giuliano

lunedì 7 maggio 2018

ANIME UNIVERSALI (29)




















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Sul commercio dell'Anima e del corpo (30)














Insistendo su questo stesso tema, egli lo ricollega al problema più generale della Natura che, come l’Anima (mundi), non può essere considerata causa, ma effetto, in linea con la strategia antimaterialistica, infatti, la teoria dell’influsso spirituale si rivela in questo caso funzionale per affermare che le ‘res naturates’ non sono altro che i veicoli ed i mezzi di cui l’Anima si serve per produrre i suoi effetti nel mondo.

[Continua la sua disquisizione (di cui potremmo aver discordanti principi) con qualche contraddizione alla quale abdico ogni obiezione riconoscendo alla sua Opera un profondo rispetto anche nella dubbia morale in talune geografie ‘dissolta’, pur nella paradossale illusione e condizione rivolta al contrario principio in cui (in)scritto il libero arbitrio negato… E se pur i conflitti o diverbi governano il mondo, concedo alla visione dello scienziato e teologo l’opportunità del suo stratigrafico Universo fino alla vetta con cui si è soliti conoscere l’apparente evoluzione detta… E nel rispetto di cotal principio mi assento da qualsivoglia raggiro o operetta di filosofica ed equivoca natura nella regola morale parente del diritto: Pensiero il quale può essere solo approfondito giammai nel cavillo nel quale ogni presunta e storicamente dedotta ‘ortodossa scienza’, antica presente o futura che sia, riconosce la natura della propria essenza rivolta alla progressiva convergenza di un simmetrico autoritario e bestiale istinto (senza arrecare offesa alcuna alla bestia o piante di apparente morta natura in quanto vive di cotal progredita ed emancipato progresso nominato similmente natura, in eccesso, e mai in difetto della propria deficienza spacciata rivenduta per arguta intelligenza… astuta e ben compiaciuta della propria statura giacché la morale difetta proprio nell’evoluzione di questa…) parente di nessun Dio pregato… Ma nell’uguale volontà  di colui che approdato da una scienza fino ad un pensiero in apparenza irrazionale o privo di quella ‘natura’ la quale pone la dovuta differenza fra ciò che è e non è razionale premette ed accetta, di conseguenza, solo materiale consistenza cercando di svelare la contraddizione ed il limite di questa, giacché, come già più volte detto ed espresso la condizione ‘materiale’ dell’uomo pone codesto confine ed il superarlo, o ancor meglio, il cercare di svelarlo aprendo a successive ‘metafisiche’ conclusioni riflessioni ed esperienze mi pare una via ben conseguibile anche per rimanere in accordo a quel ‘multiverso’ di Greene il dotto ed acuto scienziato, il quale esamina se pur da un differente punto di vista, ugual nodo e conseguente dilemma… E specchiandoci e prendendo ispirazione da questa ‘ugual materia, per porre la dovuta consistenza fra ciò che vivo, e al contrario, propriamente o impropriamente definito morto. Sicché emerge, come leggeremo, successivamente a questo breve accenno allo Swedenborg detto, un opposto intento rivolto alla morte e alle Anime che nutrono un differente ‘pasto’ e con questo una cultura, sottintendendo le dovute considerazioni sulla reale natura dell’uomo, non tanto del ‘visionario-veggente’ ma di coloro che delle stesse (anime) ne fanno un diverso commercio… Sia, che queste pur ‘vive’ ma ben sepolte, sia, al contrario, apparentemente ‘morte’ e approdate alla vera convergenza dell’invisibile ed impercettibile ‘vita’ dimensione a noi - morti - sconosciuta (chi il vivo e chi il morto abdico l’intricato antico dilemma), ma quantunque sempre rapportate al principio eterno del loro ‘ochemico’ principio sul quale possiamo divergere, ma, mi par sottinteso, riconosciamo una reale corrispondenza ed eterna invisibile affinità nel permettere loro consistenza, e, divergendo irrimediabilmente e improrogabilmente da chi pensa la ‘materia’ assente da questa peculiarità riconoscendo nella vita e i suoi principi una ‘opposta ed infinita’ inclinazione per un lecito ‘commercio’ di tutto ciò che può appagare un corpo malato assente ed in difetto di una più ‘elevata natura’ aspirare ai principi veri e sani di cui la vita…    

E pongo accento sul successivo cammino e passo…

…La vera vita, unica, increata e proveniente da una fonte infinita, è suscettibile di alimentare e influenzare le forme che la ricevono, cioè tutte le parti dell’universo creato. A torto confondiamo l’Anima con la vita, la riteniamo un principio vitale in grado di sostenere da sola l’essere, e che perciò si possa vivere solamente grazie ad essa. Da ciò derivano una serie di errori e gli uomini costruiscono nella loro mente ‘caverne oscure’, piene di illusioni, e veri e propri labirinti di idee…

…Se finora i filosofi hanno considerato l’influsso come proveniente e diretto dall’Anima verso il corpo, per cui le indagini si sono soprattutto concentrate sul nesso Anima-corpo, Swedenborg ritiene invece che siano da considerare Dio-Anima-corpo e che il rapporto tra Dio e l’Anima sia quello decisivo, generalmente sottostimato dalla maggior parte dei pensatori.
…Riscoprire questo legame significa stabilire un rapporto d’elezione col divino e rinsaldare l’antica alleanza tra Terra e Cielo, che aveva contraddistinto l’età adamitica e quella dei primi popoli…

 (F. M. Crasta, Geografia celeste & Mundus imaginalis)

















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