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E assistiamo così a questo fatto singolare e cioè che, sull'aspetto
preistorico della nostra terra, dominano due teorie completamente opposte: In
Europa la teoria dei ponti, in America la teoria della permanenza dei fondi
oceanici e delle aree continentali.
Ma quale è la verità?
In un dato tempo la terra non può avere avuto che un dato aspetto. Vi
furono un tempo dei ponti di territorio oppure i continenti erano separati come
oggi da estesi fondi oceanici?
E' impossibile non accettare l'ipotesi degli antichi collegamenti
continentali se non si vuole rinunciare a comprendere lo sviluppo della vita
sulla terra. Ma è ugualmente impossibile respingere le ragioni con le quali i
sostenitori della dottrina della permanenza si rifiutano di ammettere
l'esistenza dei continenti intermedi. Non resta allora che una possibilità: e
cioè che nelle premesse date come intuitive si nasconda qualche errore. A
questo punto si inserisce la teoria della deriva dei continenti. L'ipotesi, di
per sé intuitiva, che sta alla base sia degli antichi collegamenti continentali,
sia della dottrina della permanenza e cioè che la posizione relativa delle aree
continentali le une rispetto alle altre non sia mai mutata, deve essere falsa. I
continenti debbono aver subito uno spostamento. L'America meridionale deve
essere stata vicino all'Africa e aver formato con questo un unico continente,
che nel Cretaceo si scisse poi in due parti, le quali, come un masso di
ghiaccio che si spacchi, nel corso di milioni di anni si allontanarono sempre
più l'una dall'altra. I contorni di queste due masse sono ancora oggi di una
concordanza sorprendente. Non solo la grande spaccatura ad angolo retto, che si
nota sulla costa brasiliana presso il capo San Rocco, trova il suo
corrispettivo nella spaccatura della costa africana presso il Camerun, ma anche
al sud di questi due tratti ad ogni protuberanza della costa americana
corrisponde una baia di uguale forma sulla costa africana; e viceversa ad ogni
insenatura sulla costa brasiliana corrisponde una sporgenza sulla costa
africana. Una misurazione col compasso dimostra poi che le due terre sono della
stessa dimensione. Anche l'America del Nord un tempo era situata vicino
all'Europa e formava con questa, per lo meno nella parte superiore, un unico
territorio, che solo nel tardo Terziario, e al nord solo nel Quaternario, si
scisse in corrispondenza della Groenlandia, dando origine a terre separate. L'Antartide,
l'Australia e l'India peninsulare erano situate, sino all'inizio del
Giurassico, presso il sud-Africa e formavano con questa e col sud-America
un'unica area continentale, anche se in parte coperta dal mare superficiale la
quale, nel corso del Giurassico, Cretaceo e Terziario, si scisse in più
territori, che andarono fluitando in ogni direzione.
…. Anche in altre zone lo spostamento delle terre è in relazione con la
formazione delle montagne. Nella traslazione verso ovest delle due Americhe, il
loro margine occidentale, per la resistenza opposta dell’antichissimo fondo
dell’oceano Pacifico, fortemente raffreddato, si corrugò formando la catena di
montagne giganti che si estende dall’Alaska all’Antartide. Anche nel continente
australiano, a cui va aggiunta la Nuova Guinea, ora separata da uno stretto, si
trovano nella parte anteriore, nel senso del movimento, i monti della Nuova
Guinea, di recente formazione. Prima del distacco dell’Antartide la direzione
del movimento era diversa, l’attuale costa orientale costituiva allora la parte
anteriore. In quel tempo i monti della Nuova Zelanda, che era situata
dirimpetto a questa costa, si si sfaldarono e in seguito, cambiata la direzione
della deriva, questa terra si staccò e restò indietro. A un tempo ancora più
antico risalgono le attuali Cordigliere dell’Australia orientale; esse si
formarono prima della sua separazione, contemporaneamente ai corrugamenti più
antichi del sud e del nord-America che costituiscono le Precordigliere, in
corrispondenza del contorno anteriore
della intera massa continentale in via di spostamento.
La separazione, ora accennata, della Nuova Zelanda dal continente
australiano ci porta ad osservare questo fenomeno, che, nella migrazione verso
ovest, terre di minore estensione restano indietro alle terre più estese: così
nella parte del continente asiatico rivolta verso oriente si ha una separazione
delle catene laterali: così le Piccole e le Grandi Antille rimangono indietro
nel movimento delle terre dell’America centrale, come pure il cosiddetto arco
delle Antille del sud tra la Terra del Fuoco e l’Antartide occidentale. Allo
stesso fenomeno è da attribuirsi il fatto che tutte le terre appuntite nella
parte meridionale mostrano un incurvamento di queste punte verso l’est, come la
punta sud della Groenlandia, la Florida, la Terra del Fuoco, la Terra di
Graham, o Ceylon in via di separazione dall’India.
Riuscirà facile notare che l’intera costruzione della teoria della
deriva muove dall’ipotesi che i fondi marini e le aree continentali siano
costituiti da materiali diversi, rappresentino cioè strati diversi della
terra. Lo strato più esterno
rappresentato dall’area continentale non copre l’intera superficie della terra;
i fondi marini invece rappresentano la superficie libera dello strato
successivo, che si deve ritenere esista anche sotto la superficie delle aree
continentali.
Questo è il lato geografico della
teoria della deriva dei continenti.
Se prendiamo come punto di partenza questa teoria noi veniamo a
soddisfare a tutti i postulati sia della teoria degli antichi collegamenti
continentali che della dottrina della permanenza.
Si parla bensì ora di ponti
continentali, ma non attraverso i continenti intermedi più tardi sprofondati,
ma come collegamento delle terre ora separate…
(Fotografie di M. Schlegel)
(Prosegue...)
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