giuliano

martedì 27 agosto 2013

L' ECONOMIA CORROTTA (54)














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L'economia corrotta (53)

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I 'Passi' dei pellegrini (55)










.. Ricchissima divenne la Chiesa (crocevia di ogni pellegrinaggio ad uso
commerciale che con il tempo diverrà altro...), ci dicono numerosi croni-
sti: sicché si e venuta formando l'opinione che quel giubileo non solo fu
un grandioso affare finanziario, ma - fu detto nel processo di Filippo il
Bello - un affare pensato come affare (che poco o nulla aveva a che fa-
re con le ragione della fede o della verità...).
Tra le testimonianze magniloquenti ma generiche, vi è quella dello stori-
co Domenicano Bartolomeo Fiadoni, detto  (Grillo) Tolomeo di Lucca
(anche se i natali furono accreditati a Genova...) (1240/1327), che inve-
ce fissa delle cifre: 'Ogni giorno l'offerta dei pellegrini (paganti, fatta co-
me dono di devozione o come opera meritoria, fedeli al canone...) arri-
vava a mille (1000) libre provinciali', press'a poco, traducendo in fiorini,
a circa mille e settecento (1700) fiorini!




Determinare quanto valesse esattamente un fiorino è cosa impossibile,
(visti i diversi parametri di misura del valore della vita che ponevano le
distanze o le differenze della casta di appartenenza...) ché, non solo l'-
accresciuta circolazione monetaria, durante il giubileo, avrà mutato le
ragioni di scambio tra le varie monete circolanti, ma il 'valore' stesso at-
tribuito alla moneta (ed alla vita...) come tale, è troppo mutevole nei
tempi: da quel lontano 1300 troppi elementi, nel costume della vita e
nella produzione della ricchezza e nel commercio, sono cambiati, per
poter noi fare ragguagli persuasivi con le nostre cifre.
Un esempio qualsiasi: pensando che il fiorino d'oro pesava gr. 3,54,
e l'ospitalità di una notte, per un cavallo e una persona, costava un
tornese grosso, cioè la decima parte del fiorino, dovremmo dire che
era esorbitante - così trovava il cronista d'Asti, il Ventura - la richie-
sta d'un tornese, cioè qualcosa meno di 400 lire.




Comunque se dovessimo prendere alla lettera la frase del Fiadoni,
ogni giorno mille (1000) libre, e non intenderla come una indicazio-
ne di cifra di punta, certo un grande tesoro avrebbe adunato la
Chiesa: più di mezzo milione di fiorini.
Il nostro Stefaneschi, definita fonte ufficiale dell'affare, e che pos-
siamo ritenere attendibile quanto lo possa essere un politico del
Regno, riduce la somma a ben più modeste e credibili proporzioni:
'gli altari più frequentati di tutto il mondo, che da tempo fornivano
anno per anno offerte di pellegrini in quest'anno centesimo ne rese-
ro, quello del Principe trentamila, quello del Dottore circa ventimila'.
Una somma certo cospicua, come dono di pellegrini già oberati dal-
le spese del loro viaggio.




Stefaneschi ci informa, altresì, che le offerte ricevute (dopo la gra-
zia dispensata) furono interamente adoperate per l'acquisto di pos-
 sedimenti, ville e chiese con giardino, mezzi di trasporto, e manu-
  tenzione delle varie 'Basiliche' sparse per tutte le campagne......
'Giorno e notte due chierici stavano presso l'altare di S. Paolo, te-
nendo nelle mani rastrelli con cui 'rastrellavano' il denaro infinito',
racconta il Ventura, che li vide negli ultimi giorni dell'anno, 'face-
vano uno grande servigio a tutti li homini corrotti di quelli altari..'.
Il particolare pittoresco, di questi 'papal croupiers' come li chiamò
con ironia uno storico moderno, 'è che per la felicità e la benevolen-
za della religione da loro servita rastrellavano grandi donativi d'oro
e d'argento come spiccioli di moneta corrente di ciascuna provincia'.
Anche 'Dante il Fallito' come ben potete leggere partecipò alla ma-
cabra farsa.....
(A. Frugoni, Pellegrini a Roma nel 1300)












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