbe pensare che neppur uno, probabilmente, di questi animali sportivi e rampicanti, ha mai sentito che l’alta montagna, come i cieli, narra la gloria di Dio.




 ANTICHI E MODERNI 

 

La disputa sul primato degli Antichi e dei Moderni fu prima sollevata dal padre del conte di Culagna, Alessandro Tassoni, e in Francia vi prese gran parte il raccoglitore delle novelle della nonna, Carlo Perrault. Oggi, mi sembra, la questione è decisa: i Moderni superano in tutto e per tutto gli Antichi. Gli Antichi badavano alla qualità e i Moderni alla quantità, gli Antichi creavano dei capolavori e i Moderni li commentano e li copiano, gli Antichi combattevano delle giornate intere lasciando pochissimi morti e i Moderni in pochi momenti posson ammazzare tutti gli abitanti di una città, gli Antichi credevano a Dio e i Moderni credono all’Io, ch’è più certo, gli Antichi volevano salire al cielo colle preghiere e i Moderni ci vanno più comodamente coll’aeroplano. Arrogi che gli Antichi non conoscevano né il tabacco, né la cocaina, né la sifilide, né l’automobile, né la pistola a sei colpi, e la causa ci sembra irrecusabilmente vinta.

(Prosegue con il Capitolo completo...)







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