giuliano

mercoledì 8 ottobre 2014

MENTRE CRESCEVO (14)





























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… Gesù si raccolse e parlò alla sua Anima:
‘Anima mia, è qui che proverai se sei immortale’.
Udì dei passi dietro di sé e prestò ascolto. La sabbia scricchiolava, qualcuno vi camminava sopra, con calma, lentamente si avvicinava. L’avevo dimenticata, pensò, ma lei non mi dimentica, lei viene con me, mia Madre. Lo sapeva bene che era la Maledizione, ma adesso da un bel po’ la chiamava Madre….
Si mise a correre, si sforzò di pensare ad altro e si sovvenne della colomba selvatica. Gli pareva che un uccello selvaggio fosse imprigionato dentro di lui, un uccello o forse la sua Anima che premeva per fuggire…
Vi era riuscita?
Era forse lei la colomba selvatica che faceva dei circoli volando su di lui e tubando per tutto il Tempo che era durato il Battesimo? Non era né un uccello né un serafino; era la sua Anima.
Aveva capito e si tranquillizzò.




Riprese il cammino.
Dietro di sé udiva scricchiolare la sabbia, ma il suo cuore si era rinfrancato e ormai poteva subire con dignità ogni cosa. L’Anima dell’uomo è onnipossente, pensava, sceglie l’immagine che desidera; in quello stesso momento la sua era diventata un uccello e volava su di lui… E mentre camminava, tranquillo, all’improvviso si fermò gettando un grido. Quella colomba selvatica era forse… l’idea gli era appena passata per la testa, quella colomba selvatica forse era solo l’illusione dei miei occhi, ronzio delle mie orecchie, un turbine dell’aria?
Perché, me lo ricordo, il mio corpo splendeva, leggero, onnipotente, come un’Anima; e ciò che volevo udire, lo udivo, ciò che volevo vedere, lo vedevo; formavo e disfacevo a mio piacere… Mio Dio, mio Dio, ora che siamo soli tutti e due, dimmi la verità, non mi ingannare, non ne posso più di udire delle voci nell’aria!
… Era pure lui una cosa viva, una luce nella notte, un faro di giorno, e cantava le lodi del Signore. La sua Anima era un lumino, l’umile sorella, poveramente vestita, degli angeli…. Riprese coraggio pensando alla sua origine celeste e vide la sua Anima in piedi, di fianco agli angeli, attorno al tronco di Dio. Allora, tranquillo e senza paure, chiuse gli occhi e si addormentò.
Si svegliò, girò la testa verso oriente e vide il sole, torrido, alzarsi sopra le sabbie. Era il viso di Dio, pensò, e si mise una mano davanti agli occhi per non esserne abbagliato. 




Beaulieu fa risalire la prassi dell’inquisizione al 1216, e persino la Natura sembrò inorridire con terremoti e inondazioni, nessun giogo, infatti, è maggiormente insostenibile di quello esercitato dall’inquisizione (in tutti i secoli dove esprime voce e urla in legittimità del suo operato): è il caso del segreto, insormontabile pilastro dell’azione inquisitoriale con la complicità dei ben noti delatori, con i quali l’Eretico diviene totalmente ostaggio di una ‘schizofrenia’ collettiva, mascherata da procedura ‘civile’….
L’essere in balia di procedure ignote e incerte rappresenta un elemento basilare per accentuare l’immagine della crudele inquisizione, specchio di uno stato in cui la battaglia ‘materiale’ riflessa nel corpo della propria ricchezza, e fortemente avversa allo Spirito o all’Anima cui l’Eretico spesso, in nome di Cristo si appella, è già vinta: in questa prospettiva, in questo rovesciamento di ruoli e specchi, è chiaro come la mancanza di fondamento dell’accusa danneggi l’imputato, poiché l’inquisitore gli è nemico e non ha alcun interesse a scoprire la VERITA’ (ben ancorata al principio e alla ragione della sua ANIMA per la quale come Cristo, perderà vita e corpo nel Sole di un falso avvenire…).
Secondo Beaulieu, sarebbe proprio la mancanza di certezza a dover rinsaldare tutti nella volontà di liberarsi da questa tirannia. L’azione inquisitoriale, infatti, procede non solo su denuncia esplicita benché infondata e molto spesso inventata per i benefici cui deve ricorrere l’aguzzino; ma può essere avviata d’ufficio anche solo per un semplice sospetto. L’imputato ed il semplice Eretico nell’araldo di questo humus culturale, se non cede all’abiura dopo i più duri rigori – avvisa il pastore – ‘must resolve upon the patience of Primitive Martyrs, and comfort himself with the hope of reward in heaven’. 




Giovanni Battista stava in piedi di fianco a lui; aveva steso il suo braccio scheletrico nella notte, in direzione di Gerusalemme….
‘Guarda, che cosa vedi?’ ‘Niente’. ‘Niente? Non vedi davanti a te la santa Gerusalemme, la puttana, non la vedi? Sta seduta sulle grosse ginocchia del Romano e ride come una pazza. ‘Non la voglio!’ grida il Signore. ‘E’ questa la mia sposa? Non la voglio!’.




Come i cani, seguendo i passi del Signore, abbaio a mia volta: ‘Non la voglio! Giro attorno alle forti mura e urlo (come un Eretico…): Puttana! Ha quattro grandi porte fortificate. Su di una via è seduta la Fame, su un’altra la Paura, sulla terza l’ingiustizia e sull’ultima, l’Infamia. Entro percorro le strade in ogni senso, mi avvicino, osservo i suoi abitanti. Guardo i loro visi: tre sono grassi come maiali, e un popolo di tremila uomini muore di fame. Quando, dunque, perisce un mondo? Quando tre padroni mangiano troppo e un popolo muore di fame.
Guarda ancora una volta i loro visi: la Paura impera su tutti, le loro narici tremano, fiutano il giorno del Signore. Guarda le donne: la più onesta adocchia il suo servo, si lecca i baffi e gli fa un cenno: vieni! Ho sollevato il tetto dei loro palazzi, guarda: il re tiene sulle ginocchia la moglie del fratello nuda e l’accarezza. Che cosa dicono le Sacre Scritture? 




‘Colui che posa lo sguardo sulle nudità della sposa del proprio Fratello, che sia condannato a morte! Ciò nonostante non sarà ammazzato lui, l’incestuoso, ma io, l’asceta Eretico verrò ammazzato. Perché il giorno del Signore è giunto!’.
Il Battista aveva teso di nuovo la sua mano come un ramo d’autunno, ‘tendi l’orecchio, che cosa odi?’ ‘Non odo nulla’. ‘Nulla!? Non odi l’iniquità, la cagna che ha perso ogni pudore, che è salita in cielo e che abbaia alla porta del Signore? Non hai inteso i sacerdoti, i gran sacerdoti e i Farisei che circondano il Tempio e che abbaiano? Dio, non sopporta l’impudenza della terra. Si alza, cammina sulle montagne e scende. Davanti a lui c’è la Collera, dietro a lui le tre cagne del cielo: il Fuoco, la Lebbra e la Follia'. 

(Contro l'inquisizione, M. Valente & N. Kazantzakis....) 

















         

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