giuliano

domenica 12 gennaio 2014

GENTE DI PASSAGGIO: il senso del 'viaggio' (93)







































Precedente capitolo:

Gente di passaggio: il senso del 'viaggio' (92)

Prosegue in:

Gente di passaggio: contro la politica di 'Giulio' (94)
















All’inizio di aprile, per mio divertimento personale, convocai i vescovi a palazzo. Sono pur sempre il pontefice massimo, e tutto quello che riguarda la religione è di mia competenza, anche se non avrei mai la sfacciataggine di dire a un sacerdote quello che Costanzo disse ai vescovi del sinodo di Milano nel 355: ‘La mia volontà vi sarà di guida’.
Ricevetti i galilei nel palazzo di Dafne. Sul capo portavo il diadema e in mano tenevo l’orbe. Fu un evento memorabile. Erano presenti quasi un migliaio di vescovi, compresi quelli che avevo richiamato dall’esilio. Come risultato, spesso c’erano due vescovi per una sola diocesi, il che provocava aspre contese. Questi sacerdoti del Nazzareno non sono certo gentili.
All’inizio i vescovi mi temevano, ma io seppi metterli a loro agio. Dissi loro che non ero un persecutore, anche se prima di me ce n’erano stati molti, e non erano tutti imperatori… La frecciata era rivolta a diversi vescovi militanti, che si erano liberati dei loro nemici con la violenza.




‘Nessuno’, dissi, ‘dovrà mai soffrire per mano mia, a causa della sua religione’.
Sentii che la tensione si allentava. Ma erano ancora diffidenti.
‘Naturalmente, mi piacerebbe convincervi che ho ragione. Ma dato che la verità è chiara come il sole, se non volete vederla, non la vedrete mai. In ogni modo, non vi concederò di far del male ad altri, come avete fatto per anni. Non starò a elencare i crimini che avete commesso, o che avete autorizzato: omicidi, ruberie, crudeltà, che si addicono più alle belve che ai sacerdoti, sia pure del dio sbagliato’.
Sollevai uno spesso fascicolo di documenti.
‘Ecco i vostri crimini più recenti. Omicidi e confische… oh, come vi piacciono le ricchezze di questo mondo! Eppure la vostra religione afferma che non dovreste reagire alle offese, né ricorrere al tribunale, e neppure possedere ricchezze, e tanto meno rubare! Vi è stato insegnato a pensare che nulla è vostro, salvo il posto che vi aspetta in un mondo migliore. Eppure indossate gioielli e ricche tuniche, e costruite immense basiliche: tutte cose che appartengono a questo mondo, non all’altro. Vi è stato insegnato a disprezzare il denaro, e invece lo accumulate. Vi hanno detto che non dovreste vendicarvi, quando subite un torto, vero o immaginario che sia; che è sbagliato rispondere al male con il male. E invece vi accanite gli uni contro gli altri, in bande scatenate, e torturate e uccidete quelli che non la pensano come voi. Avete messo in pericolo non solo la vera religione, ma la stessa sicurezza dello Stato – di cui sono il primo magistrato, per volontà del cielo. Non siete nemmeno degni del Nazzareno. Se non riuscite a vivere secondo quei precetti che siete disposti a difendere con le armi e con il veleno’.




‘Che cosa siete, se non degli ipocriti?’.
Durante tutta quella tirata, s’era levato qualche brontolio. Al termine, vi fu una tipica esplosione galilea. Tutti cominciarono a gridare e parlare a vanvera, scuotendo i pugni non solo verso di me – il che era alto tradimento – ma l’uno contro l’altro, e questa era follia bella e buona, perché invece avrebbero dovuto unirsi contro il nemico comune.
Cercai di dire qualcosa, ma non riuscivo a farmi sentire: e pensare che, all’aperto, la mia voce raggiunge un esercito intero! Il tribunale delle guardie scolari era già in allarme, ma gli feci cenno di non intervenire. Alla fine, come il toro di Mitra, tuonai: ‘I franchi e i germani stavano in silenzio, quando gli parlavo!’. Questo sortì l’effetto di acquietarli. Tutt’a un tratto, si ricordarono dov’erano. Allora divenni mellifluo. Mi scusai per aver parlato con durezza. Mi ero permesso di farlo, dissi, solo perché provavo grande rispetto per le parole del Nazzareno, oltre che per la severa legge degli ebrei che egli, in quanto ebreo, aveva solo cercato di onorare.




Questa frase provocò un leggero mormorio, che si spense nel giro di poco. Poi dissi che ero pronto a dare al Nazzareno un posto tra gli altri dèi, e non prima che ricominciassero a schiamazzare, dissi in fretta e a gran voce: ‘Tuttavia sono pronto a credere che egli sia una delle tante manifestazioni dell’Unico Dio: un guaritore, e come tale sono pronto ad onorarlo’.
Poi ripetei quello che avevo scritto nell’editto del 4 febbraio. Nell’impero doveva regnare la tolleranza universale.
I galilei potevano comportarsi come credevano nel loro ambiente, ma non dovevano perseguitarsi tra loro, né tanto meno perseguitare gli ellenisti. Consigliai loro di essere meno avidi di ricchezze. Ammisi di aver procurato loro molti fastidi, chiedendo la restituzione delle terre dei templi, ma sottolineai che anche loro ce ne avevano dati, rubandocele.




Suggerii che se avessero mostrato meno disprezzo verso i nostri antichi miti – ad esempio, quello di Cronos che divora i propri figli – forse saremmo stati meno scortesi verso il loro Dio uno e trino, nato da una vergine. Ora devo pregarvi di mantenere la pace nella città. Se non lo farete, come primo magistrato, dovrò punirvi. Ma in qualità di pontefice massimo, non dovete temermi in alcun modo, se vi comporterete in modo corretto, obbedendo alle leggi dello Stato e risolvendo le vostre controversie senza ricorrere, come avete fatto in passato, al ferro e al fuoco. Limitativi a predicare le parole del Nazzareno, e potremo convinvere in pace. Ma voi, naturalmente, non vi accontentate di quelle parole. Voi ne aggiungete di nuove tutti i giorni.
Assaggiate un po’ di ellenismo, vi appropriate delle nostre festività, delle nostre cerimonie, in nome di un ebreo che non le conosceva neppure. Ci derubate e ci respingete, citando l’arrogante Cipriano, che disse che al di fuori della vostra fede non ci può essere salvezza! Bisogna forse credere che mille generazioni di uomini, tra i quali Platone e Omero, siano dannate solo perché non hanno venerato un ebreo che dovrebbe essere un dio? Un uomo che non era nato quando il mondo ebbe inizio?




Vorreste farci credere che l’unico Dio non solo è geloso, come dicono gli ebrei, ma anche malvagio?
Temo che ci voglia una straordinaria capacità di autogestione, per credere a questo genere di cose. Ma io non sono qui per criticarvi, bensì per chiedervi di mantenere la pace e di non dimenticare mai che la grandezza del nostro mondo ci è stata donata da altri dèi, e da una filosofia diversa, ben più profonda, che rispecchia la varietà della natura’.
A questo punto un vescovo anziano si alzò in piedi.
Indossava l’umile tunica di un sant’uomo, e non le ricche vesti di un principe.
‘Esiste un solo Dio. Uno solo, dall’inizio dei tempi’.
‘Sono d’accordo. E può assumere tutte le forme che vuole, perché è onnipotente’.
‘L’unico Dio ha una sola forma’.
La voce del vecchio, per quanto esile, era ferma.
‘E quest’unico Dio non si è forse rivelato nel libro sacro degli ebrei?.
‘Sì, Augusto. Ed è sempre Dio’.
‘E Mosè non ha forse detto, nel libro che si chiama Deuteronomio: ‘Nulla aggiungerai alla mi parola, e nulla toglierai?’. E non ha maledetto chi trasgredisce la legge che Dio gli ha dato?’.




Ci fu una pausa.
I vescovi erano scaltri e capivano bene che gli stavo tendendo una trappola: ma erano costretti a seguire il libro sacro, perché non c’è nulla di ambiguo, in quel passo.
‘Tutto ciò che ha detto Mosè, come tu stesso affermi, non solo è vero, ma eterno’.
‘Allora’, dissi facendo scattare la trappola, ‘perché modificate la legge a vostro piacimento? Avete tradito in mille modi non solo Mosè, ma anche il Nazzareno, dal giorno in cui l’eretico Paolo di Tarso ha detto: ‘Cristo è la fine della legge!’. Voi non siete né ebrei, né galilei, ma semplici opportunisti’.
A questo punto scoppiò l’uragano.
I vescovi balzarono in piedi gridando frasi dei testi sacri, insulti, minacce. Per un momento pensai che avessero intenzione di aggredirmi lì sul trono, per quanto furibondi, si mantennero nei limiti. Mi alzai e mi diressi verso la porta in fondo alla scala, ignorato dai vescovi, che adesso si insultavano a vicenda, oltre a insultare me. Stavo per uscire dalla sala, quando l’anziano vescovo che mi aveva sfidato d’improvviso mi sbarrò il passo.
Era Maris di Calcedonia.
Non ho mai visto tanto rancore sul viso di un uomo.
‘Sei maledetto!’.
Per poco non mi sputò in faccia.
‘Forse da te, gesuita, ma non da Dio…’. Risposi in tono mansueto, quasi come uno di loro.
‘APOSTATA!’, mi gridò in faccia.
Sorrisi.
‘NON IO. TU. IO ADORO GLI STESSI DEI CHE GLI UOMINI HANNO ADORATO FIN DALL’INIZIO DEL MONDO, COMPRESO IL TUO NAZZARENO. SEI TU CHE HAI ABBANDONATO NON SOLO LA FILOSOFIA, MA DIO STESSO……

(G. Vidal, Giuliano)
















  

Nessun commento:

Posta un commento