Precedente capitolo:
Ammazzare il Tempo (10)
Prosegue in:
Ammazzare il Tempo (la nostra infanzia) (13/12)
La dimensione spaziale e la sua risoluzione nelle ricostruzioni paleo
climatiche, tuttavia, sono anch’esse importanti, perché potrebbero rivelare i
profili climatici dei paleo climi a scala più fine. Questi potrebbero essere
importanti sia per comprendere i meccanismi dei mutamenti climatici, sia nel
raffinare le previsioni del clima futuro su scala regionale.
E’ chiaro ad esempio, dalle ricostruzioni paleo climatiche preliminari
dedicate all’Europa, che l’Europa meridionale non era più calda di quanto lo
sia oggi, anzi in alcuni casi lo era di meno, 6000 anni fa, quando gran parte
dell’Europa settentrionale era di oltre 1° C più calda di oggi.
Analogamente, le prove offerte dalle variazioni di livello dei laghi
mostrano che il mutamento del rapporto tra precipitazioni ed evaporazione ha
avuto nella parte occidentale del Nord America un andamento assai differente
alle varie latitudini dell’ultimo periodo glaciale.
Risulta chiaro anche, sia in Europa che nella parte orientale del Nord
America, che vi è sta- to un cospicuo riadattamento dei profili climatici complessivi all’epoca dei......
rapidi mutamenti post-glaciali, con conseguenti cambiamenti
nell’allineamento dei maggiori ecotoni – i confini tra le principali tipologie
di vegetazione – nei due continenti.
Le registrazioni paleo climatiche delle dimensioni della velocità dei
mutamenti climatici del passato è importante in primo luogo non tanto per la
previsione dei futuri mutamenti climatici, quanto per valutare invece gli impatti che i mutamenti
previsti potranno avere sugli organismi e gli ecosistemi.
Le previsioni per il prossimo secolo concordano su un incremento della
temperatura media globale di circa 2,5° C nell’arco di 100 anni.
L’esame dell’archivio paleo climatico mostra come sia necessario
risalire fino al Terziario per trovare delle temperature medie globali tanto
alte; la maggior parte degli organismi attuali, a quel tempo, non si erano
ancora evoluti fino alla loro forma attuale e gli andamenti climatici globali
erano sostanzialmente diversi da quelli odierni.
Rapidi mutamenti climatici di dimensioni paragonabili sono invece
avvenute più di recente nella storia paleo climatica; le cosiddette
‘terminazioni’ delle fasi glaciali del Quaterniario, l’ultima delle quali si
verificò tra i 15.000 e i 10.000 anni fa, presentano una crescita stimata della
temperatura globale di circa 5° C, e segnano la rapida transizione da una
precedente fase glaciale alla successiva inter-glacile.
Tali terminazioni, tuttavia, pur se rapide in termini geologici, sono
comunque durate diversi millenni; i dati fanno pensare che il tasso di riscaldamento
globale durante la terminazione più recente non sia stato superiore ai 2,5° C
per millennio.
E’ già un valore dieci volte minore del tasso previsto per il prossimo
secolo; se si usa uno dei valori massimi dati dalle simulazioni del riscaldamento
globale durante il prossimo secolo, insieme a una stima più prudente del tasso
di riscaldamento globale alla fine dell’ultima glaciazione, il tasso storico
potrebbe essere anche 100 volte più lento di quello previsto per il futuro.
Nessun commento:
Posta un commento