giuliano

venerdì 6 agosto 2021

RUBARONO TUTTA LA FRUTTA DAGLI ALBERI (& la portarono via!) (7)

 










Precedenti capitoli...:


(circa...) Gli impiegati della Compagnia (6)


Prosegue più o meno...:


Negli stessi anni (8/9)








Vivevano come ciechi in una vasta stanza, consci soltanto di quel che veniva in contatto con loro, ma incapaci di una visione d’insieme delle cose.

 

Il fiume, la foresta, tutta la grande terra palpitante di vita, erano come un enorme vuoto. Perfino la brillante luce del sole non svelava nulla d’intelligibile.

 

Le cose apparivano e sparivano davanti ai loro occhi in modo sconnesso e senza scopo. 

 

Il fiume pareva venire dal nulla e fluire verso il nulla…

 

Scorreva attraverso un vuoto…

 

Da quel vuoto, a volte, uscivano canoe, e uomini con lance in mano gremivano improvvisamente il piazzale della stazione…

 

Erano nudi, d’un nero lucido, adorni di conchiglie candide e di filo di ottone splendente, le membra perfette…

 

Quando parlavano emettevano uno sgraziato balbettio, si muovevano con fare sostenuto e mandavano occhiate rapide e selvagge dagli occhi irrequieti e stupiti…

 

Quei guerrieri si accovacciavano in lunghe file, quattro o più, davanti alla veranda, mentre i loro capi stavano delle ore a contrattare con Makola una zanna d’elefante…

 

Kayerts dalla sua sedia osservava le trattative senza capir nulla…

 

Li fissava con i suoi rotondi occhi azzurri e gridava a Carlier:

 

– Ehi, guardi, guardi quel tale laggiù e quell’altro a sinistra! Ha mai visto una faccia simile?

 

Oh, che bestione ridicolo!

 

Carlier, fumando tabacco locale in una corta pipa di legno, si dava delle arie arricciandosi i baffi, e, esaminando i guerrieri con indulgenza altezzosa, diceva:

 

– Belle bestie! Hanno portato qualche osso?


(J. Conrad, Un avamposto del progresso)








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