giuliano

martedì 21 giugno 2022

OVE MILLE NON VAGLIANO PER UNO SOLO (9)

 









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Vicisti, Galilaee (10/11)










La natura e Dio si occupano nella cura degli uomini come se altro non curassero;

 

Quello che a noi è difficilissimo a intendersi, alla natura è agevolissimo a farsi;

 

Naturale inclinazione delle parti di tutti i globi mondani d’andare a i lor centri;



 

LUNA

 

Luna manca di generazioni simili alle nostre, ed è inabitata da uomini;

 

Nella Luna posson esser generazioni di cose diverse dalle nostre;

 

Nella Luna posson esser sustanze diverse dalle nostre;

 

Prima conformità tra la Luna e la Terra, che è quella della figura: il che si prova dal modo dell’essere illuminata dal Sole;

 

Seconda conformità è l’esser la Luna tenebrosa come la Terra;

 

Terza conformità è la materia della Luna densa come la Terra e montuosa;

 

Quarta conformità, Luna distinta in due parti differenti per chiarezza ed oscurità, come il globo terrestre nel mare e nella superficie terrena;

 

Quinta, mutazioni di figure nella Terra simili a quelle della Luna, fatte con l’istesso periodo;




Sesta, la Luna e la Terra scambievolmente s’illuminano;

 

Settima, la Luna e la Terra scambievolmente si eclissano;

 

Dalla Terra si vede più che la metà del globo lunare;

 

Due macchie nella Luna, per le quali si osserva lei aver riguardo al centro della Terra nel suo moto;

 

Luce secondaria stimata propria della Luna;

 

Eminenze e cavità nella Luna sono illusioni di opaco e di perspicuo;

 

Superficie della Luna tersa più d’uno specchio;

 

Provasi, la Luna esser di superficie aspra;

 

La Luna, se fusse come uno specchio sferico, sarebbe invisibile;

 

Luna, se fusse tersa e liscia, sarebbe invisibile;

 

Apparenze varie dalle quali si argumenta la montuosità della Luna;




Le apparenti inegualità della Luna non si possono imitar per via di più e meno opaco e perspicuo;

 

Vedute varie della Luna imitabili con qualsivoglia materia opaca;

 

Luna apparisce più risplendente la notte che il giorno;

 

Luna veduta di giorno simile a una nugola;

 

Illumina più la terza reflession d’un muro che la prima della Luna;

 

Lume della Luna più debole di quel del crepuscolo;

 

Nugolette atte ad essere illuminate dal Sole non meno che la Luna;

 

Luce secondaria della Luna cagionata dal Sole, secondo alcuni;

 

Luce secondaria della Luna apparisce in forma di anello, cioè chiara nella circonferenza e non nel mezo, e perché;




Disco della Luna nell’eclisse del Sole non può vedersi se non per privazione;

 

Modo di osservar la luce secondaria della Luna;

 

Affinità tra la Terra e la Luna rispetto alla vicinanza;

 

Solidità del globo lunare s’argomenta dall’esser montuoso;

 

Luce secondaria della Luna più chiara inanzi la congiunzione che doppo;

 

Le parti della Luna più oscure son piane, e le più chiare montuose;

 

Aspetti del Sole, necessarii per le generazioni, non sono nella Luna;

 

Alla Luna il Sole si alza e s’abbassa con diversità di gradi 10, ed alla Terra di gradi;

 

Luna non composta di terra e d’acqua;




Nella Luna non si generano cose simili alle nostre, ma diversissime, quando pur vi si generino;

 

Nella Luna non son pioggie;

 

Giorni naturali nella Luna son di un mese l’uno

 

Intorno alle macchie della Luna son lunghe tirate di monti;

 

La Luna non può separarsi dalla Terra;

 

La Luna perturba assai l’ordine degli altri pianeti;

 

Il Sole e la Luna ricrescon poco;

 

È improbabile che l’elemento del fuoco sia rapito dal concavo della Luna;

 

Moto della Luna ricercato principalmente in grazia degli eclissi;

 

La linea descritta dal cadente naturale, supposto il moto della Terra circa ’l proprio centro, sarebbe probabilmente circonferenza di cerchio;

 

La linea retta e circonferenza di cerchio infinito son l’istessa cosa;




AVVISO ASTRONOMICO CHE CONTIENE E SPIEGA OSSERVAZIONI DI RECENTE CONDOTTE CON L'AIUTO DI UN NUOVO OCCHIALE SULLA FACCIA DELLA LUNA, SULLA VIA LATTEA E LE NEBULOSE, SU INNUMEREVOLI STELLE FISSE, E SU QUATTRO PIANETI DETTI ASTRI MEDICEI NON MAI FINORA VEDUTI

 

Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all’osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l’eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.

 

Grande cosa è certamente alla immensa moltitudine delle stelle fisse che fino a oggi si potevano scorgere con la facoltà naturale, aggiungerne e far manifeste all’occhio umano altre innumeri, prima non mai vedute e che il numero delle antiche e note superano più di dieci volte.




Bellissima cosa e mirabilmente piacevole, vedere il corpo della Luna, lontano da noi quasi sessanta raggi terrestri, così da vicino come distasse solo due di queste dimensioni; così che si mostrano il diametro stesso della Luna quasi trenta volte, la sua superficie quasi novecento, il volume quasi ventisettemila volte maggiori che quando si guardano a occhio nudo: e quindi con la certezza della sensata esperienza chiunque può comprendere che la Luna non è ricoperta da una superficie liscia e levigata, ma scabra e ineguale, e, proprio come la faccia della Terra, piena di grandi sporgenze, prof onde cavità e anfratti.

 

Inoltre non mi pare si debba stimar cosa da poco l’aver rimosso le controversie intorno alla Galassia, o Via Lattea, e aver manifestato al senso oltre che all’intelletto l’essenza sua; e inoltre il mostrare a dito che la sostanza degli astri fino a oggi chiamati dagli astronomi nebulose è di gran lunga diversa da quel che si è fin qui creduto, sarà cosa grata e assai bella.

 

Ma quel che di gran lunga supera ogni meraviglia, e principalmente ci spinse a renderne avvertiti tutti gli astronomi e filosofi, è l’aver scoperto quattro astri erranti, da nessuno, prima di noi, conosciuti né osservati, che, a somiglianza di Venere e Mercurio intorno al Sole, hanno le loro rivoluzioni attorno a un certo astro cospicuo tra i conosciuti, ed ora lo precedono ora lo seguono, non mai allontanandosene oltre determinati limiti. E tutte queste cose furono scoperte e osservate pochi giorni or sono con l’aiuto d’un occhiale che io inventai dopo aver ricevuto l’illuminazione della grazia divina.




Altre cose più mirabili forse da me e da altri si scopriranno in futuro con l’aiuto di questo strumento, della cui forma e struttura e dell’occasione d’inventarlo dirò prima brevemente, poi narrerò la storia delle osservazioni da me fatte.

 

Circa dieci mesi fa ci giunse notizia che era stato costruito da un certo Fiammingo un occhiale, per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall’occhio di chi guarda, si vedevan distintamente come fossero vicini; e correvan voci su alcune esperienze di questo mirabile effetto, alle quali chi prestava fede, chi no. Questa stessa cosa mi venne confermata pochi giorni dopo per lettera dal nobile francese Iacopo Badovere, da Parigi; e questo fu causa che io mi volgessi tutto a cercar le ragioni e ad escogitare i mezzi per giungere all’invenzione di un simile strumento, che poco dopo conseguii, basandomi sulla dottrina delle rifrazioni.




Preparai dapprima un tubo di piombo alle cui estremità applicai due lenti, entrambe piane da una parte, e dall’altra una convessa e una concava; posto l’occhio alla parte concava vidi gli oggetti abbastanza grandi e vicini, tre volte più vicini e nove volte più grandi di quanto non si vedano a occhio nudo. In seguito preparai uno strumento più esatto, che mostrava gli oggetti più di sessanta volte maggiori. E finalmente, non risparmiando fatiche e spese, venni a tanto da costruirmi uno strumento cosi eccellente, che gli oggetti visti per il suo mezzo appaiono ingranditi quasi mille volte e trenta volte più vicini che visti a occhio nudo.

 

Quanti e quali siano i vantaggi di un simile strumento, tanto per le osservazioni di terra che di mare, sarebbe del tutto superfluo dire. Ma lasciate le terrestri, mi volsi alle speculazioni del cielo; e primamente vidi la Luna così vicina come distasse appena due raggi terrestri. Dopo questa, con incredibile godi-mento dell’animo, osservai più volte le stelle sia fisse che erranti; e poiché le vidi assai fitte, cominciai a studiare il modo con cui potessi misurare le loro distanze, e finalmente lo trovai. Su questo è bene siano avvertiti tutti coloro che vogliono darsi a simili osservazioni.


[il capitolo completo]







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