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Prosegue:
Mi
informano dall’alto comando che l’Agente Segreto presto si recherà in Terra di
Russia, per una missione di vitale ‘capitale’ importanza in merito alla patria.
La Cassa
Russia lo attende, giacché fra loro regna un amore del tutto segreto, anche per
le più segrete innominate sfere, portate & servizi infatti, non compresi
nel pacchetto.
Per ciò
concernente il Paesaggio monitorato, Google, il rivenditore di anime morte, mi
ha comunicato a brevi note che non ho più l’indice d’ascolto sufficiente & necessario,
nonché la visuale irrimediabilmente compromessa, sia questa a medio che lungo
raggio di portata da ogni più seria e serena frequenza di Parabola.
L’oscura Regione ove mi trovo da rifugiato pluriricercato, nonostante Google mi ignori e adori qual Anima seppur viva ma morta al suo ed altrui cospetto, mi vuole cementare e pubblicamente lapidare, ma intanto mi ricopre di catrame e letame, ‘questione di viabilità’, mi viene detto, giacché Google mappa ogni oscura Geografia ove un Tempo suo malgrado, ogni Anima si dilettava e accompagnava a Madre Natura (non ancora del tutto morta!).
Cotal
sofferenza messa all’oscuro Indice d’ogni giorno, rendono la vita pubblica ma
privata di qualsivoglia più concreto e digitalizzato fondamento, un Inferno: la
Via la Verità & il Sentiero smarrito, il passo nell’oscura selva, senza il
‘pilota automatico’, universale satellitare condiviso dal primo all’ultimo messaggino,
nonché scontato per ritrovare la perduta Via, al 30% fino
all’esaurimento completo delle dovute memorie elementari, le quali in
quest’oscura hora conducono dritte sino all’iper-mercato della Pace Eterna.
Qual Alba e Tramonto pronunziato a fil di voce dalla universale parabola, ogni tanto ci sorprende, alla grotta dell’oracolo condivisa con sua moglie e concubina, la Sibilla.
Ma hora
Vergine smarrita alla stiva dell’ancora mutilata del vero profeta abdicata
all’embargo di Ponzio del Lago di Pilato (ex Iseo)!
Mi
informano dal Comune piano regolatore appena approvato e varato, da Matteo l’apostolo
Partito legato pontificio, per la nuova Odissea ed approdato alla inattesa
Crociata, senza più i calzari denari e pagnotta, neppure la caciotta di cui va
fiero per ogni grotta padana riunita e grattata sino alla via Emilia, sua sposa
& fedele Compagna.
Chiede e domanda, nel bagno ove battezzata & affogata l’intera disavventura, grani & miracoli, così da poterli moltiplicare secondo il Rito Ortodosso per donarli al ricco popolo affamato dall’ultimo censimento di Ponzio.
I più
perseguitati sulla retta via saranno strani Profeti accompagnati da lupi
mannari sino alla Grotta divenuta per miracolo inattesa trincea con vista del
ciclope Golia, Nessuno lo ha visto neppure Google, per lui ormai è solo
un’Anima morta seppur ancora in vita!
Omero, il
cieco senza pensione e pagnotta, ne reclama la fuga per ogni isola ciclabile,
ma hora ci dicono dalla Sala règia appena prosciolta: strada carrozzabile con
vista. Ogni isola sarà fornita del reclamato nettare da cui ogni forma di
immobile Vita in movimento, così come il vento proclama dalla miracolata
parabola per ogni nuova Terra conquistata sino all’ultimo modello di Grotta…
La grotta, infatti, prevede due porte, e un foro d’uscita, senza nessuna entrata con Vista, se praticate il Sentiero a passo di mulo, le cosparse membra potrebbero sragionare e perdere il pre annunziato Sentiero, quindi si consiglia l’ultimo modello della parabola, se non si vuole uscire morti dal retro della medaglia o moneta corrente del giorno, appena edificata secondo il piano quinquennale della sola e concreta raggiunta Illuminazione, a cui ognun Nessuno escluso, deve e può aspirare, senza cospirazione alcuna, il Fiume infatti, prevede luce alternata ad intermittenza, gli orari per i suffragi locali nelle sacre pietrificate acque sono esposti alla bacheca del popolo.
Presto sarà
liberata da ogni letto del poeta; la guerra è una cosa Seria!
Si ‘prega’,
altresì secondo il rito ortodosso, quindi rispettare il Sentiero e pregate fino
alle morte acque dell’alto mare, ove ritroverete il noto lago di Omar (quant’è
bello!) donde proveniva l’antico moto della discesa gigante, e ed ove sarà
possibile raggiungere la Terra promessa e liberare il Sacro Sepolcro da ogni
embargo di Ponzio.
Ponzio, ci
informano dal Canale vicino, versa in gravi difficoltà, dal censimento
effettuato risultano gravi ammanchi di velocimani…
Quindi, dopo - ma non prima - questa breve nota introduttiva qual Antico ma sempre rinnovato Testamento, ci facciamo carico del più noto velocipede a mano cui destinato l’intero armamentario nonché l’assediato reggimento, Vladimiro permettendo…
Prenda
appunto Figliolo…!
Ovvero
l’evoluzione del….
[per
ordinazioni & equipaggiamento pregasi rivolgersi presso il nostro magazzino
di Nencino sito in Firenze, gli ordini saranno evasi quanto prima, in corriere
contromano, grazie!]
(Giuliano)
Combattimento
delle unità celeri in esplorazione b) i ciclisti sfruttino la strada per
avanzare rapidamente, ma non esitino ad abbandonarla e gettarsi sul terreno
laterale per operare come fanti capaci di tutto osare e ritornare ciclisti
appena possibile.
La prima compagnia ciclisti fu formata in seno
al 12° battaglione bersaglieri e impiegata nelle manovre del 1899 con buoni
risultati che già nel 1905, fanno trovare una compagnia ciclisti in ogni
reggimento. Nel 1907 venne costituito un battaglione ciclisti su quattro
compagnie mentre nel 1910 fu definitivamente stabilito che i 12 reggimenti di
bersaglieri dovevano comprendere quattro battaglioni di cui uno di ciclisti. Fino
ad allora si erano usate biciclette di tipo commerciale adattate all’uso
militare con vari espedienti che tuttavia non potevano soddisfare
completamente, si giunse pertanto all'emissione di un bando per la fornitura di
biciclette specificatamente militari.
La partecipazione fu di undici fabbriche ridotte a quattro, dopo un primo esame. Alla fine dopo una lunga valutazione, risultò vincitrice la Bianchi con il modello denominato 1912. Nella 1a guerra mondiale i battaglioni ciclisti furono separati dagli altri per rimanere in carico ai comandi onde sfruttarne al meglio la mobilità; in genere erano gruppi di tre battaglioni. Circa a metà del 1917 fu costituita una compagnia di mitragliatrici pesanti con sei armi per ogni battaglione, su biciclette modificate appositamente nel 1914 per il trasporto della Fiat ’14 ; nel 1918 fu aggiunta una sezione di pistole mitragliatrici per compagnia.
Con la fine
del conflitto (1919) e la conseguente riduzione degli effettivi, i battaglioni
ciclisti furono ridotti a due per poi essere sciolti nel 1920. Nel 1923 ci fu
la riorganizzazione dell'esercito con la creazione di dodici reggimenti di
bersaglieri di cui sei ciclisti; nel 1924 anche gli altri sei reggimenti furono
riorganizzati come ciclisti. L’impostazione era quella di creare reparti celeri
da spostare velocemente dove vi era bisogno, in appoggio ad altre unità; ciò in
quanto, contrariamente alle altre formazioni, i bersaglieri non avevano armi
pesanti ne quadrupedi al seguito.
Il fante si spostava alla velocità consentita dal suo mezzo con la sola dotazione personale (vedi affardellamento bicicletta da truppa) e, raggiunto il punto, abbandonava la bicicletta e operava. Tutto il materiale rimanente, tende e servizi compresi, seguiva con autocarri. Per le loro caratteristiche i bersaglieri furono le truppe di fante ria aggregate alle divisioni celeri con l’11°, il 6° e il 3° reggimento destinati alla 1a, alla 2a e alla 3a con alcuni reparti già autoportati. Il passaggio quindi alle moto e all’autotrasporto fu naturale e progressivo. In seguito con l’evolversi del conflitto, furono dotati anche di armi anticarro e di blindati.
Come
abbiamo detto la ditta Bianchi vinse il bando dell’esercito con la bicicletta
modello 1912, allora all’avanguardia e simile alle moderne mountain bike. Le
caratteristiche principali: telaio pieghevole del peso di 14 Kg. con appositi
attacchi e relative cinghie per il trasporto a spalla; ruote di piccole
dimensioni per maggior maneggevolezza e gomme piene antiforatura; due
ammortizzatori sulla ruota anteriore e uno sulla forcella posteriore per
compensare la rigidità delle gomme piene; freno anteriore a bacchetta interno
al telaio (per non essere intralciato da eventuali carichi); trasmissione a
catena a scatto fisso.
Con la riorganizzazione dell’esercito del ’23 vennero ordinate alla nuove biciclette alla Bianchi che produsse il modello 1924 seguito dal definitivo modello 1925, in pratica un modello 1912 con alcune modifiche quali lo snodo della forcella posteriore sostituito da una lamina d’acciaio e il ‘cambio’ costituito da due ingranaggi diversi posti ai due lati della ruota. Successivamente venne anche realizzato il modello 1934 con mezzi parafanghi, i due ingranaggi del cambio dalla stessa parte e un disegno diverso della ruota dei pedali. I due modelli rimasero in uso fino alla RSI per poi essere sostituiti definitivamente nel dopoguerra dalle moto e dagli autocarri.
L’affardellamento
della bicicletta da truppa secondo il manuale del 1939, in guerra era il
seguente:
• un paio
di spallacci di cuoio per bicicletta
• un
moschetto 91 TS con custodia
• uno
zainetto triangolare centrale
• una
custodia a sacca sul porta mantellina posteriore
• una
gavetta con coperchio e fodera
• un attrezzamento
da zappato re
• un telo
da tenda con relativo bastone
Gli attrezzi da zappatore erano di nove tipi e venivano fissati di volta in volta lateralmente alla ruota posteriore.
Il telo da
tenda veniva portato solo se necessario. Dalle foto si può rilevare che
venivano trasportate anche, maschera antigas, borraccia e borsa tattica a
tracolla o agganciata al manubrio. La bicicletta da truppa porta fucile
mitragliatore Breda ’30, era simile a quella normale, priva degli attacchi per
il moschetto, del portamantellina posteriore non utilizzabile, che diveniva
anteriore. Il fucile mitragliatore senza canna veniva fissato ad un anello
inserito nel tubo portasella e al tubo portazainetto; la canna era custodita in
una apposita custodia cilindrica sopra al manubrio.
Le
biciclette della squadra fucile mitragliatore trasportavano inoltre le
munizioni in apposite cassette; vi erano cassette piccole da 8 caricatori,
cassette ricambi e custodia canne di ricambio che si portavano sul manubrio e
cassette da 10 caricatori portate sopra lo zainetto triangolare. La bicicletta
da ufficiale era simile a quella da truppa con ruota a scatto libero, fanale,
freno anche posteriore a filo di acciaio, parafanghi, campanello, portasciabola
anteriore e borsetta porta attrezzi sotto la sella.
Non abbiamo
trovato prove dell’utilizzo della bicicletta porta mitragliatrice pesante Fiat
’14 o ’35 nell’ultima guerra....
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