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& con l'uomo trovato
Non so quanti ne ho squartati - mi dice Jack il mio amico -, l’altro Pittore, Rembrandt lo abbiamo lasciato al patibolo con la serva ‘giustiziata’ anche lei per ‘degna’ mano… forse meno esperta nello scempio ritratto… forse solo un colloquio mai nato nel Dialogo rappresentato…
…Diviso e conteso fra Istinto Ragione e Diritto e la legge compiere medesimo misfatto…
…Jack, come dicevo, mi confessa per altrui dire che tanti ne ha ‘letti’ e ‘sezionati’ nei tratti importanti nelle belle pose nei ‘profili’ scomposti e ricomposti in cavernose e nodose camere nutrire e saziare appetiti antichi, un qualcosa affine all’Arte come al sesso a pagamento… ‘Cultura’ nella forma del corpo smembrato in cui reciso un arto squartato un tronco sezionato le viscere per leggere, come un Tempo, gli umori degli Dèi, avvenire e remoto amplesso dai bordelli della Memoria tratti… ma quantunque sottratti alla logica del Tempo all’altare di un Dio così pregato…
…In cui la prostituta in posa ed in attesa dell’atto da consumarsi in fretta… provando piacere e diletto nel segreto orgasmo nel tocco invisibile del cliente non sapendolo superiore artista dell’arte stessa… ammirata letta interpretata desiderata… ed infine sezionata per dovere e diritto di cronaca così rappresentata e mai nominando con il suo vero nome la ‘povera disgraziata’ in quanto non regna Anima nel corpo così denudato nella posa in attesa dell’amplesso compiere l’atto della Storia di una mente malata da squartare di fretta con il piacere ingordo e segreto di rappresentare il sangue male della Terra…
Jack il miglior ‘curatore’ della Storia così rappresentata ed anche squartata!
Come la ‘Grande Notizia’ letta sempre uguale a se stessa con medesima tariffa oraria 20 volte al dì e sperare che la malattia quella veneria del cinismo non colga la vista di Jack in trepida fredda… eccitata attesa…
…Come la cultura quella esposta e dipinta con secolar medesimo igienico profilo socio sanitario permesso e concesso sempre uguali: mostri in mostra di se stessi 20 secoli al dì e che il sadismo di Jack non li colga e squarti in Frammentate Rime… di membra sparse… Per poi ucciderli di nuovo nei volti composti d’un Teatro affollato nello scuro adagiato bordello ove l’istinto affiora - e non quello di Jack - il silente pittore della Vita segreta… Adagiata nel letto nell’atto del coito sottratto al dovuto orgasmo dell’economica globale memoria…
…Per questo Jack ama solo le eleganti e ricche prostitute societarie giacché divise ed unite nel duplice motivo e Jack assolve il compito desiderato nell’orgia del Potere manifesto sul corpo desideroso di cotal represso peccato…
Solo nell’identico piacere del dipinto così come dello scritto: ritrarre e scrivere con medesimo superiore Genio di chi seziona codesto strano vivere pur all’ombra dello sguardo consumato del Teatro in cui ogni posa celebrata e ripagata con il dovuto ‘sterco’ moneta antica del Diavolo ritratta in posa di sé medesima al supermercato non più fiera…
…Sterco e concime di questa ed altrui Terra…
…Jack non è il Diavolo!
Solo un Artista devoto quasi un ortodosso il suo non uno scempio solo sezionare e ricongiungere membra sparse d’un corpo malato in cui la cura un inutile Tempo sottratto ad un Dio nel dovuto compimento della Genesi della materia.
…Ed appeso in alto arpionato ad un uncino come si suole esporre la testa del porco o il piede in cui inciampati Ragione Credo ed Intelletto… ed il morto Spirito alla macelleria esposto di cui Jack maestro più che degno, boia più che esperto…
Sono rimasto in silenzio ascoltando il suo lamento divenuto peccato, sezionare squartare e farsi beffa dei preposti dell’ultimo allevamento ed il boia vicino alla forca in inutile paradossale attesa.
Diviso e conteso in cotal Quadro dipinto per poi incontrare il boscaiolo dal fusto alla corteccia assiso lungo la via del ritorno… Jack tuona il rumore sordo dell’accetta lo squartatore all’ombra della selva confermare la grande offesa arrecata quale ultima frontiera superata tagliando fin dalla radice non solo la testa mozzata di questa mostruosa Società così putrefatta e mutilata fin dalla prima pagina tratta stiva d’una prostituta ingrata nel potere della corteccia non più stampata… e neppure comprata!
Jack non ama il Dialogo siede quieto alla sua stanza come un solitario attento matematico, per ogni corpo squartato suggerisce una posa nuova scritta sulla corteccia… Ama beffarsi della Legge lui che di Arte s’intende, quando poi finisce l’Opera con i ritocchi dell’accetta, il fuoco o Diavolo gli è amico o forse ha domato anche quello nell’ultimo primo folle gesto…
…Chi sia il Diavolo o Dio per Jack conta poco siede più in alto di loro, si scalda al fuoco della selva: quando la ammira in bella posa la desidera con il respiro freddo del gelo, ritratta nell’animo più segreto la seziona e divora come fosse preda, dopo il rito antico appagato nel gesto calmo e nello sguardo sicuro accompagnato dell’antico avo rimuove ogni peccato meditando la Vita da un fuoco così saziato…
Jack ha squartato scritto e dipinto ed anche calcolato, tante, troppe pagine, come fossero le pieghe o piaghe inutili di uno strano incompreso vivere… Su fogli sgualciti su tele evaporate al vento in contorte squartate Rime… Abdicate ad uno strano moderno alveare di cortocircuiti in difetto del costruttore: Jack nell’ultima follia ha sezionato e macellato anche quello come fosse un agnello forse proprio questo il merito segreto del taciuto maestro…
Ed ogni Lettera postata suona come un’offesa, con la povera prostituta sgozzata e mutilata in attesa della parcella confermare il ruolo cui ogni Società misura il grado della propria incompetente competente repressa Natura…
L’animo ingordo e freddo d’una prostituta!
Così ora sono in Dialogo con Jack (anche lui squartato) un poeta stanco in contrasto con un attento matematico; un pittore assorto nell’Opera contestata in prima pagina: “Jack ha colpito di nuovo fino alle viscere sparse d’una prostituta mentre recitava la scommessa persa o forse mai pagata”… Un mostro cui la Società così squartata e descritta si ammira nella puttana la vittima prediletta e bracca l’artista e la sua arte da bassa macelleria.
Jack mi parla da lontano un uomo di poche parole anche perché accusato ingiustamente lui che ama ed amava dipingere sino al ventre molle e flaccido della gente e squartarli fino nelle viscere qual boscaiolo senza poesia alcuna accompagnare il lugubre lavoro d’un inverno duro da sezionare al fuoco amico mentre fuori s’ode solo il grugnito d’un porco e Jack in attesa… vicino al tronco…
Ora idioti leggete…
Lo Squartatore fu il più grande giocatore di tutti.
I suoi omicidi, gli indizi da lui forniti, le sfide alla polizia e alla stampa, i suoi capricci: tutto fu per lui un grande divertimento.
La più grande delusione deve essergli giunta dalla constatazione, fin dai primi omicidi, che i suoi avversari erano persone ottuse e prive di grandi capacità nel campo investigativo. Per la maggior parte del tempo, lo Squartatore condusse da solo i suoi giochi. Non aveva avversari di intelligenza pari alla sua e si faceva avanti per pavoneggiarsi fin quasi al punto di rivelarsi.
Lo Squartatore scrisse centinaia di Lettere alla polizia e alla stampa. Una delle sue parole preferite era ‘sciocchi’, parola che era anche una delle preferite di Oswald Sickert. Le lettere dello Squartatore contengono decine di ‘ha ha’, la fastidiosa risata americana di James McNeill Whistler, che Sickert doveva avere udito ora dopo ora quando lavorava per il suo maestro. Dal 1888 a oggi, tutti coloro che si sono interessati al mistero di Jack lo Squartatore e dei suoi delitti non hanno mai capito che quell'infame assassino era, più di ogni altra cosa, un uomo beffardo, arrogante, sprezzante e sarcastico, il quale giudicava tutte le altre persone come ‘idioti’ o ‘sciocchi’.
Lo squartatore odiava la polizia, era disgustato dalle ‘sudicie puttane’ ed era maniaco nell’inviare le sue sarcastiche ‘divertenti piccole comunicazioni’ alle persone che gli davano disperatamente la caccia. Le beffe dello Squartatore e la completa indifferenza con cui spegneva vite umane sono evidenti nelle sue lettere, che iniziarono a giungere nel 1888 e terminarono, a quanto ne so, nel 1896.
Mentre leggevo e rileggevo - più volte di quanto ricordi - le circa duecentocinquanta lettere che sopravvivono negli archivi londinesi, cominciò a formarsi in me l’orribile immagine di un bambino collerico, sprezzante e astuto che teneva in pugno un adulto geniale e ricco di talento. Jack lo Squartatore si sentiva forte soltanto quando uccideva le persone e tormentava le autorità, e per più di centoquattordici anni è riuscito a farla franca. Quando cominciai a esaminare le lettere dello Squartatore, ero d’accordo con la convinzione della polizia e della maggioranza di coloro che si sono interessati del caso, da allora a oggi: la convinzione, cioè, che la maggior parte delle lettere erano false o erano state scritte da persone mentalmente squilibrate.
Tuttavia, durante le mie ricerche a tappeto su Sickert e sul suo modo di esprimersi - e sul modo in cui lo Squartatore si esprimeva in tante delle lettere che si presumono di suo pugno - la mia opinione cambiò. Ora credo che la maggioranza sia stata scritta dall’assassino. Le sfide odiose e infantili, i commenti ironici delle sue lettere comprendono:
‘Ha Ha Ha’ ‘Prendetemi se potete’ ‘È uno scherzetto grazioso e divertente’ ‘In che bella danza vi conduco’ ‘Con affetto, Jack lo Squartatore’ ‘Solo per darvi un piccolo indizio’ ‘Le ho detto che ero Jack lo Squartatore e mi sono tolto il cappello per salutarla’ ‘Resistete, o mio astuto mucchio di poliziotti’ ‘Arrivederci per ora dal vostro sfuggente Squartatore’ ‘Non sarebbe bello, caro vecchio Capo, se tornassero i vecchi tempi?’ ‘Riuscireste a ricordarvi di me se provaste un poco a pensare. Ha ha’ ‘Con la presente sono ben lieto di fornirvi notizie dei miei spostamenti a beneficio dei nostri ragazzi di Scotland Yard’ ‘I poliziotti, alias pidocchi, si credono dannatamente furbi’ ‘Voi ciuchi, voi asini bifronti’ ‘Usatemi la compiacenza di inviare quaggiù alcuni di quei vostri poliziotti così intelligenti’...
‘I poliziotti passano tutti i giorni accanto a me e io passerò davanti a un poliziotto per andare a imbucare questa lettera’ ‘Ha! Ha!’ ‘Vi sbagliate se pensate che non vi veda’ ‘I bei vecchi tempi sono tornati’ ‘Avrei davvero voluto fare uno scherzetto a tutti voi, ma mi resta poco tempo per lasciarvi giocare al gatto e al topo con me’ ‘Au revoir, Capo’ ‘Ho giocato una bella burla a tutti loro’ ‘Ta ta’ ‘Poche righe per farvi sapere che amo il mio lavoro’ ‘Hanno un aspetto così intelligente quando dicono di essere sulla giusta pista’ ‘PS. Non potete rintracciarmi grazie a questa lettera, perciò non vale la pena che vi sforziate’ ‘Ho l'impressione che a Scotland Yard si dorma’ ‘Sono Jack lo Squartatore prendetemi se ce la fate’ ‘Adesso me ne vado a Parigi a provare anche laggiù i miei giochini’ ‘Oh, è stato un così bel lavoretto, l’ultima volta’ ‘Baci’ ‘Sono ancora libero... Ha, ha, ha!’ ‘Mi vien da ridere’ ....
'Mi pare di essere stato molto bravo fino a questo momento’ ‘Sinceramente vostro, Mathematicus’ ‘Caro Capo...mi intrattenevo in conversazione con due o tre dei tuoi uomini giusto la scorsa notte’ ‘Quanto sono sciocchi i poliziotti’ ‘Non hanno perquisito quello dov'ero io. Per tutto il tempo ho osservato la polizia’ ‘Ma se sono passato davanti a un poliziotto ieri e lui non si è accorto di me’ ‘La polizia adesso giudica il mio lavoro una burla, bene bene Jacky è un vero burlone ha ha ha’ ‘Sono considerato un gentiluomo di ottima presenza’ ‘Come vedete, sono ancora in giro. Ha, ha’ ‘Prendermi non vi sarà molto facile’ ‘Inutile che cerchiate di prendermi perché non ce la farete’ ‘Non mi avete mai preso e non mi prenderete mai. Ha, ha’.
Mio padre, che era avvocato, diceva che puoi capire molte cose da quello che fa montare in collera una persona. Esaminando le duecentoundici lettere dello Squartatore conservate nell'archivio di Kew ci appare l’immagine di una persona colta e arrogante. Anche quando lo Squartatore dissimulava il proprio modo di scrivere per apparire ignorante, incolto o pazzo, non gli piaceva sentirsi definire così. Non resisteva alla tentazione di ricordare ai suoi lettori di essere una persona di elevata cultura e di tanto in tanto, perciò, scriveva qualche lettera in modo perfetto, in una calligrafia elegante, precisa e con un’eccellente scelta di vocaboli.
Come protestò più di una volta lo Squartatore, in lettere progressivamente sempre più ignorate dalla polizia e dalla stampa: ‘Non sono un maniaco come credete, sono troppo astuto per voi’ e: ‘Se pensate che sia pazzo commettete un errore’. Del resto, un londinese del popolo, privo di cultura, non avrebbe usato la parola conundrum (‘rompicapo’) né firmato una lettera ‘Mathematicus’. E probabilmente un assassino brutale e ignorante non si riferirebbe alle persone da lui uccise come a ‘vittime’ né descriverebbe la mutilazione di una donna come praticarle un ‘cesareo’.
Lo Squartatore usava anche parole volgari come cunt per l’organo femminile e cercava di scrivere con ortografia scorretta, in modo confuso e con grafia illeggibile. Poi spediva i suoi messaggi (scritti su carta non da lettere e talvolta con la frase di scusa: ‘Non ho il francobollo’) da Whitechapel, come per indicare che Jack lo Squartatore era uno dei miserabili di quel quartiere degradato. Ma ben pochi dei poveri di Whitechapel sapevano leggere e scrivere, e una grande percentuale di quella popolazione era straniera e non parlava inglese. Di solito chi commette errori d’ortografia in inglese scrive le parole nel modo in cui sono pronunciate e ripete sempre gli stessi errori, mentre in alcune lettere lo Squartatore...
...scrive la stessa parola in modo diverso. La ricorrente parola ‘giochi’ e i numerosi ‘ha ha’ erano le espressioni favorite di James McNeill Whistler, nato in America, il cui ‘ha! ha!’ - o ‘risata chioccia’, come la chiamava Sickert -, sgradevolmente noto a tutti e spesso descritto come una risata fastidiosa e irritante per l’orecchio di un inglese, riusciva a interrompere una conversazione, nel corso di un ricevimento, ed era sufficiente, come annuncio della presenza del pittore, a spingere i suoi nemici a tacere e ad allontanarsi.
‘Ha ha’ era una trascrizione onomatopeica assai più americana che inglese, e chissà quante volte al giorno Sickert aveva udito quel suono irritante quando era in compagnia di Whistler o nel suo studio. Si possono leggere centinaia di lettere scritte da vittoriani senza incontrare un solo ‘ha ha’, ma le lettere dello Squartatore ne sono piene. Varie generazioni di ricercatori sono state erroneamente indotte a pensare che le lettere dello Squartatore fossero state scritte da qualche burlone o da qualche giornalista desideroso di creare una storia sensazionale, o rispecchiassero le farneticazioni di qualche maniaco, perché questa era l’opinione della polizia e della stampa.
Gli investigatori e la maggior parte degli studiosi dei crimini dello Squartatore si sono concentrati più sulla grafia che sul linguaggio. La scrittura si può alterare facilmente, soprattutto quando si è un disegnatore così abile, ma certe caratteristiche combinazioni linguistiche che compaiono numerose volte in testi diversi sono le impronte digitali della mente di una persona. Uno degli insulti preferiti da Sickert consisteva nel chiamare le persone ‘sciocche’. Anche lo Squartatore era innamorato di questa parola. Per Jack lo Squartatore tutti erano sciocchi, eccetto lui. Gli psicopatici tendono a pensare di essere più astuti e intelligenti di ogni altro e sono convinti di riuscire a battere in astuzia coloro che li cercano.
Lo psicopatico ama giocare come il gatto col topo, punzecchiare e sfidare la polizia. Trova divertente mettere in moto un simile caos e poi starsene tra le quinte a guardare. Sickert non fu il solo psicopatico che giocasse a rimpiattino con la polizia, la stuzzicasse e la irridesse, convinto di essere più intelligente di chiunque altro e di poter uccidere evitando la punizione. Può darsi, però, che sia stato il serial killer più originale e creativo di tutti i tempi. Sickert era un uomo istruito, con il quoziente intellettivo di un genio. Era un artista di talento e le sue opere godono del rispetto della critica, anche se non risultano necessariamente gradevoli. La sua arte non mostra niente di aggraziato né tocchi di tenerezza né sogni. Non pretese mai di ritrarre la ‘bellezza’ e fu un disegnatore migliore della maggior parte dei suoi colleghi altrettanto famosi.
Sickert il ‘matematico’ era un tecnico.
‘In natura tutte le linee... sono collocate in qualche parte dei radianti compresi fra i trecentosessanta gradi dei quattro angoli retti’ scrisse. ‘Tutte le linee rette... e tutte le curve si possono considerare come tangenti di tali linee’. Insegnava ai suoi studenti che ‘la base del disegno è una sensibilità altamente coltivata dell’esatta direzione delle linee... entro i centottanta gradi degli angoli retti’. O, semplificando: ‘Si può dire che l’arte sia... il coefficiente individuale di errore... nello sforzo [dell'artista] di ottenere l’espressione della forma’.
Whistler e Degas non definivano in questi termini la propria arte. Non so se avrebbero capito una sola parola di quel che insegnava Sickert. In Sickert questo modo preciso di pensare e di calcolare era evidente non solo nelle descrizioni come quelle citate, ma anche nel modo d’esecuzione del suo lavoro. Il suo metodo di pittura consisteva nel ‘quadrettare’ gli schizzi e poi ingrandirli geometricamente per conservare le prospettive e le proporzioni. In alcuni suoi quadri si può ancora scorgere debolmente, dietro il colore, il reticolo del suo metodo matematico. Allo stesso modo, nei giochi e nei violenti delitti di Jack lo Squartatore il reticolo della sua identità resta ancora debolmente visibile dietro l’ordito delle sue macchinazioni….
(P. Cornwell, Ritratto di un assassino)
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