giuliano

giovedì 20 febbraio 2020

ALL'AVANA & in tanti altri luoghi (4)











































Precedenti capitoli:

...Intanto il vostro agente... (3)

Prosegue nella...:

Fattoria degli animali... (5/7)














“Negri?”

“Si chiamano così quelle persone che fanno tutto il lavoro, mentre l’Autore incassa i quattrini. Nel caso mio, sarò io a lavorare sul serio e saranno i negri a figurare.”

“Ma i quattrini li intascherai tu?”

“Oh, sì.”


TATTICA D’ATTACCO (o forse?) INNESTO


“Be’, la questione è piuttosto urgente. Lei sa che il nostro agente all’Avana ci ha trasmesso rapporti alquanto inquietanti, negli ultimi tempi.”

“E’ un uomo abile”

…disse Hawthorne.

 “Non lo nego. Vorrei che ne avessimo di più come lui. Una cosa non capisco, come mai gli americani non abbiano scoperto nulla laggiù.”

“Glielo ha domandato, signore?”

“Naturalmente no. Non mi fido della loro discrezione.”

“Forse loro non si fidano della nostra.”

Il capo disse:

“Quei disegni... li ha esaminati?”.




“Non sono molto esperto in quel campo, signore. Li ho ritrasmessi subito.”

“Allora li guardi bene adesso.”

Il capo dispose i disegni sulla scrivania. Hawthorne si scostò con riluttanza dal radiatore e fu immediatamente scosso da un brivido.

“Qualcosa che non va?”

“Avevamo trentaquattro gradi, ieri, a Kingston.”

“Le si sta assottigliando il sangue. Un po’ di freddo le farà bene. Che cosa ne pensa?”

Hawthorne fissò i disegni. Gli ricordavano... qualcosa.

Si sentì invaso, senza sapere perché, da una strana sensazione di disagio.

“Ricorderà i rapporti che li accompagnavano”

disse il capo.

“La fonte era sbarra tre. Di chi si tratta?”

“Se non sbaglio è l’ingegner Cifuentes, signore.”




“Bene, anche lui non è riuscito a capire. Nonostante tutte le sue conoscenze tecniche. Queste macchine venivano trasportate con autocarri dal comando dell’esercito, a Bayamo, ai margini della foresta. Poi gli autocarri furono sostituiti da muli. Direzione generale, quelle inesplicabili piattaforme di cemento.”

“Che cosa dice il Ministero dell’aeronautica, signore?”

“Sono preoccupati, molto preoccupati. Ed anche incuriositi, naturalmente.”

“E gli specialisti delle ricerche atomiche?”

“Ancora non abbiamo mostrato loro i disegni. Lei sa bene come è fatta quella gente. Si affretterebbero a criticare i minimi particolari, direbbero che l’intera faccenda non è attendibile, che il tubo è sproporzionato o puntato dalla parte sbagliata. Non si può pretendere che un agente il quale disegna a memoria non sbagli alcun particolare. Voglio fotografie, Hawthorne.”

“Questo significa chiedere molto, signore.”




“Dobbiamo averle. A qualsiasi costo. Sa che cosa mi ha detto Savage? Le sue parole sono state per me come un brutto incubo, glielo assicuro. Ha detto che uno dei disegni gli ricordava un’aspirapolvere gigantesco.”

“Un aspirapolvere!”

Hawthorne si chinò, esaminò di nuovo i disegni e una volta di più fu afferrato dal gelo.

“Fa rabbrividire, vero?”

“Ma questo è impossibile, signore.”

Provò la sensazione di difendere, supplicando, la sua stessa carriera.

“Non può essere un aspirapolvere, signore. Un aspirapolvere no.”

“Demoniaco, vero?”

disse il capo.

“L’ingegnosità, la semplicità, l’immaginazione diabolica della cosa.”

Si tolse il monocolo nero e l’occhio ceruleo da bambola rifletté la luce e la fece saltellare sulla parete sopra il radiatore.




“Guardi questo aggeggio, sei volte più alto di un uomo. Simile a un gigantesco spruzzatore. E questo... che cosa le ricorda?”

Hawthorne rispose con voce afflitta:

“Un tubo di aspirazione a doppio innesto”.

“Che cos’è un tubo d’aspirazione a doppio innesto?”

“A volte fa parte di un aspirapolvere.”

“Di nuovo l’aspirapolvere. Hawthorne, siamo sulle tracce, credo, di qualcosa di così importante che la bomba H diverrà un’arma convenzionale.”

“E’ augurabile, signore?”

“Certo che è augurabile. Nessuno si preoccupa delle armi convenzionali.”

“Secondo lei di che cosa si tratta, signore?”

“Non sono uno scienziato”

…rispose il capo...




“ma guardi questo grande serbatoio. Deve essere alto quasi quanto gli alberi della foresta. Con un’enorme bocca spalancata alla sommità, e questa tubazione... l’agente l’ha appena accennata. Per quello che ne sappiamo, potrebbe estendersi per chilometri... dalle montagne al mare, forse. Si dice che i russi stiano lavorando a una certa idea - lei lo sa - qualcosa che concerne il calore del sole, l’evaporazione del mare. Io non so che cosa siano tutti questi aggeggi, ma so che si tratta di una cosa grande. Dica al nostro agente che dobbiamo avere fotografie.”

“Non vedo davvero come potrebbe avvicinarsi abbastanza...”

“Gli dica di noleggiare un aereo e di smarrirsi sulla zona. Non lui personalmente, si capisce, ma sbarra tre o sbarra due. Chi è sbarra due?”

“Il professor Sanchez, signore. Ma lo abbatterebbero. Quella zona è pattugliata da apparecchi dell’aviazione militare.”

“Ah, c’è il pattugliamento aereo, eh?”

“Per individuare i ribelli.”




“Così dicono loro. Sa, mi è venuto un sospetto, Hawthorne.”

“Dica, signore?”

“Che i ribelli non esistano. Sono puramente immaginari. Forniscono al Governo tutti i pretesti di cui hanno bisogno per isolare completamente la zona.”

“Mi auguro che lei abbia ragione, signore.”

“Sarebbe meglio per noi tutti”

…disse il capo ridendo

“se mi ingannassi. Queste cose mi spaventano, Hawthorne, mi spaventano.”

Si rimise il monocolo e la luce si spense sulla parete.

“Hawthorne, l’ultima volta che veniste qui parlaste alla signorina Jenkinson di una segretaria per 59200 sbarra 5?”




“Sissignore. Non disponeva di alcuna candidata, sul momento, ma pensava che una certa Beatrice sarebbe potuta andare.”

“Beatrice? Come odio tutti questi nomi di battesimo. Già addestrata?”

“Sì.”

“E’ giunto il momento di dare una mano al nostro agente all’Avana. La cosa ha già assunto proporzioni troppo grosse per un agente improvvisato e privo di personale. Meglio mandare con lei un radio- operatore.”

“Non sarebbe bene che andassi prima io a parlargli? Potrei accertare come stanno le cose ed esaminare la situazione con lui.”

“Pericoloso dal punto di vista della segretezza, Hawthorne. Non possiamo correre il rischio di farlo scoprire proprio adesso. Con una radio potrà comunicare direttamente con Londra Questo collegamento per mezzo del Consolato non piace a me né piace a loro.”

“E i suoi rapporti, signore?”

“Dovrà organizzare una specie di servizio di corriere con Kingston. Per mezzo di uno dei suoi commessi viaggiatori. Gli faccia avere istruzioni dalla segretaria. L’ha veduta?”





“Nossignore.”

“Le parli immediatamente. Si assicuri che sia il tipo adatto. All’altezza della situazione sul piano tecnico. Dovrà metterla ‘au fait’ sulla ditta dell’agente. La segretaria ch’egli ha attualmente dovrà andarsene. Parli con l’ufficio amministrazione per una pensione ragionevole fino al giorno in cui avrebbe dovuto andarsene in ogni modo.”

“Sissignore”

…disse Hawthorne.

“Potrei dare ancora un’occhiata ai disegni?”

“Questo sembra interessarla. Che cosa gliene pare?”

“Sembra” disse Hawthorne in tono afflitto

“un innesto a scatto.”

Quando fu sulla porta il capo riprese a parlare.

“Sa, Hawthorne, molto di tutto questo lo dobbiamo a lei. Una volta mi avevano detto che lei non sa giudicare gli uomini, ma io sostenni il mio punto di vista personale. Molto bene, Hawthorne.”

“Grazie, signore.”

Aveva la mano sulla maniglia della porta.

“Hawthorne?”

“Dica, signore?”

“Ha trovato quel taccuino?”

“No, signore.”

“Forse lo troverà…” 

(G. Greene, Il nostro agente all’Avana)













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