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La
natura e Dio si occupano nella cura degli uomini come se altro non curassero;
Quello
che a noi è difficilissimo a intendersi, alla natura è agevolissimo a farsi;
Naturale inclinazione delle parti di tutti i globi mondani d’andare a i lor centri;
LUNA
Luna
manca di generazioni simili alle nostre, ed è inabitata da uomini;
Nella
Luna posson esser generazioni di cose diverse dalle nostre;
Nella
Luna posson esser sustanze diverse dalle nostre;
Prima
conformità tra la Luna e la Terra, che è quella della figura: il che si prova
dal modo dell’essere illuminata dal Sole;
Seconda
conformità è l’esser la Luna tenebrosa come la Terra;
Terza
conformità è la materia della Luna densa come la Terra e montuosa;
Quarta
conformità, Luna distinta in due parti differenti per chiarezza ed oscurità,
come il globo terrestre nel mare e nella superficie terrena;
Quinta,
mutazioni di figure nella Terra simili a quelle della Luna, fatte con l’istesso
periodo;
Sesta, la Luna e la Terra scambievolmente s’illuminano;
Settima,
la Luna e la Terra scambievolmente si eclissano;
Dalla
Terra si vede più che la metà del globo lunare;
Due
macchie nella Luna, per le quali si osserva lei aver riguardo al centro della
Terra nel suo moto;
Luce
secondaria stimata propria della Luna;
Eminenze
e cavità nella Luna sono illusioni di opaco e di perspicuo;
Superficie
della Luna tersa più d’uno specchio;
Provasi,
la Luna esser di superficie aspra;
La
Luna, se fusse come uno specchio sferico, sarebbe invisibile;
Luna,
se fusse tersa e liscia, sarebbe invisibile;
Apparenze
varie dalle quali si argumenta la montuosità della Luna;
Le apparenti inegualità della Luna non si possono imitar per via di più e meno opaco e perspicuo;
Vedute
varie della Luna imitabili con qualsivoglia materia opaca;
Luna
apparisce più risplendente la notte che il giorno;
Luna
veduta di giorno simile a una nugola;
Illumina
più la terza reflession d’un muro che la prima della Luna;
Lume
della Luna più debole di quel del crepuscolo;
Nugolette
atte ad essere illuminate dal Sole non meno che la Luna;
Luce
secondaria della Luna cagionata dal Sole, secondo alcuni;
Luce
secondaria della Luna apparisce in forma di anello, cioè chiara nella
circonferenza e non nel mezo, e perché;
Disco della Luna nell’eclisse del Sole non può vedersi se non per privazione;
Modo di
osservar la luce secondaria della Luna;
Affinità
tra la Terra e la Luna rispetto alla vicinanza;
Solidità
del globo lunare s’argomenta dall’esser montuoso;
Luce
secondaria della Luna più chiara inanzi la congiunzione che doppo;
Le
parti della Luna più oscure son piane, e le più chiare montuose;
Aspetti
del Sole, necessarii per le generazioni, non sono nella Luna;
Alla
Luna il Sole si alza e s’abbassa con diversità di gradi 10, ed alla Terra di
gradi;
Luna
non composta di terra e d’acqua;
Nella Luna non si generano cose simili alle nostre, ma diversissime, quando pur vi si generino;
Nella
Luna non son pioggie;
Giorni
naturali nella Luna son di un mese l’uno
Intorno
alle macchie della Luna son lunghe tirate di monti;
La Luna
non può separarsi dalla Terra;
La Luna
perturba assai l’ordine degli altri pianeti;
Il Sole
e la Luna ricrescon poco;
È
improbabile che l’elemento del fuoco sia rapito dal concavo della Luna;
Moto
della Luna ricercato principalmente in grazia degli eclissi;
La
linea descritta dal cadente naturale, supposto il moto della Terra circa ’l
proprio centro, sarebbe probabilmente circonferenza di cerchio;
La
linea retta e circonferenza di cerchio infinito son l’istessa cosa;
AVVISO ASTRONOMICO CHE CONTIENE E SPIEGA OSSERVAZIONI DI RECENTE CONDOTTE CON L'AIUTO DI UN NUOVO OCCHIALE SULLA FACCIA DELLA LUNA, SULLA VIA LATTEA E LE NEBULOSE, SU INNUMEREVOLI STELLE FISSE, E SU QUATTRO PIANETI DETTI ASTRI MEDICEI NON MAI FINORA VEDUTI
Grandi cose
per verità in questo breve trattato propongo all’osservazione e alla contemplazione
di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l’eccellenza della materia
stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento
mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
Grande cosa
è certamente alla immensa moltitudine delle stelle fisse che fino a oggi si
potevano scorgere con la facoltà naturale, aggiungerne e far manifeste all’occhio
umano altre innumeri, prima non mai vedute e che il numero delle antiche e note
superano più di dieci volte.
Bellissima cosa e mirabilmente piacevole, vedere il corpo della Luna, lontano da noi quasi sessanta raggi terrestri, così da vicino come distasse solo due di queste dimensioni; così che si mostrano il diametro stesso della Luna quasi trenta volte, la sua superficie quasi novecento, il volume quasi ventisettemila volte maggiori che quando si guardano a occhio nudo: e quindi con la certezza della sensata esperienza chiunque può comprendere che la Luna non è ricoperta da una superficie liscia e levigata, ma scabra e ineguale, e, proprio come la faccia della Terra, piena di grandi sporgenze, prof onde cavità e anfratti.
Inoltre non
mi pare si debba stimar cosa da poco l’aver rimosso le controversie intorno
alla Galassia, o Via Lattea, e aver manifestato al senso oltre che all’intelletto
l’essenza sua; e inoltre il mostrare a dito che la sostanza degli astri fino a
oggi chiamati dagli astronomi nebulose è di gran lunga diversa da quel che si è
fin qui creduto, sarà cosa grata e assai bella.
Ma quel che
di gran lunga supera ogni meraviglia, e principalmente ci spinse a renderne
avvertiti tutti gli astronomi e filosofi, è l’aver scoperto quattro astri
erranti, da nessuno, prima di noi, conosciuti né osservati, che, a somiglianza
di Venere e Mercurio intorno al Sole, hanno le loro rivoluzioni attorno a un
certo astro cospicuo tra i conosciuti, ed ora lo precedono ora lo seguono, non
mai allontanandosene oltre determinati limiti. E tutte queste cose furono
scoperte e osservate pochi giorni or sono con l’aiuto d’un occhiale che io
inventai dopo aver ricevuto l’illuminazione della grazia divina.
Altre cose più mirabili forse da me e da altri si scopriranno in futuro con l’aiuto di questo strumento, della cui forma e struttura e dell’occasione d’inventarlo dirò prima brevemente, poi narrerò la storia delle osservazioni da me fatte.
Circa dieci
mesi fa ci giunse notizia che era stato costruito da un certo Fiammingo un
occhiale, per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall’occhio
di chi guarda, si vedevan distintamente come fossero vicini; e correvan voci su
alcune esperienze di questo mirabile effetto, alle quali chi prestava fede, chi
no. Questa stessa cosa mi venne confermata pochi giorni dopo per lettera dal
nobile francese Iacopo Badovere, da Parigi; e questo fu causa che io mi
volgessi tutto a cercar le ragioni e ad escogitare i mezzi per giungere all’invenzione
di un simile strumento, che poco dopo conseguii, basandomi sulla dottrina delle
rifrazioni.
Preparai dapprima un tubo di piombo alle cui estremità applicai due lenti, entrambe piane da una parte, e dall’altra una convessa e una concava; posto l’occhio alla parte concava vidi gli oggetti abbastanza grandi e vicini, tre volte più vicini e nove volte più grandi di quanto non si vedano a occhio nudo. In seguito preparai uno strumento più esatto, che mostrava gli oggetti più di sessanta volte maggiori. E finalmente, non risparmiando fatiche e spese, venni a tanto da costruirmi uno strumento cosi eccellente, che gli oggetti visti per il suo mezzo appaiono ingranditi quasi mille volte e trenta volte più vicini che visti a occhio nudo.
Quanti e
quali siano i vantaggi di un simile strumento, tanto per le osservazioni di
terra che di mare, sarebbe del tutto superfluo dire. Ma lasciate le terrestri,
mi volsi alle speculazioni del cielo; e primamente vidi
la Luna così vicina come distasse appena due raggi terrestri. Dopo
questa, con incredibile godi-mento dell’animo, osservai più volte le stelle sia
fisse che erranti; e poiché le vidi assai fitte, cominciai a studiare il modo
con cui potessi misurare le loro distanze, e finalmente lo trovai. Su questo è
bene siano avvertiti tutti coloro che vogliono darsi a simili osservazioni.
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